lunedì 31 dicembre 2007
buoni propositi per il 2008
* riprendere in mano il mio forseromanzo (non credevate davvero che l'avessi abbandonato?!)
* iscrivermi a una laurea specialistica
* leggere (e non solo libri per ragazzi)
* migliorare un po' l'inglese
* non ingrassare e non dimagrire
* star serena
direi che sono pochi ma determinanti. spero di mantenerli tutti.
domenica 30 dicembre 2007
giochino della domenica
È strano fare il commento di un libro senza averlo davanti. Potrebbe essere come parlare di un morto. Occasione in cui si finisce per esprimere solo giudizi positivi come se l’assenza dell’oggetto rendesse le critiche inutili e di cattivo gusto, le privasse di fondamento, come se i dati oggettivi smettessero di essere tali solo perché non è più visibile quello a cui si riferiscono.
Ma potrebbe essere anche come parlare degli assenti. Occasione in cui si finisce per inveire, giudicare e criticare con la massima asprezza magari argomentando dettagliatamente ogni epiteto, come se l’assenza del soggetto cui ci si riferisce legittimasse ogni insulto, rendesse possibile ogni sfogo.
“Lezioni americane” di Italo Calvino non è morto, è solo assente (il volume appartiene alla biblioteca civica di Spilimbergo, il prestito che mi era stato concesso sarebbe scaduto ieri causandomi una multa di 20 centesimi per ogni giorno di ritardo dalla data stabilita per la restituzione) ma io ne parlerò come se si fosse trasferito in un aldilà.
In fondo “Lezioni americane” ha condiviso con me alcuni giorni, mi ha accompagnato in treno, in bagno, a dormire. È entrato a fare parte della mia routine, è stato un compagno discreto e paziente.
Non potrei parlarne male.
L’unico rimpianto è quello di avergli dedicato poco tempo, poca attenzione, di averlo relegato ai tempi morti, di averlo incastrato tra un dovere e l’altro, di averlo trascurato, certa che prima o poi ci sarebbe stato il momento giusto, l’occasione ideale per… non importa poi per cosa, anche solo per stare in silenzio. Ma il tempo è scaduto e l’occasione ideale per… alla fine non si è trovata, forse non la si sarebbe trovata lo stesso, ma credere il contrario aiuta, riduce i sensi di colpa, li elimina.
Così quello che ora posso fare è solo ricordare questo libro, cui ho concesso troppo poco, con un’immagine e una frase.
L’immagine è la leggerezza di un racconto del Decameron di Boccaccio in cui Guido Cavalcanti salta con agilità delle tombe lasciando coloro che l’avevano importunato in un cimitero.
La frase, invece, riguarda l’attenzione e la cura che Calvino dice indispensabile riservare alla lingua, scritta e parlata.
È un pensiero che mi trovo a condividere con sempre più intensità, è ciò cui ho dedicato la mia vita, ciò verso cui ho indirizzato le mie scelte: l’amore per la lingua italiana, la mia madre lingua, l’unico strumento che mi permette di esprimere cose e idee, di renderle presenti a me stessa e agli altri. Non so cosa mi spinga verso le parole piuttosto che verso teoremi matematici so soltanto che io amo le parole. Vivo di parole perché mi proteggono dalla pioggia e dagli urti, mi avvolgono come una calda coperta colorata.
E poi le parole mi affascinano con i loro suoni, le loro immagini, i loro odori, il loro sapore, le loro carezze e i loro schiaffi.
Amo la loro imprevedibilità di donna.
Per tutti questi motivi vorrei poter difendere le parole da coloro che le lasciano in disordine, le buttano sul pavimento, le calpestano, le ammucchiano sulle sedie, le abbinano con pessimo gusto, le dimenticano in fondo ai cassetti, le lasciano all’aperto, vorrei difendere le parole da coloro che le usano con indifferenza, che le indossano come calzini spaiati, camicie stropicciate, pantaloni macchiati, scarpe bucate.
Vorrei che tutta la cura e l’attenzione che viene proposta da televisione e riviste patinate come necessaria nei confronti del vestire alla moda, del mantenersi giovani e in perfetta forma sempre e comunque, fosse riservata anche alle parole. Vorrei che l’attenzione al dettaglio e all’accessorio, al muscolo scolpito e alle pieghe stirate, fosse riversata almeno un po’ sulla lingua italiana, sulle parole che sempre più spesso vengono scelte e usate in modo impreciso, senza badare più al loro significato. Vorrei che il congiuntivo non morisse, e nemmeno lezioni americane.
sabato 29 dicembre 2007
pettegolezzi
compagni di classe con figli, che lavorano, che convivono o che si sono sposati.
la cosa triste è che la maggior parte è ancora tristemente a ppp, a fare lavori tristi, in un posto per vecchi.
un po' mi dispiace per loro. spero che loro siano felici delle loro scelte, io lo sono molto, delle mie!
venerdì 28 dicembre 2007
dalla dottoressa
d: siediti qui, apri la bocca. di aaaaaa
io: ho le placche in gola?
d: no hai la tracheo bronchite ti do l'antibiotico
io: wow sono venuta a spilimbergo ad ammalarmi
d: ecco la ricetta
io: grazie
d: serve altro?
io: no, grazie. ho smesso di prendere la pillola da mesi
d. stai meglio?
io: sì, peccato che ora non abbia più una vita sessuale
giovedì 27 dicembre 2007
afona
* non posso fare né ricevere telefonate senza che l'interlocutore prima si spaventi e poi scoppi a ridere
* le conversazioni sono molto rilassanti
* se qualcuno mi chiama dalla cucina non posso urlare "eh" né "che c'è" ma devo scomodarmi
* se mando qualcuno a quel paese è molto probabile che non mi senta
* in un'accesa conversazione è difficile che la mia opinione venga presa in considerazione
* mi è proibito uscire perché potrei peggiorare la mia condizione (motivo per cui non ho ancora messo il naso fuori casa, fortuna che a ppp non c'è nulla e non succede nulla. chissà se c'è ancora qualcuno a cui interessa il fatto che io sia qui)
se avete qualcosa da aggiungere alla lista fate pure, io intanto reclamo a gran voce la mia voce!
mercoledì 26 dicembre 2007
moregiutti
siamo partiti da CICCINO/A un nomigliolo che siamo concordi nel definire orrendo, patetico e imbarazzante, poi siamo passati, attraverso un fenomeno di suffissazione stupida a CICIUTTI. "utti" è un tipico suffisso friulano. per palatalizzazione siamo passati a GIGIUTTI.
poi abbiamo cominciato a intervallare GIGIUTTI con AMORE, ma amore è una parola abusatissima che per aferesi è divantata 'MORE. attraverso un fenomeno di composizione si è giunti a MOREGIUTTI ma ci sono voluti quasi quattro anni.
tutto questo per arrivare a dire che... moregiutti è, di nuovo, malato. ha la febbre (che gli ho passato io, suppongo), fortunatamente ora sarà la sua amorevole mamma a somministrare mucolitici, antipiretici e compagnia bella. io l'infermiera del malato immaginario l'ho già fatta!
martedì 25 dicembre 2007
disastri natalizi
insomma, ho fatto una figura di merda, dimostrandomi perfettamente inadeguata al natale e allo scambio dei regali, e dimostrando di avere uno strano concetto di libro.
il fatto è che per me i libri non sono un oggetto che si compra, si legge e si mette su uno scaffale. per me i libri sono il loro contenuto, è la loro storia, per questo i libri devono passare di lettore in lettore.
solo che devo essere l'unica sul pianeta terra a pensarla così, e certo natale non è il miglior momento per convertire gli altri al mio modo di pensare i libri.
nel frattempo ho perso la voce. ieri mi rimaneva una voce da trans, oggi mi accontento di un sussurro.
domani spero di riuscire a postare la foto del presepio di casapillin. dopo essere stata trascinata per mesi a mostre di arte contemporanea, ho dato sfogo a ciò che ho imparato.
lunedì 24 dicembre 2007
conquistare il mondo
come da tradizione è stata disputata una super partita a risiko e... ne sono uscita vincitrice.
ho conquistato 24 territori (l'america del sud, l'africa, l'europa e qualche staterello dell'asia) lasciato, per la prima volta nella storia del risiko familiare, mio cugino con 4 armate e distrutto definitivamente la mia gola e le mie povere corde vocali.
si accettano volontari per il trapianto.
nel frattempo buon natale a tutti quelli che passano di qui, dimostrando di avere, come me, una vita sociale piuttosto deludente. magari il prossimo anno sarà migliore, speriamo!
