giovedì 30 maggio 2019

professione procrastrinazione



se c'è una cosa in cui sono bravissima è procrastinare: spostare altrove - in una vita parallela, probabilmente - le cose che non ho voglia di fare.

sono così brava a procrastinare che mentre lo faccio ascolto audiolibri sulla procrastinazione, leggo articoli sulla procrastinazione, guardo video sulla procrastinazione.
se esistesse un corso di laurea in procrastinazione non solo avrei un dottorato, sarei il professore più stimato della materia.
conosco tutti i tipi di procrastinazione, le ragioni ancestrali e non che portano a procrastinare, e anche tutti i metodi per evitarla - in ordine di efficacia - in base al segno zodiacale, all'enneagramma, al gruppo sanguigno, al tipo di dieta.

potrei scrivere diversi saggi sulla procrastinazione: la procrastinazione intelligente, è facile procrastinare se sai come farlo, cinquanta sfumature di procrastinazione. sarebbero tutti dei bestseller internazionali.

ho elaborato delle tecniche di procrastinazione così efficaci che mentre procrastino mi sembra persino di fare delle cose indispensabili. svuotare la lavatrice, stendere, rifare il letto, passare l'aspirapolvere. tutte cose che detesto e che improvvisamente diventano irrinunciabili, fantastiche rispetto alla cosa che evito di fare.

la cosa che evito di fare in assoluto è scrivere un nuovo romanzo. all'inizio avevo la scusa di non avere un'idea forte, una protagonista convincente, una storia che valesse la pena di essere raccontata e che mi motivasse a scrivere. ho passato così tanto tempo a trastullarmi con questa scusa che a suon di pensarci alla fine un'idea è arrivata. mesi fa. e ho buttato giù una sinossi, scritto una scaletta, stabilito gli snodi narrativi principali, fatto un elenco di scene, delle schede personaggio con le motivazioni interne ed esterne. ho persino scritto alcune pagine.

ho tutto quello di cui ho bisogno per imbarcarmi in questa nuova impresa, sono molto più equipaggiata di quanto fossi quando ho iniziato a scrivere uno qualsiasi dei miei libri precedenti.

e invece niente. ho solo una paura fottuta di scrivere davvero questo libro. e quindi procrastino.
anche scrivere questo post mi ha aiutata a spostare un po' più avanti il momento in cui inizierò a scrivere il mio prossimo romanzo.

mercoledì 29 maggio 2019

l'epilogo del magico potere del riordino

dopo un inizio energico ed entusiasmante, il mio riordino ha subito una battuta d'arresto.
il senso di smarrimento e sopraffazione che ho provato davanti a tutti i miei libri cartacei mi ha completamente scoraggiata. e sono solo libri acquistati tra il 2000 e il 2010, anno in cui mi sono convertita al digitale.
all'inizio ero certa di poterli dare via tutti senza rimpianti. ma prendendoli in mano uno a uno non me la sono più sentita. e a quel punto è come se mi fossi arresa.
tanta soddisfazione e autostima dà riuscire a riordinare, tanto malumore e sfiducia si ottiene rinunciando.
in questi giorni di non riordino mi sono limitata a tenere fede ai due o tre paletti di ordine che ho conquistato nei giorni scorsi: rifare il letto ogni mattina, tenere il tavolo abbastanza sgombro, non lasciare troppo disordine in giro.
a parte rifare il letto, mi rendo conto che gli altri due non sono compiti ben definiti: cosa vuol dire abbastanza sgobro e non troppo disordine? non lo so nemmeno io.

lunedì 27 maggio 2019

"il magico potere del riordino" giorno 8

a casa dei miei ho più roba che a casa mia.
piena di entusiasmo ho affrontato i vestiti, e ne è uscito un sacco per la raccolta indumenti usati della caritas e una borsa di roba che ho ancora voglia di mettere. (marie kondo la sa lunga, ti fa iniziare dai vestiti perché sono la cosa più facile.)
poi è stata la volta dei libri. ho aperto tre vecchi scatoloni e preso in mano ogni libro. ho sfogliato di tutto. libri letti e non letti, acquistati e regalati, belli e brutti. ho trovato biglietti, dediche, foto, post it, sottolineature, pagine con le orecchie, segnalibri. ho tirato giù anche tutti i manuali di scrittura che avevo su uno scaffale. poi... ho rimesso tutto nelle scatole e lasciato perdere.
o do via tutto, o tengo tutto. se tengo un libro, per lo stesso motivo ne devo tenere altri 10, e poi 100 e poi finisce che posso darne via solo una piccola parte.
ho quindi affrontato un cassetto di documenti, per lo più estratti conto. per la maggior parte ancora chiusi. ho aperto ogni busta, e poi tolto da ogni busta la malefica finestrella di plastica, per poter buttare anche le buste insieme alla carta da riciclare.

