lunedì 30 giugno 2008

ancora cose a caso

anche oggi devo ancora lavare i piatti.

il mio telefono cellulare sta insieme con in nastro adesivo. la prossima volta che cade lo cambio. o forse no.

la persiana è ancora rotta, considerando che non è possibile che si aggiusti da sola, quanto tempo passerà prima che mi decida a farla riparare?

sto ascoltando niccolò fabi. i testi di alcune sue canzoni mi piacciono molto (costruire, il mio stato, i rapporti...)

ho guardato alcune foto di qualche anno fa. sono cambiate molte cose ma ho ancora la stessa faccia da schiaffi.

per la prima volta da mesi io e il matematico abbiamo fatto un "discorso serio", di quelli che nascono con la spaventosa frase "io e te dobbiamo parlare": abbiamo entrambi paura e bisogno di guardare a un futuro che sia nostro.

ho un sacco di cellulite-smagliature-peli superflui.

i miei nuovi pantaloni sono proprio carini.

vado a fare la nanna, e di nuovo dovrò fare i conti con il letto mezzo vuoto, il caldo, l'assenza di bacini della buona notte. forse mi ci sono abituata.

scrivere

scrivere per me è importante, è fondamentale, è una necessità.
è un atto di fiducia, di purificazione, di rispetto verso me stessa.
la mia scrittura in questo blog ha trovato la sua dimensione ideale.
poche righe tutti i giorni.
in questo blog entrano pensieri, ossessioni, paure, immagini.
è autobiografia e allo stesso tempo "letteratura", esercizio di stile, in un certo senso è anche finzione.
in queste pagine entrano frammenti della mia vita filtrati attraverso la scrittura, distorti dal bisogno di scrivere, di comunicare, di divertirmi con le parole.
tutto questo per dire che non sempre sto male come potrebbe sembrare dai miei post, e non sempre sto bene anche se i miei post lo farebbero intendere.

domenica 29 giugno 2008

lettera

caro dio,

non so se esisti ma mi sa che non ho nessun altro a cui raccontare queste cose, quindi, pur correndo il rischio che queste parole finiscano inascoltate, ti scrivo.
ecco, io in questo periodo ho la sensazione di aver commesso solo un mucchio di errori.
se guardo la mia vita tutta insieme mi sembra un grumo informe di situazioni melmose e in genere poco piacevoli. e non so dove ho sbagliato. ho sempre scelto ciò che amo. ho scelto un lavoro che c'entra con i libri, perché sono i libri che amo, ho scelto di vivere con il matematico, perché è lui che credo di amare e pur avendo esattamente quello che ho sempre desiderato, non sono felice, non sono serena, non mi sento soddisfatta.
forse è solo un periodo di stanchezza, forse è normale mettere tutto in discussione, forse.
però adesso vorrei buttare tutta la mia vita all'aria. vorrei cambiare lavoro e cambiare casa e cambiare fidanzato e cambiare città e allo stesso tempo so che non avrei la forza di affrontare nessuno di questi cambiamenti.
avrei bisogno di un consiglio saggio, di un consiglio disinteressato, di un consiglio che non contenga anche un giudizio su di me e una condanna.
mi spaventa parlare di quello che provo e che sento agli altri, perché l'immagine di me che mi viene restituita è quella di una persona insoddisfatta, infelice, insofferente. e io non voglio essere così. mi spaventa parlare di me agli altri perché a loro sembra così facile e chiaro cosa non va, cosa dovrei fare, cosa non funziona, e le loro certezze sulla mia vita mi terrorizzano. cosa ne sanno gli altri di me? cosa so io di me? cosa devo fare?
ecco caro dio, non credo leggerai nemmeno una riga di quello che ho scritto, però avevo bisogno di scriverlo.

sabato 28 giugno 2008

coccole

capelli nuovi
passeggiata in centro
giretto in libreria
vaschetta di gelato
riposino pomeridiano
un buon libro

venerdì 27 giugno 2008

planning

comunque vada, domani non fumo. promesso.
se poi riesco a comprare un paio di sandali, tagliarmi i capelli, fare la spesa, rinnovare l'abbonamento del treno, regalarmi un bel sabato, meglio ancora.