domenica 23 dicembre 2007
il malato immaginario
questa mattina, dopo una colazione a base di yogurt, una doccia che mi ha tolto di dosso la puzza di fogna che emanavano le mie ascelle e una spremuta di arance e limoni, sono tornata in pista. ho appeso al chiodo la coperta pulciosa, e mia madre ha pensato bene di far cadere il termometro frantumandolo e spargendo mercurio ovunque, tanto non serviva più.
secondo me più che da un virus la mia influenza lampo è stata causata da ansia da prestazione natalizia.
solo che l'ansia non è ancora passata e la febbre sì, accidenti.
aggiornamento dell 19.53: la febbre è salita di nuovo, ho 37.5, del resto non poteva essere altrimenti: il pranzo coi parenti è domani (non chiedetemi perché festeggiamo con un giorno d'anticipo).
sabato 22 dicembre 2007
malatina
del resto quale periodo migliore delle vancanze di natale per rimanere chiusi in camera e interagire solo con il cuscino e il piumone?
direi che se la febbre dura fino a giorno di natale sono salva: niente pranzi pantagruelici, niente parentado, niente messa di natale.
l'unico problema è che devo consegnare una correzione di bozze di 300 pagine entro il 28 di dicembre (o il 27?), e considerando che i miei neuroni sono sottocoperta con il termometro sotto l'ascella, è un po' un casino, fortuna che il libro si sta rivelando bellissimo, e mi pagano pure per leggerlo!
ora torno dal mio piumone, non vorrei che si sentisse solo o si preoccupasse per me.
venerdì 21 dicembre 2007
musito
poi mi ha mandato un sms in cui mi definiva petulante, e subito dopo uno in cui mi invitava a disattivare la sua sveglia.
io non ho risposto a nulla e per tutta la giornata di oggi non ci siamo sentiti.
insomma, moregiutti è musito di nuovo.
ma non dovrei essere io ad arrabbiarmi?
(forse ho dimenticato di specificare che ieri moregiutti era a ppp mentre io stavo ancora a torino. adesso ci sono anch'io a ppp. che invidia...)
giovedì 20 dicembre 2007
pesa
lo zaino è pronto, è pieno di biancheria sporca e libri. pesa come i sensi di colpa per non aver comprato nulla per nessuno, pesa come l'idea di dover percorrere tutta l'italia da ovest a est per affrontare luoghi e persone da cui mi sono volontariamente esiliata, pesa come la paura di non essere all'altezza, come la certezza di non essere una brava sorella, una brava figlia, una brava fidanzata, una brava donna di casa, una brava scrittrice, una brava assistente alla segreteria contratti, una buona amica.
ma sarò pur capace di far qualcosa?
prenatalizio
non ne ho nessuna voglia.
l'atmosfera natalizia è molto intensa, se il senso di colpa mi aveva colta in astratto qualche giorno fa, adesso mi sento un'autentica merda: ho ricevuto 4 regali.
nel frattempo ho deciso di fare un regalo a mia sorella cinzia, quella con cui non parlo. ho scelto il libro trilogia della città di k di agota kristoff, il più bel libro che mi sia capitato di leggere quest'anno. mi sono già pentita. non avrei dovuto scegliere questo libro, non avrei dovuto pensare di farle un regalo, non avrei dovuto e basta.
intanto si comincia a brindare con i colleghi.
mercoledì 19 dicembre 2007
sul credere e non credere in dio
e sarà strano, magari avranno ricominciato a recitare la messa in latino o avranno apportato delle modifiche al padre nostro, e mi sentirò fuori posto, per il fatto di non sapere cosa dire né quando.
è che dopo anni di parrocchia, azione cattolica, volontariato, ho improvvisamente smesso di occuparmi di religione e di fede e non ne sento affatto la mancanza.
riporto qui sotto le parole di natalia ginzburg, tratte dalla raccolta di saggi che si intitola mai devi domandarmi, che mi sembrano molto vere nella loro apparente semplicità:
“il credere di chi crede è un credere così incredulo che rassomiglia straordinariamente al non credere”
“il credere di chi crede è così dubbioso e vacillante, sempre così vicino a spegnersi, che non consola affatto, e rischiara assai poco; è come una candela accesa tra vento e pioggia in una notte d’inverno”.
lunedì 17 dicembre 2007
7 baci
il secondo bacio l'ho dato a un amico. ci siamo detti e scritti un sacco di parole prima di arrivare a baciarci, ma anche questo si è rivelato un errore.
il terzo bacio l'ho dato a un tipo insopportabile. a 12 anni aveva detto di me che ero brutta come una befana e piatta come una tavola da surf. 9 anni dopo non si è fatto tanti problemi a mettermi la lingua in bocca. (ora credo sia sposato)
il quarto bacio l'ho dato a un ragazzo timidissimo. siamo stati insieme qualche mese prima che io lo lasciassi a causa della sua incapacità a gestire la mia inquietudine.
il quinto bacio l'ho dato a un seminarista. lui ha lasciato il seminario e la nostra storia è durata un anno. anche se al terzo mese era già chiaro che non avrebbe funzionato.
il sesto bacio l'ho dato a quello che mia sorella ha sempre chiamato "unghia". un perfetto estraneo conosciuto a una festa. e mai più rivisto.
il settimo e ultimo bacio l'ho dato al mio amore matematico, che ha cancellato in una sera tutti i precedenti goffi e imprecisi tentativi di dare e ricevere affetto. e oggi, a quasi quattro anni di distanza, è il settimo bacio quello che cerco la sera prima di addormentarmi, e il mattino appena sveglia e tutte le volte che sono felice o triste o semplicemente tutte le volte che sono. e penso che sono stata fortunata ad aver provato solo sei baci sbagliati prima di incontrare quello giusto per me.
domenica 16 dicembre 2007
giochino della domenica
con questo cappello sono davvero ridicola. e i guanti... credo siano almeno cinque anni che non ne possiedo un paio.
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QUATTRO VOCI
Gaia ha 25 anni. È una ragazza brillante e tenace. Ora ha i capelli lunghi lunghi e neri. Quando l’ho conosciuta io, cinque anni fa, portava un caschetto che le copriva a mala pena le orecchie. Era la fine di novembre del 2002, lei aveva appena abbandonato la facoltà di lingue e io mi ero diplomata da qualche mese. Pochi giorni dopo avremmo iniziato insieme il servizio civile femminile presso la Caritas Diocesana della nostra città. Ci vedevamo in quel momento, per la prima volta, e meno di una settimana dopo la sua stanza sarebbe stata la mia. Il mio bagno sarebbe stato il suo. Insomma, anche se da quel primo approccio si capiva che non ci piacevamo affatto, sapevamo che ci sarebbe convenuto andare d’accordo: una delle clausole del progetto era quella della vita comunitaria con le altre ragazze in servizio. Prendere o lasciare. Abbiamo preso entrambe, perché in realtà nessuna delle due avrebbe saputo che altro fare. Era un modo come un altro per provare a vivere fuori casa, per fare qualcosa di utile e chiarirsi le idee riguardo a sogni e aspettative future. Era ciò di cui avevamo bisogno.
Quello che sarebbe successo, in generale e tra noi, aveva molta meno importanza della sicurezza che ci dava sapere che per un anno avremmo fatto il servizio civile, anche se non sapevamo che cosa fosse davvero. Era difficile immaginare in modo concreto quello che c’era scritto nel progetto. Né io né Gaia sapevamo cosa fosse un centro d’ascolto per immigrati o come funzionasse una comunità per minori. Ma soprattutto non era chiaro come noi ci saremmo inserite nei luoghi che quelle parole evocavano, anche se molto presto l’avremmo scoperto da sole.
Io ho ascoltato frammenti di storie che parlavano lingue diverse, che provenivano da continenti diversi, ma che avevano in comune una grande dignità e celavano la forza e la voglia di vivere, nonostante tutto. Ho conosciuto un po’ del dolore che ogni vita umana porta con sé. Ho provato a fotografarlo per non dimenticarlo, perché non volevo che fosse perso.