insomma, questo riordino non è venuto un gran che bene. ho lasciato la stanza più in disordine di come l'avevo trovata. e quella montagna di libri è davvero inaffrontabile.

domenica 26 maggio 2019

"il magico potere del riordino" - giorno 7

se marie kondo mi vedesse scuoterebbe il capo per la disperazione. non sto seguendo nessuno dei suoi consigli di riordino. sto facendo tutto a caso, senza criterio, senza premeditazione. in base al tempo (inteso sia come disponibilità di ore, sia come tempo atmosferico) e all'umore del giorno.

stamattina ho pulito il portafoglio e buttato tra le altre cose:

  • una tessera bancomat, 
  • una tessera per le fotocopie di una copisteria di vienna, 
  • un badge aziendale, 
  • una tessera feltrinelli, 
  • la tessera dell'università. 

roba scaduta rispettivamente da 2, 3, 9, 10, 13 anni.

nel pomeriggio ho pulito approfonditamente il bagno (infierendo sul calcare con un vecchio spazzolino da denti) e il mobiletto sopra il lavandino.

non so cosa sto facendo, non so come lo sto facendo, non so perché lo sto facendo, ma mi ci sto mettendo d'impegno perché mi fa stare bene e sento di averne bisogno.
anche oggi ho rifatto il letto.
domani è il grande giorno in cui sistemerò la mia roba rimasta a casa dei miei genitori.

sto cercando di capire cosa fare dei miei libri. saranno almeno 100-150 quelli di cui credo vorrò liberarmi. da un lato vorrei darli via tutti in blocco, c'è qui in zona una cosa che si chiama banco lib(e)ro in cui chiunque può lasciare o prendere qualunque libro.
dall'altro penso che venderli per raggranellare qualche euro non sarebbe una cattiva idea. però il pensiero di spedirli uno per uno con piego di libri mi fa desistere. qui non c'è un libraccio, non sono libri recenti, e insomma, non so bene come fare. staremo a vedere.

sabato 25 maggio 2019

"il magico potere del riordino" giorno 6

nel giorno di riordino numero 6 ho sistemato il "cassetto dei dolci", buttato un po' di fogli di appunti inutili che tenevo sulla scrivania, fatto il trattamento "cura lavatrice" che rimandavo da mesi e desiderato che anche il matematico inizi il suo percorso di riordino.

il problema del riordino di una casa in cui vivono due persone è che se entrambi erano sciatti e una improvvisamente impazzisce e diventa una marie kondo, l'altro ha il diritto di rimanere sciatto.
non posso pretendere che il matematico svuoti il suo armadio e butti le camicie con i colletti lisi, i jeans logori, i pigiami in cui l'elastico ha ceduto, i calzini bucati, e rimetta tutto a posto.
è una cosa che vorrei tantissimo facesse, perché così non starebbe a rovistare nell'armadio in cerca di un paio di calzini con più tessuto che tallone esposto, in cerca della fascia per correre, in cerca di quella maglietta che chissà dov'è finita, ero convinto fosse in questo cassetto.

e ovviamente potrei prendere in mano la situazione e decidere io per lui cosa tenere, cosa buttare e dove mettere quello che resta. ma il riordino per conto terzi è vietatissimo, proprio perché sistemare le proprie cose è un percorso emotivo, è più una questione personale e interiorie, che una questione di ordine esteriore. per questo non è giusto mettere le mani nelle cose degli altri.

poi certo, oltre ai vestiti ci sarebbe l'armadio della vergogna del matematico da sistemare. ma essendo il mio ancora chiuso nel suo casino, non posso certo pretendere da lui una cosa che io stessa non ho voglia di fare.

venerdì 24 maggio 2019

"il magico potere del riordino" giorno 5

nemmeno oggi ho fatto alcun progresso, diciamo che sto consolidando le basi. anche oggi ho rifatto il letto e ho tenuto un po' più in ordine il tavolo e il divano (in pratica uso il divano come una scrivania tengo penne, cavi e cavetti, libri, biglietti da visita, quaderni)
in compenso mi sono comprata dei nuovi vestiti. tre magliette azzurre (non ne ho mai abbastanza) e un paio di jeans. niente di che.

