giovedì 31 luglio 2008

"facciamo che tu eri e io ero, e dopo, una sfilza di imperativi con cui potevi inventarti un mondo o ricostruirlo tale e quale a prima, se si era rotto."
e.poddi - tre volte invano

facciamo che questi sei mesi non sono mai trascorsi, che tu torni e tutto è come quando ci siamo baciati la prima volta, come quando mi hai letto la storia di mr todd, come quando ci addormentavamo sul mio letto, come quando ci rotolavamo sul fieno, come quando tu venivi a casa mia in bici, come quando cantavamo le canzoni che suonavi alla chitarra.
facciamo che questi sei mesi non sono mai trascorsi, che io mi rinnamoro di te e tutto è come quando ti lasciavo un messaggio sul frigo solo per dirti ti a, come quando appena sveglia cercavo le tue labbra, come quando ci facevamo il solletico e ci davamo i baci e ci abbracciavamo forte, come quando "è domenica gigiutti", come quando aprivo la porta di casa e tu c'eri.

mercoledì 30 luglio 2008

pendolare di riferimento

il giorno in cui il mio treno ha fatto 255 minuti di ritardo ho, per la prima volta, rivolto la parola al mio "pendolare di riferimento del viaggio di ritorno".
il pendolare di riferimento è una presenza rassicurante, vederlo in attesa sulla banchina, sapere che c'è, mi tranquillizza.
per mesi ho visto questo omino alto e secco, il viso affilato e i capelli grigi grigi, prendere il mio treno, e mai gli avevo rivolto la parola, fino a quando non abbiamo fatto 255 minuti di ritardo insieme e ci siamo raccontati la vita. anche se non ci siamo nemmeno presentati.
era da quel 12 giugno che non lo vedevo, e oggi invece, ci siamo incrociati di nuovo. mi ha salutata, ha detto "come sta?, è da tanto che non la vedo" con una gentilezza e una galanteria che mi hanno commossa.
e anche se è da un anno e mezzo e passa che faccio torino, milano, torino, anche se sono ben più di uno i miei pendolari di riferimento sia dell'andata che del ritorno, lui è l'unico con cui ho parlato, l'unico verso il quale ho nutrito da subito grande simpatia.

martedì 29 luglio 2008

grafologia

una caratteristica della mia grafia è che il trattino della "t" non interseca l'asta verticale. per molto tempo ho immaginato potesse essere sintomo di ambizione. questa sera ho scoperto quanto segue: se le aste delle vostre "t" volano via come dei palloncini, significa che non siete in grado di controllare bene le emozioni: ogni manifestazione dei sentimenti lascia sul vostro viso un rossore emblematico, in pratica quello che provate ve lo si legge in faccia.

già che c'ero mi sono informata anche sulla "g"
, la lettera che esprime il rapporto con la sessualità:



La g è la lettera che dà le maggiori indicazioni sul tipo di sessualità dello scrivente.

In particolare, una g "panciuta" indica che lo scrivente usa molta fantasia nell’atto sessuale e, se la pancia è esageratamente gonfia, può darsi che le fantasticherie sostituiscano del tutto la pratica.

Se invece il gambo della g è molto lungo e premuto, significa che lo scrivente mette in atto spesso e con ardore la pratica del sesso.

Se invece la pancia della g è inesistente (la g assomiglia ad una q) siamo di fronte ad un rifiuto della sessualità: ciò non significa che lo scrivente non fa sesso, ma che non lo vive con serenità e armonia.


r
iassumendo, non so gestire le mie emozioni e ho un pessimo rapporto con il sesso. forse faccio bene a scrivere tutto al pc...

lunedì 28 luglio 2008

previsioni del tempo da oltreoceano (ovvero l'arte di pianificare)

lunedì: chiudo il conto in banca e compro il pentolino
martedì: vado a san francisco e cerco un regaluti per te. se non lo trovo comunque so dove comprare un regaluti di riserva qui a berkeley.
mercoledì: lavatrice, valigie e inscatolo i pacchi
giovedì: invio pacchi, sistemazione e pulizia casa
venerdì: aereo
sabato: ...

non può andare niente storto.

