martedì 18 dicembre 2018
le avventure del matematico di ritorno dal brasile
mentre la mia me del passato fa cose gentili, il sé del passato del matematico lo mette a dura prova.
durante la calda e tranquilla estate ha infatti programmato per l'autunno-inverno 3 viaggi in 3 continenti diversi, uno ogni 5-6 settimane.
è così che domenica, all'aeroporto di san paolo, circondato dalla straniante estate brasiliana fatta di babbi natale e pupazzi di neve a 32 gradi celsius, si è imbarcato lieve e inconsapevole in birkenstock, camicia hawaiana e stempiatura bruciata, senza pensare che una dozzina di ore dopo sarebbe atterrato nell'inverno dell'emisfero boreale, dove i gradi erano sì 32, ma fahrenheit.
certo lo si può capire: lo stordimento di un viaggio intercontinentale a breve distanza dal viaggio in giappone, con tutta la fatica che comporta smaltire un jet lag di otto ore, recuperare il lavoro accumulatosi nel periodo di assenza, lo stress di organizzare la logistica di alloggio e trasporti, parlare in pubblico per presentare la propria ricerca...
e insomma, mentre tutti, avvolti nei loro piumini, si spostavano alla ricerca dell'uscita dall'aeroporto di francoforte, il matematico tremate si infilava in un negozio del dutyfree in cerca di qualcosa per coprirsi. ne usciva con un paio di calzini in filo di scozia da 10 euro, che abbinati ai sandali lo rendevano il più tedesco dei viaggiatori.
ps: il buono di questo viaggio è pacoca, che non so di preciso cosa sia, ma che ha l'aria di essere composto al 90% di zucchero. che è esattamente quello di cui ho bisogno.
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