visto che sono alla ricerca di un riordino generale della mia vita ho fatto un po' di pulizia digitale:
* ho fatto log out da fb sul pc di casa e sullo smartphone - con facebook lavoro per cui ora mi trovo a scrollare il feed di fb solo durante le ore di lavoro (non sono sicura sia una gran conquista)
* ho impostato una nuova password di facebook molto lunga (e quindi piuttosto dissuasiva almeno da cellulare) ed è un'intera frase che mi ricorda quale sia la mia priorità (spoiler: non è perdere tempo su facebook)
* ho disinstallato - per la milionesima volta - tutti i giochini dallo smartphone. cosa che non mi impedisce di giocare da pc, ma non si può essere perfetti. vediamo quanto duro. quella dei giochini sullo smartphone è una delle mie tecniche di procrastinazione preferite

da un lato ho l'impressione di mettere troppa carne al fuoco cercando di essere più ordinata su così tanti fronti contemporaneamente, dall'altro il contagio da un'area di ordine all'altra mi sembra quasi naturale, o comunque necessario.
spero di continuare a tenermi motivata e di trovare un nuovo equilibrio, di passare dal casino cosmico e opprimente in cui vivevo a una situazione di maggiore ordine e pulizia.

giovedì 23 maggio 2019

"il magico potere del riordino" - giorno 4

nemmeno nel quarto giorno ho riordinato alcunché. avrei potuto affrontare l'armadietto del bagno, o radunare l'arsenale di detersivi lasciatici in eredità dall'inquilino precedente. invece ho preferito attenermi al piano "aspetto di aver sistemato vestiti e libri a casa dei miei".
nel frattempo mi sono resa conto che non sono più capace di trovare i vestiti che cerco, ora che sono in ordine: piegati "alla marie kondo" sono diventati indistinguibili.
mi sono anche accorta che avere i vestiti in ordine mi motiva a tenere in ordine, per contagio, anche altre cose.
per esempio ho iniziato a rifare il letto.
non so voi, ma io ho sempre pensato che farsi il letto fosse una perdita di tempo: tanto la sera ti ci devi ficcare dentro di nuovo e si incasina tutto ugualmente, per cui rifare il letto non è mai stata una priorità. fino a che non è iniziato questo nuovo corso della mia vita (tre giorni fa, e chissà per quanto dura), in cui sento il bisogno di ordine.
dopo aver ascoltato l'audiolibro del "magico potere del riordino" ho ascoltato "rifatti il letto". non è un gran che interessante, e in effetti l'unico consiglio utile che ho trovato è già nel titolo.
in sostanza rifare il letto al mattino ti dà l'idea di aver compiuto qualcosa, e la sera, anche se la giornata è andata tutta a rotoli, quando torni a dormire e vedi il letto rifatto hai comunque un piccolo moto d'orgoglio e senti che tutto sommato qualcosa di buono hai portato a termine.

mercoledì 22 maggio 2019

"il magico potere del riordino" - giorno 3

nel giorno tre non ho riordinato niente e so che marie kondo non sarebbe fiera di me.
il magico potere del riordino, secondo marie, sta nel sistemare "tutto in una volta". l'approccio soft di un po' alla volta, non sortisce lo stesso effetto. a suo dire il magico potere si manifesta solo se il riordino non si protrae a lungo nel tempo ma viene concentrato. credo che tutto sommato abbia senso, sia perché si sfrutta quello che in inglese chiamano "momentum", in italiano credo tradurrei con inerzia, sia perché interrompersi rischia di generare procrastinazione.
lo dice una che ha un master in procrastinazione e cattiva gestione del tempo.

nel giorno tre mi sono anche resa conto di non aver messo a posto le scarpe. ma ne ho pochissime paia, per cui non dovrebbe essere un gran lavoro.

nel giorno tre ho guardato l'armadio della vergogna, consapevole che sarà inevitabile affrontarlo se voglio proseguire nel mio riordino.
l'armadio della vergogna è il posto in cui butto dentro cose a caso. dall'estratto conto alle bomboniere, dal porta torta ingombrante ai pettorali delle corse cui ho partecipato.
l'armadio della vergogna è un gran casino. ma non è poi così grande e in fondo non contiene chissà quali mostri.
il vero mostro è la scatola della vergogna: lo scatolone che non ho mai disfatto dopo il trasloco di tre anni fa. ci sono dentro libri e quaderni dei vari corsi di tedesco, candele, pupazzi e chissà cos'altro. ogni tanto lo apro e ci rovisto dentro, per poi rimetterlo al suo posto.
non me la sento di affrontare né l'armadio né la scatola.
prima ho intenzione di affrontare vestiti e libri che ho a casa dei miei.