magnum





domenica 27 luglio 2008

correggendo una bozza

questo week end è stato dedicato alla correzione intensiva di una bozza.
correggere bozze è un po' come essere pagati per leggere, ma non proprio.
è incredibile quanti dubbi possano sorgere: gilè o gilé? effigie o effige? profferire o proferire?
mentre correggo bozze ho la sensazione che tutte le certezze sull'ortografia, la sintassi, la grammatica, il lessico, accumulate in anni di scuola e di lettura, svaniscano improvvisamente.
poi ci sono le norme redazionali da seguire: il nome di una testata giornalistica va in corsivo? in tondo? tra virgolette? e le parole riportate all'interno di un dialogo?
quello che mi piace davvero, del correggere le bozze, è il senso di responsabilità, sapere che la cura e l'attenzione che riverso su quelle pagine, permetteranno al lettore di avere tra le mani un libro più piacevole da leggere, depurato da fastidiosi refusi, antipatiche ripetizioni, pesantissimi avverbi in "-mente".
e poi mi diverte tagliare le righe (operazione necessaria per ragioni di impaginazione). mi ha dato molta soddisfazione poter liberare pagina 163 da questa frase "non poteva combattere le sue battaglie al posto suo" e pagina 45 da questa metafora "come calici colmi di schiumante champagne".

sabato 26 luglio 2008

passi e parole

"lui ha un grande senso dell'orientamento; io nessuno. nelle città straniere, dopo un giorno, lui si muove leggero come una farfalla. io mi sperdo nella mia propria città; devo chiedere indicazioni per ritornare alla mia propria casa."
n. ginzburg - le piccole virtù



mi piace molto camminare, e camminare a torino è una meraviglia.
prendi una strada qualunque e sai che potresti continuare a camminare in linea retta per ore, o forse per sempre. con la certezza che lo sguardo si poserà su un capitello istoriato, un balcone decorato, un giardino "pensile", e che prima o poi la mole antonelliana si imporrà alla vista in tutto il suo splendore.
amo camminare perché i passi, uno dopo l'altro, scandiscono il ritmo delle parole pensate, o dette, o ascoltate. e non importa dove va la strada, quello che conta è dove portano le parole.
è per questo che a torino ho i miei pochi percorsi prestabiliti, le mie strade da seguire senza paura di perdermi nella città, ma con la certezza di poter perdermi nei pensieri. è per questo che giro sempre con la mappa in borsa, perché se qualcuno o qualcosa dovesse condurmi fuori strada ne avrei bisogno per tornare indietro.

venerdì 25 luglio 2008

la dimensione della scrittura

la mia scrittura, ora, ha due dimensioni, le dimensioni di questi post o la dimensione di una mail.
i post sono grandi quanto un pensiero, poche righe che contengono un frammento razionale.
le mail sono grandissime. sono tante righe fitte fitte di emozioni, sono paura e desiderio. sono tante parole messe in fila, in fretta, per l'urgenza di dire qualcosa, qualcosa di importante: tutte le parole pensate e non dette, tutte le parole dette senza pensare, tutte le emozioni ammucchiate che non trovano via d'uscita.
vorrei che la mia scrittura trovasse finalmente una terza dimensione, la dimensione del romanzo, dell'urgenza controllata, dell'emozione razionalizzata ma non spenta della sua forza, della pianificazione, della pazienza e dell'attesa.

giovedì 24 luglio 2008

le donne lo sanno

sono circondata da donne meravigliose: coraggiose, determinate, brillanti, ironiche, capaci di amare, farsi del male, proteggersi, confidarsi.
sono donne forti e fragili, consapevoli, concrete, energiche.
sono donne che hanno in loro molto di quello che vorrei essere; le ascolto, o le leggo, o le osservo e non posso che ammirarle per la loro capacità di muoversi nel mondo, di piegarlo alle loro esigenze o di adattarsi a ciò che non riescono a cambiare.


:-------)

la piscina e il mare aperto

la chiave è lì, nel desiderio e nella paura (che poi è un desiderio rovesciato)

nota: le ultime tre righe non sono un delirio, sono un omaggio a tre delle donne che in questo momento sento vicine.



mercoledì 23 luglio 2008

consigli di lettura

attenzione! questo post è pieno di link che verranno aperti nella stessa pagina in cui state visualizzzando questo blog. vi consiglio di leggere tutto il post, prima di perdervi nei meandri dei link e non ricordare nemmeno più che è questo che stavate leggendo.


come sapete amo moltissimo i romanzi intimisti, quelli in cui il protagonista cerca di far cadere le sue lacrime direttamente nell'ombelico, in un meccanismo di compiacimento autolesionistico in cui mi riconosco perfettamente. i libri di cui sto per parlare non hanno nulla a che fare con il compiacimento o con l'autolesionismo.

questo libro, per esempio




è riuscito nell'ardua impresa di strapparmi qualche sorriso e persino una risata.
immagino che le persone normali con queste pagine si facciano delle sanissime sbaccanate.