sottrazione

la mia vita funziona per sottrazione. una specie di ricerca dell'essenzialità che diventa limitazione e chiusura di orizzonti.
ho scelto un colore (non serve, vero, che dica quale)
alcuni sapori (pasta, pane, pizza, patate, panna, prosciutto cotto)
degli abiti (jeans e t-shirt per l'estate, jeans e felpe col cappuccio per l'inverno)
una passione (le parole: lette, scritte, pronunciate, sussurrate, urlate, pensate, condivise)
una città (torino)
un amore (il matematico)
tutto il resto è tagliato fuori. non si può aggiungere nulla, al massimo si può sostituire qualcosa.

mercoledì 25 giugno 2008

cose a caso

questa mattina mi ha svegliato un sogno strano, popolato di animali poco amichevoli.

devo ancora lavare i piatti.

leggere le chiavi di ricerca, con le quali qualcuno è capitato qui, mi ha fatto sorridere (bisogni in ufficio blog, rughe a 25 anni, mangia cacca, sto male con i capelli corti).

domani sera dovrei fermarmi a milano dai miei zii e non ne ho voglia.

sono riuscita a piegare la biancheria asciutta, chissà se riuscirò anche a metterla nei cassetti.

devo andare a tagliarmi i capelli.

la tapparella rotta è un'autentica seccatura.

sono esasperata dalla lentezza con cui le cose accadono.

il contatto più intimo che posso avere con il matematico è accarezzare lo schermo in corrispondenza della sua guancia, quando videochiamiamo con skype

devo assolutamente staccarmi dal pc.

martedì 24 giugno 2008

66 minuti

dopo i 255 minuti di qualche giorno fa, ecco un nuovo piccolo record, che a confronto sfigura, ma non è niente male.
anche oggi qualcuno ha deciso che il posto migliore per mettere fine alla sua vita erano i binari della torino milano.
questa volta non è stato l'intercity 618 ad avere il privilegio di sbrindellare le sue membra trascinandole per centinaia di metri, per questo il ritardo occorso si è limitato a 66 miseri minuti.
in ogni caso, dato che ci si annoiava a star fermi in stazione, due passeggeri magrebini hanno deciso di vivacizzare l'attesa aggredendosi verbalmente in italiano. dato che erano parlanti alle prime armi si sono limitati ai rudimenti, scambiandosi dello stronzo, del coglione, rivolgendosi al controllore con espressioni grossolane tipo fatti i cazzi tuoi e prendilo in culo. peccato che è arrivata la polizia ferroviaria a trascinare giù in malo modo i due intrattenitori e mettere fine a questo piacevole diversivo.

ps: dal nervoso ho alzato la persiana, che già dava segni di cedimento, con troppa enfasi e l'ho rotta.

san giovanni

allora, oggi è san giovanni battista, patrono di torino, città in cui vivo da un anno e mezzo.
da cittadina ben inserita nella realtà torinese (così ben inserita che uscirò da sola) questa sera mi godrò i fuochi d'artificio, il teatro di strada, le bancarelle, e tutto ciò che è previsto per onorare degnamente il santo patrono.
mi tolgo anche la scusa di dover scrivere il post, per evitare di impigrirmi ed accontentarmi di guardare i bagliori dello spettacolo pirotecnico tra i tetti, dalla finestra.
se avessi una macchina foto vi prometterei testimonianze fotografiche della mia serata di trasgressione infrasettimanale. accontentatevi del pensiero.

lunedì 23 giugno 2008

regalo di compleanno

il 2 agosto è il mio compleanno.
il 2 agosto il matematico rimetterà piede sull'italico suolo dopo 6 mesi di assenza.
al 2 agosto mancano 40 giorni, e considerando che ne sono passati 143 sembrano una vacanza.
vorrei che sabato 2 agosto fosse il giorno più bello di tutti.
vorrei avere la certezza che almeno per quest'anno non dovrò più vederlo partire.
vorrei che il 2 agosto ricominciasse tutto quello che si è interrotto il 31 gennaio.
vorrei i baci della buona notte e quelli del buongiorno.
vorrei le coccole, gli abbracci, i segreti, le parole condivise.
vorrei ricominciare a dividere le vaschette di gelato.
vorrei i sabati mattina tra le lenzuola, le passeggiate per torino, i musei, le mostre, i concerti e i film.
vorrei gli appunti e i libri sparsi sul letto, un altro spazzolino accanto al mio, un piatto e un bicchiere in più da lavare.
vorrei tutto quello che in questi mesi mi è mancato.

