lunedì 31 dicembre 2018

#sfangarla 2018

come da tradizione l'ultimo dell'anno c'è il post sfangarla, per il sesto anno consecutivo.

anche quest'anno ho scritto: sul blog e non solo (ma molto molto meno di quanto sperassi e non il capolavoro che sogno)
anche quest'anno ho letto: 52 libri, di cui alcuni stupendi ("open" di agassi, "exit west" di hamid, "l'educazione" di tara westover alcuni dei migliori)
anche quest'anno ho corso: più dell'anno scorso (perché ho capito che poco e spesso fa più di tanto ogni tanto). ma ancora nessuna maratona
anche quest'anno ho pianto: meno degli anni scorsi
anche quest'anno ho sorriso: non abbastanza
anche quest'anno mi sono arrabbiata: spesso per le cose sbagliate, ma sto imparando a risparmiare sulle emozioni nocive
anche quest'anno sono stata molto da sola: quasi sempre per scelta. ma ho anche trovato nuove persone con cui condividere interessi e passioni
anche quest'anno non ho mai usato il ferro da stiro (anche se mi sento ancora in colpa per non aver stirato la camicia del matematico con cui ha sostenuto l'esame di dottorato nel 2010)
anche quest'anno ho visto belle serie tv: the affair, la casa di carta
anche quest'anno ho preferito dormire: all'avere un figlio, all'uscire la sera
anche quest'anno ho camminato, sono andata al cinema, a teatro, a cena fuori, a mangiare un gelato
anche quest'anno ho sfornato: pizze e dolcini con gran soddisfazione, a volte con i miei due nipotini biondi
anche quest'anno la mia scrittura non mi ha portato dove volevo, ma mi ha condotta oltre i miei limiti e in mezzo alle persone, che è comunque un posto interessante
anche quest'anno sono sopravvissuta a me stessa. ed è stato decisamente più facile dell'anno scorso. forse uno degli anni più facili che ricordi.


quali sono i vostri "anche quest'anno?" se vi va scrivetelo nei commenti
[le sfangate precedenti cliccando sull'etichetta]

guida ai buoni propositi per il 2019 - giorno 4



start small.
uno dei libri che mi ha più colpita negli ultimi anni è stato "il metodo kaizen", spiega come affrontare il cambiamento un passo alla volta, partendo da piccole azioni millimetriche che non spaventano il nostro cervello perché sembrano irrilevanti. la prima volta che l'ho letto mi aveva lasciata un po' perplessa, ma ora, a forse tre anni o più di distanza da quella prima lettura, continuo a pensarci e a credere che sia un approccio geniale. l'unico modo per cambiare è ingannarci, farci credere che in realtà non sta cambiando niente.

per arrivare alla fine del 2019 con un nuovo romanzo nel cassetto la mia azione millimetrica sarà quella di scrivere una pagina al giorno. ci sono autori che si cimentano nel nanowrimo e scrivono 50 mila parole nel solo mese di novembre. ecco, è il contrario del metodo kaizen ed è il miglior modo per non farcela, soprattutto se alle spalle non si hanno già solide abitudini di scrittura.
io, che arrivo da un anno e mezzo di blocco dello scrittore, mi darò come obiettivo minimo una pagina al giorno, 2 mila battute. per i miei romanzi precedenti mi ero fissata obiettivi di 4-5 mila battute nei giorni feriali e di anche 10 mila battute al giorno nei weekend. per cui, per me, quelle 2 mila battute sono un obiettivo facile, alla mia portata.

qualsiasi sia il tuo obiettivo, datti un primo compito millimetrico. vuoi dimagrire? decidi che da subito farai sempre le scale o che farai uno spuntino con un frutto invece di mangiare uno snack delle macchinette o una passeggiata di cinque minuti ogni giorno in pausa pranzo. quando questa piccola millimetrica abitudine sarà consolidata, inizia a costruirci sopra un'abitudine millimetricamente più ambiziosa. ricorda, devono essere azioni piccole, che non ti spaventano affatto, che ti danno l'impressione che non servano a nulla e che non cambieranno niente. stiamo cercando di costruire un sistema, ma per farlo abbiamo bisogno di ingannare il nostro cervello, abituarlo gradualmente, guidarlo al nostro obiettivo più ambizioso.

pensa alla tua prima azione millimetrica e falla.

domenica 30 dicembre 2018

guida ai buoni propositi per il 2019 - giorno 3



hai scelto il tuo obiettivo per il 2019? se non l'hai fatto recupera gli step precedenti usando l'etichetta del post "buonipropositi".

allora, abbiamo deciso qual è la cosa davvero importante. ora dobbiamo formulare la questione nel modo corretto. poniamo che tu voglia dimagrire. quanti chili? entro quando? in che modo? andando in palestra tutti i giorni, o con una dieta da 900 calorie che potrebbe distruggerti il metabolismo?
la prima cosa da fare è non pensare per obiettivi ma cercare di costruire un sistema.
non devi pensare di dover dimagrire 10 chili in un mese, ma devi pensare a quali abitudini ti porteranno a raggiungere l'obiettivo di perdere del peso. non hai alcun potere sulla velocità di dimagrimento e fissarti sul numero della bilancia potrebbe essere controproducente e frustrante (anche perché il muscolo pesa molto più del grasso), ma hai un grandissimo potere sulle tue abitudini. prendere le scale invece dell'ascensore, andare in bici o a piedi anziché in macchina, sostituire la merendina che mangi alle cinque del pomeriggio con della verdura cruda o della frutta fresca o secca, mangiare in piatti più piccoli per ingannare il cervello, sono tutte azioni che contribuiscono a costruire il sistema che ti porterà a perdere peso. restare fedeli a queste piccole abitudini ti aiuterà a tenerti motivata/o molto più che pesarti ossessivamente.
in questo modo sarà anche molto più facile mantenere il peso raggiunto, perché non sarà stato raggiunto in breve tempo, con una straordinaria forza di volontà, ma costruendo tassello su tassello delle abitudini più sane che ti fanno sentire bene e non ti pesano, perché si sono consolidate nel tempo.
nel mio caso, "scrivere almeno un romanzo meglio due", con alle spalle un anno e mezzo di blocco dello scrittore, è qualcosa di terrificante.
la prima cosa che faccio è ridefinire il mio proposito in: dedicare almeno mezz'ora al giorno a uno stesso progetto di scrittura. è ovvio che in questo modo scriverò almeno una pagina al giorno. che nell'arco di un anno mi porterà ad avere un romanzo.

qui è scritto meglio, ma in inglese

sabato 29 dicembre 2018

guida ai buoni propositi per il 2019 - giorno 2


nel post precedente ho elencato alcuni dei miei (e forse tuoi) buoni propositi.
sono tanti, troppi, vaghi. la prima cosa da fare è sceglierne uno soltanto.
e non lo dico per tarparti le ali, più avanti, nel corso dell'anno, quando avrai raggiunto o iniziato a raggiungere uno degli obiettivi, potrai dedicarti a un secondo proposito, ma adesso è meglio sceglierne uno soltanto: sappiamo benissimo che è molto difficile cambiare le proprie abitudini e fare qualcosa che non abbiamo mai fatto per migliorare la propria situazione. (se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto)
se decidessi davvero di mantenere tutti quei buoni propositi insieme, dal primo gennaio dovrei allenarmi per la corsa almeno un'ora al giorno, dovrei anche cambiare abitudini alimentari, e quindi cambiare il modo e il tempo per cucinare, e anche alla scrittura dovrei dedicare un'ora al giorno, e per sistemare casa ci vorrebbe minimo un'altra ora al giorno e per guadagnare duemila euro al mese dovrei fare un secondo lavoro o cercamene uno nuovo o contrattare un aumento... e insomma capisci che non avrebbe nessun senso fare tutto in una volta, sarebbe oltremodo stressante. anche solo dopo un giorno ritornerei a fare esattamente quello che ho fatto per tutto il 2018.
quindi il primo passo per rendere i propositi obiettivi raggiungibili è scegliere l'unica cosa che vogliamo davvero.
nel mio caso, correre una maratona è qualcosa che mi piacerebbe molto. mi farebbe sentire fighissima. è da anni che ho questo tarlo, due anni fa c'ero quasi riuscita, però a essere sincera non è che mi interessi così tanto. certo sarebbe bello, ma non sono disposta a dedicare così tanto tempo e sacrifici per una cosa che in fondo non è così prioritaria per me in questo momento.
avere la casa pulita e in ordine mi piace, ma sto bene anche se i pavimenti non sono così puliti da poter mangiare per terra, e se sul fondo del water c'è del calcare sono serena. quindi nemmeno questo è qualcosa di prioritario per me.
guadagnare duemila euro al mese piacerebbe a tutti, ma mi servono davvero più soldi? non ho hobby dispendiosi, figli da mantenere, mutui da estinguere e possedere oggetti mi mette ansia. quindi userei i soldi non per comprare cose ma per fare esperienze, magari per iscrivermi a corsi di formazione o cose del genere. nemmeno guadagnare molto di più è per me una priorità.
per farla breve, dalla mia lista di propositi, la mia unica cosa davvero importante è "riuscire a scrivere almeno un romanzo meglio due".

