lunedì 31 dicembre 2007

buoni propositi per il 2008

* non piangermi addosso quando il matematico sarà nell'olimpo della matematica
* riprendere in mano il mio forseromanzo (non credevate davvero che l'avessi abbandonato?!)
* iscrivermi a una laurea specialistica
* leggere (e non solo libri per ragazzi)
* migliorare un po' l'inglese
* non ingrassare e non dimagrire
* star serena

direi che sono pochi ma determinanti. spero di mantenerli tutti.

domenica 30 dicembre 2007

giochino della domenica

lezioni americane di italo calvino

È strano fare il commento di un libro senza averlo davanti. Potrebbe essere come parlare di un morto. Occasione in cui si finisce per esprimere solo giudizi positivi come se l’assenza dell’oggetto rendesse le critiche inutili e di cattivo gusto, le privasse di fondamento, come se i dati oggettivi smettessero di essere tali solo perché non è più visibile quello a cui si riferiscono.
Ma potrebbe essere anche come parlare degli assenti. Occasione in cui si finisce per inveire, giudicare e criticare con la massima asprezza magari argomentando dettagliatamente ogni epiteto, come se l’assenza del soggetto cui ci si riferisce legittimasse ogni insulto, rendesse possibile ogni sfogo.
“Lezioni americane” di Italo Calvino non è morto, è solo assente (il volume appartiene alla biblioteca civica di Spilimbergo, il prestito che mi era stato concesso sarebbe scaduto ieri causandomi una multa di 20 centesimi per ogni giorno di ritardo dalla data stabilita per la restituzione) ma io ne parlerò come se si fosse trasferito in un aldilà.
In fondo “Lezioni americane” ha condiviso con me alcuni giorni, mi ha accompagnato in treno, in bagno, a dormire. È entrato a fare parte della mia routine, è stato un compagno discreto e paziente.
Non potrei parlarne male.
L’unico rimpianto è quello di avergli dedicato poco tempo, poca attenzione, di averlo relegato ai tempi morti, di averlo incastrato tra un dovere e l’altro, di averlo trascurato, certa che prima o poi ci sarebbe stato il momento giusto, l’occasione ideale per… non importa poi per cosa, anche solo per stare in silenzio. Ma il tempo è scaduto e l’occasione ideale per… alla fine non si è trovata, forse non la si sarebbe trovata lo stesso, ma credere il contrario aiuta, riduce i sensi di colpa, li elimina.
Così quello che ora posso fare è solo ricordare questo libro, cui ho concesso troppo poco, con un’immagine e una frase.
L’immagine è la leggerezza di un racconto del Decameron di Boccaccio in cui Guido Cavalcanti salta con agilità delle tombe lasciando coloro che l’avevano importunato in un cimitero.
La frase, invece, riguarda l’attenzione e la cura che Calvino dice indispensabile riservare alla lingua, scritta e parlata.
È un pensiero che mi trovo a condividere con sempre più intensità, è ciò cui ho dedicato la mia vita, ciò verso cui ho indirizzato le mie scelte: l’amore per la lingua italiana, la mia madre lingua, l’unico strumento che mi permette di esprimere cose e idee, di renderle presenti a me stessa e agli altri. Non so cosa mi spinga verso le parole piuttosto che verso teoremi matematici so soltanto che io amo le parole. Vivo di parole perché mi proteggono dalla pioggia e dagli urti, mi avvolgono come una calda coperta colorata.
E poi le parole mi affascinano con i loro suoni, le loro immagini, i loro odori, il loro sapore, le loro carezze e i loro schiaffi.
Amo la loro imprevedibilità di donna.
Per tutti questi motivi vorrei poter difendere le parole da coloro che le lasciano in disordine, le buttano sul pavimento, le calpestano, le ammucchiano sulle sedie, le abbinano con pessimo gusto, le dimenticano in fondo ai cassetti, le lasciano all’aperto, vorrei difendere le parole da coloro che le usano con indifferenza, che le indossano come calzini spaiati, camicie stropicciate, pantaloni macchiati, scarpe bucate.
Vorrei che tutta la cura e l’attenzione che viene proposta da televisione e riviste patinate come necessaria nei confronti del vestire alla moda, del mantenersi giovani e in perfetta forma sempre e comunque, fosse riservata anche alle parole. Vorrei che l’attenzione al dettaglio e all’accessorio, al muscolo scolpito e alle pieghe stirate, fosse riversata almeno un po’ sulla lingua italiana, sulle parole che sempre più spesso vengono scelte e usate in modo impreciso, senza badare più al loro significato. Vorrei che il congiuntivo non morisse, e nemmeno lezioni americane.

sabato 29 dicembre 2007

pettegolezzi

oggi in due ore al mercato ho fatto scorta di pettegolezzi.
compagni di classe con figli, che lavorano, che convivono o che si sono sposati.
la cosa triste è che la maggior parte è ancora tristemente a ppp, a fare lavori tristi, in un posto per vecchi.
un po' mi dispiace per loro. spero che loro siano felici delle loro scelte, io lo sono molto, delle mie!

venerdì 28 dicembre 2007

dalla dottoressa

io: ho avuto la febbre, adesso ho la tosse e la voce da trans. potrei fare la telefonista erotica
d: siediti qui, apri la bocca. di aaaaaa
io: ho le placche in gola?
d: no hai la tracheo bronchite ti do l'antibiotico
io: wow sono venuta a spilimbergo ad ammalarmi
d: ecco la ricetta
io: grazie
d: serve altro?
io: no, grazie. ho smesso di prendere la pillola da mesi
d. stai meglio?
io: sì, peccato che ora non abbia più una vita sessuale

giovedì 27 dicembre 2007

afona

vantaggi e svantaggi dell'essere senza voce:

* non posso fare né ricevere telefonate senza che l'interlocutore prima si spaventi e poi scoppi a ridere
* le conversazioni sono molto rilassanti
* se qualcuno mi chiama dalla cucina non posso urlare "eh" né "che c'è" ma devo scomodarmi
* se mando qualcuno a quel paese è molto probabile che non mi senta
* in un'accesa conversazione è difficile che la mia opinione venga presa in considerazione
* mi è proibito uscire perché potrei peggiorare la mia condizione (motivo per cui non ho ancora messo il naso fuori casa, fortuna che a ppp non c'è nulla e non succede nulla. chissà se c'è ancora qualcuno a cui interessa il fatto che io sia qui)

se avete qualcosa da aggiungere alla lista fate pure, io intanto reclamo a gran voce la mia voce!

mercoledì 26 dicembre 2007

moregiutti

dato che la linguistica era una delle mie materie preferite all'università, insieme alla filosofia del linguaggio, ho deciso di raccontarvi l'evoluzione linguistica che ha portato al sostantivo "moregiutti".
siamo partiti da CICCINO/A un nomigliolo che siamo concordi nel definire orrendo, patetico e imbarazzante, poi siamo passati, attraverso un fenomeno di suffissazione stupida a CICIUTTI. "utti" è un tipico suffisso friulano. per palatalizzazione siamo passati a GIGIUTTI.
poi abbiamo cominciato a intervallare GIGIUTTI con AMORE, ma amore è una parola abusatissima che per aferesi è divantata 'MORE. attraverso un fenomeno di composizione si è giunti a MOREGIUTTI ma ci sono voluti quasi quattro anni.
tutto questo per arrivare a dire che... moregiutti è, di nuovo, malato. ha la febbre (che gli ho passato io, suppongo), fortunatamente ora sarà la sua amorevole mamma a somministrare mucolitici, antipiretici e compagnia bella. io l'infermiera del malato immaginario l'ho già fatta!

martedì 25 dicembre 2007

disastri natalizi

mia sorella cinzia, quella che non mi parla, mi ha regalato un paio di mutande azzurropillin (senza biglietto, e io odio i regali senza biglietto, ma le mutande sono proprio belle) e io le ho regalato 1+2 libri, nel senso che, presa da ansia da prestazione natalizia, le ho regalato trilogia della cittò di k e temendo che non le sarebbe piaciuto le ho regalato anche due libri miei, che avevo comprato per me: lontano da ogni cosa e più lontana della luna. ovviamente non ha letto il biglietto e ha prontamente tolto i prezzi dai due libri che non erano propriamente dei regali, ma non erano neanche propriamente dei prestiti, ed anche dopo che ha letto il biglietto non ci ha capito una mazza di cosa avrebbe dovuto fare dei due libri da cui stava staccando il prezzo.
insomma, ho fatto una figura di merda, dimostrandomi perfettamente inadeguata al natale e allo scambio dei regali, e dimostrando di avere uno strano concetto di libro.
il fatto è che per me i libri non sono un oggetto che si compra, si legge e si mette su uno scaffale. per me i libri sono il loro contenuto, è la loro storia, per questo i libri devono passare di lettore in lettore.
solo che devo essere l'unica sul pianeta terra a pensarla così, e certo natale non è il miglior momento per convertire gli altri al mio modo di pensare i libri.

nel frattempo ho perso la voce. ieri mi rimaneva una voce da trans, oggi mi accontento di un sussurro.

domani spero di riuscire a postare la foto del presepio di casapillin. dopo essere stata trascinata per mesi a mostre di arte contemporanea, ho dato sfogo a ciò che ho imparato.

lunedì 24 dicembre 2007

conquistare il mondo

il pranzo è stato tutto sommato indolore, con la scusa che sono malatina (avevo portato temometro e tachipirina per fare un po' di scena) ho saltato due portate su tre, i discorsi si sono tenuti molto sul vago e così è arrivato il dopo pranzo.
come da tradizione è stata disputata una super partita a risiko e... ne sono uscita vincitrice.
ho conquistato 24 territori (l'america del sud, l'africa, l'europa e qualche staterello dell'asia) lasciato, per la prima volta nella storia del risiko familiare, mio cugino con 4 armate e distrutto definitivamente la mia gola e le mie povere corde vocali.
si accettano volontari per il trapianto.

nel frattempo buon natale a tutti quelli che passano di qui, dimostrando di avere, come me, una vita sociale piuttosto deludente. magari il prossimo anno sarà migliore, speriamo!

domenica 23 dicembre 2007

il malato immaginario

sono guarita. a causa di una tachipirina diligentemente somministratami da mia madre ieri sera, la febbre mi ha abbandonata durante la notte.
questa mattina, dopo una colazione a base di yogurt, una doccia che mi ha tolto di dosso la puzza di fogna che emanavano le mie ascelle e una spremuta di arance e limoni, sono tornata in pista. ho appeso al chiodo la coperta pulciosa, e mia madre ha pensato bene di far cadere il termometro frantumandolo e spargendo mercurio ovunque, tanto non serviva più.
secondo me più che da un virus la mia influenza lampo è stata causata da ansia da prestazione natalizia.
solo che l'ansia non è ancora passata e la febbre sì, accidenti.