domenica 22 giugno 2008

apice di compiacimento autolesionistico

ho pensato di aver toccato il fondo quando ho dato un nome alle calamite attaccate al frigo.
ho pensato di aver toccato il fondo quando sono rimasta per un week end intero chiusa in casa, in pigiama, tra le coperte, a piangere.
ho pensato di aver toccato il fondo quando, di ritorno dalla california, ho riaperto la porta della mia piccola mansarda torinese e mi sono sentita di nuovo perduta.
credo che la mia vita abbia molto più che il classico "doppio fondo", perché forse il fondo non l'ho raggiunto nemmeno in questi giorni, in cui, pur di sentire di non essere sola, lascio il mio blog in silenzio in attesa che qualcuno si accorga che non ci sono più.
e non è che i post non li scriva, i post li sto scrivendo, solo... li pubblicherò tra qualche giorno, come se nulla fosse, come se fossero sempre stati lì, puntuali.
so benissimo che è il tipico atteggiamento da bimba capricciosa. so benissimo che sono infantile, so benissimo che basterebbe una mail, un sms, un piccolo sassolino lanciato nel giusto specchio d'acqua, a produrre dei cerchi d'affetto capaci di arrivare fino a me.
però non ho voglia di lanciare sassolini. è così difficile spiegare, riuscire a mettere insieme i pezzi, trovare le parole.
ho solo bisogno di dolcezza, di coccole, di sentirmi al sicuro.

sabato 21 giugno 2008

prima o dopo

da queste immagini si possono evincere almeno due cose:
il diverso livello di tolleranza allo sporco del matematico rispetto a quello di azzurropillin
la capacità del tempo, delle circostanze, del buon dio, di trasformare un luogo in paradiso o inferno















venerdì 20 giugno 2008

ma che mu...

il matematico a berkeley, non contento della ricerca nell'ambito della teoria degli insiemi, ha deciso di esplorare nuovi confini dell'udibile umano.
dopo aver ascoltato per mesi "musica" elettronica, ha deciso di passare dalla fase di studio a quella di azione, e con un programmino apposito ha composto i suoi primi tre brani:

restless danger, detto anche il brano dello scotch.
pointless crescendo
notagamelan, pezzo ispirato alla musica gamelan, appunto.

soddisfatto dei suoi primi passi nel mondo della composizione, ha deciso di mettere a disposizione dell'umanità il suo grande talento, aprendo un suo myspace.
arrivato al punto di dover dare un nome alla sua pagina, dopo accurate riflessioni è arrivato alla sospirata scelta: forcing samples.
il forcing è un argomento di teoria degli insiemi difficilissimo. studiare il forcing non è come andare in bicicletta, è come suonare la chitarra. una volta imparato bisogna allenarsi in continuazione.
godetevi l'ascolto dei suoi brani tenedo conto che è... diciamo... musica di nicchia.

giovedì 19 giugno 2008

vita virtuale

e-mail
file di testo
file musicali
file di immagine
questo blog

moltissima parte della mia vita è su supporto informatico. i romanzi che ho scritto, le e-mail che invio e ricevo da anni, le canzoni che amo, le foto del mio recente passato, la mia vita quotidiana dell'ultimo anno. è tutto impalpabile, raggiungibile con un click, in parte salvato sull'hard-disk del vecchio pc (che potrebbe non accendersi mai più), in parte su una chiavetta usb non abbastanza capiente, in parte collocata in uno spazio virtuale.
sembra tutto così facile, veloce ed accessibile in pochissimo tempo che non stampo mai nulla. non una mail, non una foto, non i miei tentativi di scrittura. sicura che in ogni momento, con un click, riuscirò a rintracciare ciò che voglio.

mercoledì 18 giugno 2008

catena letteraria

mi faccio incatenare volentieri da alice e vi racconto i 5 libri letti e i 5 libri scritti della mia vita (in alternativa ai film, di cui non so nulla).
mettetevi comodi, questo sarà il post più lungo nella storia azzurropillin di questo blog. spero di non annoiarvi.