Gaia ha conosciuto Simone, Laura, Andrea, Paola, Mattia, ha giocato con loro, li ha aiutati a scrivere e a contare, li ha visti bisticciare e fare pace, ha memorizzato le capitali di tutti gli stati del mondo per sfidare la sete di geografia di Andrea, ha imparato a fare la rana e la gru con l’origami per insegnarli a Laura, si è vista tutti i cartoni animati della Disney per cantarne le canzoni con Mattia e Paola. Ha conosciuto una casa famiglia per minori vivendone gli spazi e associando ad ogni volto un nome e una vicenda personale. continua a pagina 110
sabato 15 dicembre 2007
1 tajarin al ragù di salsiccia di bra, 1 bollito misto alla piemontese 2 bagna caoda
in realtà avevano prenotato per tre, ma dato che non esistono tavoli triangolari il matematico che avrebbe offerto la cena mi ha chiesto di unirmi a loro.
ho scoperto che:
* per leggere un menu di specialità piemontesi è indispensabile conoscere il francese
* raccontare i vezzi del matematico riscuote grande consenso di pubblico
* la bagna caoda è un piatto davvero inquietante (acciughe e aglio tritati finissimamente in cui intingere verdure crude e cotte)
* riesco ancora a stare sveglia fino all'una di notte
ma la cosa davvero preoccupante che ho scoperto è che:
* tutti i matematici si organizzano la giornata in modo maniacale, magari non fanno l'areogramma, ma scrivono sull'agenda cose tipo tagliare le unghie, fare lo shampoo, chiamare la mamma o il fidanzato e persino SALUTARE!
venerdì 14 dicembre 2007
non c'è passato
non ci sono i pomeriggi a giocare con il gatto nel fienile, stefania: la mia compagna di banco delle medie, riccardo: una delle mie cotte più brucianti. non c'è il primo bacio, non ci sono i litigi, le delusioni, le soddisfazioni dei miei primi 25 anni. non c'è il primo bacio al mio amore matematico, né la mia prima volta. non ci sono i giorni all'università, tutti i libri che ho letto, tutte le pagine che ho scritto, tutti gli esami che ho sostenuto, tutte le persone che ho incontrato.
non c'è passato.
eppure senza tutto quello che è successo prima non sarei qui, non sarei così.
anche se mi piace poter guardare solo avanti, far finta di non essere mai stata una bimba inquieta e un'adolescente complessata.
preferisco guardarmi intorno, trarre forza dalle cose che ho conquistato (questa casa, il mio lavoro, la stabilità affettiva) e poi guardare avanti, a tutti i sogni ancora da realizzare.
giovedì 13 dicembre 2007
saggezza e sventatezza
il nonno si gira, vede la scena, prova a fermarla, ma lei sta già succhiando beatamente il suo ciuccio. il nonno le dice "sei un pericolo pubblico"
prima penso a quante malattie potrebbe prendersi e poi penso che la saggezza dell'essere anziani sta nel fatto di impiegare più tempo a formulare un pensiero, a compiere un gesto.
penso che la sventatezza dell'essere giovani sia nell'avere il pieno controllo dei movimenti, una velocità d'azione che finisce per trasfomarsi in incoscenza.
mercoledì 12 dicembre 2007
cade la pioggia
ad un tratto mi fisso su un pensiero o su un'immagine e, improvvisamente, il labbro inferiore inizia a tremare e le lacrime scendono a fiumi senza controllo.
ieri sera prima di addormentarmi ho cercato la mano del mio amore, e ho pensato che tra pochissimo tempo non ci sarà nessuna mano da stringere, e così ha cominciato a piovere.
stasera, durante la cena ho pensato che quando il mio amore partirà dovrò lasciare le chiavi di questa casa a qualcuno (perché la cri le lascia alla tere). mi sono resa conto che non c'è anima viva a torino a cui potrei lasciarle, e così ha cominciato a piovere di nuovo.
il fatto è che non solo si sta avvicinando la partenza (che a forza di pensarla e di scriverla e di raccontarla mi stupisco che lui, alla fine, sia ancora qui) ma anche il ciclo mestruale sta arrivando.
chiedo quindi solidarietà all'universo femminile e compassione all'universo maschile, non piove perché mi lagno, è che le condizioni sono favorevoli.
martedì 11 dicembre 2007
paura del vuoto
mancano ancora venti giorni al 2008 (che sarà l'anno peggiore della mia vita) e già mi piglia male.
cosa mai farò la notte del 31 dicembre?
il matematico starà con altri esemplari della sua stessa specie: quello grigio perché mangia solo cotolette, quello che non vuol far sapere dove abita, quello che borbotta, quello che colleziona rompicapo di legno e quello che ripete tutto due volte.
e io che farò?
mi autoinviterò alla festa di qualche abitante di ppp di cui non so nulla da mesi, fingendo grande amicizia e pacche sulle spalle?
non lo so, ma il nuovo anno non sembra sorridere affatto.
lunedì 10 dicembre 2007
a volte ritornano
domenica 9 dicembre 2007
giochino della domenica
con questo giochino della domenica mi sto davvero rovinando. mi imbarazzano molto i miei goffi tentativi di scrittura, nemmeno tanto antichi. diciamo che è incoraggiante vedere che sono molto migliorata!
PIER PAOLO A CENA
La tavola è apparecchiata. La tovaglia bianca e il servizio di piatti della domenica.
Il minestrone, è pronto; è denso.
Sedano, patate, carote, porro, piselli, fagioli.
Sulla stufa, nel paiolo di rame, la farina di mais sta diventando polenta. Più tardi cucinerò delle salsicce, del salame all’aceto.
Taglierò a cubetti il formaggio.
Quando la polenta sarà cotta la rovescerò sul tagliere rotondo, di legno. La modellerò con un piatto bagnato. La taglierò col filo di nailon. Una margherita senza petali.
Vorrei che Pier Paolo qui si sentisse a casa, anche se questa terra non è stata generosa con lui, l’ha rifiutato, costretto ad andarsene.
Vorrei che questa cena lo arricchisse di tutto quello che la terra friulana può dare. Acque cristalline, vini rossi come rubini, pannocchie d’oro, formaggio d’avorio. Penso ai suoi lineamenti da contadino, così netti che sembrano scolpiti nel legno.
Taglio il salame a fette spesse. Ne assaggio una, ha un sapore intenso di aglio e di pepe.
Con una forchetta, faccio dei buchi alla salsiccia da cui ne uscirà il grasso.
Sento il profumo della polenta abbracciare la tavola apparecchiata, Pier Paolo ha scritto il “dóls odôr di polènte”, in una delle sue “Poesie a Casarsa”. Spero che anche questa sera, tra queste mura, senta la stessa dolcezza.
sabato 8 dicembre 2007
giornata sfigata
dopo aver lottato per almeno mezz'ora con i ganci, in ginocchio davanti alla tazza, sono riuscita a sistemare tutto, peccato che ora il coperchio non sta aperto, e questo è davvero un mistero, visto che -apparentemente- è tutto come prima.
dopo essermi sorbita domenica scorsa ben tre mostre (una sul vajont, una sui minerali e una sugli animali impagliati) oggi sono stata trascinata a una mostra sui longobardi. una palla cosmica. strutturata male, con cocci vari mal disposti e spesso risalenti a epoche precedenti l'arrivo dei longobardi. una gran confusione.
dopo aver fatto la deframmentazione del disco fisso del mio pc -per il quale ho comprato una fantastica web cam in vista delle chiamate skype berkeley-torino- ho scoperto che mai riuscirò a fare un video perché è e sarà sempre troppo lento.
:-(
venerdì 7 dicembre 2007
i vezzi del matematico prima parte
* quando compra un cd ne ascolta solo una traccia al giorno. e poi lo riascolta tutto
* durante il giorno segna su un file excel quanti minuti dedica alle varie attività, compreso andare in bagno, lavare i piatti, controllare la casella e mail. questi dati serviranno a creare un areogramma (il tipico grafico a torta) in cui i vari colori evidenzieranno il tempo dedicato rispettivamente allo studio, alla cura personale, alla cura della casa...
* quando fa colazione scalda una tazza di latte e caffè e poi ci mette sopra dei biscotti che spezza meticolosamente (gli zuppalatte solo ed esclusivamente quelli) e li dispone in senso orario formando una spirale che parte dall'esterno verso il centro. quando tutta la superficie è ricoperta inzuppa bene i biscotti e se li mangia. l'operazione si ripete fino a esaurimento del latte
* quando ripone le camicie, i maglioni, i jeans puliti nell'armadio li appende a destra. quando si deve vestire pesca le grucce da sinistra, in modo da indossare gli indumenti che sono stati lavati da più tempo.