aggiornamento dell 19.53: la febbre è salita di nuovo, ho 37.5, del resto non poteva essere altrimenti: il pranzo coi parenti è domani (non chiedetemi perché festeggiamo con un giorno d'anticipo).

sabato 22 dicembre 2007

malatina

ebbene sì, ho 38 di febbre, mi trascino da una stanza all'altra con una pulciosissima coperta sulle spalle e cerco di deglutire il meno possibile per evitare di escoriarmi la gola.
del resto quale periodo migliore delle vancanze di natale per rimanere chiusi in camera e interagire solo con il cuscino e il piumone?
direi che se la febbre dura fino a giorno di natale sono salva: niente pranzi pantagruelici, niente parentado, niente messa di natale.
l'unico problema è che devo consegnare una correzione di bozze di 300 pagine entro il 28 di dicembre (o il 27?), e considerando che i miei neuroni sono sottocoperta con il termometro sotto l'ascella, è un po' un casino, fortuna che il libro si sta rivelando bellissimo, e mi pagano pure per leggerlo!
ora torno dal mio piumone, non vorrei che si sentisse solo o si preoccupasse per me.

venerdì 21 dicembre 2007

musito

ieri sera ho litigato con moregiutti. o meglio, moregiutti ha litigato con me: gli stavo esponendo al telefono le mie perplessità sul fatto che non abbia ancora cominciato a cercare casa a berkeley, e lui ha deciso di riattaccare. così, a metà frase, ha deciso di interrompere la comunicazione.
poi mi ha mandato un sms in cui mi definiva petulante, e subito dopo uno in cui mi invitava a disattivare la sua sveglia.
io non ho risposto a nulla e per tutta la giornata di oggi non ci siamo sentiti.
insomma, moregiutti è musito di nuovo.
ma non dovrei essere io ad arrabbiarmi?


(forse ho dimenticato di specificare che ieri moregiutti era a ppp mentre io stavo ancora a torino. adesso ci sono anch'io a ppp. che invidia...)

giovedì 20 dicembre 2007

pesa


lo zaino è pronto, è pieno di biancheria sporca e libri. pesa come i sensi di colpa per non aver comprato nulla per nessuno, pesa come l'idea di dover percorrere tutta l'italia da ovest a est per affrontare luoghi e persone da cui mi sono volontariamente esiliata, pesa come la paura di non essere all'altezza, come la certezza di non essere una brava sorella, una brava figlia, una brava fidanzata, una brava donna di casa, una brava scrittrice, una brava assistente alla segreteria contratti, una buona amica.
ma sarò pur capace di far qualcosa?

prenatalizio

stasera devo preparare la valigia, domani si torna a ppp.
non ne ho nessuna voglia.
l'atmosfera natalizia è molto intensa, se il senso di colpa mi aveva colta in astratto qualche giorno fa, adesso mi sento un'autentica merda: ho ricevuto 4 regali.
nel frattempo ho deciso di fare un regalo a mia sorella cinzia, quella con cui non parlo. ho scelto il libro trilogia della città di k di agota kristoff, il più bel libro che mi sia capitato di leggere quest'anno. mi sono già pentita. non avrei dovuto scegliere questo libro, non avrei dovuto pensare di farle un regalo, non avrei dovuto e basta.
intanto si comincia a brindare con i colleghi.

mercoledì 19 dicembre 2007

sul credere e non credere in dio

dopo mesi di assoluta indifferenza nei confronti della religione, questo natale mi ritroverò di nuovo in chiesa.
e sarà strano, magari avranno ricominciato a recitare la messa in latino o avranno apportato delle modifiche al padre nostro, e mi sentirò fuori posto, per il fatto di non sapere cosa dire né quando.
è che dopo anni di parrocchia, azione cattolica, volontariato, ho improvvisamente smesso di occuparmi di religione e di fede e non ne sento affatto la mancanza.
riporto qui sotto le parole di natalia ginzburg, tratte dalla raccolta di saggi che si intitola mai devi domandarmi, che mi sembrano molto vere nella loro apparente semplicità:

il credere di chi crede è un credere così incredulo che rassomiglia straordinariamente al non credere”

“il credere di chi crede è così dubbioso e vacillante, sempre così vicino a spegnersi, che non consola affatto, e rischiara assai poco; è come una candela accesa tra vento e pioggia in una notte d’inverno”.

lunedì 17 dicembre 2007

7 baci

il primo bacio l'ho dato a 18 anni. lui era la prima sera che lo vedevo. mi ha riaccompagnata a casa e davanti al cancello ci siamo baciati. non ci ho messo molto a capire che aveva le mani tentacolari e a lasciarlo.

il secondo bacio l'ho dato a un amico. ci siamo detti e scritti un sacco di parole prima di arrivare a baciarci, ma anche questo si è rivelato un errore.

il terzo bacio l'ho dato a un tipo insopportabile. a 12 anni aveva detto di me che ero brutta come una befana e piatta come una tavola da surf. 9 anni dopo non si è fatto tanti problemi a mettermi la lingua in bocca. (ora credo sia sposato)

il quarto bacio l'ho dato a un ragazzo timidissimo. siamo stati insieme qualche mese prima che io lo lasciassi a causa della sua incapacità a gestire la mia inquietudine.

il quinto bacio l'ho dato a un seminarista. lui ha lasciato il seminario e la nostra storia è durata un anno. anche se al terzo mese era già chiaro che non avrebbe funzionato.

il sesto bacio l'ho dato a quello che mia sorella ha sempre chiamato "unghia". un perfetto estraneo conosciuto a una festa. e mai più rivisto.

il settimo e ultimo bacio l'ho dato al mio amore matematico, che ha cancellato in una sera tutti i precedenti goffi e imprecisi tentativi di dare e ricevere affetto. e oggi, a quasi quattro anni di distanza, è il settimo bacio quello che cerco la sera prima di addormentarmi, e il mattino appena sveglia e tutte le volte che sono felice o triste o semplicemente tutte le volte che sono. e penso che sono stata fortunata ad aver provato solo sei baci sbagliati prima di incontrare quello giusto per me.

domenica 16 dicembre 2007

giochino della domenica

prima del tradizionale giochino della domenica vorrei rendervi partecipi dei miei nuovi acquisti, effettuati in vista della nevicata prevista per domani:



con questo cappello sono davvero ridicola. e i guanti... credo siano almeno cinque anni che non ne possiedo un paio.


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QUATTRO VOCI

Gaia ha 25 anni. È una ragazza brillante e tenace. Ora ha i capelli lunghi lunghi e neri. Quando l’ho conosciuta io, cinque anni fa, portava un caschetto che le copriva a mala pena le orecchie. Era la fine di novembre del 2002, lei aveva appena abbandonato la facoltà di lingue e io mi ero diplomata da qualche mese. Pochi giorni dopo avremmo iniziato insieme il servizio civile femminile presso la Caritas Diocesana della nostra città. Ci vedevamo in quel momento, per la prima volta, e meno di una settimana dopo la sua stanza sarebbe stata la mia. Il mio bagno sarebbe stato il suo. Insomma, anche se da quel primo approccio si capiva che non ci piacevamo affatto, sapevamo che ci sarebbe convenuto andare d’accordo: una delle clausole del progetto era quella della vita comunitaria con le altre ragazze in servizio. Prendere o lasciare. Abbiamo preso entrambe, perché in realtà nessuna delle due avrebbe saputo che altro fare. Era un modo come un altro per provare a vivere fuori casa, per fare qualcosa di utile e chiarirsi le idee riguardo a sogni e aspettative future. Era ciò di cui avevamo bisogno.
Quello che sarebbe successo, in generale e tra noi, aveva molta meno importanza della sicurezza che ci dava sapere che per un anno avremmo fatto il servizio civile, anche se non sapevamo che cosa fosse davvero. Era difficile immaginare in modo concreto quello che c’era scritto nel progetto. Né io né Gaia sapevamo cosa fosse un centro d’ascolto per immigrati o come funzionasse una comunità per minori. Ma soprattutto non era chiaro come noi ci saremmo inserite nei luoghi che quelle parole evocavano, anche se molto presto l’avremmo scoperto da sole.
Io ho ascoltato frammenti di storie che parlavano lingue diverse, che provenivano da continenti diversi, ma che avevano in comune una grande dignità e celavano la forza e la voglia di vivere, nonostante tutto. Ho conosciuto un po’ del dolore che ogni vita umana porta con sé. Ho provato a fotografarlo per non dimenticarlo, perché non volevo che fosse perso.
Gaia ha conosciuto Simone, Laura, Andrea, Paola, Mattia, ha giocato con loro, li ha aiutati a scrivere e a contare, li ha visti bisticciare e fare pace, ha memorizzato le capitali di tutti gli stati del mondo per sfidare la sete di geografia di Andrea, ha imparato a fare la rana e la gru con l’origami per insegnarli a Laura, si è vista tutti i cartoni animati della Disney per cantarne le canzoni con Mattia e Paola. Ha conosciuto una casa famiglia per minori vivendone gli spazi e associando ad ogni volto un nome e una vicenda personale. continua a pagina 110

sabato 15 dicembre 2007

1 tajarin al ragù di salsiccia di bra, 1 bollito misto alla piemontese 2 bagna caoda

ieri ho avuto la mia prima serata di socialità torinese: sono stata a cena con due matematici (di cui uno era il mio) e una matematica.
in realtà avevano prenotato per tre, ma dato che non esistono tavoli triangolari il matematico che avrebbe offerto la cena mi ha chiesto di unirmi a loro.
ho scoperto che:
* per leggere un menu di specialità piemontesi è indispensabile conoscere il francese
* raccontare i vezzi del matematico riscuote grande consenso di pubblico
* la bagna caoda è un piatto davvero inquietante (acciughe e aglio tritati finissimamente in cui intingere verdure crude e cotte)
* riesco ancora a stare sveglia fino all'una di notte

ma la cosa davvero preoccupante che ho scoperto è che:
* tutti i matematici si organizzano la giornata in modo maniacale, magari non fanno l'areogramma, ma scrivono sull'agenda cose tipo tagliare le unghie, fare lo shampoo, chiamare la mamma o il fidanzato e persino SALUTARE!

venerdì 14 dicembre 2007

non c'è passato

è strana questa cosa del blog. è come se per voi fossi nata il 14 giugno, di tutto quello che è successo prima, qui non c'è traccia.
non ci sono i pomeriggi a giocare con il gatto nel fienile, stefania: la mia compagna di banco delle medie, riccardo: una delle mie cotte più brucianti. non c'è il primo bacio, non ci sono i litigi, le delusioni, le soddisfazioni dei miei primi 25 anni. non c'è il primo bacio al mio amore matematico, né la mia prima volta. non ci sono i giorni all'università, tutti i libri che ho letto, tutte le pagine che ho scritto, tutti gli esami che ho sostenuto, tutte le persone che ho incontrato.
non c'è passato.
eppure senza tutto quello che è successo prima non sarei qui, non sarei così.
anche se mi piace poter guardare solo avanti, far finta di non essere mai stata una bimba inquieta e un'adolescente complessata.
preferisco guardarmi intorno, trarre forza dalle cose che ho conquistato (questa casa, il mio lavoro, la stabilità affettiva) e poi guardare avanti, a tutti i sogni ancora da realizzare.