state vedendo anche voi con quale maestria spargo procrastinazione? non sistemo l'armadio qui perché prima devo sistemare altri vestiti e libri. giustissimo no? lo dice marie kondo che prima bisogna sistemare i vestiti, poi i libri, poi le carte e gli oggetti misti.
così, mentre attendo di andare dai miei a svolgere il mio dovere di riordinatrice della mia vita, del mio casino e dell'universo, l'armadio, da piccolo e gestibile, diventerà enorme e impossibile.

quello che ho imparato della procrastinazione è la sua natura di lente di ingrandimento, la sua capacità di trasformare una piccola incombenza un po' noiosa in una montagna insormontabile, che diventa sempre più grande e impossibile da affrontare.

martedì 21 maggio 2019

"il magico potere del riordino" - giorno 2

già il giorno due mi sono discostata dalle indicazioni della preziosa marie kondo. la sua idea è che la casa vada riordinata seguendo questo ordine: vestiti, libri, carte, oggetti vari, ricordi.
a suo parere riordinare per stanze: camera, cucina, bagno... non ha senso perché solitamente in casa le cose sono sparpagliate in più stanze e quindi in ogni stanza si avrà l'impressione di cominciare a riordinare da capo.
nel giorno due però non ho riordinato i libri per il semplice fatto che tutti i miei libri cartacei sono nella mia stanza di adolescente a casa dei miei genitori, qui ho solo centinaia di ebook divisi in tre cartelle del kinde: letto, comprato, roba da self. con il kobo prendo solo libri in prestito da MLOL.

nel giorno due ho riordinato la biancheria per la casa (lenzuola e asciugamani) e la cucina. è stato molto veloce per due ragioni: 
  • siamo qui da appena tre anni, per cui non abbiamo avuto abbastanza tempo per incasinare e accumulare troppo 
  • la cucina è minuscola, per cui non c'è mai stato spazio per l'inessenziale o per quelle che marie kondo chiama "scorte". (avendo fatto la spesa a piedi per 10 anni, e dovendo quindi portare a casa tutto a braccia, questa passione per le scorte non mi è mai venuta)
la cosa che mi ha dato più soddisfazione sono stati i cassetti in cui tengo le posate, gli strofinacci e roba del genere. erano ingestibili, e vergognosamente sporchi. ma in pochissimo tempo (togliendo - pulendo - rimettendo tutto in modo più ordinato e ragionato) il risultato è stato eccellente. io mi sento benissimo e lo strisciante senso di colpa per "tutto il casino" si sta lentamente dissolvendo.

ah, dimenticavo, nel giorno due - grazie al geniale consiglio di bean - ho anche lavato il costume che ho usato l'estate scorsa e che giaceva sul fondo del cesto della roba sporca. 

lunedì 20 maggio 2019

"il magico potere del riordino" - giorno 1

come consigliato da marie kondo, ho iniziato a sistemare a partire dai vestiti.
marie dice di prendere tutti i vestiti, gli unici esclusi sono quelli in lavatrice, ammucchiarli sul pavimento (io li ho messi sul letto), prendere in mano un capo alla volta, e decidere se è il caso di tenerlo o di liberarsene. lei dice di sentire le vibrazioni che trasmette e buttare tutto quello che non trasmette gioia.
sembra un concetto piuttosto fuffoso e cretino detto così, la verità è che prendendo in mano un vestito ci si ricorda dove e quando è stato preso, in quale occasione è stato indossato e sono quei ricordi ad attribuire al vestito positività o meno. io per esempio ho sentito molta "negatività" quando mi sono arrivati in mano i pantaloni e le magliette con cui lavoravo a vienna in gelateria. inutile dire che non ho mai più indossato quella roba e che me ne sono liberata con sollievo.
contrariamente a quanto suggerisce marie kondo, io ho deciso di non buttare niente nell'immondizia e di portare le cose che non uso in un punto vendita HM che ne farà riuso tessile o rivenderà in negozi dell'usato in cambio di un buono da 5 euro per ogni sacco di roba.