* lo studio è cronometrato: 60 minuti di studio e 10 minuti di pausa. non studia mai dopo le ore 19
* per prendere appunti usa una penna scadente, per copiarli in bella usa una penna "seria"
la cosa grave di tutto ciò è che questa maniacalità ha coinvolto anche la nostra vita di coppia: la lista della spesa, l'organizzazione del week end, i turni per lavare i piatti (io li lavo il giovedì sera, il sabato a pranzo e a cena, la domenica a cena. cercare di scambiare i turni è difficilissimo, neanche si trattasse di turni in fabbrica!), il menù settimanale (prima di fare la spesa pianifichiamo tutti i pasti della settimana, tentare di invertire due pasti è considerata follia pura) e la cosa ancora più folle è che ormai tutti i suoi atteggiamenti ossessivo-compulsivi sono entrati talmente nella mia vita che non mi accorgo nemmeno che sono strani.
giovedì 6 dicembre 2007
il bello di lavorare a milano
di milano conosco a memoria un breve tratto di metropolitana, le cinque fermate che mi portano dalla stazione al lavoro e viceversa. nient'altro.
credo che il mio odio per questa città sia nato come riflesso all'odio di guido, uno dei protagonisti di due di due di andrea de carlo.
domani credo che adorerò milano e in particolare sant'ambrogio, soprattutto al mattino, quando mi sveglierò verso le otto, e mi concederò di rimanere sotto il piumone.
l'unico vero problema è che potrebbe farmi compagnia, in questo fantastico ponte pre natalizio, una fastidiosissima cistite di cui ho iniziato ad avvertire i sintomi. sto già bevendo come un cammello, speriamo sia sufficiente.
mercoledì 5 dicembre 2007
la patrie dal cudurul
ho passato anni a snobbare il dialetto della mia regione, mi sembrava provinciale parlare quello che i veri friulani rivendicano come lingua. trovo tuttora piuttosto anacronistico ostinarsi a insegnarlo nelle scuole, renderlo obbligatorio come materia di insegnamento (anche i piemontesi sono piuttosto fissati con la tutela del loro dialetto, ad essere sinceri) soprattutto considerando che nella provincia di pordenone 1 studente su 10 è extracomunitario.
ora che sono lontana da ppp e dintorni, però, mi diverte molto ascoltare le parlate regionali, le cadenze che inevitabilmente ognuno si porta dietro.
ora mi piace anche inserire e insegnare parole del mio dialetto, perché per quanto lo voglia negare o nascondere, in fondo, qui, ora, mi fa piacere capire e ricordare il friulano.
martedì 4 dicembre 2007
casa
mensole e pavimenti dominati dalla polvere, il calcare che colonizza il bagno, la sporcizia che spadroneggia in ogni dove.
panni da stirare accuratamente piegati e riposti nell'armadio, che verranno indossati senza prima vedere il ferro da stiro.
sono davvero una frana. e certo mi piacerebbe vedere tutto pulito, profumato e in ordine. se sapessi organizzare meglio il mio tempo riuscirei pure a tenere la casa in modo decente. il fatto è che proprio non ce la faccio. è una vera rottura passare la scopa e lo straccio sui pavimenti, forbire le superfici, stirare, rimettere tutte le cose al loro posto. solitamente dedico la domenica a queste faccende, ma se malauguratamente una domenica non ne ho voglia (come quella appena passata)... succede che davvero il casino più totale prende il sopravvento e mi faccio un po' schifo da sola.
se mia madre vedesse com'è ridotta ora la casa di cui sono signora si sentirebbe davvero una madre fallita.
lunedì 3 dicembre 2007
lontano da ogni cosa di mattia signorini
dato che sono il primo risultato che compare su google scrivendo "lontano da ogni cosa", mi prendo la responsabilità di questo ruolo e commento in modo migliore:
è un bel libro: la scrittura è fantastica, i personaggi sono credibili, la storia scorre veloce. è facile immedesimarsi in stefano, è piacevole accompagnarlo nella ricerca della sua strada. peccato che lo stile sia identico a quello di andrea de carlo, e visto che una copia difficilmente è migliore dell'originale, vi suggerisco di leggere "due di due".
vi rimando ai commenti dei lettori di anobii
qui sotto il post originale
alla fine l'ho comprato.
si parla di questo mattia signorini come della promessa della narrativa italiana, non potevo certo perdermelo.
e leggendolo ho provato fastidio. sfogliavo le pagine e mi chiedevo come si fa a copiare lo stile di un altro scrittore in modo così magistrale, sfiorando quasi il plagio, pur scrivendo una storia diversa, con personaggi diversi, in cui succedono cose diverse.
pensavo che con una ricerca piuttosto accurata sarei stata in grado di trovare frasi di andrea de carlo praticamente identiche a quelle che stavo leggendo.
mi chiedevo se il mio fosse odio o se invece fosse solo una mal celata invidia.
ma non sono l'unica a pensarla così
domenica 2 dicembre 2007
giochino della domenica, seconda parte
sabato 1 dicembre 2007
l'ora di matematica
vi lascio qui sotto la definizione di filtro, poco più di un giochetto, a dir la verità. fatemi sapere se almeno voi ci capite qualcosa
venerdì 30 novembre 2007
shopping compulsivo
* mi sono svegliata alle 7.45 con tutta calma e sono rimasta sotto il piumone fino alle 9 a farmi coccolare. (roba che facevo un monumento a chi ha inventato, in ordine, le coccole, il piumone, l'nverno)
* sono andata alla libreria dei ragazzi di via stampatori e ho lasciato un curriculum. erano mesi che volevo farlo e oggi ci sono riuscita (l'ho lasciato dietro il nuovo libro di loredana frescura, non ho avuto il coraggio di darlo a una commessa, anche perché c'era un'intera scolaresca di bambini delle elementari che si strappavano di mano i libri della troisi. dire che sono scema è poco, ma che ci volete fare. speriamo non vada perso. comunque non mi chiameranno mai, penseranno che sono una pazza)
* ho fatto shopping compulsivo. mi sono coprata due maglie, un paio di jeans e, ovviamente, un libro. nessuna di queste cose è azzurropillin. totale quasi 100 euro. una vera follia, ma lo shopping è un toccasana!
era da gioni che non mi sentivo così bene!
giovedì 29 novembre 2007
blogdipendenza
non immaginavo che mi ci sarei affezionata, non sospettavo che uno spazio virtuale sarebbe diventato tanto importante per me. così importante da aggiornarlo tutti i giorni, sabato e domenica inclusi.
lo dico oggi perché i commenti al post di ieri mi hanno sollevato molto.
è bello vedere che le visite aumentano di giorno in giorno, è bello sapere che ci sono persone curiose di leggere cosa penso e cosa provo, o semplicemente cosa scrivo. mi piace immaginarvi, anche se non so che faccia avete, per lo più.
mi piacerebbe potervi ringraziare uno per uno, potervi chiamare tutti per nome, perché siete molto importanti per me, anche se non vi conosco.
quindi grazie, grazie davvero a tutti. anche a quelli che non commenteranno mai o che sono qui solo di passaggio.
mercoledì 28 novembre 2007
help!
qualcosa a cui aggrapparmi in questi giorni bruttissimi, in cui il lavoro mi fa schifo, il matematico mi fa schifo, mangiare mi fa schifo.
ho bisogno di un pensiero felice che mi aiuti ad alzarmi dal letto al mattino. un pensiero felice per non prendermela se le cose non vanno come vorrei, per sorridere dei piccoli inconvenienti, per vivere più leggera.
qualcuno mi presta il suo pensiero felice?
martedì 27 novembre 2007
sospiro di sollievo
quindi un sospiro di sollievo. il progetto cam girl è naufragato.
e questa è l'unica buona notizia.
il resto va tutto malissimo:
* il lavoro mi annoia, e se non mi annoia mi fa arrabbiare
* in questi giorni il regionale 2005 delle ore 6 e 57 proveniente da torino porta nuova e diretto a milano centrale fa i capricci e come se non bastasse venerdì c'è sciopero dei treni
* il matematico è esaurito e litighiamo in continuazione
* i libri che sto leggendo non mi acchiappano
* di riprendere a scrivere per ora non se ne parla
lunedì 26 novembre 2007
improve my english terza parte
oggi ho iniziato a leggere il terzo romanzo in lingua inglese e con mia somma felicità gli altri due li ho abbastanza capiti, anche se non proprio alla perfezione.
ho imparato molte parole nuove (non è vero, ne ho imparate pochissime, e la maggior parte dei significati di quelle che ho cercato sul vocabolario sono già spariti, ma fa più figo dire che ne so molte più di prima, per lo meno è incoraggiante).
comunque la mia preferita è seagull che nella vita reale probabilmente non mi servirà a nulla, ma non si sa mai. vuoi mettere parlare di gabbiani invece che del solito weather!
domenica 25 novembre 2007
nuovo gioco della domenica
Ho deciso che la domenica copincollerò dei pezzi di vecchi racconti, e frammenti dai miei aborti di romanzo. Ecco il primo:
Quando mia nonna Alda era ancora viva, si andava tutti a casa sua, la mia famiglia e la famiglia di mia zia. E in tutto eravamo dieci. Mia nonna preparava la polenta di farina gialla nel paiolo sulla stufa e la mescolava con un bastone di legno che teneva stretto tra le sue mani tutte indolenzite. Poi, quando la polenta era pronta, la rovesciava sul tagliere rotondo di legno, le dava la forma con un piatto bagnato e poi la tagliava con il filo di nylon, e tutti mangiavamo questa buona polenta di farina gialla con il coniglio in umido. Ed eravamo felici.