giovedì 13 dicembre 2007

saggezza e sventatezza

questa mattina, mentre camminavo verso l'ufficio, ho visto una bimba che passeggiava tenendo la mano del nonno. avrà avuto un paio d'anni, la piccola. ad un tratto le cade il ciuccio sul marciapiede. si ferma, lo raccoglie, se lo infila di nuovo in bocca.
il nonno si gira, vede la scena, prova a fermarla, ma lei sta già succhiando beatamente il suo ciuccio. il nonno le dice "sei un pericolo pubblico"
prima penso a quante malattie potrebbe prendersi e poi penso che la saggezza dell'essere anziani sta nel fatto di impiegare più tempo a formulare un pensiero, a compiere un gesto.
penso che la sventatezza dell'essere giovani sia nell'avere il pieno controllo dei movimenti, una velocità d'azione che finisce per trasfomarsi in incoscenza.

mercoledì 12 dicembre 2007

cade la pioggia

le crisi di pianto hanno aumentato la frequenza in modo spropositato.
ad un tratto mi fisso su un pensiero o su un'immagine e, improvvisamente, il labbro inferiore inizia a tremare e le lacrime scendono a fiumi senza controllo.
ieri sera prima di addormentarmi ho cercato la mano del mio amore, e ho pensato che tra pochissimo tempo non ci sarà nessuna mano da stringere, e così ha cominciato a piovere.
stasera, durante la cena ho pensato che quando il mio amore partirà dovrò lasciare le chiavi di questa casa a qualcuno (perché la cri le lascia alla tere). mi sono resa conto che non c'è anima viva a torino a cui potrei lasciarle, e così ha cominciato a piovere di nuovo.
il fatto è che non solo si sta avvicinando la partenza (che a forza di pensarla e di scriverla e di raccontarla mi stupisco che lui, alla fine, sia ancora qui) ma anche il ciclo mestruale sta arrivando.
chiedo quindi solidarietà all'universo femminile e compassione all'universo maschile, non piove perché mi lagno, è che le condizioni sono favorevoli.

martedì 11 dicembre 2007

paura del vuoto

che si fa a capodanno?
mancano ancora venti giorni al 2008 (che sarà l'anno peggiore della mia vita) e già mi piglia male.
cosa mai farò la notte del 31 dicembre?
il matematico starà con altri esemplari della sua stessa specie: quello grigio perché mangia solo cotolette, quello che non vuol far sapere dove abita, quello che borbotta, quello che colleziona rompicapo di legno e quello che ripete tutto due volte.
e io che farò?
mi autoinviterò a casa della mia amica sposata sperando che inviti a casa sua pochi intimi per giocare a un gioco in scatola e fare l'alba a suon di chiacchiere?
fingerò di avere gran vita sociale a torino (e in realtà andrò a dormire alle 22 con tanto di calzini da letto, tutta sola)?
mi autoinviterò alla festa di qualche abitante di ppp di cui non so nulla da mesi, fingendo grande amicizia e pacche sulle spalle?
non lo so, ma il nuovo anno non sembra sorridere affatto.

lunedì 10 dicembre 2007

a volte ritornano

quand'ero in terza media, la biblioteca di ppp -in collaborazione con la mia scuola- ha organizzato un incontro con lo scrittore per ragazzi angelo petrosino. sono rimasta talmente affascinata dai suoi libri che ci siamo scritti per anni.
ieri, in una libreria di torino molto vicino a casa, questo stesso scrittore presentava il suo ultimo libro, così sono andata all'incontro, non so se per curiosità o per nostalgia.
non so nemmeno bene cosa mi aspettassi, comunque alla fine ho aspettato che defluisse la coda di mamme e bambini urlanti e mi sono presentata.
gli ho riassunto la mia vita in due minuti (giuro che non lo farò mai più, raccontata sembra davvero un incubo: torino milano, contratto a progetto, fidanzato che sta per partire... tanto che si è sentito in dovere di chiedermi se avrebbe potuto fare qualcosa per me).
abbiamo chiacchierato del più e del meno fino a quando siamo arrivati alla stazione dei treni di torino porta susa, e ho pensato che per fortuna non sono più l'adolescente complessata che gli scriveva più di 10 anni fa, e anche se sembra che la mia vita faccia schifissimo, sono molto orgogliosa di essere riuscita a ritagliarmi degli spazi di autonomia e libertà.

domenica 9 dicembre 2007

giochino della domenica

con questo giochino della domenica mi sto davvero rovinando. mi imbarazzano molto i miei goffi tentativi di scrittura, nemmeno tanto antichi. diciamo che è incoraggiante vedere che sono molto migliorata!



PIER PAOLO A CENA

Questa sera c’è Pier Paolo a cena. È da anni che non torna qui. Adesso abita a Roma. Per l’occasione ho decorato le pareti della cucina con delle trecce d’aglio, ho messo sulle mensole delle bamboline fatte di brattee. Sul fuoco arde della legna di alloro. Emana un buon profumo speziato.
La tavola è apparecchiata. La tovaglia bianca e il servizio di piatti della domenica.
Il minestrone, è pronto; è denso.
Sedano, patate, carote, porro, piselli, fagioli.
Sulla stufa, nel paiolo di rame, la farina di mais sta diventando polenta. Più tardi cucinerò delle salsicce, del salame all’aceto.
Taglierò a cubetti il formaggio.
Quando la polenta sarà cotta la rovescerò sul tagliere rotondo, di legno. La modellerò con un piatto bagnato. La taglierò col filo di nailon. Una margherita senza petali.
Vorrei che Pier Paolo qui si sentisse a casa, anche se questa terra non è stata generosa con lui, l’ha rifiutato, costretto ad andarsene.
Vorrei che questa cena lo arricchisse di tutto quello che la terra friulana può dare. Acque cristalline, vini rossi come rubini, pannocchie d’oro, formaggio d’avorio. Penso ai suoi lineamenti da contadino, così netti che sembrano scolpiti nel legno.
Taglio il salame a fette spesse. Ne assaggio una, ha un sapore intenso di aglio e di pepe.
Con una forchetta, faccio dei buchi alla salsiccia da cui ne uscirà il grasso.
Sento il profumo della polenta abbracciare la tavola apparecchiata, Pier Paolo ha scritto il “dóls odôr di polènte”, in una delle sue “Poesie a Casarsa”. Spero che anche questa sera, tra queste mura, senta la stessa dolcezza.

sabato 8 dicembre 2007

giornata sfigata

oggi mi ero ripromessa di pulire il bagno decentemente. ebbene ci ho messo così tanto impegno che ho staccato l'asse del cesso dai suoi supporti di plastica.
dopo aver lottato per almeno mezz'ora con i ganci, in ginocchio davanti alla tazza, sono riuscita a sistemare tutto, peccato che ora il coperchio non sta aperto, e questo è davvero un mistero, visto che -apparentemente- è tutto come prima.

dopo essermi sorbita domenica scorsa ben tre mostre (una sul vajont, una sui minerali e una sugli animali impagliati) oggi sono stata trascinata a una mostra sui longobardi. una palla cosmica. strutturata male, con cocci vari mal disposti e spesso risalenti a epoche precedenti l'arrivo dei longobardi. una gran confusione.

dopo aver fatto la deframmentazione del disco fisso del mio pc -per il quale ho comprato una fantastica web cam in vista delle chiamate skype berkeley-torino- ho scoperto che mai riuscirò a fare un video perché è e sarà sempre troppo lento.

:-(

venerdì 7 dicembre 2007

i vezzi del matematico prima parte

oggi vi rallegrerò raccontando alcune delle stranezze del mio amore matematico. le metto in ordine sparso.

* quando compra un cd ne ascolta solo una traccia al giorno. e poi lo riascolta tutto
* durante il giorno segna su un file excel quanti minuti dedica alle varie attività, compreso andare in bagno, lavare i piatti, controllare la casella e mail. questi dati serviranno a creare un areogramma (il tipico grafico a torta) in cui i vari colori evidenzieranno il tempo dedicato rispettivamente allo studio, alla cura personale, alla cura della casa...
* quando fa colazione scalda una tazza di latte e caffè e poi ci mette sopra dei biscotti che spezza meticolosamente (gli zuppalatte solo ed esclusivamente quelli) e li dispone in senso orario formando una spirale che parte dall'esterno verso il centro. quando tutta la superficie è ricoperta inzuppa bene i biscotti e se li mangia. l'operazione si ripete fino a esaurimento del latte
* quando ripone le camicie, i maglioni, i jeans puliti nell'armadio li appende a destra. quando si deve vestire pesca le grucce da sinistra, in modo da indossare gli indumenti che sono stati lavati da più tempo.
* lo studio è cronometrato: 60 minuti di studio e 10 minuti di pausa. non studia mai dopo le ore 19
* per prendere appunti usa una penna scadente, per copiarli in bella usa una penna "seria"

la cosa grave di tutto ciò è che questa maniacalità ha coinvolto anche la nostra vita di coppia: la lista della spesa, l'organizzazione del week end, i turni per lavare i piatti (io li lavo il giovedì sera, il sabato a pranzo e a cena, la domenica a cena. cercare di scambiare i turni è difficilissimo, neanche si trattasse di turni in fabbrica!), il menù settimanale (prima di fare la spesa pianifichiamo tutti i pasti della settimana, tentare di invertire due pasti è considerata follia pura) e la cosa ancora più folle è che ormai tutti i suoi atteggiamenti ossessivo-compulsivi sono entrati talmente nella mia vita che non mi accorgo nemmeno che sono strani.

giovedì 6 dicembre 2007

il bello di lavorare a milano

milano per me è una città bruttissima, ho fatto di tutto per non andare a viverci ma visto che come dice mio zio: "chi volta il cul a milan, volta il cul al pan" mi sono costretta a lavorarci.
di milano conosco a memoria un breve tratto di metropolitana, le cinque fermate che mi portano dalla stazione al lavoro e viceversa. nient'altro.
credo che il mio odio per questa città sia nato come riflesso all'odio di guido, uno dei protagonisti di due di due di andrea de carlo.
domani credo che adorerò milano e in particolare sant'ambrogio, soprattutto al mattino, quando mi sveglierò verso le otto, e mi concederò di rimanere sotto il piumone.
l'unico vero problema è che potrebbe farmi compagnia, in questo fantastico ponte pre natalizio, una fastidiosissima cistite di cui ho iniziato ad avvertire i sintomi. sto già bevendo come un cammello, speriamo sia sufficiente.