esilarante, surreale, stralunato, questo romanzo, strabordante di geniali trovate, vi catapulterà in un mondo tanto immaginato quanto possibile. un mondo assurdo eppure vicino al nostro in modo preoccupante. (questa frase sembra copiata da qualche recensione, ma l'ho scritta io, lo giuro)


vi do un'assaggino per farvi venire l'acquolina in bocca:

alla posta tutte le donne in coda stanno sfogliando una copia de le mie cose. per la maggior parte si tratta del numero di marzo, ma in alcuni casi anche di numeri più vecchi.
penso che ormai non ci sia donna, dai tredici anni in su, che non la legga. qualunque cosa fosse la rivista cui erano abbonate, l'hanno abbandonata e sostituita con le mie cose. le capisco. anch'io prima di iniziare a collaborare, ero, più che una lettrice, una seguace. ricordo che quando la rivista tardava ad arrivare in edicola mi preoccupavo. in una giornata passavo ossessivamente una decina di volte a chiedere se era uscita. se non arrivava dopo una settimana, iniziavo a consultare il sito un centinaio di volte al giorno, a chiamare la redazione e a spedire e-mail. non ero l'unica (...)
il perché di tanto fanatismo sta nel fatto che le mie cose è una rivista capace di starti accanto, di seguirti e modificarsi in base alle tue esigenze. esce ogni ventotto giorni. le rubriche e i servizi sono ordinati in base alle varie fasi del ciclo mestruale, e si invitano le lettrici ad acquistare la rivista e a leggerla solo quando è iniziato il loro ciclo. la mia rubrica, per esempio, si trova poco prima della metà della rivista ed è normalmente associata alla fase premestruale. questa idea di strutturare la rivista in base al ciclo è del direttore-fondatore eugenio bignardelli, che, contrariamente a quanto dichiara in continuazione nei suoi editoriali, non è gay. in redazione lo sappiamo tutte. sfrutta l'"effetto almodovar", un trucco per fare soldi con il luogo comune dei gay-sensibili-in-grado-di-capire-le-donne.


già che ci sono vi consiglio anche per il resto del viaggio ho sparato agli indiani di fabio geda, di cui vi lascio due piccolissimi assaggini:

Dammi la mano - ha detto Javier.
Ho risposto: - Solo se le hai pulite.
Javier le ha studiate entrambe, serio. Ha allungato la destra.
- Questa è meglio - ha detto.


sciabordare è una parola che ho dovuto cercare sul dizionario perché non sapevo come descrivere il rumore dell'acqua, molle, contro lo scafo. sciabordare è una parola che mi piace un sacco. nonno viorel dice che, a volte, ci si può innamorare di una parola che non si è mai sentita prima, una parola nuova, e che improvvisamente ti capita di sentire dappertutto e di usare in continuazione. a quel punto ti chiedi come avevi fatto, fino a quel momento, a vivere senza.



e per finire tre volte invano di emiliano poddi, che leggerò a breve e che dicono essere un romanzo imprescindibile per gli appassionati di basket.

poi basta, altrimenti potrei pensare seriamente di chiedere una percentuale alla instar libri per questo spot-post pubblicitario.
(penso abbiate notato anche voi che il sito della casa editrice, con il suo azzurro, si intona benissimo a queste pagine.)

martedì 22 luglio 2008

il matematico sa essere fermo, solido, emotivamente equilibrato in situazioni in cui io perderei il controllo. pregio ancora migliore è che sa trovare le parole per trasmettermi la sua sicurezza.
il matematico riesce a perdersi di fronte alle piccole incombenze quotidiane: conosce a memoria almeno 20 cifre decimali di pi grego, ma non ricorda la sequenza di 4 numeri che compongono il codice pin del suo telefono cellulare. ricorda teoremi e dimostrazioni incomprensibili al 97% della popolazione mondiale ma confonde il numero civico di casa sua con quello di casa dei suoi genitori. organizza viaggi a las vegas e sul gran canyon ma non ricorda di mettere in valigia le mutande di ricambio.
il matematico sa rassicurarmi e disorientarmi, sa proteggermi e rimanere indifeso in situazioni banali. sa essere vicino e lontano. qui e altrove.

lunedì 21 luglio 2008

pet news


cara alice,

volevo rassicurarti sulle sorti della tua irrequieta Giuggiola. è venuta a stare da me, probabilmente l'avevi investita di troppe responsabilità e di troppe raccomandazioni da addomesticatrice apprensiva, se è scappata di casa. adesso sta svolazzando nella mia camera da letto, non che la cosa mi renda felice, non vorrei che mi svegliasse nel cuore della notte con un colpo d'ala. spero che tu l'abbia educata bene, perché altrimenti te la rimando subito indietro.
le ho detto che per ora la ospito volentieri, ma non mi piace coprire le birichinate di un'adolescente ribelle. quindi mi sa che domattina le dico di fare i bagagli. non so badare nemmeno a me stessa, ci manca solo una ragazzina che sta tutto il giorno allo specchio a schiacciarsi i punti neri e a mettersi la cipria sulle guance.