se hai fatto la lista dei tuoi buoni propositi prova a fare un percorso mentale analogo. tra tutte le cose che hai scritto, qual è per te quella davvero importante? quella che ti motiva di più, che ti renderebbe orgogliosa/o, che migliorerebbe davvero la tua vita, l'opinione che hai di te stesso/a, il tuo umore e benessere?
pensaci e ci ritroviamo domani con il passo successivo da compiere.

questo libro spiega la cosa in 240 pagine, ma in inglese.

venerdì 28 dicembre 2018

guida ai buoni propositi per il 2019 - giorno 1



inizia con questo post una breve guida ai buoni propositi per il 2019. oggi è il giorno 1 e nel giorno 1 stiliamo un elenco.

ecco quindi l'elenco (non esaustivo) dei miei buoni propositi per il 2019
  • correre una maratona
  • scrivere almeno un romanzo, meglio due
  • avere la casa più pulita e in ordine
  • guadagnare duemila euro al mese
  • usare meno lo smartphone e stare meno sui social

e un elenco non esaustivo dei (forse) tuoi buoni propositi
  • imparare lo spagnolo
  • smettere di fumare
  • dimagrire
  • dormire di più
  • fare più sport
  • risparmiare di più
  • usare meno plastica
bene, a questo punto sappiamo tutti benissimo che io non farò nessuna di quelle cose, né nel 2019 né mai, così come tu non trasformerai mai i tuoi buoni propositi in realtà, se sono stati scritti come ho fatto io qui sopra.
nei prossimi post, da qui alla fine dell'anno, mi (e ti) guiderò alla definizione di obiettivi veri, concreti, raggiungibili.
dall'alto di quale piedistallo? nessuno. semplicemente a partire dai libri che ho letto, i podcast che ho ascoltato, le informazioni che ho raccolto negli ultimi anni da diverse fonti. non è niente di nuovo, niente di inventato, è solo una rimasticatura di cose già lette, già scritte, già viste, già sentite, che spero potranno essere utili a me e, perché no, anche a te.
quindi, se ti va, fai la tua lista di buoni propositi e vediamo come fare per concludere qualcosa il prossimo anno.

venerdì 21 dicembre 2018

un anno di libri


quest'anno ho letto una cinquantina di libri, tra manuali e romanzi, meno dei 66 letti lo scorso anno.

ci sono stati i soliti libri-tappo, che mi sono ostinata a finire anche se ho faticato: a volte per la mole, altre per la narrazione, altre ancora per il genere o l'argomento.
[breve storia di quasi tutto di bill bryson
le vite potenziali di francesco targhetta
al giardino ancora non l'ho detto di pia pera]

ci sono stati i libri-autostrada, che ho letto in brevissimo tempo perché mi hanno catturata al punto da non poter smettere di leggere.
[exit west di mohsin hamid
follia di patrick mcgrath
open di andre agassi
divorare il cielo di paolo giordano
l'educazione di tara westover
le otto montagne di paolo cognetti
parla mia paura di simona vinci
correre di jean echenoz]

ci sono stati i libri abbandonati, quelli che dopo 10 o 200 pagine ho lasciato stare, a volte con indifferenza a volte con rabbia, perché volevo che mi piacessero e invece non riuscivo a farmeli piacere.
[la matematica dell'amore di helen hoang
la più amata di teresa ciabatti
trilogia di new york di paul auster]

ci sono stati i libri scritti da me, che hanno visto la luce, che ho cercato di far conoscere, timidamente, forse senza troppa convinzione.
[annunci facebook per scrittori
aria e altri coccodrilli]

ci sono stati i libri delusione, quelli che sono piaciuti a tutti tantissimo e a me così così.
[eleanor oliphant sta benissimo
le nostre anime di notte di kent haruf]

ci sono stati i libri che avrei voluto leggere, quelli che ho messo nella wishlist e poi sono rimasti lì, in attesa del loro momento propizio
[la ragazza del convenience store di murata sayaka
l'uomo che trema di andrea pomella
guida sentimentale per camperisti di erica barbiani
lacci di domenico starnone
scrivi più bianco di chiara gandolfi
ragazze elettriche di naomi alderman
la corsara di sandra petrignani
le cose che non facciamo di andres neuman]

comunque la si metta è stato un altro anno in cui i libri sono stati fondamentali.
e i vostri libri, come sono stati? avete libri-autostrada da consigliarmi per il prossimo anno? anche voi vi sentite alieni quando non amate un libro che tutti adorano alla follia?

martedì 18 dicembre 2018

le avventure del matematico di ritorno dal brasile


mentre la mia me del passato fa cose gentili, il sé del passato del matematico lo mette a dura prova.
durante la calda e tranquilla estate ha infatti programmato per l'autunno-inverno 3 viaggi in 3 continenti diversi, uno ogni 5-6 settimane.
è così che domenica, all'aeroporto di san paolo, circondato dalla straniante estate brasiliana fatta di babbi natale e pupazzi di neve a 32 gradi celsius, si è imbarcato lieve e inconsapevole in birkenstock, camicia hawaiana e stempiatura bruciata, senza pensare che una dozzina di ore dopo sarebbe atterrato nell'inverno dell'emisfero boreale, dove i gradi erano sì 32, ma fahrenheit.

certo lo si può capire: lo stordimento di un viaggio intercontinentale a breve distanza dal viaggio in giappone, con tutta la fatica che comporta smaltire un jet lag di otto ore, recuperare il lavoro accumulatosi nel periodo di assenza, lo stress di organizzare la logistica di alloggio e trasporti, parlare in pubblico per presentare la propria ricerca...

e insomma, mentre tutti, avvolti nei loro piumini, si spostavano alla ricerca dell'uscita dall'aeroporto di francoforte, il matematico tremate si infilava in un negozio del dutyfree in cerca di qualcosa per coprirsi. ne usciva con un paio di calzini in filo di scozia da 10 euro, che abbinati ai sandali lo rendevano il più tedesco dei viaggiatori.

ps: il buono di questo viaggio è pacoca, che non so di preciso cosa sia, ma che ha l'aria di essere composto al 90% di zucchero. che è esattamente quello di cui ho bisogno.

mercoledì 12 dicembre 2018

gentilezze per la me del futuro


ci sono delle cose, soprattutto sul lavoro, che mi annoiano ma che sono necessarie. a volte, quando ho dei tempi morti, faccio queste cose necessarie e noiose in anticipo, pensando al momento in cui saranno non più procrastinabili.

anche oggi mi è capitato di ricevere un regalo di questo tipo dalla me del passato.
giorni fa avevo impostato la landing page di una campagna per cui non avevo ancora ricevuto l'approvazione, pensando che, quando la campagna sarebbe stata approvata, avrei dovuto solo procedere alla pubblicazione. (se non avete idea di cosa parli, sappiate solo che mi occupo di pubblicità online e che oltre a divertirmi a scrivere testi e organizzare immagini, devo anche smazzarmi tutta la parte tecnica di google ads e facebook ads).

e insomma, oggi, poco prima di uscire, il cliente ha finalmente approvato la campagna e io stavo già bestemmiando al pensiero di dover preparare la landing. invece, la me del passato, l'aveva già fatto 😍

trovo che sia molto bello farsi questi regali. ritagliarsi del tempo per rendere più semplice e piacevole il futuro. magari potrei scrivermi una lettera o spedirmi da sola un mazzo di fiori, così, solo per il gusto di prendermi cura di me.

domenica 9 dicembre 2018

non negoziabile

le ultime settimane sono state molto impegnative sul lavoro. a volte ho spento il pc dopo le nove di sera, alcuni giorni mi sono messa all'opera alle sette del mattino.
lavorando da casa è molto più difficile darsi degli orari e mettere dei paletti e in queste settimane, in cui la mole di lavoro è stata enorme, ho capito quali sono le cose fondamentali per me, quelle che - al diavolo il lavoro - sono troppo importanti per essere trascurate.
ecco il mio piccolo elenco di cose fondamentali:


  • andare a correre: ogni giorno, cascasse il mondo, ho bisogno di almeno 6 chilometri di corsa. per costringermi a togliere il pigiama, a fare una doccia, a staccare. se non fossi andata a correre probabilmente mi sarei tornata a dormire senza essermi tolta il pigiama. 
  • mangiare: ogni giorno mi sono fermata per fare colazione, pranzo, cena. magari solo per riscaldare un avanzo e buttarlo giù in fretta controllando le mail. ma mangiare a orari prefissati per me è irrinunciabile.
  • dormire: ogni giorno, cascasse il mondo, ho spento il pc e sono andata a dormire entro le 23. dormire almeno 7 ore a notte per me è un bisogno non negoziabile.
  • scrivere le pagine del mattino. è un'abitudine recente, che ha solo un paio di mesi, ma è diventato un bisogno primario come mangiare e dormire. appena mi alzo, mi ritaglio una mezz'ora per scrivere. è l'equivalente cerebrale dello svuotatasche. così come nello svuotatasche ti liberi di quello che ti è superfluo e ti appesantisce, allo stesso modo le pagine del mattino sono il luogo in cui svuotare il cervello per alleggerirlo dei pensieri più ingombranti.
ho scoperto che leggere - contrariamente a quanto credessi - non è così fondamentale. ogni sera ho provato a riprendere il libro in lettura e ogni sera mi sono addormentata dopo poche righe con il kindle in faccia. ho tamponato la mancanza di lettura ascoltando l'audiolibro di "uno nessuno e centomila" durante la corsa, ma nemmeno tutti i giorni.

tutti i giorni ho aperto un pacchetto del mio calendario dell'avvento libroso. nella foto vedete i libri trovati fino a ora. se ne avete letto qualcuno fatemi sapere le vostre impressioni, io non ne ho letto nessuno anche se sia galiano sia la strout erano in wishlist.

e fatemi sapere, se vi va, anche quali sono le vostre cose non negoziabili.

domenica 2 dicembre 2018

#telethonudine2018


anche quest'anno ho corso per un'ora nella staffetta organizzata da telethon. è una manifestazione di beneficienza finalizzata alla raccolta di fondi per la ricerca. per ogni chilometro corso lo sponsor di ogni squadra dona 5 euro.
di solito la cosa che mi piace della corsa è aver corso: fermarmi, riprendere fiato, farmi una doccia e sentire di aver compiuto qualcosa. è un piacere lieve e diffuso, una soddisfazione garbata che ho imparato ad apprezzare da tre anni a questa parte.
correre mi fa schifo: sudare, fare fatica, mettere un piede davanti all'altro non mi entusiasma di per sé.
pochissime volte ho provato gioia durante la corsa, e ieri è stata una di quelle pochissime volte. lo chiamano "runner high" è una sensazione di fortissima euforia. dicono sia una questione di endorfine.
ecco, ieri è stata un'ora completa di immensa gioia: il fiume di gente di cui facevo parte, la folla lungo tutto il percorso a fare il tifo da dietro le transenne, il profumo di pesce fritto, di caldarroste, di carne alla griglia, la musica a palla dalle casse (amore capoeira - zombie - l'ombelico del mondo), il canto degli alpini, superare una ragazza con la felpa "running team", sentirmi forte, in forma, tanto da correre più veloce senza fatica.

giovedì 29 novembre 2018

la solita storia della pirateria

periodicamente un'autrice self scopre che i suoi libri sono stati piratati e vengono scambiati impunemente su gruppi facebook, gruppi telegram, gruppi whatsapp, siti.
dopo ogni incresciosa scoperta, la mia bacheca di facebook si riempie di post di lamentazione in cui tutte le autrici in coro dichiarano che non è giusto, che smetteranno di scrivere, che così non ha senso, che allora la scrittura non diventerà mai un lavoro se la gente invece di pagare per leggerti ruba ciò che crei.

ora, io do la pirateria per scontata, è un dato fatto, una questione trasversale che colpisce me e stephen king, i libri self e i libri pubblicati da mondadori. (questo nel settore libri, per non parlare di film, videogiochi...)
chi vuole avere i miei libri gratis può trovarli in qualcuno di questi gruppi o siti e la cosa non mi preoccupa, non mi interessa, non mi spaventa, per almeno due motivi:

  • il primo è che so benissimo che se vuoi qualcosa lo paghi, indipendentemente da quanto costa. abbiamo tutti il kindle pieno di ebook scaricati gratis che non leggeremo mai, perché in realtà di quegli ebook non ci importa nulla. se li avessimo voluti davvero li avremmo comprati a prezzo pieno. abbiamo tutti l'ultimo libro in edizione cartonata con sovraccoperta del nostro scrittore preferito, preordinato mesi prima, anche se costa 27 euro.
  • il secondo è che ci sono talmente tanti modi per leggere gratis legalmente, che i miei libri, come quelli di chiunque altro, sarebbero stati reperibili a costo zero anche per vie legali

insomma, quello che sto dicendo è che chi desidera pagare per i libri lo fa a prescindere, mentre chi vuole leggere gratis può farlo senza alcun bisogno di ricorrere alla pirateria: ci sono le biblioteche, MLOL, il bookcrossing, gli amici.

partendo dal presupposto che la pirateria è un reato, che non voglio incentivarlo, e che mi sentirei in colpa se qualcuno commettesse un reato per leggere i miei libri, da oggi e fino al 3 dicembre trovate i miei due romanzi autopubblicati "non un romanzo erotico" e "ti voglio bene lo stesso" in promozione gratuita. ho aggiunto a entrambi i volumi il primo capitolo di "aria e altri coccodrilli", che comunque si può leggere qui.

per chi ancora non li conoscesse: "non un romanzo erotico" è un romanzo romantico e divertente che ha come protagonista ester, traduttrice di romanzi erotici la cui vita sessuale non ha molto a che fare con le prodezze descritte nei romanzi che traduce. la trama ti ispira? scarica gratis da qui
"ti voglio bene lo stesso" è una storia malinconica e introspettiva che cerca una delle possibili risposte, per quanto parziale, imperfetta, provvisoria, alla domanda cos'è l'amore. la trama ti ispira? scarica gratis da qui

buona lettura. ma so benissimo che se aveste davvero voluto leggere questi libri li avreste già presi da un pezzo! :)

mercoledì 28 novembre 2018

il mio calendario dell'avvento


quest'anno, forse perché per lavoro sono immersa nel natale fino al collo da settimane, forse perché "la via dell'artista" mi chiede di dedicarmi al mio artista bambino, o forse perché finalmente mi sembra di avere una Vita, ho iniziato ad appendere decorazioni e a sentirmi natalizia molto presto.

nei giorni scorsi stavo quindi meditando di regalarmi un calendario dell'avvento, non qualcosa di fatto da me, un calendario di quelli seri, con le cremine, con i tè, con le candele. in realtà avrei voluto qualcosa di libroso. e... è successo.
il giorno dopo aver espresso questo desiderio, un'amica si è materializzata a casa mia con una pigna di 24 pacchetti blu, tutti numerati, a forma di libro, che nelle intenzioni avrebbero dovuto simulare un albero di natale.

nonostante vari tentativi di montaggio, non sembra un gran che un albero, però il mio calendario dell'avvento libroso e sbilenco troneggia orgoglioso sul tavolo del salotto, in attesa che arrivi il primo dicembre. sono davvero curiosa e felice. quest'anno sarà natale per 25 giorni di fila!

se siete curiosi anche voi, potete spacchettare con me su instagram. ho deciso che farò una story al giorno per mostrarvi quali tesori si nascondano nel mio magnifico calendario. qui sul blog troverete sicuramente un riepilogo. non vedo l'ora!

ps: nella foto il calendario egregiamente montato secondo le intenzioni di chi me l'ha regalato

lunedì 5 novembre 2018

numero per le emergenze


il matematico dice di essere affetto dalla "wanderlust": il desiderio insopprimibile di girare il mondo e vedere posti nuovi (= passare ore nei musei a leggere ogni minima didascalia fino all'ultima parola; scofanarsi di cibo nei migliori ristoranti; fotografare oggetti, panorami, piante, animali, statue, corsi d'acqua, palazzi, tombini, finestre, camere d'albergo, bagni pubblici, panchine, frutti esotici; registrare suoni...)
coniugare la wanderlust con l'essere matematico è un gioco da ragazzi: è pieno di convegni in giro per il mondo. è fingendo di essere interessatissimo a questi concentrati di sapienza (durante i quali per lo più dorme distrutto dal jet lag o dal meat coma) che lui viaggia. negli ultimi anni è andato in scozia, svezia, spagna, polonia, olanda, ungheria, stati uniti - sia costa est sia costa ovest - cina, giappone, singapore...

domenica il matematico è partito per il giappone - kyoto - dicendo "ho lasciato il tuo numero in caso di emergenza".
appena atterrato sul suolo nipponico, il soggetto affetto da wanderlust ha confermato di essere giunto sano e salvo. poi non si è più fatto vivo per quasi 24 ore.
la buona notizia è che nello stesso lasso di tempo non si sono fatti vivi nemmeno quelli a cui ha lasciato il mio numero in caso di emergenza.