mercoledì 5 dicembre 2007

la patrie dal cudurul

non mi piace esaltare le mie radici friulane, il mio provenire dal "magico nord-est" (come lo chiamava la mia prof di italiano delle superiori).
ho passato anni a snobbare il dialetto della mia regione, mi sembrava provinciale parlare quello che i veri friulani rivendicano come lingua. trovo tuttora piuttosto anacronistico ostinarsi a insegnarlo nelle scuole, renderlo obbligatorio come materia di insegnamento (anche i piemontesi sono piuttosto fissati con la tutela del loro dialetto, ad essere sinceri) soprattutto considerando che nella provincia di pordenone 1 studente su 10 è extracomunitario.
ora che sono lontana da ppp e dintorni, però, mi diverte molto ascoltare le parlate regionali, le cadenze che inevitabilmente ognuno si porta dietro.
ora mi piace anche inserire e insegnare parole del mio dialetto, perché per quanto lo voglia negare o nascondere, in fondo, qui, ora, mi fa piacere capire e ricordare il friulano.

martedì 4 dicembre 2007

casa

sono una pessima donna di casa.

mensole e pavimenti dominati dalla polvere, il calcare che colonizza il bagno, la sporcizia che spadroneggia in ogni dove.

panni da stirare accuratamente piegati e riposti nell'armadio, che verranno indossati senza prima vedere il ferro da stiro.

sono davvero una frana. e certo mi piacerebbe vedere tutto pulito, profumato e in ordine. se sapessi organizzare meglio il mio tempo riuscirei pure a tenere la casa in modo decente. il fatto è che proprio non ce la faccio. è una vera rottura passare la scopa e lo straccio sui pavimenti, forbire le superfici, stirare, rimettere tutte le cose al loro posto. solitamente dedico la domenica a queste faccende, ma se malauguratamente una domenica non ne ho voglia (come quella appena passata)... succede che davvero il casino più totale prende il sopravvento e mi faccio un po' schifo da sola.

se mia madre vedesse com'è ridotta ora la casa di cui sono signora si sentirebbe davvero una madre fallita.

lunedì 3 dicembre 2007

lontano da ogni cosa di mattia signorini

12/12/07
dato che sono il primo risultato che compare su google scrivendo "lontano da ogni cosa", mi prendo la responsabilità di questo ruolo e commento in modo migliore:
è un bel libro: la scrittura è fantastica, i personaggi sono credibili, la storia scorre veloce. è facile immedesimarsi in stefano, è piacevole accompagnarlo nella ricerca della sua strada. peccato che lo stile sia identico a quello di andrea de carlo, e visto che una copia difficilmente è migliore dell'originale, vi suggerisco di leggere "due di due".

vi rimando ai commenti dei lettori di anobii


qui sotto il post originale


alla fine l'ho comprato.
si parla di questo mattia signorini come della promessa della narrativa italiana, non potevo certo perdermelo.
e leggendolo ho provato fastidio. sfogliavo le pagine e mi chiedevo come si fa a copiare lo stile di un altro scrittore in modo così magistrale, sfiorando quasi il plagio, pur scrivendo una storia diversa, con personaggi diversi, in cui succedono cose diverse.
pensavo che con una ricerca piuttosto accurata sarei stata in grado di trovare frasi di andrea de carlo praticamente identiche a quelle che stavo leggendo.
mi chiedevo se il mio fosse odio o se invece fosse solo una mal celata invidia.


ma non sono l'unica a pensarla così

domenica 2 dicembre 2007

giochino della domenica, seconda parte

Io non so perché voglio scrivere. Non certo per diventare ricca e famosa. Ci sono molti altri lavori che permettono di guadagnare molti più soldi e più fama della scrittura. Forse voglio diventare scrittrice perché ho un carattere del cavolo e non riesco mai a comunicare niente a nessuno, e invece mi sembra che con la scrittura riesco a dire delle cose vere che per me sono importanti. E poi perché scrivere mi fa stare bene. Credo che sia per questo, anche se l’unica cosa che mi sembra di sapere è che scrivere è il mio mestiere. È difficile spiegarlo alle persone. Spesso le persone non sanno cosa vogliono raggiungere nella loro vita. Invece io lo so bene e da molto tempo ma ho paura di non riuscire a realizzare il mio sogno. Scrivere un romanzo è davvero difficile. Leggere un romanzo è facile. Tutto quello che c’è dentro è talmente in ordine e in sintonia con tutto il resto che non passa nemmeno per la mente che il protagonista avrebbe potuto avere un altro nome e fare delle altre scelte e avere degli altri amici. Invece quando si scrive diventa tutto difficile. Sulla pagina non c’è niente e nella testa ci sono questi personaggi informi e capricciosi e poi ci sono le parole che non vogliono uscire e i verbi che non sono quelli giusti e che non si vogliono far coniugare. La grammatica improvvisamente diventa difficile. Io ho provato a scrivere un romanzo. Ma ogni volta mi sono arresa perché scrivere un romanzo è incredibilmente complicato. Prima credevo che si cominciasse dalla prima pagina e si arrivasse all’ultima, una parola dopo l’altra, come si fa con i racconti. Invece mi sono accorta che prima arriva una scena che magari va in mezzo, e scrivere tutto quello che succede prima e dopo diventa complicatissimo. Fino ad ora ho abortito tre romanzi.

sabato 1 dicembre 2007

l'ora di matematica

vorrei provare a spiegare in poche righe come la matematica, di cui la testa del mio amore è pieno, non abbia nulla a che fare con i numeri. vorrei che vedeste le pagine fitte di simboli incomprensibili che quotidianamente si sparpagliano sul letto. vorrei non essere l'unica a sentirmi stupida per il fatto di non capire una mazza di teoria degli insiemi, grandi cardinali, ipotesi di determinatezza, 0^# (si legge zero sharp), teorema di martin sui giochi boreliani, i0-i3 (si legge i zero i tre), immersioni elementari nella gerarchia dei costruibili, pcf, forcing, cardinali di woodin (woodin è il dio della teoria degli insiemi, il professore che ha accolto il mio matematico nell'olimpo di berkeley).
vi lascio qui sotto la definizione di filtro, poco più di un giochetto, a dir la verità. fatemi sapere se almeno voi ci capite qualcosa



venerdì 30 novembre 2007

shopping compulsivo

oggi per lo sciopero dei mezzi pubblici sono rimasta a casa ed è stato davvero un giorno di ferie provvidenziale:

* mi sono svegliata alle 7.45 con tutta calma e sono rimasta sotto il piumone fino alle 9 a farmi coccolare. (roba che facevo un monumento a chi ha inventato, in ordine, le coccole, il piumone, l'nverno)

* sono andata alla libreria dei ragazzi di via stampatori e ho lasciato un curriculum. erano mesi che volevo farlo e oggi ci sono riuscita (l'ho lasciato dietro il nuovo libro di loredana frescura, non ho avuto il coraggio di darlo a una commessa, anche perché c'era un'intera scolaresca di bambini delle elementari che si strappavano di mano i libri della troisi. dire che sono scema è poco, ma che ci volete fare. speriamo non vada perso. comunque non mi chiameranno mai, penseranno che sono una pazza)

* ho fatto shopping compulsivo. mi sono coprata due maglie, un paio di jeans e, ovviamente, un libro. nessuna di queste cose è azzurropillin. totale quasi 100 euro. una vera follia, ma lo shopping è un toccasana!

era da gioni che non mi sentivo così bene!

giovedì 29 novembre 2007

blogdipendenza

ho aperto questo blog cinque mesi fa, quasi per gioco, in un momento in cui non sapevo che fare.
non immaginavo che mi ci sarei affezionata, non sospettavo che uno spazio virtuale sarebbe diventato tanto importante per me. così importante da aggiornarlo tutti i giorni, sabato e domenica inclusi.
lo dico oggi perché i commenti al post di ieri mi hanno sollevato molto.
è bello vedere che le visite aumentano di giorno in giorno, è bello sapere che ci sono persone curiose di leggere cosa penso e cosa provo, o semplicemente cosa scrivo. mi piace immaginarvi, anche se non so che faccia avete, per lo più.
mi piacerebbe potervi ringraziare uno per uno, potervi chiamare tutti per nome, perché siete molto importanti per me, anche se non vi conosco.
quindi grazie, grazie davvero a tutti. anche a quelli che non commenteranno mai o che sono qui solo di passaggio.

mercoledì 28 novembre 2007

help!

ho bisogno di un pensiero felice.
qualcosa a cui aggrapparmi in questi giorni bruttissimi, in cui il lavoro mi fa schifo, il matematico mi fa schifo, mangiare mi fa schifo.
ho bisogno di un pensiero felice che mi aiuti ad alzarmi dal letto al mattino. un pensiero felice per non prendermela se le cose non vanno come vorrei, per sorridere dei piccoli inconvenienti, per vivere più leggera.
qualcuno mi presta il suo pensiero felice?

martedì 27 novembre 2007

sospiro di sollievo

volevo tranquillizzarvi tutti, oggi mi hanno comunicato non solo il rinnovo del contratto ma anche un aumento, che non mi cambia la vita, ma allenta decisamente il cappio che sentivo intorno al collo al pensiero di dovermi pagare affitto e spese da sola, da gennaio (quando il matematico se ne andrà nel paradiso della teoria degli insiemi, a berkeley.)
quindi un sospiro di sollievo. il progetto cam girl è naufragato.
e questa è l'unica buona notizia.

il resto va tutto malissimo:

* il lavoro mi annoia, e se non mi annoia mi fa arrabbiare
* in questi giorni il regionale 2005 delle ore 6 e 57 proveniente da torino porta nuova e diretto a milano centrale fa i capricci e come se non bastasse venerdì c'è sciopero dei treni
* il matematico è esaurito e litighiamo in continuazione
* i libri che sto leggendo non mi acchiappano
* di riprendere a scrivere per ora non se ne parla

lunedì 26 novembre 2007

improve my english terza parte

il progetto improve my english che credevo miseramente naufragato, zitto zitto sta procedendo.
oggi ho iniziato a leggere il terzo romanzo in lingua inglese e con mia somma felicità gli altri due li ho abbastanza capiti, anche se non proprio alla perfezione.
ho imparato molte parole nuove (non è vero, ne ho imparate pochissime, e la maggior parte dei significati di quelle che ho cercato sul vocabolario sono già spariti, ma fa più figo dire che ne so molte più di prima, per lo meno è incoraggiante).
comunque la mia preferita è seagull che nella vita reale probabilmente non mi servirà a nulla, ma non si sa mai. vuoi mettere parlare di gabbiani invece che del solito weather!

