giovedì 28 aprile 2016

vuoto di senso senso di vuoto

non sto scrivendo perché non sta succedendo niente.
magari mi immaginavate lontana dal blog perché superindaffarata in qualche interessantissima attività, invece no.

* c'è la primavera, come rappresentata in figura.

* c'è stata una scossetta di terremoto lunedì.

* c'è che ho di nuovo un aspirapolvere all'altezza dello sterno che risucchia tutto il buono. vorrei solo trovare l'interruttore per spegnerlo. (per un mesetto pareva essersi rotto, ma ora è di nuovo più operativo che mai.) chiunque l'abbia provato sa bene di cosa sto parlando. gli altri, beati voi, vi invidio e vi auguro di non scoprirlo mai.

* c'è che siamo a -64 dal trasloco e sono felicemente disperata di andarmene, o disperatamente felice. quando faccio la spesa al supermercato e guardo la data di scadenza penso: "questo scade dopo che ce ne saremo andati", "questa è l'ultima bottiglia di olio che compro".

* c'è che ho scoperto che a vienna ho imparato l'inglese. adesso lo leggo molto facilmente. il tedesco è ancora un nemico giurato.

* c'è che per fare la frittata bisogna rompere le uova.

lunedì 11 aprile 2016

beata inconsapevolezza

ieri si sono corse sia la maratona di vienna che quella di roma.
essendo iscritta a gruppi facebook dedicati all'attività fisica mi sono ritrovata la bacheca invasa da testimonianze e foto di gente che ce l'aveva fatta.
mi sono quindi incuriosita e detta: dato che hai corso la mezza maratona, perché non ti alleni per correre una maratona intera?
e lì mi si è aperto il vasto mondo delle tabelle. degli allenamenti militari basati su sigle per soli adepti.
io, nella mia beata ignoranza pensavo, corri sempre un po' di più fino a che arrivi a 42km. macché.
c'è il calendario con le ripetute per aumentare la velocità, la giornata degli esercizi per il core, la giornata del lungo, le settimane dello scarico.
perché, ho scoperto, la mezza maratona è una gara molto più simile a una dieci km che a una maratona. dipende dal lattato, qualunque cosa sia. e 42 chilometri sono una distanza che merita rispetto, mica cazzi.
ho altresì scoperto che per allenarsi per una mezza maratona, un adulto sano e non in sovrappeso impiega 6-7 mesi (io ne ho impiegati 4 contando anche le due settimane in cui sono rimasta ferma perché mi faceva male la caviglia).
inoltre non ti puoi iscrivere a una mezza maratona se non hai il certificato medico (io al mio medico non ho mai chiesto se potessi correre, l'ho fatto e basta senza nemmeno deciderlo prima. un giorno facevo una delle mie camminate e mi sono detta: e se corressi?).
infine, non ti puoi iscrivere a una mezza maratona se non hai mai corso 18 km di fila. io, la prima volta che ho corso la mezza maratona, non ne avevo corsi più di 16. ma non ero iscritta a una gara, mi sono scelta un percorso e mi sono fatta guidare dal gps dello smartphone per il calcolo dei km.
e mi sono sentita come il calabrone della famosa citazione, quello che non sa che la sua struttura alare in relazione al peso non è adatta al volo e non essendone consapevole vola lo stesso.

venerdì 8 aprile 2016

la cabina telefonica

stanotte ho sognato che io e il matematico andavamo a vivere in una cabina telefonica perché la nostra nuova casa era troppo grande e bella per me.

martedì 5 aprile 2016

scrivere = correre

non è un pensiero originale che corsa e scrittura abbiano molto in comune. queste sono, secondo me, le caratteristiche che accomunano queste due attività:

la voglia: la voglia di scrivere, come la voglia di correre, sono leggende, unicorni, comete. capita davvero di rado di essere assaliti dalla voglia di fare una delle due cose. la voglia di correre, come quella di scrivere, viene di solito mentre stai già correndo (scrivendo), non prima.

l'inutilità: scrivere e correre sono attività fini a se stesse. nessuno si arrabbierà mai con voi perché avete preferito stare sul divano o uscire. se non lo fate non succede nulla.

obiettivi: per riuscire a scrivere un romanzo, così come per riuscire a correre lunghe distanze, bisogna darsi degli obiettivi raggiungibili, e raggiungerli. oggi scrivo 3 pagine, oggi corro 9 chilometri. è la stessa cosa ed è l'unico modo per farlo.

infortuni: con la corsa, come con la scrittura, capita di doversi fermare per dei periodi. un ginocchio o una caviglia dolorante non sono diversi dai momenti di blocco in cui si rivede quello che si è scritto e si pianifica quello che si andrà a scrivere.

le attività collaterali: la corsa e la scrittura richiedono entrambe lo svolgimento di attività propedeutiche, per la prima ci sono gli esercizi di stretching e quelli per rinforzare il core, per la seconda quelli di documentazione e ricerca.

la sensazione di onnipotenza: aver scritto e aver corso danno una sensazione stupenda di benessere, per qualche istante ti senti dio.

la testa: correre una lunga distanza, così come scrivere un romanzo, richiede un grandissimo sforzo mentale. chi non corre pensa che una maratona sia uno sforzo fisico estremo mentre la fatica maggiore risiede nella testa, nella capacità di dosare le energie, ascoltare le reazioni del corpo e andare avanti, un passo alla volta, una parola alla volta.

la discontinuità: a volte corri leggero come il vento e le gambe vanno a meraviglia, a volte ogni passo è una fatica colossale, allo stesso modo ci sono pagine che si fanno scrivere più in fretta e altre che richiedono uno sforzo sovrumano. comunque sia, bisogna tenere duro e andare avanti.

la disciplina: sia nella corsa che nella scrittura la disciplina è fondamentale. senza disciplina i risultati non arrivano e quelli raggiunti perdono di significato. 

letture consigliate: 
* "l'arte di correre" di murakami - che non ho ancora letto ma pare essere la bibbia dei runner-scrittori.