martedì 30 ottobre 2018

tante, troppe, tutte le cose che mi sento di consigliare



in questo autunno, che fino a qualche fa somigliava molto all'estate, cerco di rimettere insieme i pezzi, di trovare un equilibrio più stabile, di ritagliarmi dei momenti di silenzio e tranquillità per fare le cose che amo e che mi danno soddisfazione.
sto cercando di capire più chiaramente che persona voglio essere, quale contributo voglio dare.
a volte penso: siamo così tanti nel mondo, ci sono così tante persone piene di talento, di energia positiva, di idee... non è che forse il mio ruolo è quello di restare in un angolo in silenzio per non aggiungere rumore di fondo e permettere di brillare a queste persone davvero capaci?
se rifletto su quello che credo essere il mio talento non esiterei a dire che so scrivere, potrei scrivere degli altri romanzi, mi dico. poi entro in libreria o in biblioteca e mi chiedo: che bisogno c'è che io scriva? se anche tutte le case editrici del mondo smettessero di pubblicare domani avremo da leggere tutti per l'eternità, e in italia, data la quantità di non lettori, avremo da leggere di più ancora.
sì, lo so che sono unica, che solo io ho vissuto quello che ho vissuto, che la mia voce, il mio stile, le storie che posso raccontare sono uniche, ma allo stesso tempo il valore della letteratura non è proprio quello di essere universale, nella capacità di raccontare gioia/dolore/paura/amore/vita/morte e quindi di argomenti di cui può scrivere chiunque?


a questo processo di ridefinizione hanno contribuito (e stanno contribuendo) diverse cose/persone. provo a farne un elenco per categorie da cui spero anche voi possiate attingere spunti interessanti (googlando perché non vi metterò i link)

libri:

* the one thing: spiega come fare a scegliere un obiettivo e a raggiungerlo senza permettere a tutto il resto di distrarci da quell'unica cosa che ci interessa
* 365 days with self-discipline: una citazione al giorno per un anno su cui l'autore riflette e fa riflettere per essere motivati a rinunciare a piaceri effimeri e immediati con l'obiettivo di raggiungere obiettivi a lungo termine (es: rinuncio a scofanarmi di dolci ogni due per tre, per essere più in salute a lungo termine)
newsletter:

* quella di zandegù (ogni giovedì): è sempre ironica, sincera e molto vera. parla con schiettezza delle paure, dei dubbi, della fatica che si fa a essere piccoli imprenditori
* quella di ivan rachieli (di venerdì): è molto autentica, introspettiva, a tratti malinconica e scritta benissimo. 
* quella di james clear: è un esperto di "abitudini", insegna come far diventare facile una qualsiasi abitudine che all'inizio sembra impossibile far diventare tale, come andare a correre regolarmente, mangiare sano, esercitarsi tutti i giorni per imparare una nuova lingua o a suonare uno strumento musicale.
quando ci si iscrive alla sua newsletter regala un pdf sulla creatività che è quanto di più utile e interessante abbia letto negli ultimi mesi.
* quella di intelligent tuesday (ogni martedì): invia dei link super interessanti in cui si parla di crescita personale e vari argomenti. credo sia proprio questa newsletter che mi ha fatto scoprire james clear 
* quella di stefania crepaldi (ogni sabato): dà degli spunti utili per la scrittura in modo chiaro e competente
* quella di ilda - i libri degli altri (ogni sabato): raccoglie articoli sull'editoria, bandi di concorso per racconti o romanzi, fiere del libro in corso...
* pillole di business di massimo martinini (ogni giorno): manda riflessioni utili per far crescere la propria attività, mettersi nella giusta ottica, pensare ai propri clienti, capire come proporre i propri prodotti...

canali youtube:

* quello di sara gavioli: utile per gli autori esordienti, affronta temi relativi all'editing e all'editoria
* quello di marco montemagno: parla di business e intervista persone che hanno successo sul web e non

podcast:

* tutti quelli di storielibere.fm: si parla di immigrazione in italia in RADICI, del comportamento animale in IL GORILLA CE L'HA PICCOLO, di donne fuori dagli schemi in MORGANA...
* senza rossetto: parla di femminismo con delle autrici italiane che vanno da bianca pitzorno a ester armanino


profili instagram:

* quello di balenalab: lei è una copywriter e ovviamente scrive da dio, anche i testi sotto alle sue foto
* quello di tegamini: lei è bravissima con le stories, parla di libri ma anche della sua vita di mamma, traduttrice e influencer che riceve un mucchio di prodotti da sponsorizzare: dai bibanesi, ai fiori a domiclio
* quello di enrica crivello: si occupa di marketing per piccoli business è la moglie di ivan rachieli, quello che manda le mail malinconiche di venerdì. sono una bella coppia di professionisti, molto bravi a comunicare il loro lavoro

incontri dal vivo (questi valgono solo se si abita nella città di U, ma immagino possiate trovare esperienze analoghe nel posto in cui vivete):
* una volta al mese in libreria: frequento un gruppo di lettura che per me è diventato un punto di riferimento. ogni mese decidiamo che libro leggere e il mese successivo ci incontriamo per discuterne. siamo un gruppo eterogeneo, per età, gusti, interessi e la discussione è sempre interessantissima.
* una volta a settimana in libreria: frequento un gruppo di creative che si confronta seguendo il percorso proposto dal libro "la via dell'artista". a guidarci la bravissima silvia cacitti una (quasi) image coach che ha proposto il percorso e "modera" gli incontri settimanali

sabato 27 ottobre 2018

non avevo capito la domanda


riguardando la presentazione di giovedì mi sono resa conto di aver completamente frainteso la prima domanda del mio intervistatore che mi chiedeva: "perché non limitarsi al libro e moltiplicare la comunicazione usando il blog, facebook, instagram? perché tutta questa urgenza di comunicare?"
provo a rispondere adesso per iscritto (l'avevo detto che non sono molto brava con le interazioni di persona :) )

ho aperto il blog nel 2007, quando andava molto di moda.
all'epoca seguivo alcune blogger e apprezzavo così tanto le loro storie e quel loro spazio virtuale che ho pensato potesse essere un mezzo di comunicazione che mi sarebbe piaciuto usare.
mi ero trasferita da poco a torino e, a parte il matematico, non avevo contatti con nessuno. scrivere sul blog mi dava l'illusione di poter raccontare di me, non tanto a degli sconosciuti, ma ad amici e parenti che a causa del trasloco non sentivo più così spesso.
a un certo punto sognavo che il blog diventasse così conosciuto e frequentato da aprirmi un varco nel mondo editoriale com'era successo per pulsatilla, machedavvero, ecc

il blog è un punto fermo ancora oggi, a oltre 11 anni di distanza.
ci sono stati periodi in cui l'ho aggiornato meno di frequente, ma lo considero casa, un luogo dove tornare e potermi raccontare molto più che su facebook e instagram, canali che ho iniziato a usare molto di recente.
anche se sono su facebook dal 2008, è solo dall'anno scorso che ho smesso di avere tra gli amici 200 persone conosciute e ho iniziato ad aprirmi a migliaia di sconosciuti che ruotano attorno al mondo del selfpublishing e dell'editoria.

riguardando il video credo che la persona che mi intervistava fosse scioccata dalla mancanza di pudore, da quella che immagino ai suoi occhi appaia come una sovraesposizione, una sorta di esibizionismo.
mi ritengo una persona molto introversa e riservata eppure scrivo di me, ci metto la faccia, racconto gli affari miei.
non è così da sempre, è stato un percorso graduale: all'inizio non ci mettevo né nome né faccia. l'esigenza di uscire dall'anonimato è cresciuta di pari passo con quella di far conoscere i miei libri.

PS: se avete altre domande o volete intervistarmi per il vostro blog sono felicissima di rispondere.

venerdì 26 ottobre 2018

una cosa divertente che non vedo l'ora di rifare




come dicevo nel post precedente, il luogo ideale da cui mi piacerebbe poter promuovere i miei libri è da sotto un sasso. purtroppo è una strategia di marketing che non funziona. per farti conoscere devi metterci la faccia, prendere contatti, esporti...
quindi ieri, armata di piega fresca di parrucchiere, sono andata in biblioteca a spilimbergo a presentare il mio romanzo "aria e altri coccodrilli"

9 cose degne di nota della serata:

  1. la mano mi tremava così tanto alla prima domanda che avevo paura di darmi il microfono sui denti
  2. la mano mi tremava così tanto al momento di scrivere le dediche che probabilmente verranno lette come tracce di sismografo
  3. alcune persone si sono fatte 25-30 chilometri per venire a sentire me (grazie!)
  4. non c'è stato bisogno di aggiungere sedie, ma quelle che c'erano erano quasi tutte occupate (grazie!)
  5. il libraio che teneva il banchetto si era portato così tante copie del libro da vendere che ogni volta che ho iniziato a contarle per capire quante fossero ho perso il conto. alla fine è stato facile constatare che ne erano rimaste solo 6. (grazie!)
  6. il matematico, seduto per terra in prima fila, si è occupato della diretta facebook. se siete curiosi di vedere com'è andata trovate la registrazione qui (non serve essere iscritti a fb né richedermi l'amicizia per vedere il video)
  7. la presentazione è stata così interessante e partecipata che persino mia mamma (abituata ad addormentarsi sulla sedia verso le otto di sera) è rimasta sveglia tutto il tempo
  8. ho passato tutto il tempo a dire grazie. lo stupore e la gratitudine che provo ogni volta che qualcuno dimostra di dare fiducia a me e alla mia scrittura sono incontenibili. 
  9. la cosa mi è piaciuta così tanto - nonostante il grande tremore - che il 14 novembre ripresento Aria, questa volta alla libreria ubik di udine.
[potete acquistare il romanzo qui ordinarlo al vostro libraio di fiducia o cercarlo negli store online in cui acquistate libri di solito. grazie! ;) ]

martedì 23 ottobre 2018

se arriva più gente possiamo aggiungere sedie



quando "Aria e altri coccodrilli" stava per uscire, l'editore mi ha caldamente invitato a organizzare delle presentazioni dal vivo. notizia che non è stata presa molto bene da nessuno: Timidezza, Introversione, Sindrome dell'impostore mi hanno massacrata a suon di "ma figurati, ti prenderanno a pesci in faccia, a chi vuoi che importi un libro scritto da una sconosciuta su un argomento repellente".
Senso del Dovere e Riconoscenza hanno intonato un coro di "l'editore ti ha dato fiducia, come pensi di vendere quel libro, se invece di promuoverlo ti nascondi sotto a un sasso?".

è così che sono andata nella biblioteca della mia infanzia, quella che ha fatto di me una lettrice.
si tratta della biblioteca di un comune da 10 mila abitanti. ho chiesto di poter fare una presentazione lì vergognandomi come se stessi restituendo un libro con due mesi di ritardo. il mio romanzo non era ancora stato stampato e sono stata accolta a suon di "ma certo, è fantastico, non vediamo l'ora".

Sindrome dell'Impostore sussurrava: "vedrai che appena leggono il libro si tirano indietro".
invece no, giovedì alle 20 e 45 ci sarà la presentazione, a cui io devo solo essere presente perché si sono occupati di tutto loro, con una solerzia e una gentilezza meravigliose.

* hanno preso una copia del libro e l'hanno resa disponibile per il prestito
* ogni volta che il libro veniva restituito, subito lo rifilavano a qualcun altro
* hanno messo a disposizione la sala
* hanno trovato il relatore
* gli hanno fatto avere il libro
* si sono premurati che ci mettessimo in contatto per capire come impostare la chiacchierata
* hanno realizzato, stampato e distribuito le locandine
* hanno contattato il libraio per il banchetto,
* il libraio ha già esposto un mucchio di copie in libreria
* oggi mi hanno chiamata per chiedermi se avessi delle esigenze particolari per l'allestimento della sala!

ho assistito a presentazioni di tutti i tipi, in tutti i tipi di contesti. mi è capitato di vedere autori pubblicati da grossi editori presentare davanti a dieci persone. per cui quando ho chiesto quante persone si aspettano giovedì, credevo avrebbero detto una ventina.
invece mi hanno risposto: in sala ci sono 60 sedie, ma se arriva più gente possiamo aggiungerne altre.

(non so quante persone verranno, ma sono davvero grata e commossa per questa accoglienza così calorosa. ora devo solo trovare qualcosa da mettermi.)

venerdì 12 ottobre 2018

in attesa delle cose che succedono


domani sarò in diretta sul canale youtube di sara gavioli, la mia adoratissima editor.
dalle 17 parleremo di cosa significa essere autori, di come - dove - quando - perché si esordisce e risponderemo anche alle domande che ci verranno fatte in diretta. fossi in voi non me la perderei. ci trovate a questo link. per non dimenticarvi potete attivare il promemoria!

il 25 ottobre, alle 20.45, farò la mia prima presentazione dal vivo, in biblioteca a spilimbergo (PN).
non c'è ancora la locandina, per cui sembra un evento lontano.
ho visto decine e decine di presentazioni di libri, ma non sono mai stata dall'altra parte della barricata.
vi racconterò com'è, ma se siete da quelle parti venite a scoprirlo.

mercoledì 3 ottobre 2018

le pagine del mattino


a gennaio scrivevo questo post in cui raccontavo che tenere un diario dei miei progetti di scrittura mi stava aiutando moltissimo.
la cosa ha funzionato benissimo fino a marzo-aprile.
nei primi mesi dell'anno:


poi la magia si è inceppata, le cose belle hanno smesso di succedere e io ho abbandonato l'abituidine di scrivere sul diario e di scrivere in generale.
anche solo vedere il quaderno mi spaventava, non riuscivo nemmeno a prenderlo in mano, a spostarlo quando dovevo spolverare la superficie su cui si trovava.

per ricominciare a scrivere - qualcosa, qualsiasi cosa - mi sono imposta di copiare una frase da un libro ogni giorno. ho impiegato due mesi, copiando come una scolaretta un'unica frase al giorno, per riuscire a smettere di aver paura di quel quaderno e scrivere una frase mia. niente di creativo o magnifico, solo lamentele o banalità quotidiane.

da qualche settimana ho ripreso a scrivere sul quaderno. poche frasi, nemmeno tutti i giorni.
fino a che venerdì scorso ho iniziato a scrivere "le pagine del mattino" come suggerito dal manuale "la via dell'artista".
ogni mattina, appena sveglia, prima di colazione, prendo in mano il quadernetto e scrivo tre pagine di qualsiasi cosa mi passi per la testa. al momento ci impiego 20 minuti per riempire tre facciatine di quadernetto a5. sono lenta e anche se l'obiettivo è proprio quello di scrivere di getto senza badare a logica, ortografia, grammatica passo il tempo a correggermi, a cercare la parola giusta, a cancellare. insomma, faccio il contrario di quello che l'esercizio richiede.
ma quantomeno scrivo. per ora.

martedì 25 settembre 2018

il mio pordenonelegge



arrivo con qualche giorno di ritardo a parlarvi degli autori che sono stata ad ascoltare a pordenonelegge, e lo faccio con ritardo di proposito, perché è solo aggiungendo tempo (e riflessione) che le mie considerazioni - come quelle di chiunque - possono aumentare di valore.

venerdì ho ascoltato francesco targhetta - autore di "le vite potenziali". sabato ero una tra le centinaia di persone che riempiva il teatro verdi per paolo giordano (sì, quello che ha scritto "la solitudine dei numeri primi", libro di cui sembra impossibile non parlare in sua presenza anche se sono passati 10 anni e tre altri romanzi).
in comune questi due autori hanno il fatto di essere nati negli anni '80 (come la sottoscritta) e il fatto di aver pubblicato di recente un romanzo che tenta di riflettere su cosa significhi vivere il nostro tempo. romanzi che hanno impiegato anni a scrivere, perché la complessità, la riflessione, la scrittura richiedono tempo.

viviamo in un momento storico in cui tutto si consuma mentre accade. tutto viene scritto, documentato, condiviso in diretta. dalle notizie che leggiamo sui quotidiani, ai fatti privati.
parlare oggi di pordenonelegge è fuori tempo, insensato, sorpassato. è finito da due giorni e nel frattempo c'è stato da dire la propria su cosa sia il cancro, si è saputo che il film dogman è candidato agli oscar e che giovinazzi correrà in formula1.
sembra non esserci tempo per elaborare un pensiero complesso, per riflettere. anche l'indignazione per qualcosa viene subito spazzata via da un nuovo motivo per cui indignarsi, da una notizia dell'ultimo secondo da condividere e commentare a caldo senza pensare, perché tra cinque minuti il parere su quel qualcosa sarà irrilevante, sorpassato dalle reazioni a un altro evento, ancora più recente.



secondo paolo giordano il nostro è un tempo di solitudine, in cui la rete crea un simulacro di interazioni sociali che genera nostalgia per i corpi. in cui nemmeno la causa ambientalista e i cambiamenti climatici riescono a creare unione. è un tempo in cui l'individuo si sente irrilevante e di conseguenza frustrato.

targhetta riflette sulla vita moltiplicata dai social: c'è la vita che viviamo, e la vita che viviamo in rete attraverso una foto (che nel frattempo prende like e commenti su fb), una mail (alla quale qualcuno sta rispondendo), un messaggio, un video...

martedì 11 settembre 2018

la conta degli yogurt

due yogurt fa, il matematico è partito per uno dei suoi viaggi di lavoro. tornerà tra dieci yogurt. tutto il tempo tra uno yogurt e l'altro sarà proficuamente impegnato per leggere, dormire, mangiare qualcosa di diverso da uno yogurt, guardare almeno una puntata della serie tv "the affair", lavorare, leggere.