domenica 25 novembre 2007

nuovo gioco della domenica

Ho deciso che la domenica copincollerò dei pezzi di vecchi racconti, e frammenti dai miei aborti di romanzo. Ecco il primo:


Quando mia nonna Alda era ancora viva, si andava tutti a casa sua, la mia famiglia e la famiglia di mia zia. E in tutto eravamo dieci. Mia nonna preparava la polenta di farina gialla nel paiolo sulla stufa e la mescolava con un bastone di legno che teneva stretto tra le sue mani tutte indolenzite. Poi, quando la polenta era pronta, la rovesciava sul tagliere rotondo di legno, le dava la forma con un piatto bagnato e poi la tagliava con il filo di nylon, e tutti mangiavamo questa buona polenta di farina gialla con il coniglio in umido. Ed eravamo felici.
A tavola, certe volte mia nonna Alda leggeva qualcuna di quelle lettere che mio nonno le scriveva dalla Francia e si rideva. Si rideva persino sul fatto che mia nonna si era già comprata il loculo da anni, vicino a quello di suo marito Giovanìn. A mia nonna volevamo tutti tanto bene. Era una donna saggia e robusta, aveva l’abitudine di scriversi i proverbi su un foglio, uno dei suoi proverbi preferiti era “l’inizio sarà triste e la fine assai bizzarra”.
Mia nonna diceva sempre che voleva morire a casa sua, perché quella casa l’aveva costruita con Giovanìn impastando la malta con le lacrime.
Mia nonna Alda era molto devota a San Giovanni Bosco. Dietro al calendario di Frate Indovino teneva un santino enorme, e mia cugina la prendeva in giro. Quando è morta mia nonna quel santino enorme se l’è preso mia cugina, anche se è completamente atea.
Mia nonna usava il Kyrò. Un aggeggio che dava delle scosse e negli anni ottanta si pensava che facesse guarire dai dolori. Io mi ero dimenticata del Kyrò, ma qualche mese fa ho letto un libro di Marco Franzoso, e dentro c’era scritto kyrò e a me è tornato in mente il cassetto in cui mia nonna teneva la custodia bianca chiusa con un bottone automatico a pressione, con dentro il kyrò, e mi è sembrato che questo Franzoso mi avesse restituito un pezzo d’infanzia. Allora gli ho mandato un’e-mail per dirgli grazie e lui mi ha pure risposto. Così adesso ho una mail di uno scrittore un po’ famoso e mi sembra che sia un buon porta fortuna.
La mia nonna del Kyrò e della polenta di farina gialla è morta in una mattina che nessuno si aspettava, nella casa che aveva costruito impastando la malta con le lacrime.
Mia nonna l’hanno messa in una bara con sopra tante rose rosse. L’abbiamo tutti accompagnata in quel loculo che si era comprata tanti anni prima vicino a quello del nonno Giovanìn e nessuno rideva più di quel loculo, che tutti credevamo sarebbe rimasto vuoto ancora per un pezzo.

sabato 24 novembre 2007

sonniloquio

di notte parlo.
e il matematico ascolta. (eccerto, lui va a dormire dopo che io sono stramazzata a letto, e si alza molto dopo il mio risveglio. cioè, io dormo 7 ore, se va bene, e lui 9 se va male)
la cosa assurda è che non dico stupidaggini, parole a caso, sconnesse.
dico frasi di senso compiuto. pongo domande e mi aspetto risposte. oppure affermo cose tipo "no, adesso no, devo dormire" o "va bene, sto ferma, qui. buona".
possibile che non sto zitta neanche di notte?
possibile che nemmeno quando dormo sto tranquilla?
ma il sonniloquio è una malattia?
chissà...

venerdì 23 novembre 2007

scoramento

ieri non mi stavo piangendo addosso.
ho avuto solo un attimo di scoramento.
del resto sta per iniziare il periodo più brutto dell'anno, quello in cui è obbligatorio spendere soldi, abbuffarsi, fingere di essere in armonia con l'universo.
subito dopo inizierà il periodo peggiore della mia vita, quello in cui la persona con la quale divido il letto, i pensieri, il tavolo di cucina, i sogni, il dentifricio se ne andrà a nove fusi orari da me per quasi un anno.
scusate se non sono un supereroe, ce la sto mettendo tutta per dare un senso alla mia vita, ma il futuro mi sembra così poco azzurropillin che, invece di prendere il treno, una volta o l'altra mi stendo sui binari.
e non mi sto piangendo addosso.
è solo un attimo di scoramento.

giovedì 22 novembre 2007

la durissima realtà

mi aspettavo un sì o un no.
mi aspetto sempre un sì o un no.
odio i forse, i vedremo, i potrebbe essere.
il mio libro fa schifo, benissimo, lo accetto.
ma sentirmi dire che scrivo bene (molto meglio della media degli esordienti), che le prime pagine sono molto divertenti, che però le dinamiche tra i personaggi sono troppo infantili, e i personaggi maschili sono detti ma non mostrati, non si distinguono, è come se fossero dei fantasmi.
sentirmi dire che se ho voglia di rimetterci le mani potrebbe valere la pena, questo non lo so accettare.
o meglio, lo potrei accettare se fosse un'indicazione concreta, se avessi una bozza tutta segnata con dei suggerimenti.
detto così, non mi serve a niente, è solo un po' meno impersonale del classico "siamo spiacenti di informarla che non abbiamo la possibilità di inserirlo nelle nostre collane".

mercoledì 21 novembre 2007

la dura realtà

fino ad oggi ho parlato per lo più di amore per le parole, amore per i libri letti e scritti, amore per torino, amore matematico. argomenti certo nobili e di "grandissimo" interesse, ma credo che tra poco dovrò fare i conti con la dura realtà: da gennaio avrò un affitto e delle bollette da pagare da sola e dovrò potermi permettere un viaggetto o due in california. il tutto considerando che vivo con un pulciosissimo contratto a progetto che ha in sé tutti gli svantaggi dell'essere a progetto (se resto incinta devo abortire, se mi viene una malattia grave sono in mezzo alla strada ecc ecc) e tutti gli svantaggi dell'essere assunti (non entro nel dettaglio perché potrebbe essere sconveniente e poi dovrei autocensurarmi).
insomma il mio contratto a progetto scade il 31 dicembre e teoricamente dovrebbe essere rinnovato. teoricamente dovrei ottenere l'aumento che mi era stato promesso sei mesi fa, al precedente rinnovo, ma che poi non mi era stato concesso perché "eravamo fuori budget" (salvo poi assumere a progetto un'altra persona che grava sul nostro centro di costo).
ecco io spero che questo aumento sia consistente perché altrimenti sarò costretta a fare la cam girl (o forse potrei trovare qualche amante del genere capace di pagarmi per risparmiargli l'orrore).

martedì 20 novembre 2007

l'utilità del sociale virtuale

pensavate che avere un myspace non mi servisse a nulla?
credevate che aggiornare la libreria di anobii fosse una stupidaggine?
eravate certi che questo blog pieno di cazzate intimiste mi avrebbe creato un sacco di problemi?

ebbene, avevate ragione! ma non del tutto.
grazie ad anobii ho scoperto cosa sarebbe potuto succedere se avessi deciso di andarmene nell'assolata california con Lui (sono ancora in tempo per cambiare idea, perché probabilmente sono abbastanza pazza per farlo).
esiste una ragazza che ha letto il saggio di silvia blezza picherle come me, che ha dato 4 stelline a stargirl di jerry spinelli come me, che si chiama alice, che abitava a torino, che si occupa di letteratura per l'infanzia, che ama il colore azzurropillin, che ha 26 anni e... che ha sposato il suo amore con la testa piena di formule e numeri per seguirlo a NY. ok, non è berkeley ma sono sempre gli states, lui non fa un dottorato in matematica, ma economia è pur sempre una materia scientifica.
è pazzesco ma è così, esiste una persona che di fronte alla mia stessa scelta, ha scelto in modo diverso. ed è felice.
spero che questo non significhi che sarò triste per sempre per aver deciso di guardarlo partire. che mi pentirò amaramente di aver scelto la rassicurante quotidianità invece del salto nel vuoto.
è ancora più difficile sapere che sarebbe stato possibile mollare tutto ora che so che qualcuno di "vicino" e "reale" l'ha fatto davvero.

lunedì 19 novembre 2007

postruggente

io e il amore matematico stiamo insieme da quasi quattro anni.
e condividere la mia vita con lui è la cosa più bella che mi sarebbe potuta succedere. è dolce, divertente, buffo, importante, spontaneo, leggero, intelligente il tempo con lui, e lui per me.
e tutte le ore, i giorni, le settimane, i mesi, gli anni hanno reso i nostri attimi di adesso ancora più intensi.
con lui sono felice di tutto e di niente. con lui raddoppia la gioia, la bellezza, la dolcezza e si dimezza la stanchezza, la paura, il pessimismo. con lui la matematica è strana.
e non so se siamo coabitanti, conviventi, coinquilini, fidanzati, compagni. non so dare un nome al nostro vivere, dividere e moltiplicare.
non riesco a immaginare il tempo svuotato di lui, non riesco a sottrarre dalla mia vita la sua.
in quattro parole non voglio che parta. e anche se gennaio sembra lontanissimo è quasi dopodomani.

ho tanta paura

domenica 18 novembre 2007

lussuria-ira-superbia-avarizia

mi ero riproposta di scrivere un post per ogni vizio capitale, solo che i restanti quattro sono quelli che mi contraddistinguono meno, o in cui meno mi riconosco. insomma, mi sono stufata di questo giochino. ma visto che non mi piace lasciare le cose a metà, dico due parole per ciascuno e la faccio finita.
della lussuria non parlo per pudore.
dell'ira avrei qualcosa da dire, dato che ultimamente mi arrabbio parecchio, ma preferisco non pensarci
della superbia non so cosa dire
se sono avara credo di esserlo con gli altri tanto quanto lo sono con me stessa, quindi anche se non è una bella cosa per lo meno è giustificabile.

per le prossime domeniche vedo di inventarmi un altro diversivo.

sabato 17 novembre 2007

regali di natale

odio il natale. odio che la gente mi regali cose inutili o assolutamente inadatte, dimostrando così di non conoscermi affatto. odio accorgermi di non sapere cosa potrebbe far piacere ricevere alle persone cui tengo, e rendermi conto così di non conoscerle per nulla.
odio i regali senza biglietto. credo che il vero regalo dovrebbe essere proprio nelle parole, a meno che non sia il regalo a parlare da solo, ma capita di rado.
e soprattutto odio ammettere di non saper fare regali. se fosse per me regalerei libri a tutti. i libri che sono piaciuti a me, con la speranza che piacciano anche a chi li regalo, con la speranza che tra le pagine colgano anche qualcosa di me.
oppure regalerei oggetti azzurropillin: sciarpe, maglioni. anche solo una matita colorata, un pennarello e poi un biglietto che potrebbe essere una lettera-fiume o anche solo una citazione rappresentativa di qualcosa. perché un regalo azzurropillin è un regalo mio, ma non è affatto detto che l'azzurropillin piaccia a tutte le persone a cui vorrei regalarlo.
quindi vorrei fare un appello alle persone che mi conoscono e che leggono questo blog: per favore non fatemi regali di natale, al massimo scrivetemi due righe. perché io non farò regali a nessuno, non ne sono capace.