A tavola, certe volte mia nonna Alda leggeva qualcuna di quelle lettere che mio nonno le scriveva dalla Francia e si rideva. Si rideva persino sul fatto che mia nonna si era già comprata il loculo da anni, vicino a quello di suo marito Giovanìn. A mia nonna volevamo tutti tanto bene. Era una donna saggia e robusta, aveva l’abitudine di scriversi i proverbi su un foglio, uno dei suoi proverbi preferiti era “l’inizio sarà triste e la fine assai bizzarra”.
Mia nonna diceva sempre che voleva morire a casa sua, perché quella casa l’aveva costruita con Giovanìn impastando la malta con le lacrime.
Mia nonna Alda era molto devota a San Giovanni Bosco. Dietro al calendario di Frate Indovino teneva un santino enorme, e mia cugina la prendeva in giro. Quando è morta mia nonna quel santino enorme se l’è preso mia cugina, anche se è completamente atea.
Mia nonna usava il Kyrò. Un aggeggio che dava delle scosse e negli anni ottanta si pensava che facesse guarire dai dolori. Io mi ero dimenticata del Kyrò, ma qualche mese fa ho letto un libro di Marco Franzoso, e dentro c’era scritto kyrò e a me è tornato in mente il cassetto in cui mia nonna teneva la custodia bianca chiusa con un bottone automatico a pressione, con dentro il kyrò, e mi è sembrato che questo Franzoso mi avesse restituito un pezzo d’infanzia. Allora gli ho mandato un’e-mail per dirgli grazie e lui mi ha pure risposto. Così adesso ho una mail di uno scrittore un po’ famoso e mi sembra che sia un buon porta fortuna.
La mia nonna del Kyrò e della polenta di farina gialla è morta in una mattina che nessuno si aspettava, nella casa che aveva costruito impastando la malta con le lacrime.
Mia nonna l’hanno messa in una bara con sopra tante rose rosse. L’abbiamo tutti accompagnata in quel loculo che si era comprata tanti anni prima vicino a quello del nonno Giovanìn e nessuno rideva più di quel loculo, che tutti credevamo sarebbe rimasto vuoto ancora per un pezzo.
sabato 24 novembre 2007
sonniloquio
e il matematico ascolta. (eccerto, lui va a dormire dopo che io sono stramazzata a letto, e si alza molto dopo il mio risveglio. cioè, io dormo 7 ore, se va bene, e lui 9 se va male)
la cosa assurda è che non dico stupidaggini, parole a caso, sconnesse.
dico frasi di senso compiuto. pongo domande e mi aspetto risposte. oppure affermo cose tipo "no, adesso no, devo dormire" o "va bene, sto ferma, qui. buona".
possibile che non sto zitta neanche di notte?
possibile che nemmeno quando dormo sto tranquilla?
ma il sonniloquio è una malattia?
chissà...
venerdì 23 novembre 2007
scoramento
ho avuto solo un attimo di scoramento.
del resto sta per iniziare il periodo più brutto dell'anno, quello in cui è obbligatorio spendere soldi, abbuffarsi, fingere di essere in armonia con l'universo.
subito dopo inizierà il periodo peggiore della mia vita, quello in cui la persona con la quale divido il letto, i pensieri, il tavolo di cucina, i sogni, il dentifricio se ne andrà a nove fusi orari da me per quasi un anno.
scusate se non sono un supereroe, ce la sto mettendo tutta per dare un senso alla mia vita, ma il futuro mi sembra così poco azzurropillin che, invece di prendere il treno, una volta o l'altra mi stendo sui binari.
e non mi sto piangendo addosso.
è solo un attimo di scoramento.
giovedì 22 novembre 2007
la durissima realtà
mi aspetto sempre un sì o un no.
odio i forse, i vedremo, i potrebbe essere.
il mio libro fa schifo, benissimo, lo accetto.
ma sentirmi dire che scrivo bene (molto meglio della media degli esordienti), che le prime pagine sono molto divertenti, che però le dinamiche tra i personaggi sono troppo infantili, e i personaggi maschili sono detti ma non mostrati, non si distinguono, è come se fossero dei fantasmi.
sentirmi dire che se ho voglia di rimetterci le mani potrebbe valere la pena, questo non lo so accettare.
o meglio, lo potrei accettare se fosse un'indicazione concreta, se avessi una bozza tutta segnata con dei suggerimenti.
detto così, non mi serve a niente, è solo un po' meno impersonale del classico "siamo spiacenti di informarla che non abbiamo la possibilità di inserirlo nelle nostre collane".
mercoledì 21 novembre 2007
la dura realtà
insomma il mio contratto a progetto scade il 31 dicembre e teoricamente dovrebbe essere rinnovato. teoricamente dovrei ottenere l'aumento che mi era stato promesso sei mesi fa, al precedente rinnovo, ma che poi non mi era stato concesso perché "eravamo fuori budget" (salvo poi assumere a progetto un'altra persona che grava sul nostro centro di costo).
ecco io spero che questo aumento sia consistente perché altrimenti sarò costretta a fare la cam girl (o forse potrei trovare qualche amante del genere capace di pagarmi per risparmiargli l'orrore).
martedì 20 novembre 2007
l'utilità del sociale virtuale
credevate che aggiornare la libreria di anobii fosse una stupidaggine?
eravate certi che questo blog pieno di cazzate intimiste mi avrebbe creato un sacco di problemi?
ebbene, avevate ragione! ma non del tutto.
grazie ad anobii ho scoperto cosa sarebbe potuto succedere se avessi deciso di andarmene nell'assolata california con Lui (sono ancora in tempo per cambiare idea, perché probabilmente sono abbastanza pazza per farlo).
esiste una ragazza che ha letto il saggio di silvia blezza picherle come me, che ha dato 4 stelline a stargirl di jerry spinelli come me, che si chiama alice, che abitava a torino, che si occupa di letteratura per l'infanzia, che ama il colore azzurropillin, che ha 26 anni e... che ha sposato il suo amore con la testa piena di formule e numeri per seguirlo a NY. ok, non è berkeley ma sono sempre gli states, lui non fa un dottorato in matematica, ma economia è pur sempre una materia scientifica.
è pazzesco ma è così, esiste una persona che di fronte alla mia stessa scelta, ha scelto in modo diverso. ed è felice.
spero che questo non significhi che sarò triste per sempre per aver deciso di guardarlo partire. che mi pentirò amaramente di aver scelto la rassicurante quotidianità invece del salto nel vuoto.
è ancora più difficile sapere che sarebbe stato possibile mollare tutto ora che so che qualcuno di "vicino" e "reale" l'ha fatto davvero.
lunedì 19 novembre 2007
postruggente
e condividere la mia vita con lui è la cosa più bella che mi sarebbe potuta succedere. è dolce, divertente, buffo, importante, spontaneo, leggero, intelligente il tempo con lui, e lui per me.
e tutte le ore, i giorni, le settimane, i mesi, gli anni hanno reso i nostri attimi di adesso ancora più intensi.
con lui sono felice di tutto e di niente. con lui raddoppia la gioia, la bellezza, la dolcezza e si dimezza la stanchezza, la paura, il pessimismo. con lui la matematica è strana.
e non so se siamo coabitanti, conviventi, coinquilini, fidanzati, compagni. non so dare un nome al nostro vivere, dividere e moltiplicare.
non riesco a immaginare il tempo svuotato di lui, non riesco a sottrarre dalla mia vita la sua.
in quattro parole non voglio che parta. e anche se gennaio sembra lontanissimo è quasi dopodomani.
ho tanta paura
domenica 18 novembre 2007
lussuria-ira-superbia-avarizia
della lussuria non parlo per pudore.
dell'ira avrei qualcosa da dire, dato che ultimamente mi arrabbio parecchio, ma preferisco non pensarci
della superbia non so cosa dire
se sono avara credo di esserlo con gli altri tanto quanto lo sono con me stessa, quindi anche se non è una bella cosa per lo meno è giustificabile.