da piccola odiavo i libri con tutte le mie forze. mi piaceva solo che mio padre mi leggesse la storia della gallina emma.
ho inziato a leggere di mia iniziativa solo dopo i 12 anni e una delle esperienze di lettura più intense che ricordi è stata quella di un romanzo assolutamente inifluente nella storia della letteratura: l'affresco di laura guidi.
il libro che più amo in assoluto è due di due di andrea de carlo. ne adoro lo stile, mi avvince la trama l'ho riletto per sette volte, tra i 16 e i 24 anni, e tutte le volte mi ha rapita. non credo sia alta letteratura ma amo quel romanzo, come si può amare un uomo: non è perfetto, ma è quello che fa per noi.
a 17 anni sono stata sedotta dalla raccolta di racconti di simona vinci in tutti i sensi come l'amore. vorrei aver scritto quello che si intitola lettera con il silenzio, ha un inizio struggente che riporto:
"scrivo questa lettera con la speranza di riuscire a dirti delle cose. con la speranza che un po' di quell'ordine azzurro e verde che vedo dalla mia finestra, entri dentro le frasi e le renda leggibili: le lettere sono sempre così intime che si fa fatica a capire di cosa parlino davvero. vorrei scriverti una lunga lettera da chiudere e da riaprire come un carillon e che continuasse a suonare a lungo. e ogni volta in un modo diverso."
durante gli anni di università è arrivata natalia ginzburg con la raccolta di saggi brevi intitolata le piccole virtù. mi sono riconosciuta da sempre nella semplicità della sua scrittura, nella sua sintassi piana e nel suo lessico "facile" capaci di affermare con forza, di arrivare al dunque senza giri di parole. inutile dire che tra tutti è il mio mestiere, il mio saggio preferito:
"il mio mestiere è scrivere, e io lo so bene e da molto tempo. spero di non essere fraintesa, sul valore di quello che posso scrivere non so nulla, so che scrivere è il mio mestiere".
per ultimo in ordine di arrivo nella mia vita di lettrice passionale trilogia della città di k di agota kristoff. un romanzo durissimo, crudele, austero. un romanzo fatto di sostantivi e verbi. un romanzo che non cerca di sedurre, né di accattivare. si deve amare esattamente com'è. ed è un capolavoro.

e ora veniamo ai 5 romanzi da me scritti e abortiti (sarebbero sei ma ve ne risparmio uno).

non io, non così: romanzo di formazione che racconta le vicende di un'adolescente alle prese con gli esami di maturità, con tre ragazzi dai quali non sa cosa vuole e dalla paura delle scelte e del futuro. la vera chicca è il finale surreale, che prevede che la protagonista si rifugi nel suo mondo di libri sfuggendo così le scelte e le responsabilità.

mamma probabilmente: romanzo epistolare in cui una figlia adolescente scrive una lettera accusatoria alla madre, esprimendole tutto il rancore che nutre nei suoi confronti per il fatto di averla fatta nascere. il titolo riprende il "folgorante" incipit: "mamma probabilmente è la prima parola che ho pronunciato quando avevo pochi mesi"

il mio quaderno blu: racconta le vicende di una studentessa universitaria alle prese con gli esami, la riforma 3+2 e delle coinquiline piuttosto bizzarre: pollice verde, la sgobbona e la figlia del pirata.

e se io fossi natalia: palla intimista-esistenzialista senza senso, senza trama, senza finale, senza nessuna ragione d'essere, se non fosse che ero così orgogliosa di quelle pagine che ho avuto la faccia tosta di inviarlo al premio calvino. approfitto per scusarmi con chi ha dovuto leggerselo (anche se solo in parte).

bravissima a farmi del male: è il mio forseromanzo. anche se l'ho iniziato quasi un anno fa lo sento ancora così vicino e così mio che non riesco a prendermi gioco di quelle pagine, sicuramente ingenue, a tratti patetiche, con dei personaggi sbagliati e dei grossi difetti nella trama. (forse tra qualche tempo mi scuserò con chi ha dovuto leggerselo, per adesso lo cullo con affetto.)

chi vuole si incateni pure sul suo blog o se non ha un blog usi pure i commenti.

martedì 17 giugno 2008

playlist

se avessi un lettore mp3 ci sarebbero sicuramente tutte queste tracce. è stato difficilissimo scegliere solo un brano per ciascuno di questi artisti. è incredibile come a una canzone possano essere associate persone, periodi, situazioni, emozioni, singoli istanti.