giovedì 15 novembre 2007

mi scuso con i gentili lettori, ma per motivi personali, quest'oggi non ci sarà nessun post.
mi auguro di poter riprendere a scrivere le mie cazzate autolesioniste al più presto.

mercoledì 14 novembre 2007

rules

1. say "thank you" when someone gives you a present (even if you don't like it)

2. not everything worth keeping has to be useful

3. sometimes people laugh when they like you. but sometimes they laugh to hurt you

4. looking closer can make something beautiful

5. late doesn't mean not coming

6. don't use two words when one will do

7. if you don't have the words you need, borrow someone else's

8. saying you'll do something means you have to do it - unless you have a very good excuse

9. some people think they know who you are, when really they don't

10. if you can only choose one, pick carefully

11. when someone is upset it's not a good time to bring up your own problems

12. solving one problem can create another

13. a real conversation takes two people


rules, cynthia lord
scholastic press

martedì 13 novembre 2007

teoria dell'incomunicabilità

"In definitiva le parole sono tutto quello che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste" - Raymond Carver


amo molto le parole (ma questo l'ho già detto). credevo fosse importante scegliere le parole giuste, pensavo che questo mi avrebbe permesso di rendere le emozioni e il mio modo di vedere le cose comprensibile anche agli altri. invece la sensazione è che più cerco di trovare le parole giuste, e solo quelle, meno le persone con cui cerco di comunicare mi capiscono.
e questo blog ne è la dimostrazione lampante.

lunedì 12 novembre 2007

improve my english seconda parte

il progetto che mi avrebbe permesso di migliorare l'inglese attraverso l'ascolto dei cd è andato malissimo. non ho migliorato nulla se non la consapevolezza che la mia comprensione dell'inglese parlato è pessima.
oggi quindi ho deciso: migliorerò la mia comprensione dell'inglese scritto, attraverso la lettura di romanzi in lingua. ovviamente la scelta è ricaduta su uno dei libri per ragazzi che mi sono trovata intorno, un libro che la mia lettrice di fiducia ha giudicato molto bello. speriamo che almeno questo funzioni.
il fatto è che sono pigra, pigra, pigra.
voglio un metodo per imparare l'inglese mentre dormo.

domenica 11 novembre 2007

gola

il peccato capitale di questa domenica è la gola.
budino, biscotti con le gocce di cioccolato, quadratini di wafer, merendine. per me la gola è ingozzarmi di dolci, soprattutto di cose cioccolatose.
considerando che la spesa settimanale di ieri è stata di quasi il 50% più costosa del solito... direi che ho proprio esagerato.

sabato 10 novembre 2007

quando il vuoto esploderà

sms, telefonate con il cellulare o con skype, e-mail, blog, carta e penna, chiacchierate, chat. sono tutti i modi che ho a disposizione per comunicare. eppure mi sembra che più moltiplico le possibilità di relazione meno riesco a creare e consolidare legami. un sacco di volte mi sembra di parlare senza riuscire a farmi capire o di parlare senza riuscire a dire quello che vorrei.
qui mi sembra di non aver nulla da scrivere e condividere, trovare gli argomenti spesso mi è davvero difficile.
a volte mi capita di mandare mail a persone con cui potrei parlare, per timidezza o per la convinzione (forse infondata) che la scrittura mi riesce meglio della conversazione.
odio dover avere a che fare con la consapevolezza della mia incapacità a comunicare.

venerdì 9 novembre 2007

il volo dei numeri

torino è una città bellissima, per me.
è una città chiara, ordinata.
è una città romana, cardo-decumano, tutto perpendicolare.
e la sera, in questi mesi di giornate corte, sarà ancora più bella, tutta illuminata dalle luci d'artista, delle installazioni luminose che occupano intere vie o piazze. niente a che vedere con le squallide lucine di natale.
la luce d'artista cui sono più affezionata si chiama il volo dei numeri. non sono numeri qualunque, sono i numeri della successione di fibonacci, che illuminano la mole antonelliana.
se i numeri fossero azzurropillin sarebbe davvero perfetto affacciarmi alla finestra, la sera prima di andare a dormire, e scorgere tra i tetti il simbolo di torino e il simbolo del periodo più felice della mia vita, quello in cui posso guardare i numeri di fibonacci con il mio amore con la testa piena di matematica.

giovedì 8 novembre 2007

personale-professionale

non mi riesce di mescolare la sfera professionale con quella personale. le persone che lavorano nel mio stesso ufficio sono colleghi per me, e la loro simpatia o antipatia dipende innanzitutto dalla loro competenza sul lavoro.
penso sia normale che in un ufficio si finisca per raccontarsi, che a pelle ci si senta più vicini a una persona piuttosto che a un'altra, che si diventi persino amici. del resto si condivide una fetta importante della propria giornata.
solo che a me riesce proprio male. e ieri sera, alle 21.56 quando il mio capo (con cui interagisco pochissimo) mi ha mandato un sms (che era evidentemente un messaggio personale) sono rimasta completamente spiazzata, perché mai prima aveva usato il mio numero di cellulare, anche se ormai è un anno che lavoro qui.

mercoledì 7 novembre 2007

incomunicabilità

in questi giorni la solitudine che mi circonda è intensa. è il senso di isolamento che deriva dal sentirmi incapace di trasmettere quello che provo. e la citazione di ieri mi sembra spiegare piuttosto bene quello che sento. è come se la vita di ora, così diversa da quella di un anno fa o poco più, mi avesse avvicinato alle aspettative che ho su me stessa, e mi avesse allontanato dalle persone.
per la serie "nessuno mi capisce"

martedì 6 novembre 2007

...

succede però, che a ogni passaggio aumenta la responsabilità, ma diminuisce la possibilità di condividere la paura. ci si trova ad affrontare le proprie fragilità, sempre più da soli, e la paura è la stessa. Gioconda Belli La donna abitata



lunedì 5 novembre 2007

al posto tuo

spesso mi capita di redigere delle schede di lettura di proposte editoriali di aspiranti scrittori per ragazzi.
all'inizio mi divertivo a essere cinica e crudele. non mi facevo scrupoli a distruggere con poche righe un intero romanzo. non ci voleva nulla: scrittura sciatta. testo noioso. trama confusa. mi piaceva usare l'espressione "forzato intento pedagogico", che credo sia il difetto peggiore che caratterizza la maggior parte dei testi dedicati alla fascia d'età più bassa.
in questo periodo non ho voglia di essere cattiva con gli aspiranti scrittori, essendo io stessa nella loro situazione.
(in compenso posso ancora divertirmi leggendo le schede degli altri lettori, che scrupoli non se ne fanno per nulla. vi assicuro che è davvero uno spasso. forse la cosa più divertente del mio lavoro.)

domenica 4 novembre 2007

accidia

sembra che i miei week end siano votati ai peccati capitali.
questa volta mi ha presa l'accidia. la voglia di far nulla, di dormire, di annullarmi tra le coperte per molte più ore del necessario. solo che questo week end era piuttosto lungo.
così ho passato quattro giorni quasi completamente rintanata in casa. ho lasciato scorrere le ore senza far nulla di memorabile che mi permettesse di trattenerle nella memoria almeno per un po'.
domani si torna alla quotidianità. alle ore in treno, alle ore in ufficio. e forse è meglio così. è meglio che gli obblighi mi costringano a uscire di casa e a dare un senso al mio tempo.

sabato 3 novembre 2007

sociale virtuale

in questi giorni mi sono dedicata al cazzeggio on-line e anche se non ho capito a cosa mi serve adesso ho un myspace (azzurropillin, ovviamente) e mi sono iscritta a twitter. ho anche provato a capire cosa potrei fare con dei feed, senza successo. saprei cosa farmene di flirck ma non posssedendo una macchina fotografica (escludendo la web cam e la fotocamera del cellulare del mio coabitante) non mi è sembrato utile.
è che tutte le possibilità di internet mi affascinano, e non avendo una vita sociale al di fuori dell'ufficio e del mio amore malatino, cerco di compensare le mie carenze affettive con delle relazioni virtuali.
in 24 ore ho già ottenuto tre amici su my space (cosa che nella vita reale avrebbe richiesto mesi): anna, mattia signorini (lo scrittore giovane del post di domenica scorsa), e un certo tom, che non ho capito come ha fatto ma appena ho aperto il mio spazio era già mio amico.

venerdì 2 novembre 2007

malatino

il mio coabitante si è preso l'influenza: mal di gola, un po' di febbre, mal di testa. una banalissima influenza, di quelle che dopo tre giorni di febbre stai ancora chiuso in casa al caldo per 48 ore -per sicurezza- e poi è tutto ok.
ora, per quale motivo lui deve fare la vittima, come se stesse per morire da un momento all'altro e sua madre deve chiamare tre volte al giorno dicendo che avremmo dovuto prenderci un medico di base qui, che devo andare in famacia a noleggiare un aerosol, che devo comprare un termometro, un mucolitico, un antipiretico?
possibile che devo passare il ponte a fare l'infermiera di un malato immaginario?

mercoledì 31 ottobre 2007

diventare un colore

da grande voglio diventare un colore: azzurropillin.
fellini voleva diventare un aggettivo: felliniano, e ci è riuscito.
io voglio che la gente dica: "ma che bella maglia azzurropillin che hai" o "l'azzurropillin ti dona molto" o ancora "vorrei tanto una macchina azzurropillin".
penso che sarebbe divertente, e comunque non dev'essere difficile, se pure i topi si sono guadagnati la loro fetta di immortalità conquistando il color grigiotopo.

martedì 30 ottobre 2007

scrittura distante

ho pensato che avrei potuto stare insieme al mio coabitante quando nella mia testa si è insinuato il pensiero che avrei voluto che fosse lui a leggere il romanzo che stavo scrivendo allora.
l'avevo intitolato mamma, probabilmente. era il 2003.
lui non ha mai letto quelle pagine, e nemmeno le ultime che ho scritto. non ha voluto leggere i miei vecchi racconti, né i post che scrivo in questo blog.
il mio piccolo amore con la testa piena di matematica non vuole leggere quello che scrivo.
mi arrabbio spesso per questo. faccio fatica ad accettarlo. ma credo che lui abbia capito qualcosa del mio rapporto con la scrittura che io stessa non ho ancora colto appieno.
credo che quello che mi succede si spieghi più o meno così: è come se le mie pagine, essendo sempre molto intime e personali, mi esponessero a tal punto al giudizio delle persone che le leggono, da costringermi a costruire tra me e i miei lettori una barriera capace di proteggermi.