lunedì 10 settembre 2018

10 settembre - giornata mondiale per la prevenzione del suicidio

come immagino avrete capito, quella del suicidio è una questione che mi sta particolarmente a cuore. in occasione della giornata mondiale per la prevenzione del suicidio ho deciso di compiere delle azioni concrete per sensibilizzare sul tema. per prima cosa ho girato questo video in cui metto la faccia. oggi pomeriggio parteciperò al flash mob alle 19.

venerdì 7 settembre 2018

il mese delle sfide accettate e perse


ad agosto ho inziato a partecipare a delle social challenge. di cosa si tratta? nei casi di cui parlo, tutto parte da una professionista che sfida le persone che la seguono a portare avanti un piccolo progetto di durata variabile.

la prima challenge a cui ho partecipato su instagram è stata #acomeautostima. silvia lanfranchi, la social media biondina, invitava ogni giorno a riflettere su un aspetto dell'autosima. la challenge in questione si è protratta per tutto il mese di agosto, io sono durata dieci giorni.

la seconda challenge è stata #deciditi, di giada carta. lei si definisce soulful mentor, attraverso le dee, le carte, la posizione dei pianeti ti aiuta a capire chi sei, cosa vuoi, come raggiungere i tuoi obiettivi. questa challenge è stata abbandonata al giorno 1.

in entrambi i casi ho mollato perché non capivo il senso né l'utilità di svolgere gli esercizi che mi venivano proposti. ho un approccio molto razionale alle quesioni, e se non capisco cosa sto facendo né perché, se non vedo un senso non mi sento a mio agio né motivata a fare qualcosa.

il terzo tentativo è stato con sara salvarani la digital marketing coach. con la sua #freeworkchallenge propone degli esercizi per imparare a gestire meglio il tempo e il lavoro. in questo caso ho solo letto scrupolosamente le email senza fare niente.

non paga di questi tre fallimenti ho iniziato ieri la quarta challenge: #polveredistelle di ilaria ruggeri. lei si definisce personal musa. l'obiettivo di questa sfida è capire capire quali sono davvero i miei desideri, metterli a fuoco e farli risplendere.

quello che mi colpisce in tutto questo è che ci siano delle donne intraprendenti, forti, intelligenti, positive, capaci di avviare delle attività in proprio di successo contando solo sulle proprie forze. tutte hanno un sito bellissimo, una grafica coordinata, hanno una loro identità chiara che comunicano molto bene. gestiscono diversi canali social, sanno montare video, scrivere testi persuasivi, far crescere una newsletter, coinvolgere.

io, che sono più o meno loro coetanea, non ho idea di chi sono e non so cosa voglio fare nella vita. le guardo con stupore e ammirazione e mi chiedo quale pezzo mi manchi.

mercoledì 22 agosto 2018

scrivimi

nel periodo in cui i francobolli costavano tra le 600 e le 750 lire sono stata una grandissima scrittrice di lettere.
avevo decine di amici di penna, scovati nell'apposita sezione di qualche giornalino per ragazzi o raccattati durante le vacanze.
a volte scrivevo due o tre lettere alla stessa persona, prima che questa avesse tempo o voglia di rispondere.
non ero una fanatica della carta da lettere perché prevedeva solo un foglietto smilzo per ogni busta, mentre a me ne servivano tre o quattro. così mi trovavo sempre con un sacco di buste spaiate.
ho scritto lettere anche quando i francobolli costavano 41 centesimi di euro. poi mi sono convertita alle email, alla loro immediatezza. ma non ho mai più provato la genuina trepidazione che mi prendeva allora, quando mi appostavo alla finestra per vedere arrivare il postino, o quando guardavo nella cassetta delle lettere.

nel 2002 prima di trasferirmi a torino, avevo regalato al mio ragazzo di allora (sì, c'è stato un tempo in cui non stavo col matematico, sorprendente, vero?) una carta da lettera azzurropillin con cui pretendevo che mi scrivesse.
la mia coinquilina aveva soprannominato quel ragazzo (o quelle lettere o entrambi) letterablu, e con me, anche lei, aspettava trepidante l'arrivo di quelle buste.
è l'ultima volta che ricordo di aver corrisposto con qualcuno.
fino a ieri.

la lettera, che ho impiegato tre settimane a scrivere, inizia così:

È da moltissimi anni che non ti scrivo una lettera. All'epoca le scrivevo a mano, ora non ne sono più capace. Ci ho provato, due giorni fa: ho riempito un foglietto e mezzo, con una grafia illeggibile anche a me stessa, disabituata a usare carta e penna. Sulla tastiera sono molto più veloce, non solo a scrivere, ma anche a cancellare, riscrivere, ritornare sulle mie parole, far finta di non averle scritte.

lunedì 6 agosto 2018

come la pesca

l'attesa del movimento è come la pesca, avvincente e rilassante al tempo stesso. succede qualcosa? si muove qualcosa sotto la superficie? c'è una vita che ancora non vedo ma che si manifesterà non appena abbocca? cosa sta affiorando? 


tu l'hai detto - connie palmen (iperborea)


vorrei riuscire a dire delle cose su questa frase che mi ha colpita molto. ma visto che sono nella fase pinguino continuo a scrivere e cancellare senza arivare a mettere in fila due righe di senso compiuto. 
quando hai scritto e speri che qualcuno ti legga e ti apprezzi è sempre come la pesca, butti i tuoi ami e stai lì, a guardare nell'acqua torbida, chiedendoti se là sotto c'è qualcuno, se la tua esca è abbastanza buona, se non dovresti cambiare canna da pesca, modo di lanciare. se non faresti meglio a darti all'ippica. 
alla fine non ti costringe nessuno a star lì con la tua canna. senza contare che c'è così tanta gente che ci prova. vedi pesci banana e balene nei canestri degli altri e ti chiedi che bisogno c'è che anche tu stia lì per giorni, mesi, anni, con la tua stupida canna da pesca a tirar su pesci lunghi 10 centimetri che non sfamano nessuno.
e poi ti rendi conto che chi ora ha nel cesto pesci banana e balene pesca da molti più decenni di te, ha atteso e cambiato canne e esche e acque e che alla tua età pescava pesci lunghi 10 centimetri chiedendosi, come te, se avrebbe mai tirato su almeno una trota.

lunedì 23 luglio 2018

come un pinguino


c'è un maginifico albo, illustrato da polly dunbar, che si intitola "perché non parli?".
un bambino riceve un pinguino e prova in tutti i modi a farlo parlare. ma lui non dice nulla. fino all'ultima pagina, quando finalmente riesce a raccontare (nell'immagine che vedete qui sopra) tutto quello che è capitato e che fino a quel momento non era riuscito a dire.

ecco, in questo periodo mi sento molto quel pinguino: accumulo, interiorizzo, assorbo tutto ciò che vedo e sento e immagino e leggo... ma non riesco a dargli una forma, a sintetizzarlo, a esprimerlo, a renderlo coerente.

mi è così difficile esprimermi a parole che per costringermi a scrivere ho iniziato a copiare sul mio quadernetto, tutte le sere, una frase da un libro che sto leggendo. è solo una frase. è pure copiata. ma è tutto quello che ora riesco a scrivere.

aspetto. paziento.
so che prima o poi, come pinguino, arriverò all'ultima pagina e tutto quello che ora non riesco a scrivere verrà fuori e sarà maestoso.

mercoledì 18 luglio 2018

la forza dell'abitudine



da qualche settimana vado a correre quasi tutte le mattine verso le sette, nel parchetto vicino casa.
quando ti trovi tutti i giorni, alla stessa ora, nello stesso posto, è inevitabile incappare in altri abitudinari come te. ecco un piccolo inventario di abitudinari del parchetto:

* le matrioske: due signore sui sessant'anni che parcheggiano la bici nella rastrelliera e fanno dei giri random passeggiando e chiacchierando. devono il loro soprannome al fatto che le loro costituzioni fisiche molto diverse permetterebbero alla più massiccia di inglobare la più minuta.

* la tizia col cane di razza boxer: per vederla bisogna andare un po' prima delle sette. è una signora, esilissima e scattante, che si porta al guinzaglio questo cagnone vecchio e pigro che si ferma ogni pochi passi. in attesa che il cane si muova, lei cammina nervosamente sul posto.

* lo scalzo: indossa sempre un paio di pantaloni corti verde militare e una canottiera beige. appena entra nel parco si toglie le infradito e le tiene in mano per tutto il tempo che impiega a raggiungere l'uscita. a quel punto si rimette le ciabatte e prosegue per la sua strada.