blunotte -
carmen consoli
gli ostacoli del cuore - elisa, ligabue
lettera - guccini
viaggi e miraggi - de gregori
girotondo - de andré
qualcosa che non c'è - elisa
annunciatemi al pubblico - caparezza
estate - negramaro
ho messo via - ligabue
senza parole - vasco
offeso - niccolò fabi
l'estate paziente - bandabardò
back to life - giovanni allevi
no surprises - radiohead
wish you were here - pink floyd
amazing - aerosmith
freedom lika shopping kart - nofx
the scientist - coldplay


i nofx, per esempio, mi ricordano un'estate di quasi 10 anni fa, quando con elisa si cantava a squarciagola la traccia 3 e si sognava un amore grande, una vita indipendente, una felicità perfetta.

lunedì 16 giugno 2008

le mie cose
il jazz
le conseguenze dell'amore
l'influenza e il dito rotto
bologna
le asiatiche americane
l'azzurro del cielo
il 13, il 57 e il taxi
il dolce ricotta e pere
i miserabili
è da un po' che non sorridi
il basket
la segretaria di veltroni
il duomo di spilimbergo
non si può
10 birre a oxford
gomorra
le mutande della nonna
com'era la frase di quel film?
il valore magico della parola

domenica 15 giugno 2008

librerie

oggi pomeriggio ho passato un po' di tempo in giro per librerie.
per me le librerie sono una specie di luogo di culto. guardare, toccare, sfogliare i libri mi trasmette serenità, mi riappacifica con me stessa e con l'universo.
e alla fnac con ligabue che cantava "adesso che sei, dovunque sei, chissà se ti arriva il mio pensiero…" mi sono seduta su una seggiolina del reparto ragazzi, ho preso in mano "heike riprende a respirare" e così, con la musica e il libro, circondata dagli scaffali, mi sono sentita protetta, mi sono sentita al sicuro.
ed è stato perfetto.

sabato 14 giugno 2008

autocelebrazione

visto che stasera non ho niente da meglio da scrivere vi faccio notare che questo blog, oggi, ha compiuto 1 anno.
non ho nessuna intenzione di fare bilanci. è solo una constatazione.
da un anno, tutti i giorni, mi concedo il lusso di scrivere quello che mi va.
con il rischio di non riuscire a dire quello che voglio, con il rischio di essere fraintesa e con quello di essere giudicata.
ho cercato di rispettare il più possibile me stessa e le persone che sono entrate in queste pagine, sia come lettori che come protagonisti dei miei post, mi scuso se non sempre ci sono riuscita.
a volte ho pensato di chiudere questo blog perché so di non poter scrivere davvero quello che voglio, dato che i miei lettori sono anche persone reali.

approfitto di questa occasione per ringraziare chi commenta, e per scusarmi se quasi mai rispondo ai commenti.
li leggo e mi fanno piacere. mi fanno pensare o ridere o arrabbiare. a volte avrei molto da dire, avrei la tentazione di giustificarmi e difendermi e cercare di spiegarmi meglio ma non lo faccio.
non so se sia timidezza, reticenza o solo pigrizia.

venerdì 13 giugno 2008

romania italia romania

quando abiti in condominio è facile seguire le partite della nazionale anche senza la tv, soprattutto se fa caldo.
quando ci sono le partite le grida di esultanza e delusione si susseguono nette e chiare.
quando abiti al quinto e ultimo piano, in piccionaia feroce, e il tuo pianerottolo parla tutte le lingue del mondo è possibile che l'entusiasmo non sia per il goal di panucci ma per quello di mutu. è possibile che la parata prodigiosa di buffon sia accompagnata da urla di disappunto insomma, è possibile che le emozioni dei tuoi vicini di casa non corrispondano alle tue.