per le prossime domeniche vedo di inventarmi un altro diversivo.
sabato 17 novembre 2007
regali di natale
odio i regali senza biglietto. credo che il vero regalo dovrebbe essere proprio nelle parole, a meno che non sia il regalo a parlare da solo, ma capita di rado.
e soprattutto odio ammettere di non saper fare regali. se fosse per me regalerei libri a tutti. i libri che sono piaciuti a me, con la speranza che piacciano anche a chi li regalo, con la speranza che tra le pagine colgano anche qualcosa di me.
oppure regalerei oggetti azzurropillin: sciarpe, maglioni. anche solo una matita colorata, un pennarello e poi un biglietto che potrebbe essere una lettera-fiume o anche solo una citazione rappresentativa di qualcosa. perché un regalo azzurropillin è un regalo mio, ma non è affatto detto che l'azzurropillin piaccia a tutte le persone a cui vorrei regalarlo.
quindi vorrei fare un appello alle persone che mi conoscono e che leggono questo blog: per favore non fatemi regali di natale, al massimo scrivetemi due righe. perché io non farò regali a nessuno, non ne sono capace.
giovedì 15 novembre 2007
mercoledì 14 novembre 2007
rules
2. not everything worth keeping has to be useful
3. sometimes people laugh when they like you. but sometimes they laugh to hurt you
4. looking closer can make something beautiful
5. late doesn't mean not coming
6. don't use two words when one will do
7. if you don't have the words you need, borrow someone else's
8. saying you'll do something means you have to do it - unless you have a very good excuse
9. some people think they know who you are, when really they don't
10. if you can only choose one, pick carefully
11. when someone is upset it's not a good time to bring up your own problems
12. solving one problem can create another
13. a real conversation takes two people
scholastic press
martedì 13 novembre 2007
teoria dell'incomunicabilità
amo molto le parole (ma questo l'ho già detto). credevo fosse importante scegliere le parole giuste, pensavo che questo mi avrebbe permesso di rendere le emozioni e il mio modo di vedere le cose comprensibile anche agli altri. invece la sensazione è che più cerco di trovare le parole giuste, e solo quelle, meno le persone con cui cerco di comunicare mi capiscono.
e questo blog ne è la dimostrazione lampante.
lunedì 12 novembre 2007
improve my english seconda parte
oggi quindi ho deciso: migliorerò la mia comprensione dell'inglese scritto, attraverso la lettura di romanzi in lingua. ovviamente la scelta è ricaduta su uno dei libri per ragazzi che mi sono trovata intorno, un libro che la mia lettrice di fiducia ha giudicato molto bello. speriamo che almeno questo funzioni.
il fatto è che sono pigra, pigra, pigra.
voglio un metodo per imparare l'inglese mentre dormo.
domenica 11 novembre 2007
gola
budino, biscotti con le gocce di cioccolato, quadratini di wafer, merendine. per me la gola è ingozzarmi di dolci, soprattutto di cose cioccolatose.
considerando che la spesa settimanale di ieri è stata di quasi il 50% più costosa del solito... direi che ho proprio esagerato.
sabato 10 novembre 2007
quando il vuoto esploderà
qui mi sembra di non aver nulla da scrivere e condividere, trovare gli argomenti spesso mi è davvero difficile.
a volte mi capita di mandare mail a persone con cui potrei parlare, per timidezza o per la convinzione (forse infondata) che la scrittura mi riesce meglio della conversazione.
odio dover avere a che fare con la consapevolezza della mia incapacità a comunicare.
venerdì 9 novembre 2007
il volo dei numeri
è una città chiara, ordinata.
è una città romana, cardo-decumano, tutto perpendicolare.
e la sera, in questi mesi di giornate corte, sarà ancora più bella, tutta illuminata dalle luci d'artista, delle installazioni luminose che occupano intere vie o piazze. niente a che vedere con le squallide lucine di natale.
la luce d'artista cui sono più affezionata si chiama il volo dei numeri. non sono numeri qualunque, sono i numeri della successione di fibonacci, che illuminano la mole antonelliana.
se i numeri fossero azzurropillin sarebbe davvero perfetto affacciarmi alla finestra, la sera prima di andare a dormire, e scorgere tra i tetti il simbolo di torino e il simbolo del periodo più felice della mia vita, quello in cui posso guardare i numeri di fibonacci con il mio amore con la testa piena di matematica.
giovedì 8 novembre 2007
personale-professionale
penso sia normale che in un ufficio si finisca per raccontarsi, che a pelle ci si senta più vicini a una persona piuttosto che a un'altra, che si diventi persino amici. del resto si condivide una fetta importante della propria giornata.
solo che a me riesce proprio male. e ieri sera, alle 21.56 quando il mio capo (con cui interagisco pochissimo) mi ha mandato un sms (che era evidentemente un messaggio personale) sono rimasta completamente spiazzata, perché mai prima aveva usato il mio numero di cellulare, anche se ormai è un anno che lavoro qui.
mercoledì 7 novembre 2007
incomunicabilità
per la serie "nessuno mi capisce"
martedì 6 novembre 2007
...
lunedì 5 novembre 2007
al posto tuo
all'inizio mi divertivo a essere cinica e crudele. non mi facevo scrupoli a distruggere con poche righe un intero romanzo. non ci voleva nulla: scrittura sciatta. testo noioso. trama confusa. mi piaceva usare l'espressione "forzato intento pedagogico", che credo sia il difetto peggiore che caratterizza la maggior parte dei testi dedicati alla fascia d'età più bassa.
in questo periodo non ho voglia di essere cattiva con gli aspiranti scrittori, essendo io stessa nella loro situazione.
(in compenso posso ancora divertirmi leggendo le schede degli altri lettori, che scrupoli non se ne fanno per nulla. vi assicuro che è davvero uno spasso. forse la cosa più divertente del mio lavoro.)
domenica 4 novembre 2007
accidia
questa volta mi ha presa l'accidia. la voglia di far nulla, di dormire, di annullarmi tra le coperte per molte più ore del necessario. solo che questo week end era piuttosto lungo.
così ho passato quattro giorni quasi completamente rintanata in casa. ho lasciato scorrere le ore senza far nulla di memorabile che mi permettesse di trattenerle nella memoria almeno per un po'.
domani si torna alla quotidianità. alle ore in treno, alle ore in ufficio. e forse è meglio così. è meglio che gli obblighi mi costringano a uscire di casa e a dare un senso al mio tempo.
sabato 3 novembre 2007
sociale virtuale
è che tutte le possibilità di internet mi affascinano, e non avendo una vita sociale al di fuori dell'ufficio e del mio amore malatino, cerco di compensare le mie carenze affettive con delle relazioni virtuali.
in 24 ore ho già ottenuto tre amici su my space (cosa che nella vita reale avrebbe richiesto mesi): anna, mattia signorini (lo scrittore giovane del post di domenica scorsa), e un certo tom, che non ho capito come ha fatto ma appena ho aperto il mio spazio era già mio amico.
venerdì 2 novembre 2007
malatino
ora, per quale motivo lui deve fare la vittima, come se stesse per morire da un momento all'altro e sua madre deve chiamare tre volte al giorno dicendo che avremmo dovuto prenderci un medico di base qui, che devo andare in famacia a noleggiare un aerosol, che devo comprare un termometro, un mucolitico, un antipiretico?
possibile che devo passare il ponte a fare l'infermiera di un malato immaginario?
giovedì 1 novembre 2007
mercoledì 31 ottobre 2007
diventare un colore
fellini voleva diventare un aggettivo: felliniano, e ci è riuscito.
io voglio che la gente dica: "ma che bella maglia azzurropillin che hai" o "l'azzurropillin ti dona molto" o ancora "vorrei tanto una macchina azzurropillin".
penso che sarebbe divertente, e comunque non dev'essere difficile, se pure i topi si sono guadagnati la loro fetta di immortalità conquistando il color grigiotopo.
martedì 30 ottobre 2007
scrittura distante
l'avevo intitolato mamma, probabilmente. era il 2003.
lui non ha mai letto quelle pagine, e nemmeno le ultime che ho scritto. non ha voluto leggere i miei vecchi racconti, né i post che scrivo in questo blog.
il mio piccolo amore con la testa piena di matematica non vuole leggere quello che scrivo.
mi arrabbio spesso per questo. faccio fatica ad accettarlo. ma credo che lui abbia capito qualcosa del mio rapporto con la scrittura che io stessa non ho ancora colto appieno.
