mercoledì 18 luglio 2018

la forza dell'abitudine



da qualche settimana vado a correre quasi tutte le mattine verso le sette, nel parchetto vicino casa.
quando ti trovi tutti i giorni, alla stessa ora, nello stesso posto, è inevitabile incappare in altri abitudinari come te. ecco un piccolo inventario di abitudinari del parchetto:

* le matrioske: due signore sui sessant'anni che parcheggiano la bici nella rastrelliera e fanno dei giri random passeggiando e chiacchierando. devono il loro soprannome al fatto che le loro costituzioni fisiche molto diverse permetterebbero alla più massiccia di inglobare la più minuta.

* la tizia col cane di razza boxer: per vederla bisogna andare un po' prima delle sette. è una signora, esilissima e scattante, che si porta al guinzaglio questo cagnone vecchio e pigro che si ferma ogni pochi passi. in attesa che il cane si muova, lei cammina nervosamente sul posto.

* lo scalzo: indossa sempre un paio di pantaloni corti verde militare e una canottiera beige. appena entra nel parco si toglie le infradito e le tiene in mano per tutto il tempo che impiega a raggiungere l'uscita. a quel punto si rimette le ciabatte e prosegue per la sua strada.

* quello che si allena: è un uomo sui trent'anni, pelato ma con una folta barba rossiccia. esegue degli esercizi a corpo libero nell'area attrezzata. fa addominali, allungamenti, flessioni, plank. salta la corda senza mai inciampare. ha un corpo armonico e tonico e l'aria di chi usa quegli esercizi fisici come una preghiera o un esercizio di meditazione.

ogni volta che vedo quello che si allena penso: "com'è bravo, com'è costante, com'è "inspirational".
ci ho messo parecchio a rendermi conto che se posso pensarlo di lui, devo pensarlo anche di me stessa. perché tutte le volte che ho visto lui allenarsi, io stavo correndo.

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