giovedì 12 giugno 2008

255 minuti

ecco, io vorrei fare un appello. se la vostra vita vi fa schifo, se non ce la fate più e volete farla finita, per favore, non buttatevi sotto a un treno. andate all'hotel roma a torino, e con discrezione, ingurgitate una dose letale di quello che volete, come ha fatto pavese. è una morte molto romantica.
morire sotto un treno invece è orrendo, il locomotore trascinerà il vostro corpo per centinaia di metri prima di fermarsi. dei cinici operatori andranno a cercare i pezzi del vostro cadavere con pala e secchio sui binari. il treno che avrà avuto la sfiga di mettere fine alla vostra esistenza sarà costretto a fermarsi per ore in mezzo al nulla, in attesa che si ritrovi il vostro piede e che l'autorità giudiziaria permetta a parte del treno di retrocedere fino alla stazione più vicina (le prime tre carrozze, che ancora conserveranno parte dei vostri arti orrendamente sfracellati, saranno costrette a rimanere sul luogo del sinistro).
ecco, io non so che cosa abbia spinto il poveretto che si è buttato sotto l'intercity plus 618 a commettere quel gesto estremo. ma quando alle 22.57 ho messo piede alla stazione di porta susa con 255 minuti di ritardo, ovvero 4 ore e 15 minuti, l'avrei strangolato con le mie mani quello stronzo che ci ha lasciato per quattro ore fermi in mezzo al nulla, con porte e finestrini sigillati a morire di caldo, di sete e di rabbia in un treno che si è trasformato in un carro bestiame.

*leggi qui*

mercoledì 11 giugno 2008

la matematica è inutile?

* La matematica è l'alfabeto nel quale Dio ha scritto l'universo. (Galileo Galilei, 1564-1642)
* La matematica è più di una forma d'arte. (Takakazu Seki, 1642-1708)
* La matematica è la Vita degli Dei. (Novalis, 1772-1801)
* La matematica è un linguaggio. (Josiah Gibbs, 1839-1903)
* I matematici sono dei sarti impazziti: confezionano "tutti gli abiti possibili" sperando di fare anche qualcosa adatto ad essere effettivamente indossato. (Attribuito a David van Dantzig, 1900-1959)


* La matematica è quella parte della scienza che potresti continuare a costruire anche se domattina, svegliandoti, scopri che l'universo non c'è più. (Citato da Dave Rusin)

martedì 10 giugno 2008

fedeltà

non credo nel principe azzurro né nell'anima gemella.
non credo che esista una sola persona in grado di completarne un'altra in modo perfetto.
credo ci si possa innamorare di un sacco di persone, anche molto diverse tra loro.
credo si possano amare più persone (non contemporaneamente) in modo totale ed esclusivo.
credo che l'amore sia anche una scelta.
a un certo punto si decide che è quella la persona con cui vorremmo passare la nostra vita. ci si può sbagliare, ci si può sposare, si può tradire e rinnegare la propria scelta precedente.
io ho scelto il matematico.
non so quando è stato, non l'ho scelto né in chiesa né in comune. però l'ho scelto.
ho deciso che è lui che amo, è lui che voglio amare.
e adesso penso che ogni giorno, settimana, mese che passa, tornare sui miei passi diventa sempre più difficile perché il livello di conoscenza, condivisione, intimità che si è creato è talmente intenso da non permettermi di pensare di poter stare con una persona che non ha mai messo piede a ppp, il posto in cui sono nata e cresciuta, che non sa chi è suor dianora, che non sa nulla del mio passato. e so che tutto questo potrebbe anche rivoltarsi contro di noi, ma qui a torino, e ancor di più a berkeley, ho sentito prepotentemente la forza delle nostre comuni orgini.
insomma, anche se volessi, non credo riuscirei a strappare volontariamente tutti i fili che uniscono me e il matematico perché oltre a tenere insieme noi due, avvolgono una serie di luoghi, persone, sogni, ricordi a cui non potrei rinunciare senza perdere parti importanti di me stessa.

lunedì 9 giugno 2008

scampato pericolo

volevo rassicurare tutti.
non ho lasciato il matematico, lui sembra non avere intenzione di lasciarmi, per ora.
insomma, tutto è tornato nella normalità.
non c'è più niente da vedere.
lo spettacolo è finito.

mi dispiace per coloro che si aspettavano sfuriate in grande stile, tentativi di riconquista a suon di mazzi di rose mandati con interflora, un ritorno inaspettato in italia per cercare di salvare il salvabile.
niente di tutto questo.

potete continuare a frequentare questo blog con meno impazienza ed apprensione. tutto torna nella noiosa e altrettanto rassicurante normalità.

domenica 8 giugno 2008

once

oggi sono andata al cinema a vedere once. da sola.
l'ho fatto solo per accorciare il pomeriggio: il film alle 16, un'ora e mezza di proiezione, almeno 30 minuti per arrivare, e altrettanti per tornare indietro.
ovviamente film tristissimo: una specie di "solitudine dei numeri primi gemelli" sul grande schermo. lei ama lui, lui ama lei, ma lei è sposata e si deve costringere ad amare suo marito, e lui deve tornare dalla sua ex perché anche se lei lo ha tradito lui la ama ancora.
bellissimo il seguente scambio di battute che riporto in modo approssimativo ma rende l'idea:

lui: sali da me?
lei: se salissi da te scoperemmo


Ovviamente adoro questa canzone della colonna sonora, lagnosa al punto giusto.