tu non ti preoccupare, comunque, giuggiola sta bene, è solo un po' frastornata dal jet lag.

domenica 20 luglio 2008

from berkeley to torino

il matematico a berkeley non solo non ha imparato l'inglese, ma ha disimparato l'italiano. adesso dice cose come: "sono andato a prendermi uno smuuti da giamba giuis" oppure "ma non c'è tutto questo aip per the dark night, in italia" oppure "per pranzo mi faccio le cichen eppol sosagis". per fortuna non ha ancora sostituito "ciao moregiutti" con "ai suiti".

il matematico a berkeley a due settimane dal grande ritorno ha stilato "la lista delle cose da fare prima di partire". speriamo anche che le faccia queste cose, e non rimangano solo nella lista. soprattutto spero che il primo punto della lista reciti: "comprare un bel regalo per moregiutti" perché me lo merito, perché è sei mesi che lo aspetto, perché ho attraversato mezzo mondo per riabbracciarlo.

il matematico a berkeley ha deciso di regalarsi un viaggetto. martedì,mercoledì e giovedì andrà a las vegas e poi sul/nel/al/presso il grand canyon.

il matematico a berkeley invece di dire: "moregiutti non vedo l'ora di tornare" dice "moregiutti mi mancherà, sento già la nostalgia di questo posto", e questo non depone a suo favore.

il matematico a berkeley ha passato sei mesi, ha studiato zero sharp, le immersioni elementari e la cofinalità. non ha scoperto nulla di nuovo né di determinante per la teoria degli insiemi, ha ascoltato con sguardo assente il grande matematico srotolare i fili dei suoi ragionamenti chiedendosi se davvero la set theory fa per lui.

il matematico a berkeley ha composto musica elettronica, ha mangiato corndogs e bevuto frappuccini, ha letto il san francisco chronicles e viaggiato sulla bart.

adesso è ora che il matematico saluti berkeley e torni a torino a mangiare pizza coi ciccioli e bere chinotto, a leggere repubblica e passeggiare con me.

sabato 19 luglio 2008

ossessione




in questi giorni sto ascoltando ossessivamente questa canzone, anche se non so perché, non c'è qualcosa in cui mi riconosca, forse è solo la prima frase quella su cui mi concentro: "chiudi gli occhi, immagina una gioia".

costruire - niccolò fabi

chiudi gli occhi
immagina una gioia
molto probabilmente
penseresti a una partenza

ah si vivesse solo di inizi
di eccitazioni da prima volta
quando tutto ti sorprende e
nulla ti appartiene ancora

penseresti all'odore di un libro nuovo
a quello di vernice fresca
a un regalo da scartare
al giorno prima della festa

al 21 marzo al primo abbraccio
a una matita intera alla primavera
alla paura del debutto
al tremore dell'esordio
ma tra la partenza e il traguardo

nel mezzo c'è tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno
e giorno dopo giorno è
silenziosamente costruire
e costruire è sapere e potere
rinunciare alla perfezione

ma il finale è di certo più teatrale
così di ogni storia ricordi solo
la sua conclusione

così come l'ultimo bicchiere l'ultima visione
un tramonto solitario l'inchino e poi il sipario
tra l'attesa e il suo compimento
tra il primo tema e il testamento

nel mezzo c'è tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno
e giorno dopo giorno è
silenziosamente costruire
e costruire è sapere e potere
rinunciare alla perfezione

io ti stringo
le mani
rimani
qui
cadrà la neve
a breve

venerdì 18 luglio 2008

spiegazioni

avevo 17 anni quando ho preso un taglierino e mi sono procurata una piccola ferita all'altezza del bacino. era un periodo orrendo, forse solo perché avevo 17 anni, ma forse anche perché ero grassoccia, goffa, imbranata, incapace di relazionarmi (insomma, non molto diversa da ora).

adesso di anni ne ho quasi 26 e ho trovato altri modi per farmi del male.
cancellare gli ultimi 7 mesi della mia vita un click alla volta è uno di questi.
ho trasformato il mio blog in un pezzo del mio corpo, e ho infierito su quello.


gli ultimi sei mesi sono stati crudeli, sono stati solitudine, rabbia, paura, insoddisfazione. ho preso un sacco di pessime abitudini in questi sei mesi: mangiare schifezze davanti al pc, buttare vestiti, libri, scartoffie, nella parte vuota del letto, passare la serata ad abbruttirmi davanti al computer.
non nego che in tutto questo tempo ci siano state delle parentesi non trascurabili di affetto, di amicizia, di gioia. sono certa che è stato un momento di crescita sia per me che per il matematico, ammetto di aver affrontato questo periodo con poca forza e nessuna maturità.
adesso è quasi passato, il prossimo sarà l'ultimo brutto week end, almeno per un po'.
forse cancellare tutti quei post voleva essere anche un modo per liberarmi di tutta la fatica che ho fatto ad affrontare la partenza, e poi la distanza.