* quello che si allena: è un uomo sui trent'anni, pelato ma con una folta barba rossiccia. esegue degli esercizi a corpo libero nell'area attrezzata. fa addominali, allungamenti, flessioni, plank. salta la corda senza mai inciampare. ha un corpo armonico e tonico e l'aria di chi usa quegli esercizi fisici come una preghiera o un esercizio di meditazione.

ogni volta che vedo quello che si allena penso: "com'è bravo, com'è costante, com'è "inspirational".
ci ho messo parecchio a rendermi conto che se posso pensarlo di lui, devo pensarlo anche di me stessa. perché tutte le volte che ho visto lui allenarsi, io stavo correndo.

giovedì 12 luglio 2018

questo post è generosamente offerto dai santi ermacora e fortunato


quando si lavora da casa, il rischio di non sapere darsi degli orari è molto alto. ci si ritrova a rispondere alle mail alle 7 di mattina, di domenica, la vigilia di natale. si stacca quando si può, quando il carico di lavoro diminuisce, quando capita.
a volte si mettono dei paletti, si decide che mezz'ora di corsa è sacra e cascasse il mondo si va, altre volte ci si tuffa in apnea.
quando si lavora da casa il rischio di perdere la visione d'insieme è molto alto. se quando lavoravi in ufficio avevi l'impressione di costruire una cattedrale, quando stai davanti al computer tutto il giorno, da sola, senza parlare con nessuno, può capitarti di sentirti una che impila inutili e noiosissimi mattoni.
e guarda caso, in questo periodo, mi sento proprio così.
quindi oggi io e il matematico ci siamo presi un giorno di ferie e siamo andati a farci un giro, a vedere tempietti, ponti e ipogei per sentirci colti. a mangiare sfogliatelle al cioccolato per rifocillarci. a camminare a caso per le vie di un posto nuovo per il semplice gusto di farlo.
sì, ok, non siamo stati così trasgressivi come sembra, dato che oggi nella città di u si festeggiano i santi patroni ermacora e fortunato, ma è stato comunque fighissimo.

martedì 10 luglio 2018

"Aria e altri coccodrilli" è un libro vero


da adolescente ho passato un'intera estate ascoltando in loop un best of dei pooh mentre facevo un puzzle da quattromila pezzi.
ora che tutte le mie coetanee postano su instagram le foto dei loro pargoli, io sono una delle pochissime a non avere e non volere figli.
ho sempre avuto bisogni e desideri diversi da quelli dei miei pari e non ho potuto fare altro che prenderne atto.

spesso sento dire che la lettura soddisfa il bisogno di evadere dalla realtà, che i romanzi rosa (che vanno di gran moda soprattutto nel circuito dell'autopubblicazione) hanno così tanto successo perché fanno sognare.
io, però, non leggo per sognare né per evadere, leggo per immergermi nella realtà, per comprenderla più a fondo, per arrivare al senso, al nocciolo delle cose. 
nella realtà c'è molto rumore di fondo che distoglie, confonde; nei libri ben riusciti l'autore seleziona degli eventi per dare un'interpretazione della realtà. un bravo scrittore distilla ciò che conta, unisce i puntini per mostrare qualcosa che altrimenti non sarebbe visibile, né comprensibile.

è quello che cerco di fare quando scrivo: raccontare una storia che dica qualcosa di vero, di importante. non so scrivere favole rassicuranti, non so scrivere di amori idilliaci. non mi interessa il lieto fine perché lo sento finto, posticcio, irrealistico, parziale. perché non voglio evadere dalla realtà ma voglio comprenderla.
non vorrei essere fraintesa, non sto parlando della qualità di quei libri - conosco autrici bravissime che scrivono ottimi romance - sto semplicemente dicendo che non sono libri che amo leggere e che non ho interesse a scrivere.
ho provato a cavalcare l'onda scrivendo "non un romanzo erotico" che in effetti è il mio libro di maggior successo, ma non è il tipo di storie che ha senso raccontare per me.

tutta questa lunga introduzione per dirvi che "Aria e altri coccodrilli" è finalmente stato pubblicato. non è un libro rassicurante, non è un libro facile, non è un libro per chi legge per evadere.
è un libro che indaga la paura di vivere, la ricerca di senso. è un romanzo che chiama le cose con il loro nome.
l'ho scritto per me, e per chi, (come me) nei libri cerca senso e profondità.

ps: potete acquistare "aria e altri coccodrilli" sul sito dell'editore a questo link, presto sarà disponibile anche su amazon, ibs &co, oppure potete ordinarlo dal vostro libraio di fiducia (l'editore è piccolino ma distribuito a livello nazionale da directBook, non dovreste avere problemi a reperirlo). prossimamente anche in edizione ebook.

sabato 30 giugno 2018

c'è un tempo per ogni cosa


come dice saggiamente la bibbia "Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo" e chi sono io per contraddirla?

per me questo è un periodo di contemplazione, di ricerca, di osservazione, di studio, di letture. è un periodo in cui guardo, assorbo, leggo, taccio e non scrivo.
e in queste ultime settimane di latitanza ho imparato cose interessanti, letto libri stupendi e capito quali sono i miei valori irrinunciabili, i quattro pilastri su cui si fonda la mia vita di adesso: 
* dormire
* leggere 
* mangiare dolci
* correre

le due letture che mi hanno folgorata ultimamente sono "open" di agassi e "parla mia paura" di simona vinci.
sono due libri in apparenza molto diversi, il primo un tomo di 500 pagine, il secondo un volumetto. il primo la biografia di uno sportivo, il secondo l'autobiografia di una malattia. 
la cosa che accomuna entrambi, e che è ciò che mi ha colpita, è la capacità di questi libri di raccontare quello che non ci si aspetta, quello che uno non vorrebbe sentirsi dire, quello che di solito le persone nascondono: la fragilità, le contraddizioni, la malattia, gli insuccessi, il dolore, la paura. 
passiamo tutto il tempo a costruire un'immagine di noi stessi bella, sana, vincente, piacevole. riempiamo i social di selfie, di foto costruite ad arte spostando lo sporco, lasciando fuori dall'inquadratura quello che potrebbe rovinare l'idillio, la perfezione di un luogo e di un momento che vogliamo far apparire perfetti anche se non lo sono affatto.
in quei libri, invece, la vita viene raccontata in modo che definirei "politicamente scorretto" per quanto spazio viene concesso all'innominabile.
forse uno dei motivi per cui nell'ultimo periodo non ho aggiornato questo blog è proprio il timore di non sapere o non poter raccontare quell'innominabile, che invece in quei libri è così ben descritto.
il fatto che altri abbiano saputo e potuto farlo è catartico.

domenica 10 giugno 2018

campagna di sensibilizzazione degli autisti


è successo che giorni fa avevo bisogno di prendere una corriera che mi portasse da una zona industriale deserta, al centro città.
ovviamente le corriere interurbane che conducono alla civiltà passano ogni 2-3 ore, per cui perderla avrebbe significato tribolazioni non indifferenti.
dopo aver atteso 20 minuti alla fermata, ho chiamato il servizio clienti dell'azienda addetta, che mi ha detto di chiamare un altro numero, a cui nessuno ha risposto.
dopo 30 minuti di attesa ho capito che avrei dovuto affrontare le tanto temute tribolazioni.
una volta arrivata a casa sana e salva ho scritto una mail all'azienda addetta per sapere se avessero cambiato orario. l'azienda ha risposto così:


e poi ieri, tornando da ppp alla città di u, l'autista a un paio di chilometri dalla mia fermata ha pensato bene di prendere la terza uscita di una rotonda invece della seconda.
fortunatamente i due altri passeggeri che viaggiavano con me sono stati capaci di riportarlo sulla retta via.
speriamo che sensibilizzino in fretta gli autisti.

sabato 26 maggio 2018

le cose che ho da dire


mi sono iscritta ai corsi di scrittura online di zandegù.
ho attivato questo abbonamento perché è da un anno che non scrivo un romanzo e avevo bisogno di stimoli. oppure, perché avevo bisogno di un'altra scusa per rimandare il momento in cui mi sarei rimessa a scrivere.
e insomma, in uno dei corsi c'è lo scrittore marco lazzarotto che dà dei consigli su come trovare e ordinare le idee per scrivere; in particolare suggerisce di fare l'esercizio "le cose che ho da dire".
l'esercizio consiste nell'aggiornare quotidianamente la propria lista di cose da dire usando la formula
"ho da dire di..."
è un esercizio banale, cosa ci vuole? non serve neanche essere scrittori o aspiranti tali. non si tratta delle cose che ho da scrivere né delle cose di cui vorrei scrivere, semplicemente cose che ho da dire, e chiunque ha da dire qualcosa.
tranne me, evidentemente: è da una settimana che ci penso e non ho avuto ancora il coraggio di prendere il mio quadernetto e fare questo esercizio.