credo che quello che mi succede si spieghi più o meno così: è come se le mie pagine, essendo sempre molto intime e personali, mi esponessero a tal punto al giudizio delle persone che le leggono, da costringermi a costruire tra me e i miei lettori una barriera capace di proteggermi.
lunedì 29 ottobre 2007
deliro
mi piace pensare a cosa scriverò, mi piace pensare che queste pagine, le mie pagine, possano essere una finestra a cui affacciarsi, un luogo piacevole e familiare per qualcuno.
teresa mi ha detto che certi blog, secondo lei, sono così intimi che a entrarci sembra di violare un luogo privato.
non so come appaia il mio blog a chi ci viene senza sapere come mi sono tagliata i capelli, o che scarpe indosso.
non so nemmeno come possa apparire il mio blog a chi sa com'è la mia borsa, o quanto ami le felpe col cappuccio.
sicuramente è un blog intimista. ci scrivo i fatti miei, le cose che mi succedono. e la vita, si sa, è una noia mortale.
in queste pagine cerco di rendere interessante il nulla che mi succede, di trovare ogni giorno un motivo per scrivere e forse anche un motivo in più per alzarmi al mattino. perché alzarsi alle 6 non piace a nessuno, nemmeno a me che lo faccio tutti i giorni.
soprattutto ora che al mattino è buio e freddo, alzarsi alle 6 fa schifo.
non so perché ho scritto tutto questo, forse perché ho dovuto censurare il post del 12 ottobre o forse perché il treno ha fatto 30 minuti di ritardo o perché stasera mi tocca preparare una frittata e invece preferirei mangiare il riso con lo zafferano e lo speck.
domenica 28 ottobre 2007
invidia
ho l'ossessione dei giovani scrittori, penso, "mannaggia, questo a vent'anni aveva già pubblicato" e io ho solo abortito romanzi, ho solo scritto delle pagine brutte, con personaggi zoppi, che faticano a camminare da soli.
adesso che di anni ne ho 25 è ancora peggio, perché di scrittori che hanno pubblicato prima dei 25 ce ne sono parecchi.
ieri ho scoperto mattia signorini e se il mio coabitante non me l'avesse impedito, il suo libro, lontano da ogni cosa, l'avrei pure comprato.
perché io ho questa fissa qui: cercare di capire che cos'hanno le loro pagine che le mie non hanno.
me lo sono chiesta con licia troisi, con giulia carcasi, con francesco gungui, con melissa p., con elisabetta bilei e con molti altri, che adesso non mi vengono in mente.
e mi sento sempre meno, sempre inadeguata, sempre fuori tempo e alla fin fine sbagliata, per il fatto di credere che le mie pagine possano davvero valere qualcosa.
sabato 27 ottobre 2007
shopping compulsivo
oggi ho comprato:- un profumo fragola lampone
- l'ultimo libro di paola mastrocola (alla fnac a prezzo speciale)
- una sciarpa azzurropillin della benetton
a voi il totale... io non l'ho ancora fatto ma ero uscita con più di 50 euro e adesso non mi sembra sia rimasto molto
venerdì 26 ottobre 2007
ppp
visto così sembra pure un bel posto, quello da cui ho desiderato di andarmene, con tutte le mie forze, riuscendoci.
buona passeggiata
giovedì 25 ottobre 2007
deutsch verbessern
considerando come il progetto improve my english sia miseramente naufragato (mi addormento sistematicamente verso la lezione 12), credo dovrò aspettare che mtv trasmetta la seconda serie in italiano.
insomma, l'importante è crederci.
mercoledì 24 ottobre 2007
manicomio
ieri:
* non ho mangiato quasi nulla a cena perché non avevo fame, ma poi mi sarei ingurgitata una tavoletta di cioccolata intera
* ho dichiarato di amare il mio coabitante e dieci minuti dopo ho minacciato di lasciarlo
* mi è venuta una crisi di pianto assolutamente ingiustificata durante la quale ho deciso fermamente di:
# mandare il mio curriculum a torino ovunque (per la serie "mi fa schifo il mio lavoro, sono stufa di fare to-mi-to"),
# iscrivermi a un corso di taranta,
# buttarmi dalla finestra.
più o meno così
martedì 23 ottobre 2007
improve my english
questa operazione consisterà nell'ascoltare in treno per almeno tre quarti d'ora un cd con delle esercitazioni in lingua.
i cd di cui dispongo sono tre (gentilmente masterizzati da mia zia), e fanno parte di un corso di inglese dell'assimil di cui non ho il libro.
la domanda è: servirà a qualcosa ascoltare solo i cd?
speriamo...
lunedì 22 ottobre 2007
relazioni pericolose
ora, che io e lei non andiamo d'accordo è risaputo, ma non pensavo fino a questo punto.
ieri mattina le ho mandato un sms di auguri. c'era scritto solo buon compleanno. niente di trascendentale, ma dato che lei si era ricordata del mio con un sms (spedito dal telefonino di mio padre) mi sembrava un pensiero non dico carino ma per lo meno educato.
ebbene, quell'sms non è mai arrivato. sapete perché: il numero che ho in rubrica è sbagliato.
considerando che ho questo cellulare da 4 anni, significa che in 4 anni né io né lei ci siamo telefonate né scambiate sms.
direi che la cosa è piuttosto inquietante...
domenica 21 ottobre 2007
Siamo tutti un programma
Come un amico, che viveva a Ciampino, vicino alla stazione. Io gli dico: “ma come fai, non senti i treni?” “No, dopo un po' ti abitui. La notte dormo bene.”
E' vero la notte dorme, ma la mattina si alza con due occhi neri e quadrati ..
Manca un mese: tra un mese scoppia la bomba. Ma devo essere ottimista: devo guardare il bicchiere mezzo pieno e dire che manca ancora un mese.
Ma alla fine, quando mancano sette giorni, il ticchettio lo sento sempre: è una bomba a vapore, fa un rumore infernale.
Arriva l'ultimo giorno e vado al lavoro: il padrone mi toglie la bomba a mette un'altra cosa in tasca. “Tranquillo, ho messo un'altra bomba ma scoppia tra 3 mesi”.È un contratto a termine, una bomba che scoppia tra 3 mesi. Ora pure io, come il mio amico, non dormo, non sono tranquillo.
Poi un giorno leggi che 3200 lavoratori precari diventeranno a tempo indeterminato, dopo le ispezioni degli ispettori del lavoro.
Adesso la bomba è in tasca al padrone. È lui che, ora, non dorme e non sta tranquillo, che gli trema la mano. Ma ho un sospetto: che qualcuno tolga la bomba dalla tasca del padrone. Forse i sindacati, forse il governo con la prossima finanziaria.
Intanto dei 13 lavoratori che hanno firmato l'esposto per le ispezioni, 10 non sono stati riassunti e 2 sono stati licenziati. Per questi lavoratori la bomba è già scoppiata.
Parla con me: inchiesta da fermo di Ascanio Celestini del 15 ottobre 2006
sabato 20 ottobre 2007
le piccole cose ti cambiano la vita
buona visione!
avrete notato dalla finezza del link che è tornato il mio coabitante
venerdì 19 ottobre 2007
sbrilluccichini
e forse oggi lo sono anche di più, dato che è da tre giorni che non ci vediamo.
giovedì 18 ottobre 2007
necessito di ferie, è certo
a parte che anche la mia pianta avrebbe potuto installare il programmino senza fatica: avanti avanti avanti ok.
sembrava tutto perfetto, come nelle migliori fiabe a lieto fine, quando mi sono resa conto che... il mio pc non ha il microfono!
wow
*Skype è un software proprietario freeware di instant messaging e VoIP. Esso unisce caratteristiche presenti nei client più comuni (chat, salvataggio delle conversazioni, trasferimento di file) ad un sistema di telefonate basato su un network Peer-to-peer. (in una parola si telefona usando il pc, l'unico costo è quello della connessione)
salute
per rilassarmi questa mattina mi sono concessa un bagno caldo, ma i suoi effetti benefici sono durati proprio poco, il tempo di arrivare in ufficio.
forse dovrei prendermi un paio di giorni di ferie...
magari ci penso.
mercoledì 17 ottobre 2007
saggezza evangelica
quindi oggi, si lavora, si lavora, si lavora.
martedì 16 ottobre 2007
frammenti dal passato
riporto le ultime due domande con relative risposte.
potrei aver risposto a quest'intervista ieri, per quanto sono ancora d'accordo con me stessa
9- Pubblicherai su carta i tuoi racconti? Come vivi la pubblicazione cartacea? Speranze e desideri in merito a questa? Ed al tempo stesso cosa significa attualmente per te pubblicare su Internet?