giovedì 17 luglio 2008

non è il vostro pc che fa le bizze, ho cominciato a far sparire da questo blog un post alla volta.
è un'operazione che richiederebbe pazienza.
io sto usando la mia ostinazione.

mercoledì 16 luglio 2008

parole private dette in pubblico



ciao,
non voglio invadere il tuo
spazio con una mail o un
SMS perciò ti scrivo qui,
così se leggi qusto messaggio
è perché sei stato tu a
cercarmi. tengo molto
alla passeggiata che mi hai
promesso.
sì, sono altre parole private
che ti dedico in pubblico...

azzurropillin

non ce la posso fare

affrontare una normale giornata durante un giorno di intensissima sindrome premestruale è un'impresa titanica.
mi mangerei la scrivania (dopo uno yogurt, 8 biscotti con le gocce di cioccolato, un mars e un pacchetto di patatine).
mi mangerei chi scrive po' con l'accento e perché con l'accento sbagliato.
mi mangerei chi scrive "ti allego la lettura di il castello di sabbia" e in allegato invece, ci mette il segreto delle mestruazioni.
mi mangerei chi risponde "manda il segreto delle mestruazioni a mario rossi" quando chiedo "a chi devo mandare la lucertola svanita?" (ovviamente il segreto delle mestruazioni è già stato mandato a paolo bianchi, come da sua precedente indicazione).
mi mangerei chi chiede "dov'è la patata bollente di giorgio bianchi?" e dopo aver rovistato e messo sottosopra mezzo ufficio si scopre che la patata bollente è proprio sulla scrivania di chi ti ha chiesto di cercarla.

martedì 15 luglio 2008

quella che non sei

sono
testarda,
cinica,
noiosa,
pigra,
determinata,
ambiziosa,
insicura,
impaziente,
tenace,
sfacciata

non sono:
rancorosa,
simpatica, solare, carina,
pacata,
accomodante

io mi vedo così. non so come mi vedano le persone che hanno a che fare con me, però io credo di poter usare quelle parole per dire qualcosa di me. anche se sono piena di contraddizioni, anche se dico di essere impaziente e non sto facendo altro che aspettare (forse però sto aspettando con impazienza).

lunedì 14 luglio 2008

vanità

penso di essere bella, bellissima, un vero splendore, quando rileggo le parole che scrivo. trovo nei sostantivi, nei verbi, nelle parole che allineo, un'armonia, una dolcezza, un fascino che non c'è nell'immagine che rimanda di me lo specchio.
questi post, i romanzi che ho abortito, le e-mail che scrivo.
è solo nelle parole, nelle mie parole che formano frasi, è solo in quelle piccole imperfezioni nere, sul bianco dello schermo, che mi vedo incantevole e seducente.
indifesa, pura, ingenua, meravigliosa.
è nelle parole che scrivo che riesco ad amarmi.
anche se non so nulla sul valore delle mie parole.

melone








se qualcuno se lo stesse chiedendo, a dispetto delle apparenze, questo melone fa davvero schifo.

domenica 13 luglio 2008

suoi tuoi nei

qualche giorno fa, in ufficio, ci si confrontava sull'argomento "nei".
io ne ho uno qui, a me ne è spuntato uno qua.
allora ho parlato del mio neo sotto la pianta del piede, e di quello sul mignolo del piede.
oggi, dopo il bagno, ho dato un'occhiata ad entrambi, e mi sono accorta di non avere nessun neo sul mignolo del piede, pensavo fosse sparito, invece mi sono resa conto che in realtà quel neo non è mio, ma del matematico.

et voilà



sono stata bravissima. la mia piccola mansarda torinese è talmente pulita e ordinata da risultare irriconoscibile a me stessa. ho persino sistemato la dispensa e riordinato le mie scartoffie, riesumando versioni preistoriche del mio forseromanzo.

ho ritrovato anche questo bellissimo braccialetto:

sabato 12 luglio 2008

libri, libri, libri e ancora libri

dato che non avevo nulla da leggere, ho comprato questo:




poi già che c'ero ho preso un po' di appunti e ho stilato una lista di libri che mi piacerebbe leggere.