nonostante non curi particolarmente il mio abbigliamento e non ami fare shopping, ho riempito quattro borse di abiti che non indossavo da tempo, che non mi piacevano più, che erano macchiati, rovinati, bucati.

questo processo di selezione mi ha trasmesso molta energia, mi ha fatto sentire bene.
mettendo nelle borse le cose che sento non appartenermi più, mi sono liberata del passato, della me stessa che indossava quella roba e magari era più infantile, meno felice, o semplicemente più giovane.

ho evitato per anni marie kondo e il suo libro perché non sentivo di averne bisogno o forse più semplicemente sentivo che non era il momento giusto.
oggi, nel mio primo giorno di riordino, posso dire che mi è molto chiaro quale sia il "magico potere" di cui si parla nel titolo, e che prima di affrontare la questione pensavo fosse solo una trovata di marketing.

riordinare è un lavoro che ha una grossa componente emotiva, che ti costringe a fermarti e a riflettere su situazioni, persone, eventi passati cui magari non pensavi da tempo. che ti mette davanti a quello che sei stato, a quello che sei e che ti costringe a interrogarti su chi vuoi essere nel futuro: vorrò mettere questa cosa?
il fatto di doversi ripetere questa domanda decine di volte con in mano capi nuovi, vecchi, vecchissimi, regalati, usati tantissimo o per nulla, ha a che fare non tanto o non solo con quella maglietta o con quel paio di pantaloni ma con l'immagine che abbiamo di noi stessi e che vogliamo trasmettere agli altri.

fine delle trasmissioni dal primo giorno di riordino.

domenica 19 maggio 2019

"il magico potere del riordino" premessa



ho sviluppato uno stile di vita minimalista in adolescenza.
sono state due, le letture che hanno confermato in me questa predilezione: 
* "il vangelo secondo larry"  di janet tashjian
* la frase "più cose possediamo più preoccupazioni abbiamo" che - se la memoria non mi inganna - dovrebbe essere presa da un romanzo di dominique lapierre. forse "la città della gioia" ma non ci metterei la mano sul fuoco.

"il vangelo secondo larry" è un romanzo per ragazzi che ho letto attorno ai vent'anni. il protagonista è un ragazzino che sceglie di vivere con 70 oggetti in tutto, abiti e materiale scolastico inclusi. ogni volta che un nuovo oggetto tenta di entrare nella sua vita, deve scegliere di cosa liberarsi per accoglierlo. oppure può decidere che quel nuovo oggetto non gli serve e quindi restare così com'è. è solo una storia inventata piuttosto irrealistica, ma è entrata prepotentemente nel mio modo di percepire il rapporto con le cose, rendendomi consapevole di quale approccio volessi conservare e che viene riassunto molto bene nella frase "più cose possediamo più preoccupazioni abbiamo".

per quanto mi riguarda gli oggetti occupano spazio - fisico e mentale - inquinano, per la maggior parte danno una gioia limitatissima che non ne giustifica l'acquisto e spesso non hanno nemmeno utilità. ci illudiamo che ce l'abbiano, che non potremo fare a meno di quella cosa fantastica, per poi usarla per un paio di settimane e infine mai più.
è per questo che acquisto pochissime cose, che leggo solo in ebook o libri presi in biblioteca, che non stampo foto né mail, che mi libero facilmente delle cose, che non accetto di buongrado i regali (nel 90% dei casi sono cose che non mi sarei mai comprata, che non mi sono utili, che non mi piacciono, che non mi interessano, che dimostrano che la persona che mi ha fatto quel regalo non mi conosce).

tre anni fa, in occasione dell'ultimo trasloco (vienna - città di u), mi sono liberata di moltissima roba: tutte le cose mie e del matematico sarebbero dovute stare dentro una macchina coi sedili posteriori abbassati, al massimo sul portapacchi superiore.
nonostante abbia dato una sfoltita ai miei possedimenti appena tre anni fa, mi sento di nuovo inquieta, insoddisfatta, in un certo senso sopraffatta dalle cose. non mi sento a mio agio negli spazi della casa, ho l'impressione che ci sia troppo roba, che sia sempre tutto per aria.

l'altro giorno, dopo averlo schivato e schifato per anni, ho scaricato l'audiolibro "il magico potere del riordino". ho ignorato tutte le indicazioni che che non sento affini al mio sentire e ho deciso di provare a riorganizzare le mie cose in modo da sentirmi meno schiacciata.
vedremo che succede.