Mi piacerebbe molto pubblicare un vero romanzo. Vederlo nella vetrina delle librerie e poter pensare che quello l’ho scritto io e che finirà sui comodini, nei bagni, negli zaini o nelle borse della gente. Allo stesso tempo penso che bisogna avere qualcosa di importante da dire e bisogna dirlo bene, e spesso non basta questo per pubblicare (a meno che uno non pubblichi a sue spese). Quindi non penso di essere ancora pronta per questo passo anche se ho tentato di scrivere due romanzi che sono solo degli aborti di una quarantina di pagine. Pubblicare su internet è fin troppo facile, ci sono dei siti in cui non fanno alcuna selezione e pubblicano automaticamente tutto. L’unico motivo per cui pubblico su internet è che a volte mi capita che qualcuno che ha a che fare con centinaia di persone che scrivono pensi che quello che scrivo io è bello e questo mi spinge a continuare.
10- Eccoci giunti alla classica immancabile domanda di ogni mia intervista: un consiglio all’esordiente? Ed in questo senso, una tua risposta a tal proposito, potrebbe risultare altrettanto interessante, visto che tu stessa da esordiente ti sei “sottoposta” a concorsi letterari, corsi di scrittura, presenza su vari siti internet e forse già nella mente una futura pubblicazione cartacea. Come ci si deve muovere in tal senso? Cosa è conveniente e sconveniente fare per entrare a far parte del mondo Letterario?
Penso di non poter rispondere a questa domanda visto che sono esordiente io stessa. Avrei proprio bisogno che qualcuno mi dicesse cosa fare, come muovermi ecc. Credo che “non basta desiderare, ma bisogna desiderare ardentemente”, soprattutto bisogna essere umili, accettare le critiche e non ritenersi mai arrivati. Nella scrittura soprattutto il momento creativo è brevissimo, il resto è tutto lavoro di lima, perfezionamento, riscrittura…
per chi fosse curioso di leggere tutta l'intervista, questo è il link (non avendo il supporto informatico del mio coabitante che ora è in trasferta a ppp non faccio esperimenti in html e lo copincollo)
http://digilander.libero.it/moniadibiagiodgl/pillin1.htm
lunedì 15 ottobre 2007
odio i lunedì
ma non sono le cose che accadono a rendere le giornate pessime, è il mio pessimo modo di affrontarle.
il fatto è che sono incredibilmente nervosa per il futuro del mio forse davvero romanzo.
la situazione si sta pian piano evolvendo ma la paura del verdetto finale, che potrebbe sancirne la pubblicazione, mi sta rendendo di umor nero.
forse il vero problema è che le mie pagine sono proprio mie. sono azzurropillin al 100%.
e credo di non saper scindere il giudizio su quel mucchietto di fogli dal giudizio su di me.
domenica 14 ottobre 2007
giochini
quello a cui gioco da più tempo si chiama milpa.
l'ultimo a cui mi sono appassionata consiste nel fare delle pizze e cercare di accontentare il più possibile i clienti.
entrambi questi giochi hanno il difetto di diventare molto lunghi. le partite di milpa che all'inizio duravano pochi minuti e si esaurivano al livello 7 ora durano quasi un'ora. sono arrivata al livello 25, o forse oltre.
un giochino più breve ma molto carino è questo.
e adesso buona dipendenza a voi...
sabato 13 ottobre 2007
tra parola e immagine
venerdì 12 ottobre 2007
uno sfogo perché sono intollerante
da novembre dello scorso anno lavoro in una casa editrice per ragazzi. sono immersa tutto il giorno, tutti i giorni, in mezzo a libri destinati a una fascia d'età che va dai 0 ai 16-17 anni.
da maggio *** ******** ********* ************ ********* ************ ******* **** *** ***** ********* ** ******* ******** ***** ****** *** ********* ******** ***** ********* * ** ******** ******* ********* ********** ********* *********** **** **** ******* **** ***** ********* ********** ************* *******
ognuno tragga le sue considerazioni, io le mie le ho già fatte!
nota del 29/10/07 mi è stato consigliato di censurare il contenuto di questo post. le motivazioni mi sono sembrate convincenti e ho accettato il consiglio.
mi scuso con i lettori che hanno commentato, con quelli che avrebbero voluto leggere, e con quelli che avrebbero voluto rileggere le parole che avevo lasciato qui, ma non potranno farlo.
purtroppo dimentico troppo spesso che un blog è un diario anche pubblico, nonostante mi ostini a crederlo una forma di espressione privata.
giovedì 11 ottobre 2007
cinica io?
che sono impaziente (verso la vita e gli eventi in generale) lo sapevo.
che sono testarda lo sapevo.
che sono troppo diretta (dico quello che penso come lo penso) lo sapevo.
che sono cinica... ecco, questo non lo sapevo, eppure me l'hanno detto già in due negli ultimi giorni!
mercoledì 10 ottobre 2007
oggi mordo
la mia è cominciata con una suora che mi russava accanto in treno
è proseguita con una spiacevolissima telefonata di lavoro
continua con delle mail noiosissime da scrivere
e peggio di tutto, il libro che stavo leggendo mi fa schifo e quindi non ho niente da leggere
se non il mio che palle di romanzo che ormai tra scrivere e leggere lo so a memoria e non ho più niente da aggiungere!
martedì 9 ottobre 2007
eccitante
solo che la cosa più eccitante della mia vita, ora, sembrano essere le puntate di kebab for breakfast. mi sa che sono messa proprio male!
lunedì 8 ottobre 2007
kebab dipendente
è che adoro il cinismo e l'esuberanza di Lena e mi divertono moltissimo gli avvenimenti quotidiani e surreali che la coinvolgono.
e anche se all'apparenza potrebbe sembrare il tipico programma stupido di mtv, trovo invece che abbia un suo perché, e che in fondo non sia poi così assurdo come può sembrare, anzi.
a dirla tutta Lena mi sembra piuttosto simile a elisa, la protagonista del mio romanzo, quindi lo guardo anche per farmi venire idee e per migliorare il ritmo delle mie pagine (ma non ditelo a nessuno).
domenica 7 ottobre 2007
frammenti da romanzo, il mio
"Ho capito che sono innamorata di Fabio quando ho visto che Andrea stava baciando Elisa, quella bella di prima A, all’uscita da scuola. Stavano sotto un albero, in cortile, vicino al cancello. Li ho guardati tutto il tempo, dalla fermata dell’autobus. Lui le teneva il viso tra le mani. Sono sicura che tenesse gli occhi chiusi. E sono anche sicura che è innamorato cotto. Del sentimento di lei sono un po’ meno convinta. Aveva le mani sui fianchi di Andrea, quasi volesse stabilire una specie di distanza di sicurezza. Forse lei aveva gli occhi aperti."
dalla battuta 34843 alla battuta 35436
sabato 6 ottobre 2007
la fighessa di vanessa
oggi abbiamo confermato che ha una tresca con il commesso che fa le consegne a domicilio (dario) e che ascolterebbe baglioni tutto il giorno. elementi che rendono ancora più dettagliata e assurda la figura fantasiosa che abbiamo costruito su di lei.
venerdì 5 ottobre 2007
ondate
preferisco di gran lunga i periodi del secondo tipo, anche se sono sicuramente più faticosi!
giovedì 4 ottobre 2007
mercoledì 3 ottobre 2007
il mio post preferito
quindi... se volete leggere dei bei post non venite più sul mio blog, ma andate sul suo, il link è qui a destra (scusate, mi sono lasciata andare all'ennesima cazzata autolesionista)
Ho capito perchè ho aperto un blog. Dopo due anni e mezzo. Ci arrivo sempre presto alle cose, io. Perchè per noi blogger/scrittori/diaristi la vita la si vive davvero solo se dopo la si scrive.
(...)
È che ad un certo punto la vita diventa argomento da blog, o da libro. Non vivi più solo per farlo. Vivi per raccontarlo. Forse è il segno di una malattia, non so.
(...)
Sono un registratore. Non so fare foto e non so disegnare. Per questo lascio che la vita mi impressioni, e poi la racconto. E non lo faccio tanto per gli altri. Lo faccio per me. Quando vedo la mia vita su carta capisco che è chiusa. Posso prendere quel ricordo e infilarlo in un cassetto. È stato. Si volta pagina.
Il bello è che poi quel cassetto puoi aprirlo quando vuoi. Succede anche con la memoria, ma per me la pagina è meglio. Più fresca e più immortale.
Non ha a che fare con la bravura, non ha a che fare col successo. È un modo di essere e di vivere. In questo senso, forse, scrivo per me.