sabato 27 ottobre 2018
non avevo capito la domanda
riguardando la presentazione di giovedì mi sono resa conto di aver completamente frainteso la prima domanda del mio intervistatore che mi chiedeva: "perché non limitarsi al libro e moltiplicare la comunicazione usando il blog, facebook, instagram? perché tutta questa urgenza di comunicare?"
provo a rispondere adesso per iscritto (l'avevo detto che non sono molto brava con le interazioni di persona :) )
ho aperto il blog nel 2007, quando andava molto di moda.
all'epoca seguivo alcune blogger e apprezzavo così tanto le loro storie e quel loro spazio virtuale che ho pensato potesse essere un mezzo di comunicazione che mi sarebbe piaciuto usare.
mi ero trasferita da poco a torino e, a parte il matematico, non avevo contatti con nessuno. scrivere sul blog mi dava l'illusione di poter raccontare di me, non tanto a degli sconosciuti, ma ad amici e parenti che a causa del trasloco non sentivo più così spesso.
a un certo punto sognavo che il blog diventasse così conosciuto e frequentato da aprirmi un varco nel mondo editoriale com'era successo per pulsatilla, machedavvero, ecc
il blog è un punto fermo ancora oggi, a oltre 11 anni di distanza.
ci sono stati periodi in cui l'ho aggiornato meno di frequente, ma lo considero casa, un luogo dove tornare e potermi raccontare molto più che su facebook e instagram, canali che ho iniziato a usare molto di recente.
anche se sono su facebook dal 2008, è solo dall'anno scorso che ho smesso di avere tra gli amici 200 persone conosciute e ho iniziato ad aprirmi a migliaia di sconosciuti che ruotano attorno al mondo del selfpublishing e dell'editoria.
riguardando il video credo che la persona che mi intervistava fosse scioccata dalla mancanza di pudore, da quella che immagino ai suoi occhi appaia come una sovraesposizione, una sorta di esibizionismo.
mi ritengo una persona molto introversa e riservata eppure scrivo di me, ci metto la faccia, racconto gli affari miei.
non è così da sempre, è stato un percorso graduale: all'inizio non ci mettevo né nome né faccia. l'esigenza di uscire dall'anonimato è cresciuta di pari passo con quella di far conoscere i miei libri.
PS: se avete altre domande o volete intervistarmi per il vostro blog sono felicissima di rispondere.
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