Glen Hansard - Falling Slowly Lyrics

I don't know you
But I want you
All the more for that
Words fall through me
And always fool me
And I can't react
And games that never amount
To more than they're meant
Will play themselves out

Take this sinking boat and point it home
We've still got time
Raise your hopeful voice you have a choice
You've made it now

Falling slowly, eyes that know me
And I can't go back
Moods that take me and erase me
And I'm painted black
You have suffered enough
And warred with yourself
It's time that you won

Take this sinking boat and point it home
We've still got time
Raise your hopeful voice you had a choice
You've made it now

Take this sinking boat and point it home
We've still got time
Raise your hopeful voice you had a choice
You've made it now
Falling slowly sing your melody
I'll sing along

sabato 7 giugno 2008

esercizi di stile

caro moregiutti,

non ce la faccio più. da quando ho rimesso piede in italia, dopo i 25 giorni di sole e gioia distillata che abbiamo passato insieme, non ha fatto altro che piovere. e di nuovo la fatica della mia vita qui da sola mi è caduta adosso tutta insieme.
io ci provo a farmi forza, ad affrontare le situazioni una per volta, ma davvero non riesco a trovare un po' di fiducia nel futuro. avrei bisogno di averti accanto, avrei bisogno di poterti abbracciare, avrei bisogno di dividere a metà tutto questo peso che mi sta schiacciando.
e io lo so che anche tu stai facendo fatica, lo so che non ti stai divertendo, lo so che è un momento difficile anche per te, però qui, senza di te, è impossibile, adesso.
e io spero davvero che tu prenda al più presto un aereo perché non ce la faccio proprio ad aspettarti fino al 2 agosto, soprattutto sapendo che tra pochi giorni non avrai davvero più nulla da fare nell'assolata california.
ho bisogno di te. ho bisogno che ci sia qualcuno ad aspettarmi qui a torino, perché tornare nella nostra piccola mansarda vuota è davvero triste. ho bisogno di avere qualcuno con cui mangiare la sera, perché è da quando te ne sei andato che consumo le mie cene davanti al pc, aspettando di chiamarti, perché andare al cinema, alle mostre d'arte e ai concerti da sola è deprimente, soprattutto se penso a quanto mi divertirei a fare queste cose con te e allora nel week end sto spesso chiusa in casa, anche se è altrettanto deprimente.
quindi moregiutti, io non me ne sono ancora andata, stringo i denti e ti aspetto ancora un po', ma tu per favore torna presto.

ti a

venerdì 6 giugno 2008

alice: ma tanto scherza
el grinta: no che non scherza, che scherzo e scherzo!
alice: è esercizio di stile... mica se ne va così, tonto!
el grinta: a no? leggi i post prima... mica sembra contenta!
alice: che c'entra...
el grinta: voi femmine siete imprevedibili, io dico che ha fatto una di quelle cose uterine, di quelle che fai te...
alice: ma no, e poi milano fa schifo, a lei torino piace! e la mansarda magari le fa un po' schifo ora come ora, ma il matematico le piace!
el grinta: ma che ne sai di cosa è successo in questi mesi? te mica c'eri...

giovedì 5 giugno 2008

non dev'essere una tragedia

Ho cercato di convincermi che lasciare delle persone non è la cosa peggiore che puoi fare per loro. Può risultare triste, ma non deve obbligatoriamente essere una tragedia. Se non si lasciasse niente o nessuno, non ci sarebbe spazio per il nuovo. Naturalmente andare avanti è un'infedeltà verso gli altri, verso il passato, verso la vecchia nozione di se stessi. Forse ogni giorno dovrebbe prevedere almeno un'infedeltà essenziale o un tradimento necessario.
Sarebbe un atto ottimista, un atto di speranza, che garantisce fiducia nel futuro, la prova che le cose possono essere non solo differenti, ma migliori.