tutto per una ragazza di nick hornby
chesil beach di ian mcewan
la sovrana lettrice di alan bennett
personaggi precari di vanni santoni
le ore di michael cunningham
segreti svelati di alice munro (in reatà non ho letto nulla della munro e non saprei quale scegliere, però segreti svelati ha la copertina azzurra, quindi...)
trilogia di new york di paul auster
nata con i piedi nel sangue di elisabetta bilei
memorie di adriano di marguerite yourcenar
amabili resti di alice sebold

poi ci sarebbe una lista di classici che non ho ancora colpevolmente e vergognosamente letto e che ogni volta mi riprometto di:

il maestro e margherita di bulgakov
1984 di orwell
il nome della rosa di eco


in realtà la lista di classici che non ho letto è lunghissima, comincia con piccole donne e arriva a cent'anni di solitudine passando per guerra e pace, i miserabili, la montagna incantata, giulietta e romeo, madame bovary eccetera eccetera. però quei tre sono quelli che "mi ispirano".


poi c'è sicuramente una lista di libri che vorrei tanto leggere, ma di cui non conosco l'esistenza.
perché il problema, con i libri, è che fino a quando non li hai letti non sai se ti piacciono o meno, e anzi, il libro giusto letto al momento sbagliato è un rischio gravissimo che si corre in continuazione, così come il libro giusto al momento giusto è la più grande benedizione.

venerdì 11 luglio 2008

dentro e fuori

questa è una foto del mio letto, ora.
se è vero che il disordine esteriore è sintomo di disordine interiore, direi che dentro di me è in corso una battaglia sanguinosa, oppure sono appena passati i ladri di qui.
nel week end conto di sistemare tutto.


giovedì 10 luglio 2008

perché sto leggendo ammaniti?

questa banale domanda ha stimolato i miei pensieri.
la risposta immediata è stata, sto leggendo ammaniti perché mi è capitato in mano in ufficio. ma cosa si nasconde davvero dietro questa affermazione?
dietro questa affermazione si nasconde la matematica, la concretezza, la dura realtà: se avessi comprato tutti i libri che ho letto da gennaio ad oggi avrei speso 529 euro e 38 centesimi. come faccio a saperlo?
ho preso la mia libreria di anobii, ho cercato i titoli su bol per controllare il prezzo di copertina, ho fatto una tabellina excel -al posto mio il matematico avrebbe creato un sofisticatissimo file access- ed ecco quantificata la mia rovina economica. se consideriamo che abbiamo appena superato la metà del 2008 possiamo fare una prioiezione su base annua semplicemente moltiplicando per due: 1058 euro e 76 centesimi.
ho fatto dei libri la mia droga, potrebbero precipitarmi in disgrazia, invece ho creato una rete di pusher letterari che mi rifornisce, riesco persino a farmi pagare per leggere, e ora sto meditando di vendere a qualche libreria i libri già letti dai quali conto di separarmi senza rimpianto (la maggior parte).
insomma, fino ad ora ho speso 95 ragionevoli euro in libri a me destinati (di cui 27 sono stati donati alla instar).
tra un paio di settimane posterò una lista dei libri desiderati che conto di ricevere al compleanno, in modo da ridurre ulteriormente la spesa, poi verso fine ottobre ce ne sarà un'altra in occasione del mio onomastico e a inizio dicembre la lista natalizia.

mercoledì 9 luglio 2008

avvertenze

volevo dire quanto segue:
se il contenuto di queste pagine non vi piace, non siete obbligati a leggerlo.
se credete che il matematico venga preso in giro, umiliato, offeso e se in generale credete che il mio modo di trattarlo non sia consono, ancora una volta, il mio consiglio è quello di non leggere queste pagine.
se il vostro essere uomini vi spinge alla solidarietà maschile e vorreste far sentire la vostra vicinanza al matematico -che da quattro anni sta con una stronza che scrive peste e corna di lui- scrivetegli una mail, vi do volentieri il suo indirizzo.
se la vostra capacità di immedesimazione vi fa dire "al posto del matematico le avrei fatto chiudere il blog da un pezzo" in linea di massima potreste aver ragione. anche se la verità è che per quanto sincere siano queste pagine sono comunque esercizio di stile, realtà filtrata che diventa finzione, persone che diventano personaggi. (il mio fidanzato, infatti, non è mai nominato con il suo nome di battesimo ma è sempre e solo "il matematico" o "moregiutti".)
credo di averlo già scritto ma mi ripeto volentieri: la vita che entra in queste pagine è solo una piccola porzione di tutto quello che mi passa dentro e fuori. sono solo dei frammenti, delle schegge, che a volte non hanno nulla a che vedere con quello che sento e che vivo davvero. non è detto che un post triste rispecchi una giornata triste, ed è possibile che un post scanzonato nasconda in realtà preoccupazioni di cui non posso parlare in queste pagine.
il matematico ha scelto di non leggere questo blog -anche se spesso gli parlo dei post che scrivo- perché non ha bisogno di curiosare tra queste pagine, sa di me tutto questo e molto di più. sa quello che penso di lui, sa quello che provo per lui, sa quanto mi piace prendere in giro i suoi vezzi e le sue manie, e sa anche quanto li ami e quanto li odi.
vivo queste pagine come la possibilità di esprimere liberamente me stessa. in questo blog la mia scrittura ha trovato la sua dimensione ideale, e non sono disposta a rinunciare a questo spazio, che mi ritaglio sapendo di essere letta da entrambe le mie sorelle, dai genitori del matematico, da una parte dell'ufficio in cui lavoro quotidianamente, da amici più o meno vicini, e probabilmente da altre persone che semplicemente digitando il mio nome e cognome su google, si sono ritrovate qui (in effetti non è stata la scelta più furba del mondo mettere il mio cognome come parte integrante del nome di questo blog).
ho scritto questo post perché ancora una volta pluto si chiede se il matematico legge quello che scrivo. una volta per tutte: no, non lo legge. per lo stesso motivo per cui non ha voluto leggere il mio forseromanzo.
non capisco la sua scelta ma la rispetto. vi chiederei, per favore, di fare lo stesso.