lunedì 29 ottobre 2007

deliro

amo molto il mio blog. mi piace scriverci, mi piace rileggermi, mi piace perché è mio. perché io, qui, sono al 100%.
mi piace pensare a cosa scriverò, mi piace pensare che queste pagine, le mie pagine, possano essere una finestra a cui affacciarsi, un luogo piacevole e familiare per qualcuno.
teresa mi ha detto che certi blog, secondo lei, sono così intimi che a entrarci sembra di violare un luogo privato.
non so come appaia il mio blog a chi ci viene senza sapere come mi sono tagliata i capelli, o che scarpe indosso.
non so nemmeno come possa apparire il mio blog a chi sa com'è la mia borsa, o quanto ami le felpe col cappuccio.
sicuramente è un blog intimista. ci scrivo i fatti miei, le cose che mi succedono. e la vita, si sa, è una noia mortale.
in queste pagine cerco di rendere interessante il nulla che mi succede, di trovare ogni giorno un motivo per scrivere e forse anche un motivo in più per alzarmi al mattino. perché alzarsi alle 6 non piace a nessuno, nemmeno a me che lo faccio tutti i giorni.
soprattutto ora che al mattino è buio e freddo, alzarsi alle 6 fa schifo.
non so perché ho scritto tutto questo, forse perché ho dovuto censurare il post del 12 ottobre o forse perché il treno ha fatto 30 minuti di ritardo o perché stasera mi tocca preparare una frittata e invece preferirei mangiare il riso con lo zafferano e lo speck.

domenica 28 ottobre 2007

invidia

mi capita spesso, in libreria, di essere attratta da libri che scopro essere scritti da un "giovane scrittore". è come se avessi una calamita. guardo una copertina e dico "mi sa che questo è giovane" e il più delle volte, accidenti, ci azzecco.
ho l'ossessione dei giovani scrittori, penso, "mannaggia, questo a vent'anni aveva già pubblicato" e io ho solo abortito romanzi, ho solo scritto delle pagine brutte, con personaggi zoppi, che faticano a camminare da soli.
adesso che di anni ne ho 25 è ancora peggio, perché di scrittori che hanno pubblicato prima dei 25 ce ne sono parecchi.
ieri ho scoperto mattia signorini e se il mio coabitante non me l'avesse impedito, il suo libro, lontano da ogni cosa, l'avrei pure comprato.
perché io ho questa fissa qui: cercare di capire che cos'hanno le loro pagine che le mie non hanno.
me lo sono chiesta con licia troisi, con giulia carcasi, con francesco gungui, con melissa p., con elisabetta bilei e con molti altri, che adesso non mi vengono in mente.
e mi sento sempre meno, sempre inadeguata, sempre fuori tempo e alla fin fine sbagliata, per il fatto di credere che le mie pagine possano davvero valere qualcosa.

sabato 27 ottobre 2007

shopping compulsivo

il sabato è un giorno letale per il mio portafoglio. in questo periodo la classica vasca in centro è diventata l'incubo delle mie finanze. (credo di aver iniziato a compensare il bisogno di far succedere cose, con le cose e basta)
oggi ho comprato:- un profumo fragola lampone
- l'ultimo libro di paola mastrocola (alla fnac a prezzo speciale)
- una sciarpa azzurropillin della benetton

a voi il totale... io non l'ho ancora fatto ma ero uscita con più di 50 euro e adesso non mi sembra sia rimasto molto

venerdì 26 ottobre 2007

ppp

questa volta vi porto a ppp attraverso un breve filmato che ho trovato su youtube.
visto così sembra pure un bel posto, quello da cui ho desiderato di andarmene, con tutte le mie forze, riuscendoci.


buona passeggiata

giovedì 25 ottobre 2007

deutsch verbessern

devo migliorare il mio tedesco, assolutamente! le puntate della prima serie di kebab for breakfast (Türkisch für Anfänger) sono finite, così ora non mi resta che rinfrescare il tedesco, scaricarmi le puntate in lingua originale e continuare a seguire le vicende di Lena und freunde grazie a emule e a tutte le altre diavolerie (il cui accesso mi è consentito tramite la mediazione del mio coabitante).
considerando come il progetto improve my english sia miseramente naufragato (mi addormento sistematicamente verso la lezione 12), credo dovrò aspettare che mtv trasmetta la seconda serie in italiano.
insomma, l'importante è crederci.

mercoledì 24 ottobre 2007

manicomio

sono giunta alla conclusione che dovrebbero includere la sindrome premestruale alla folta schiera delle malattie psichiatriche gravi, anzi, gravissime.
ieri:
* non ho mangiato quasi nulla a cena perché non avevo fame, ma poi mi sarei ingurgitata una tavoletta di cioccolata intera
* ho dichiarato di amare il mio coabitante e dieci minuti dopo ho minacciato di lasciarlo
* mi è venuta una crisi di pianto assolutamente ingiustificata durante la quale ho deciso fermamente di:
# mandare il mio curriculum a torino ovunque (per la serie "mi fa schifo il mio lavoro, sono stufa di fare to-mi-to"),
# iscrivermi a un corso di taranta,
# buttarmi dalla finestra.


più o meno così

martedì 23 ottobre 2007

improve my english

domani inizia ufficialmente l'operazione improve my english.
questa operazione consisterà nell'ascoltare in treno per almeno tre quarti d'ora un cd con delle esercitazioni in lingua.
i cd di cui dispongo sono tre (gentilmente masterizzati da mia zia), e fanno parte di un corso di inglese dell'assimil di cui non ho il libro.
la domanda è: servirà a qualcosa ascoltare solo i cd?
speriamo...

lunedì 22 ottobre 2007

relazioni pericolose

ieri era il compleanno di mia sorella cinzia.
ora, che io e lei non andiamo d'accordo è risaputo, ma non pensavo fino a questo punto.
ieri mattina le ho mandato un sms di auguri. c'era scritto solo buon compleanno. niente di trascendentale, ma dato che lei si era ricordata del mio con un sms (spedito dal telefonino di mio padre) mi sembrava un pensiero non dico carino ma per lo meno educato.
ebbene, quell'sms non è mai arrivato. sapete perché: il numero che ho in rubrica è sbagliato.
considerando che ho questo cellulare da 4 anni, significa che in 4 anni né io né lei ci siamo telefonate né scambiate sms.
direi che la cosa è piuttosto inquietante...

domenica 21 ottobre 2007

Siamo tutti un programma

Un lavoratore precario è uno che il primo giorno di lavoro va dal padrone che gli mette qualcosa in tasca. Cos'è? Una bomba ad orologeria, ma non ti preoccupare, scoppia tra tre mesi. Io non mi preoccupo: è tra tre mesi. Dopo un po' il ticchettio non lo sento più.
Come un amico, che viveva a Ciampino, vicino alla stazione. Io gli dico: “ma come fai, non senti i treni?” “No, dopo un po' ti abitui. La notte dormo bene.”
E' vero la notte dorme, ma la mattina si alza con due occhi neri e quadrati ..
Manca un mese: tra un mese scoppia la bomba. Ma devo essere ottimista: devo guardare il bicchiere mezzo pieno e dire che manca ancora un mese.
Ma alla fine, quando mancano sette giorni, il ticchettio lo sento sempre: è una bomba a vapore, fa un rumore infernale.
Arriva l'ultimo giorno e vado al lavoro: il padrone mi toglie la bomba a mette un'altra cosa in tasca. “Tranquillo, ho messo un'altra bomba ma scoppia tra 3 mesi”.È un contratto a termine, una bomba che scoppia tra 3 mesi. Ora pure io, come il mio amico, non dormo, non sono tranquillo.
Poi un giorno leggi che 3200 lavoratori precari diventeranno a tempo indeterminato, dopo le ispezioni degli ispettori del lavoro.
Adesso la bomba è in tasca al padrone. È lui che, ora, non dorme e non sta tranquillo, che gli trema la mano. Ma ho un sospetto: che qualcuno tolga la bomba dalla tasca del padrone. Forse i sindacati, forse il governo con la prossima finanziaria.
Intanto dei 13 lavoratori che hanno firmato l'esposto per le ispezioni, 10 non sono stati riassunti e 2 sono stati licenziati. Per questi lavoratori la bomba è già scoppiata.


Parla con me: inchiesta da fermo di Ascanio Celestini del 15 ottobre 2006

sabato 20 ottobre 2007

le piccole cose ti cambiano la vita

stavo per scrivere l'evoluzione della storia tra vanessa e dario (vedi post del 6 ottobre) quando ho visto questo e ho capito che mi avrebbe cambiato la giornata.
buona visione!

avrete notato dalla finezza del link che è tornato il mio coabitante

venerdì 19 ottobre 2007

sbrilluccichini

oggi in ufficio mi hanno presa in giro, dicono che ogni volta che si parla del mio coabitante mi vengono gli sbrilluccichini negli occhi. "si vede che sei proprio innamorata" hanno detto.
e forse oggi lo sono anche di più, dato che è da tre giorni che non ci vediamo.

giovedì 18 ottobre 2007

necessito di ferie, è certo

il mio coabitante si è portato il pc a ppp, così io sono rimasta senza skype*. ho quindi pensato: perché non installare skype sul mio pc e dimostrare al mondo che non sono affatto digiuna di informatica?
a parte che anche la mia pianta avrebbe potuto installare il programmino senza fatica: avanti avanti avanti ok.
sembrava tutto perfetto, come nelle migliori fiabe a lieto fine, quando mi sono resa conto che... il mio pc non ha il microfono!
wow



*Skype è un software proprietario freeware di instant messaging e VoIP. Esso unisce caratteristiche presenti nei client più comuni (chat, salvataggio delle conversazioni, trasferimento di file) ad un sistema di telefonate basato su un network Peer-to-peer. (in una parola si telefona usando il pc, l'unico costo è quello della connessione)

salute

arrabbiarsi fa male alla salute. e visto che in questo periodo sono molto arrabbiata la mia salute sta singhiozzando.
per rilassarmi questa mattina mi sono concessa un bagno caldo, ma i suoi effetti benefici sono durati proprio poco, il tempo di arrivare in ufficio.
forse dovrei prendermi un paio di giorni di ferie...
magari ci penso.

mercoledì 17 ottobre 2007

saggezza evangelica

il motto di oggi è: non guardare la pagliuzza sulla scrivania della tua compagna di banco se sulla tua c'è una trave!

quindi oggi, si lavora, si lavora, si lavora.

martedì 16 ottobre 2007

frammenti dal passato

ho recuperato un'intervista che mi avevano proposto alcuni anni fa.
riporto le ultime due domande con relative risposte.
potrei aver risposto a quest'intervista ieri, per quanto sono ancora d'accordo con me stessa

9- Pubblicherai su carta i tuoi racconti? Come vivi la pubblicazione cartacea? Speranze e desideri in merito a questa? Ed al tempo stesso cosa significa attualmente per te pubblicare su Internet?

