mercoledì 30 aprile 2014

surrogati e non

quando vivi altrove, ti mancano molte cose e ne guadagni molte altre, inizi ad accontentarti di surrogati e ti accorgi, invece, di aver vissuto con dei surrogati che pensavi fossero prodotti di prima qualità.
per la categoria "accontentarsi dei surrogati"
l'ebook reader al posto di biblioteche e librerie.
la chiamata skype al posto della passeggiata o della cena con l'amica.
i semmel secchi e gommosi al posto del pane profumato e fragrante del panificio.
gli affettati in vaschetta al posto del prosciutto crudo san daniele affettato al momento, bello sottile, e incartato per bene.
...

per la categoria "essersi accontentati dei surrogati"
mezzi pubblici puntuali che funzionano, al posto dei carri bestiame targati trenitalia
tempi brevi per cure mediche per lo più coperte dall'assicurazione sanitaria, al posto di tempi di attesa biblici per una visita oculistica
spazi verdi curati, ampi, sicuri, attrezzati, diffusi al posto del cemento ovunque
il donaukanal lungo cui fare interminabili passeggiate
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questa riflessione è nata ieri, quando ho provato una nuova gelateria italiana aperta da poco. è l'unica gelateria a vienna in cui ogni gusto di gelato ha una sua paletta e non, come capita sempre, una paletta per tutte le vaschette, per cui nella fragola c'è un po' di limone, un po' di cioccolato, un po' di vaniglia, e nel pistacchio un po' di nocciola, un po' di lampone, un po' di amarena e via di seguito.
il gelato è cremosissimo, buono davvero. ricorda moltissimo grom.
e mi sono resa conto che quello che ho fino a ora considerato un buon gelato a vienna, non era altro che un surrogato di qualità decente, ma pur sempre un surrogato. una pallida imitazione del vero gelato.

giovedì 24 aprile 2014

crisi di mezza età

il matematico va a correre, tre volte alla settimana, nel parco vicino casa. si alza, si mette la tuta e va. poi torna, tutto sudato, e si fa la doccia. arriva al tavolo di colazione e dice "come mi sento bene". io ho ripreso a stirare, dopo cinque anni che non lo facevo. ho tirato fuori l'asse da stiro che c'era dietro l'armadio, resto lasciato dall'inquilino precedente, ho comprato un ferro, il più economico, e stiro. per ora solo i vestiti che uso per il lavoro e poco altro. stiamo invecchiando, e lo stiamo facendo male.


nota di servizio: ho scritto questo
se lo leggete e mettete mi piace e commentate mi fate sentire meno sola e meno scema. grazie.

domenica 6 aprile 2014


da quando ho iniziato a lavorare mi sembra di non avere più una vita. mi sembra anche di non essere più io e faccio molta fatica a tenermi insieme. ma questo non c'entra tanto col lavoro. oggi finalmente avevo giorno libero e sono andata a vedere una mostra fotografica di Andreas H. Bitesnich alla kunst haus. mi è piaciuta moltissimo. la mia foto preferita tra quelle esposte è quella qui sopra. e io mi sento così, un corpo nudo, esposto.