martedì 8 luglio 2008

considerazioni di poco conto

qualche anno fa volevo crescere, volevo diventare autonoma, indipendente. pensavo che l’età adulta sarebbe stata più semplice, immaginavo che a 25 o 30 anni sarebbe stato più facile affrontare le situazioni, i piccoli problemi, le delusioni, come se il solo fatto di aver superato l’adolescenza indenni garantisse un’armatura abbastanza resistente per passare attraverso le frustrazioni, i tradimenti, la solitudine, il dolore.
ora ho la netta sensazione che alla fin fine ci si trovi sempre impreparati di fronte a quello che capita, sempre e comunque disarmati, inadeguati, indifesi a gestire emozioni troppo grandi, conseguenze previste e impreviste dei propri successi e dei propri fallimenti.

telefonate

mamma e papà matematico sono in vacanza.
hanno scelto di trascorrere le loro ferie in un paesino della puglia non internet-connesso, così, per mantenere i contatti con il matematico, la sua caramamma mi chiama una sera sì e una no (ben più spesso della mia) per avere notizie del suo bambino espatriato e abbandonato in terra californiana. constatato che in due giorni non succede nulla, le telefonate si riducono a uno sterile scambio di frasi di circostanza: tutto bene? noi bene, com'è il tempo? fa caldo, anche qui fa caldo, il matematico? sta bene? sì, tutto bene. novità? nessuna novità. tu stai bene? sì a parte le cose per cui sto male, sto-bene-grazie.
credo sia per questo pregiudizio -le telefonate con la mamma del matematico non contengono informazioni rilevanti- che non mi sono resa ben conto del vero significato di questa frase: "noi pensavamo di andare a prendere il matematico valigie-munito all'aereoporto. sai, magari gli fa piacere... non ti dispiace mica? tanto più che sappiamo che è il tuo compleanno."
e io colta alla sprovvista ho detto: “ci mancherebbe altro, fate pure”.


questo post ha il marchio adm (=approvato dal matematico)

lunedì 7 luglio 2008

parere da oltreoceano

pochi giorni fa, qui, avevo citato questa frase a mio dire molto poetica: "Costantin si era perso in lei come una moneta in un tombino dopo un temporale." già alga aveva fatto notare che è "una frase del cazzo", ma il matematico ha dato il meglio di sé riscrivendola a modo suo:


Lui: Amore, sono perso in te come una moneta in un tombino durante un temporale.
Lei: Ah, e così io sarei solo un BUCO dove infilare il tuo nichelino? (Slap!)


Lui: Amore, sono perso in te come una moneta in un tombino durante un temporale.
Lei: Ah, bel modo di dirmi che sono una FOGNA! (Slap!)


e forse non fa ridere, forse c'è bisogno di tutto il contesto (io che gli leggo la frase tutta orgogliosa, la telefonata di ieri, il resto dell'e-mail in cui erano contenute queste sue due perle di saggezza...) per capire la risata che mi è sfuggita questa mattina in ufficio, leggendo le sue righe, però è stato davvero un buon inizio di giornata.

domenica 6 luglio 2008

sondaggio: come andrà con il matematico?

mancano poco meno di 4 settimane al grande ritorno, e quello che mi chiedo è: cosa succederà quando il matematico sarà di nuovo qui? riusciremo a stare ancora bene insieme? mi ri-innamorerò di lui? ritroveremo la gioia e la voglia di vivere un presente e un futuro nostro? non lo so, e visto che solo il tempo potrà dare la risposta esatta, intanto per ingannare l'attesa chiedo a voi di rispondere a questo sondaggio.
le opzioni non mi soddisfano, per cui se avete altre proposte potete aggiungerle nei commenti.
vi ricordo che, come l'altra volta, si può esprimere una sola preferenza, quindi alice ed mblue attente a cosa schiacciate, per votare è sufficiente cliccare sulla scritta corrispondente alla risposta, anche se non c'è nessun numero accanto.





