domenica 23 agosto 2020

il marine


ha nove mesi, un ciuffo di capelli alla trump e il tipico sorriso sdentato dei bambini molto piccoli, quello che ha il potere di rimbambire gli adulti e di indurli a fare le vocine sceme.

come un attore consumato scuote la testa di lato, per spostare il ciuffo e conquistare la schiera di fan: nonni, zii, cuginetti. tutta gente che si prodiga in smorfie e richiami, scuotendo giocattoli uno più rumoroso dell'altro, per attirare la sua attenzione.

ma lui, asceta stilita superiore alle lusinghe del consumismo, ha occhi solo per un inutile coperchio giallo, che non fa niente, se non il coperchio di una scatola di formine, che vorrebbero essere colorate e interessantissime.

il coperchio giallo è tutto ciò che gli interessa, e tutto ciò di cui i suoi fan tentano di impossessarsi per portarlo dalla loro parte.

come un marine ben addestrato (o un roomba sobrio), striscia sui gomiti su qualunque superficie: tappeti, marmi, prati e lo fa con l'eleganza e la velocità di un'anguilla.

è lorenzo, è mio nipote, e non essendo ancora in grado di leggere i miei romanzi o di sfornare torte e biscotti, è totalmente inutile. ma simpatico.

venerdì 7 agosto 2020

post-event blues

photo @adrienl


sapevo che sarebbe successo, l'avevo anticipato anche nel post dal titolo "come nasce una scrittrice": pensi che un evento rivoluzionerà la tua vita, che niente sarà come prima, che avrà conseguenze irreversibili... invece il 28 luglio è uscito "maschiaccio e femminuccia" e non è successo niente, non è cambiato niente.
ho registrato un'intervista per raicultura, c'è stata una recensione su tuttolibri della stampa, ho visto il mio libro in vetrina, e anche se mi sembrano esperienze gigantesche, la mia vita è identica a prima. 
ma forse il problema è che dei libri in generale, e dei libri per ragazzi in particolare, agli altri importa poco.

e dovrei saperlo bene, visto che i miei genitori sono non lettori, perfettamente a loro agio in quel 60% di italiani che non legge neanche un libro all'anno, secondo l'AIE. 
l'unico libro che hanno regalato a natale a mio padre, anni fa, lui l'ha rifilato a me, non sapendo che farsene. era "sunset limited" di mccarthy, solo 115 pagine: troppo sottile per essere usato come zeppa o ferma porta.
immaginate quanto possa essere orgoglioso di me mio padre, nell'avere una figlia che ama e "produce" gli oggetti a suo dire più inutili e insensati, privi di qualunque significato o attrattiva.
 
insomma, dopo un fuoco d'artificio d'euforia, sono piombata in quello che giovanna martinello nella sua ultima newsletter ha chiamato post-event blues: la tristezza che ti coglie dopo un evento che hai aspettato e preparato per mesi.

a dare il colpo di grazia è arrivata la scheda di lettura dal premio calvino. a parte queste quattro righe lusinghiere, la restante pagina e mezzo massacra il testo in modo chirurgico.


ciliegina sulla torta: due giorni fa ho commesso un gravissimo errore sul lavoro, di cui il cliente si è accorto. ho passato un brutto quarto d'ora, tremando da sola davanti al computer e sperando di sparire. mentre la collega, dalle ferie in montagna, chiedeva cosa fosse successo.

ma sono in ferie, ho una montagna di libri in cui rifugiarmi e andrà tutto bene.

sabato 1 agosto 2020

fuori dalla comfort zone

quando mi è stato chiesto se volessi girare una video-intervista per il portale Rai Cultura, in occasione dell'uscita di "Maschiaccio e femminuccia", ho detto sì!
dico sempre sì, quando ho l'occasione di far fare un po' di strada ai miei libri. 
poi, appena mi rendo conto di cosa significa quel sì, vado nel panico.

sono una persona molto introversa, una che ama la tranquillità, una che se potesse, passerebbe tutta la vita sul divano a leggere. ma la vita è quello che accade fuori dalla comfort zone, e allora... per fortuna che ci sono i miei libri a portarmici fuori.

la cosa che mi spaventa di più del lasciare il mio divano, è il giudizio degli altri. sono una che tende a minimizzare i complimenti e a dare molto credito alle critiche, tutte, da chiunque provengano. e quel dare credito mi ferisce sempre moltissimo. per cui ogni volta che pubblico un libro e mi espongo al giudizio, lo faccio con la gioia di chi sceglie consapevolmente di percorrere il miglio verde.

per girare l'intervista ho chiesto in prestito il greenscreen


il risultato è stato un video in cui mi dondolo come una pazza, attraverso il riflesso verde delle lenti degli occhiali si vede la foto stock scelta come sfondo, ho le spalle super asimmetriche, i capelli sono così separati che mi si vedono due chilometri di fronte, in alto a destra c'è il nome del software gratuito usato per sovrapporre il video alla foto