lunedì 30 aprile 2018

andate e ritorni

"C’è il pilone di un ponte, lungo il Donaukanal, su cui qualcuno ha fatto un murales verde e bianco. C’è scritto, bello in grande, “sweet vienna”. Proprio così, in inglese e con le lettere minuscole. Quando l’ho visto per la prima volta ho pensato che con me Vienna non era affatto dolce. Era ostile, difficile, riservata, a tratti severa." 


sono sul treno che mi sta riportando nella città di u. dopo una settimana trascorsa a vienna, città in cui ho vissuto per sei anni.
è stata una vacanza della memoria, un itinerario nei ricordi, un'occasione per riconciliarmi con vienna, per chiudere dei cerchi e iniziare a disegnarne di nuovi.
quando sono partita ero sicura che avrei letto e scritto moltissimo, revisionato il romanzo "aria e altri coccodrilli", su cui sto lavorando con la mia editor in vista della pubblicazione.
invece sono stata così sopraffatta dalla bellezza e dalla gentilezza della città, che non ho fatto altro che percorrerla in lungo e in largo, consumando le scarpe e le scarpe da corsa, in giornate di cielo e sole caldo mai viste a fine aprile. (qualcosa come 30km al giorno tra corsa e camminata.)
ho incontrato persone che non vedevo da due anni, sono tornata a mangiare nei miei locali preferiti, mi sono comprata una felpetta della naketano, ma più di tutto mi sono sentita grata perché vienna è la città che mi ha insegnato a correre, e correre mi ha insegnato a vivere meglio. quindi in questa settimana, correndo e camminando, mi sono sentita soprattutto grata per quello che vienna mi ha insegnato.
per la disciplina, la forza, la resilienza, la visione d'insieme che ho imparato grazie alla corsa e che mi permettono ora di vivere con maggiore consapevolezza.
mi sarebbe piaciuto essere più allenata, poter correre distanze più lunghe a maggiore velocità.
quando io e il matematico abbiamo programmato questo viaggio avevo messo in conto di poter correre una mezza maratona. mi sarebbe piaciuto poter dire al donaukanal "vedi, sono di nuovo qui, ancora più forte e più veloce, e tutto per merito tuo".
invece gli ho detto "non ho migliorato l'appoggio e sono ancora lenta, ma so di poter andare dove desidero anche se non arriverò prima".

lunedì 16 aprile 2018

tre cose che sono successe (raccontate in ordine cronologico)

nelle ultime settimane di silenzio sono successe almeno tre cose degne di nota:

la prima:
mia sorella, quella più piccola, quella che quando è nata io sapevo già scrivere, andare in bicicletta senza mani, saltare dall'altalena in movimento, riconoscere una ghiandaia.
ecco, lei. quello sgorbietto tutto nero, di occhi, di capelli, di carnagione, si è sposata.
certo, prima di sposarsi ha raggiunto un sacco di traguardi che io forse non raggiungerò mai, tipo firmare un contratto di lavoro vero e prendere la patente. però quelle cose sono successe mentre ero altrove, senza grande clamore.
invece il suo matrimonio non è passato inosservato. c'era talmente tanta gente a festeggiare che non ho potuto far altro che constatare l'ennesimo traguardo che lei ha raggiunto e io non raggiungerò mai: la capacità di farsi amare dagli altri.

la seconda:
qualche giorno fa ho firmato il mio quarto contratto di edizione.
i primi tre erano per libri che sarebbero stati solo digitali. questo è il primo contratto con un editore che stamperà e distribuirà anche in qualche libreria.
l'editore è piccolo, non troverete pile del mio romanzo in libreria, né lo vedrete in vetrina, né leggerete recensioni sull'inserto culturale del sole 24 ore o del corriere della sera, ma lo potrete ordinare dal vostro libraio di fiducia o acquistare online, sia in formato cartaceo che ebook.
il libro oggetto del contratto è "aria e altri coccodrilli" il mio romanzo che parla di depressione e suicidio. ne ho parlato alcune volte qui sul blog e altre volte nella newsletter. insomma, se mi seguite da un po' il titolo non vi sarà nuovo. per rinfrescare la memoria potete cliccare qui http://bit.ly/ariaealtri

la terza:
si è rotto lo spazzolino elettrico del matematico. una notte ci siamo svegliati di soprassalto a causa di un rumore vicinissimo e spaventoso. era lo spazzolino elettrico del matematico, che nel buio e nella solitudine del bagno si è acceso di sua iniziativa. ora è nelle mani dei tecnici, che forse lo salveranno o forse no.