Status:





Also want to create a poll? Click here

sabato 5 luglio 2008

la settimana del commento

sono decisamente una maleducata: non rispondo mai ai commenti. c'è stato un periodo durante il quale rispondevo solo ad alcuni commenti, poi per equità e per pigrizia ho deciso di non rispondere a nessuno.
da lunedì, e per tutta la settimana, farò la persona educata e darò un feed-back a tutti coloro che decideranno di commentare, promesso.
voglio vedere l'effetto che fa.

(questa operazione non ha valore retroattivo.)

albicocche









venerdì 4 luglio 2008

carne e sangue




"Costantin si era perso in lei come una moneta in un tombino dopo un temporale."





ieri, oggi, domani c'è solo questo romanzo per me, fino a quando avrò voltato l'ultima pagina.
mi ci sono persa dentro e sto trovando in susan, in mary, in zoe, i miei pensieri migliori e peggiori. è bellissimo, doloroso, disturbante e liberatorio. come negli ultimi mesi lo è stato solo "prima di sparire" di mauro covacich.

giovedì 3 luglio 2008

piccole cose che riempiono la giornata

* carne e sangue, un libro intenso.
* uno scambio di mail pieno di ironia e affetto.
* quattro risate di cuore con "le tabagists".
* riordinare la libreria dell'ufficio dando sfogo alla mia anima da libraia.
* i post nei blog che leggo.
* immaginare di prendere un treno per chissaddove invece di andare in ufficio.

e forse sembrano poche cose di nessuna importanza, ma davvero hanno reso questa giornata più leggera.

mercoledì 2 luglio 2008

i manoscrittari

i "manoscrittari" sono gli aspiranti scrittori che inviano alle case editrici una o più proposte editoriali, almeno, nel nostro ufficio li chiamiamo così.
i manoscrittari sono commoventi. telefonano scrivono e-mail, inviano la loro proposta tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, scrivono lettere di accompagnamento.
i manoscrittari credono fermamente nel loro dattiloscritto e lo sottopongono all'attenzione della casa editrice con tenacia, determinazione, senza nessun pudore.
i manoscrittari non sanno che quasi il 100% delle proposte editoriali che arrivano in casa editrice vengono cassate. la maggior parte viene scartata quasi solo sulla base della lettera di accompagnamento e della lettura di alcune pagine.
i manoscrittari non sanno che la redazione si fa grasse risate leggendo sbigottita frasi senza soggetto, senza senso, senza grammatica e senza ortografia.
i manoscrittari non sanno che i testi che vengono letti integralmente, spesse volte sono criticati in modo feroce, distrutti in pochissime righe, liquidati con uno "si sconsiglia vivamente".
ma sono certa che se anche i manoscrittari sapessero tutto questo continuerebbero a scrivere le loro pagine con amore, le imbusterebbero con orgoglio, allegherebbero lettere di accompagnamento spudorate, perché le proprie pagine, per quanto oggettivamente difettose o mal scritte, sono sacre.

martedì 1 luglio 2008

un abbraccio di parole



questa è la libreria della mia stanza, a ppp.



questa è una parete della mia stanza a ppp su cui avevo iniziato ad appiccicare dei post-it con citazioni di film, canzoni, libri.

alle scuole superiori ricopiavo sul diario le frasi che mi colpivano.
mi servivano.
le collezionavo, certa che mi sarebbero tornate utili, che mi avrebbero protetta, che ci sarebbero state in ogni momento.
ho difeso e costruito e nutrito per anni un mio mondo fatto di parole. parole lette e scritte. e questo mondo è ancora mio.


(cliccando sulle foto si ingrandiscono, la maggior parte delle frasi si riesce a leggere.)

comunicazioni di servizio

questo il link al lungo reportage fotografico del matematico, dal gay pride di san francisco, che si è tenuto domenica 29 giugno.
parole testuali del matematico: "ho perso tutta la mia innocenza", in particolare è rimasto molto colpito dal fatto che le dimostrazioni di fisting costassero 5 dollari. non ha capito se il pagante sarebbe stato parte attiva della dimostrazione o solo spettatore (ma ha preferito non sperimentarlo di persona).


oggi ho anche deciso di cambiare il mio avatar. con la collaborazione di anna nei prossimi giorni la mia stellina bianca su sfondo azzurropillin dovrebbe assumere contorni più definiti.