nell'intimità di hanif kureishi

mercoledì 4 giugno 2008

ciao moregiutti,

ho fatto le valigie (è incredibile quanta roba si riesce ad accumulare anche in poco tempo). comincerò a portare via le mie cose un po' alla volta. vado a vivere a milano. per ora mi ospita un'amica. poi troverò un appartamento in condivisione, con altri lavoratori precari o studenti bamboccioni.
non ce la facevo più a vivere così, torino milano, tornare in questa mansarda vuota, saperti dall'altra parte del mondo (tra l'altro in una cittadina abbastanza brutta e triste), il letto mezzo vuoto, il frigo mezzo vuoto, la pioggia che batte sui vetri, la muffa negli angoli, le immondizie da buttare, la sveglia che suona sempre troppo presto.
ho lasciato il tuo mazzo di chiavi alla vera, fammi sapere se vuoi che lo affidi a qualcun altro.
ho chiuso l'acqua, il gas e staccato la corrente. è possibile che avrai qualche problema con lo sciacquone, rientrando (almeno, io ne ho avuti, ma poi si sistema da solo).
spero di non aver lasciato delle cose mie e di non aver preso involontariamente delle cose tue (dopo quattro anni passati a condividere tutto con una persona è facile non sapere più cosa appartiene a sé o all'altro, credo). se così fosse fammi sapere cosa ti devo rispedire indietro, io nel frattempo ti farò avere il mio nuovo indirizzo.
è triste che finisca così, che finisca dopo 52 mesi, verrebbe da pensare "anni sprecati" eppure è stato bello credere potesse essere per sempre. stare abbracciati stretti e pensare che niente avrebbe potuto separarci.

ti a

martedì 3 giugno 2008

19:53:10 matematico: more ci sei?
19:53:40 azzurropillin: sì
19:55:19 matematico: è un'ora che ti aspetto
19:55:38 azzurropillin: avrei potuto essere morta per quello che te ne frega
19:55:45 matematico: eh, certo, come no

lunedì 2 giugno 2008

ricerca di abbracci

alcuni sfortunati sono capitati sul mio blog con le seguenti chiavi di ricerca:

che darei per un abbraccio
non so abbracciare
un abbraccio
abbraccio

ecco, io di abbracci non ne so molto.
so che quando sono arrivata all'aereoporto di san francisco mi sarebbe piaciuto che il matematico mi abbracciasse con un po' più di slancio e di calore. so che quando il matematico mi accoglie tra le sue braccia io mi sento bene, sento sciogliersi tutti i nodi che ho dentro, mi sento al sicuro. so che ci sono pochissimi amici intimi con i quali mi basta un abbraccio per ristabilire il contatto anche dopo mesi di silenzio. so che sono molto timida, o forse molto esigente, e sono poche, alla fine, le persone dalle quali riesco a farmi abbracciare. sono poche le persone che abbraccio e dalle quali ricevo abbracci. e forse è proprio l'esclusività che ha per me questo gesto che lo rende importante. o forse è proprio per questa esclusività che non ci capisco molto di abbracci.

domenica 1 giugno 2008

catarsi

oggi finalmente sono riuscita a fare ordine e pulizia nella mia piccola mansarda torinese.
non sono riuscita a raggiungere la perfezione, ma per lo meno un livello di dignità e decenza più che accettabile; dopo giorni passati tra panni sporchi, valigie semi aperte e semi vuote, polvere, scartoffie ora è tutto più o meno quasi pulito e quasi in ordine.
e mentre mi riappropriavo dei miei spazi speravo di riappropriarmi della mia vita, mentre dividevo i miei libri da quelli che mi sono fatta prestare speravo di dividere quello che sono da quello che gli altri vorrebbero che fossi, mentre chiudevo in valigia i vestiti invernali e riesumavo i vestiti estivi speravo di riuscire a chiudere i cattivi pensieri in un angolo e dare aria ai pensieri buoni. e non so se ci sono riuscita, dato che mentre facevo tutto questo ascoltavo carmen consoli, in particolare la canzone blunotte che dice:

"forse non riuscirò a darti il meglio a volte hai trovato i miei sforzi inutili
forse non riuscirò a darti il meglio a volte hai trovato i miei gesti ridicoli
come se non bastasse avere rinunciato a me stessa
come se non bastasse tutta la forza del mio amore
e non ho fatto altro che sentirmi sbagliata ed ho cambiato tutto di me perché non ero abbastanza
ed ho capito soltanto adesso che avevi paura"