Mi piacerebbe molto pubblicare un vero romanzo. Vederlo nella vetrina delle librerie e poter pensare che quello l’ho scritto io e che finirà sui comodini, nei bagni, negli zaini o nelle borse della gente. Allo stesso tempo penso che bisogna avere qualcosa di importante da dire e bisogna dirlo bene, e spesso non basta questo per pubblicare (a meno che uno non pubblichi a sue spese). Quindi non penso di essere ancora pronta per questo passo anche se ho tentato di scrivere due romanzi che sono solo degli aborti di una quarantina di pagine. Pubblicare su internet è fin troppo facile, ci sono dei siti in cui non fanno alcuna selezione e pubblicano automaticamente tutto. L’unico motivo per cui pubblico su internet è che a volte mi capita che qualcuno che ha a che fare con centinaia di persone che scrivono pensi che quello che scrivo io è bello e questo mi spinge a continuare.

10- Eccoci giunti alla classica immancabile domanda di ogni mia intervista: un consiglio all’esordiente? Ed in questo senso, una tua risposta a tal proposito, potrebbe risultare altrettanto interessante, visto che tu stessa da esordiente ti sei “sottoposta” a concorsi letterari, corsi di scrittura, presenza su vari siti internet e forse già nella mente una futura pubblicazione cartacea. Come ci si deve muovere in tal senso? Cosa è conveniente e sconveniente fare per entrare a far parte del mondo Letterario?

Penso di non poter rispondere a questa domanda visto che sono esordiente io stessa. Avrei proprio bisogno che qualcuno mi dicesse cosa fare, come muovermi ecc. Credo che “non basta desiderare, ma bisogna desiderare ardentemente”, soprattutto bisogna essere umili, accettare le critiche e non ritenersi mai arrivati. Nella scrittura soprattutto il momento creativo è brevissimo, il resto è tutto lavoro di lima, perfezionamento, riscrittura…

per chi fosse curioso di leggere tutta l'intervista, questo è il link (non avendo il supporto informatico del mio coabitante che ora è in trasferta a ppp non faccio esperimenti in html e lo copincollo)
http://digilander.libero.it/moniadibiagiodgl/pillin1.htm

lunedì 15 ottobre 2007

odio i lunedì

la successione di pessime giornate sembra non voler aver fine.
ma non sono le cose che accadono a rendere le giornate pessime, è il mio pessimo modo di affrontarle.
il fatto è che sono incredibilmente nervosa per il futuro del mio forse davvero romanzo.
la situazione si sta pian piano evolvendo ma la paura del verdetto finale, che potrebbe sancirne la pubblicazione, mi sta rendendo di umor nero.
forse il vero problema è che le mie pagine sono proprio mie. sono azzurropillin al 100%.
e credo di non saper scindere il giudizio su quel mucchietto di fogli dal giudizio su di me.

domenica 14 ottobre 2007

giochini

quando sono al pc, per esempio a scrivere un post, e non mi vengono idee, finisco per trovare svago con dei giochini malefici che creano dipendenza.
quello a cui gioco da più tempo si chiama milpa.
l'ultimo a cui mi sono appassionata consiste nel fare delle pizze e cercare di accontentare il più possibile i clienti.
entrambi questi giochi hanno il difetto di diventare molto lunghi. le partite di milpa che all'inizio duravano pochi minuti e si esaurivano al livello 7 ora durano quasi un'ora. sono arrivata al livello 25, o forse oltre.
un giochino più breve ma molto carino è questo.


e adesso buona dipendenza a voi...

sabato 13 ottobre 2007

tra parola e immagine

ieri ho letto
ma usare il verbo leggere non è esatto perché è un libro che contiene pagine


e pagine

oggi mi sono comprata


domani andrò al cinema a vedere

venerdì 12 ottobre 2007

uno sfogo perché sono intollerante

riepiloghiamo.
da novembre dello scorso anno lavoro in una casa editrice per ragazzi. sono immersa tutto il giorno, tutti i giorni, in mezzo a libri destinati a una fascia d'età che va dai 0 ai 16-17 anni.
da maggio *** ******** ********* ************ ********* ************ ******* **** *** ***** ********* ** ******* ******** ***** ****** *** ********* ******** ***** ********* * ** ******** ******* ********* ********** ********* *********** **** **** ******* **** ***** ********* ********** ************* *******
ognuno tragga le sue considerazioni, io le mie le ho già fatte!


nota del 29/10/07 mi è stato consigliato di censurare il contenuto di questo post. le motivazioni mi sono sembrate convincenti e ho accettato il consiglio.
mi scuso con i lettori che hanno commentato, con quelli che avrebbero voluto leggere, e con quelli che avrebbero voluto rileggere le parole che avevo lasciato qui, ma non potranno farlo.
purtroppo dimentico troppo spesso che un blog è un diario anche pubblico, nonostante mi ostini a crederlo una forma di espressione privata.

giovedì 11 ottobre 2007

cinica io?

che sono intollerante (*verso le persone che scrivono po' con l'accento invece che con l'apostrofo e perché con l'accento sbagliato *verso le persone che promettono e non mantengono *verso chi si dimostra non particolarmente dinamico e brillante rispetto ai miei standar (non mi considero particolarmente dinamica e brillante)) lo sapevo.
che sono impaziente (verso la vita e gli eventi in generale) lo sapevo.
che sono testarda lo sapevo.
che sono troppo diretta (dico quello che penso come lo penso) lo sapevo.
che sono cinica... ecco, questo non lo sapevo, eppure me l'hanno detto già in due negli ultimi giorni!

mercoledì 10 ottobre 2007

oggi mordo

buona giornataccia a tutti.
la mia è cominciata con una suora che mi russava accanto in treno
è proseguita con una spiacevolissima telefonata di lavoro
continua con delle mail noiosissime da scrivere
e peggio di tutto, il libro che stavo leggendo mi fa schifo e quindi non ho niente da leggere
se non il mio che palle di romanzo che ormai tra scrivere e leggere lo so a memoria e non ho più niente da aggiungere!

martedì 9 ottobre 2007

eccitante

niente, non succede proprio un bel niente. e non so se sono io che mi aspetto chissà che, o se metabolizzo troppo in fretta le novità, o se non so accontentarmi.
solo che la cosa più eccitante della mia vita, ora, sembrano essere le puntate di kebab for breakfast. mi sa che sono messa proprio male!

lunedì 8 ottobre 2007

kebab dipendente

mi sono bastate 5 puntate di kebab for breakfast (serie tv in onda su mtv dalle 20 alle 21, da lun a ven) per raggiungere la dipendenza.
è che adoro il cinismo e l'esuberanza di Lena e mi divertono moltissimo gli avvenimenti quotidiani e surreali che la coinvolgono.
e anche se all'apparenza potrebbe sembrare il tipico programma stupido di mtv, trovo invece che abbia un suo perché, e che in fondo non sia poi così assurdo come può sembrare, anzi.
a dirla tutta Lena mi sembra piuttosto simile a elisa, la protagonista del mio romanzo, quindi lo guardo anche per farmi venire idee e per migliorare il ritmo delle mie pagine (ma non ditelo a nessuno).

domenica 7 ottobre 2007

frammenti da romanzo, il mio

"Ho capito che sono innamorata di Fabio quando ho visto che Andrea stava baciando Elisa, quella bella di prima A, all’uscita da scuola. Stavano sotto un albero, in cortile, vicino al cancello. Li ho guardati tutto il tempo, dalla fermata dell’autobus. Lui le teneva il viso tra le mani. Sono sicura che tenesse gli occhi chiusi. E sono anche sicura che è innamorato cotto. Del sentimento di lei sono un po’ meno convinta. Aveva le mani sui fianchi di Andrea, quasi volesse stabilire una specie di distanza di sicurezza. Forse lei aveva gli occhi aperti."



dalla battuta 34843 alla battuta 35436

sabato 6 ottobre 2007

la fighessa di vanessa

nel mio supermercato di fiducia c'è una commessa che si chiama vanessa. la sua particolarità è quella di essere giovane, minuta, carina, affabile e piuttosto sveglia. ogni sabato mattina io e il mio coabitante andiamo a fare la spesa da vanessa e su di lei abbiamo costruito una storia talmente dettagliata e assurda che ogni volta che troviamo lei alla cassa rischiamo di scoppiarle a ridere in faccia.
oggi abbiamo confermato che ha una tresca con il commesso che fa le consegne a domicilio (dario) e che ascolterebbe baglioni tutto il giorno. elementi che rendono ancora più dettagliata e assurda la figura fantasiosa che abbiamo costruito su di lei.

venerdì 5 ottobre 2007

ondate

la mia vita si distingue in periodi in cui non succede nulla/non ho nulla di particolare da fare e periodi, come oggi, in cui sembra accadere tutto e le cose da fare arrivano tutte insieme.
preferisco di gran lunga i periodi del secondo tipo, anche se sono sicuramente più faticosi!

mercoledì 3 ottobre 2007

il mio post preferito

visto che nessuno ha votato nulla copincollo qui sotto il mio post preferito, è il post del 20 luglio del blog di licia troisi. credo che mi rispecchi molto bene. non so se avrei saputo scriverlo meglio. forse no, dato che lei è una vera scrittrice, ha pubblicato dei libri che hanno venduto un sacco di copie e io non ho pubblicato né venduto nulla.
quindi... se volete leggere dei bei post non venite più sul mio blog, ma andate sul suo, il link è qui a destra (scusate, mi sono lasciata andare all'ennesima cazzata autolesionista)

Ho capito perchè ho aperto un blog. Dopo due anni e mezzo. Ci arrivo sempre presto alle cose, io. Perchè per noi blogger/scrittori/diaristi la vita la si vive davvero solo se dopo la si scrive.
(...)
È che ad un certo punto la vita diventa argomento da blog, o da libro. Non vivi più solo per farlo. Vivi per raccontarlo. Forse è il segno di una malattia, non so.
(...)
Sono un registratore. Non so fare foto e non so disegnare. Per questo lascio che la vita mi impressioni, e poi la racconto. E non lo faccio tanto per gli altri. Lo faccio per me. Quando vedo la mia vita su carta capisco che è chiusa. Posso prendere quel ricordo e infilarlo in un cassetto. È stato. Si volta pagina.
Il bello è che poi quel cassetto puoi aprirlo quando vuoi. Succede anche con la memoria, ma per me la pagina è meglio. Più fresca e più immortale.
Non ha a che fare con la bravura, non ha a che fare col successo. È un modo di essere e di vivere. In questo senso, forse, scrivo per me.