(se avete cose da dire, vi consiglio caldamente di provare i corsi online di zandegù. sono in abbonamento, potete iscrivervi anche solo per un mese.
è tipo netflix, vi guardate le lezioni quando vi pare, ed è figo uguale. la buona notizia è che fino a domenica 28/5 potete abbonarvi con il 35% di sconto, il codice sconto è HAPPY35. io ve l'ho detto, approfittatene!)

mercoledì 23 maggio 2018

grazie, graziella e grazie a


quando stai per pubblicare un libro arriva il momento in cui devi scrivere i ringraziamenti.
non sono obbligatori, però quando stai per mandare il manoscritto editato all'editore, ti chiedi se vuoi scrivere dei ringraziamenti o meno, e io me lo sono chiesta.

da lettrice ho l'impressione che non siano così interessanti, nella maggior parte dei casi è un elenco del telefono che interessa solo a chi è citato.
e in fondo sono prevedibili e si assomigliano tutti:
* ci sono i ringraziamenti per i genitori,
* le mogli ringraziano i mariti per aver loro concesso il tempo per scrivere,
* i mariti non ringraziano le mogli perché loro il tempo se lo prendono e non hanno bisogno di chiederlo a nessuno,
* tutti ringraziano gli editor e lo staff della casa editrice
* e poi c'è una sfilza di nomi di amici che in un modo o nell'altro hanno sostenuto l'autore/autrice con chiacchierate, bevute, cene, risate...

nei romanzi che hanno richiesto consulenze tecniche si ringrazia il medico legale, il chirurgo, il liutaio che hanno fornito insostituibili consigli e dettagli per rendere il libro più credibile e realistico.

c'è poi la captatio benevolentiae di chi ringrazia i propri lettori senza i quali l'autore/l'autrice non sarebbe nessuno e non avrebbe senso di esistere.

voglio scrivere anch'io dei ringraziamenti così banali e prevedibili? ovviamente no!
ho qualcuno da ringraziare che non sia l'editor, l'editore, gli amici, i familiari? nemmeno questo.
forse a fare la differenza, come sempre, non è COSA si scrive ma COME lo si scrive, e allora la bravura dovrebbe stare nello scrivere le cose che scrivono tutti, ma in modo originale.

i miei ringraziamenti non convenzionali suonerebbero più o meno così:

Ringrazio la WGKK per aver pagato la maggior parte dell'onorario della mia psichiatra.
Ringrazio i miei genitori per non avermi impedito di continuare gli studi, di leggere, di scrivere.
Ringrazio il libro "Due di due" cui io e questo romanzo dobbiamo moltissimo.
Ringrazio la tavoletta di cioccolato "Milka Oreo" per non avermi mai delusa né tradita, per esserci stata anche nei momenti in cui nulla aveva senso.

ps: ho aggiunto a tutti i post che parlano di aria e altri coccodrilli l'etichetta, così cliccandola potete ricostruire la strada che ha fatto per arrivare fino a qui. per farlo ho aggiornato dei post che ora risultano scritti oggi. sorry.

pensare a tutto per non dover far niente

non so decidermi, continuo a pensare a cosa potrei scrivere e non scrivo nulla.
rileggo romanzi già scritti con l'intenzione di rimaneggiarli, e non mi decido a  intervenire su nessuno. penso a cosa potrei aggiungere e cosa togliere. ma resto nel mondo del possibile, del potrei, del dovrei, del sarebbe. 
oggi, come se tre cantieri aperti non fossero abbastanza, ne ho aperto un quarto, rileggendo un romanzo scritto nientemeno che nel 2011.
a quasi sei anni di distanza ci ho ritrovato tutte le mie ossessioni immutate, è come se quel libro contenesse già tutti i libri che ho scritto dopo.
la maternità, di cui ho parlato in "childfree"
le litografie di escher, che ritornano anche in "chi primo arriva all'altalena"
il suicidio, appena accennato in "chi primo arriva all'altalena" e tema centrale di "aria e altri coccodrilli" romanzo in cerca di editore
la passione per la scrittura, che c'è in "non un romanzo erotico" ma anche in "chi primo arriva all'altalena" che per metà è un romanzo epistolare.

dramma a lignano

22enne si toglie la vita.

nei mesi che ho impiegato a scrivere il mio romanzo sul suicidio, per motivarmi alla scrittura e convincermi della sua necessità, cercavo quasi tutti i giorni notizie di suicidi, in particolare di suicidi di adolescenti, perché adolescenti sono le protagoniste del mio romanzo "aria e altri coccodrilli". questo il macabro resoconto con le storie che più mi avevano colpita:

  • 18 gennaio 2016: una ragazzina di 12 anni di Pordenone si è buttata dalla finestra lasciando il messaggio "adesso sarete contenti"
  • 8 marzo 2016: una ragazza di Udine si è gettata dal balcone dopo una lite con la madre
  • 15 aprile 2016: un ragazzo di 15 anni di Carpenedolo si è gettato dal campanile dopo essere stato cancellato dalle amicizie di FB da una compagna
  • 11 maggio 2016: una ragazza francese di 19 anni si è suicidata buttandosi sotto ai binari in diretta su Periscope.
nei primi sei mesi del 2016, in Italia, 78 ragazzi si sono tolti la vita con successo.

mi rendo conto che non sia un argomento entusiasmante, ma credo che sia necessario che se ne parli, anche nei romanzi YA. 
per ogni ragazzo che si toglie la vita con successo, ci sono molti tentati suicidi che non finiscono sui giornali, e chissà quanti ragazzi che si trovano da soli a fronteggiare i pensieri suicidari:
del resto non è esattamente qualcosa di cui ci si vanta o di cui si possa parlare con gli amici durante la ricreazione.

l'articolo di giornale riporta anche i numeri verdi a cui è possibile rivolgersi per avere supporto e aiuto psicologico: 
Telefono Amico 199.284.284, 
Telefono Azzurro 1.96.96, 
Progetto InOltre 800.334.343, 
De Leo Fund 800.168.768

l'intervista mancata

Per farmi conoscere come autrice self avevo risposto all'intervista di un blog letterario che, tempo di rispondere alle domande, ha chiuso. Per non buttare via tutto pubblico qui le risposte alle domande più interessanti.

La prima domanda è di carattere personale. Chi sei fuori dal mondo della carta stampata? 
Sono una 35enne felicemente childfree, una copywriter, una maratoneta mancata e una lettrice bulimica che ama molto i dolci.

Come ti sei avvicinata al mondo della scrittura? 
Ho deciso che sarei diventata scrittrice verso i 14 anni, quando sono diventata una lettrice. Volevo imparare a fare la magia che gli scrittori che amavo riuscivano a esercitare su di me. Prima di scrivere narrativa sono stata una grandissima scrittrice di lettere. Avevo amici di penna a pacchi, di solito la proporzione era di 3 lettere mie contro 1 lettera del povero corrispondente di turno.

Parlaci delle tue opere. A quale sei più affezionata? Cosa significano per te? 
Il mio libro pubblicato cui sono più legata è “Ti voglio bene lo stesso”, una storia malinconica e introspettiva che scava molto nei personaggi e che ha scavato molto in me. Tra i molti libri ancora nel cassetto ce n'è uno che si chiama “Aria e altri coccodrilli” che spero trovi un editore vero. È la storia di due diciottenni malate di depressione che in qualche modo si salvano l'un l'altra.

Se potessi scegliere tre libri scritti da altri e farli diventare tuoi, quali sceglieresti e perché? 
“Di carne e di carta” di Mirya, perché gioca sul tema amore reale/amore di carta che mi è molto caro. “Due di due” di Andrea De Carlo perché è il libro che ho riletto più volte in assoluto.
“Cercando Alaska” di John Green perché adoro i romanzi YA e quello è uno dei miei preferiti.

Hai un tuo rituale per scrivere? Che so, devi scrivere prima su carta e poi su pc? Solo di notte e nel letto? 
Scrivo solo su pc e cerco di farlo in luoghi pubblici dove non conosco la password del wifi, lasciando lo smartphone a casa. Altrimenti mi è impossibile non farmi distrarre da FB e dalle molte tentazioni di internet.

Qual è il tuo pensiero sul mondo del self publishing? Secondo te meglio pubblicare soli o con casa editrice di qualunque portata?
Ho autopubblicato e mi sono affidata a degli editori digitali. Autopubblicare è molto faticoso, soprattutto per la parte di promozione. Ma anche i rapporti con gli editori possono essere faticosi. Penso che non ci sia una strada migliore, c'è la strada che l'autore decide di scegliere per il libro che ha in mano in quel momento. A volte è una strada obbligata: nel mio caso ho autopubblicato “Ti voglio bene lo stesso” perché ero stufa del silenzio degli editori. 

Spesso e volentieri, purtroppo, salta all'occhio qualche discussione: autori contro autori, lotte fra editori e così via. Perché secondo te succede? Pensi che ne risenta l'intero movimento o che siano fiammelle isolate?
Cerco di tenermi molto lontana dalle dispute tra autori e tra editori. Mi annoiano e le trovo dannose per tutti. Da autrice cerco di scrivere libri onesti e di curarli il più possibile per dare ai lettori un prodotto di qualità.