sabato 28 ottobre 2017

solo cose belle?

in questi giorni di fatica, stanchezza, demotivazione, giornate corte, mi sono capitati sotto gli occhi due post che riflettono sull'immagine che diamo di noi sui social.
siamo sempre sorridenti, alle feste, agli aperitivi, ben vestiti, circondati da persone altrettanto sorridenti e ben vestite. insomma: vogliamo mostrare agli altri la parte di noi di successo, anche se è evidente che è solo la punta dell'iceberg, visto che per la maggior parte del tempo siamo a lavoro, imbottigliati nel traffico, alle prese con persone sgradevoli, con burocrazia ottusa, conti, bollette, occhiaie, notti insonni, acciacchi.

è per combattere questa tendenza a mostrare solo il meglio che qui accanto vedete la foto del mio tavolo: è mezzogiorno passato, tra poco pranzeremo, e non ci sarà nemmeno lo spazio per mettere due piatti. sul pavimento c'è così tanta polvere che potrei scriverci. ma non ho voglia, né forza, né interesse ad alzarmi dal divano.
per poter scattare una foto per pinterest o instagram dovrei farmi ospitare dalla vicina.

qui trovate l'articolo di zandegù sulle cose belle.
qui trovate l'articolo di enrica crivello sulle cose brutte.

PS: ieri sera ho mandato la mia newsletter n.6
se sei iscritto spero tu l'abbia ricevuta e letta, se non sei iscritto: cosa aspetti? devi solo mettere il tuo indirizzo nella barra qui in alto, o qui accanto!

domenica 22 ottobre 2017

"no"

nipotino matteo ha due anni e mezzo, un sorriso ruffiano e uno sguardo dolce e furbetto che ti conquista. avrebbe una testa di ricci biondi gemella a quella della sorella maggiore, se sua madre non lo rapasse come un marine per paura dei pidocchi.
matteo è un tipo laconico, ha già capito che "le parole, per essere importanti, devono essere poche" per questo ha imparato subito a chiamare il suo eroe preferito: "chase" (uno dei paw patrol), e solo in un secondo momento la sorella "aci". tutto il resto non era di grande importanza.
ora ha ampliato in suo vocabolario aggiungendo i numeri, le fragole, le bucce, il suo stesso nome: "matteio".
ieri, in un impeto di loquacità si è messo a contare fino a dieci... in inglese.
sorpresa da cotanta parlantina gli ho detto: "be', sai contare in inglese e non riesci a dire "zia silvia"? è facile prova a dire: si"
"sì"
"via"
"via"
"allora prova: di' si-via"
silenzio.
"non riesci a dire silvia?"
e nipotino matteo, guardandomi con aria sprezzante, ha detto: "no".

lunedì 16 ottobre 2017

l'amore difficile

l'avete letto il racconto "Non-Iacopo" sulla rivista letteraria carie? se sì, spero vi sia piaciuto, se no cliccate qui e recuperate, perché è uno dei miei racconti più belli.

ecco, ora vi racconto un po' di sugosi retroscena.
quel racconto è stato scritto verso la fine del 2015. è stato inviato a un concorso dove nessuno se l'è filato.
è rimasto nell'hard disk del mi pc fino a ottobre dell'anno scorso. quando l'ho inviato a Carie che ha accettato di pubblicarlo il 30 novembre.

non ne ho più saputo niente fino ad agosto di quest'anno, quando mi sono arrivate le bozze da approvare.
ieri "non-iacopo" ha trovato finalmente dei lettori.

da quando quel racconto è stato scritto ho cambiato città e nazione, scritto almeno due romanzi, svariati post sul blog, una manciata di altri racconti, avuto tre datori di lavoro diversi.
come faccio a essere felice per quel racconto?
non sembra nemmeno mio. è così lontano il momento in cui è stato importante per me...
e lo stesso vale per le storie che sto pubblicando a puntate su wattpad.
ricevo complimenti e commenti per romanzi che ho scritto 5-10 anni fa, di cui ricordo pochissimo, forse nemmeno cosa mi ha spinto a scriverli.
e mi trovo a difendermi, ad ammettere che sono immaturi, a sorprendermi se qualcuno li legge e li apprezza.

il mio rapporto con ciò che ho scritto mi ricorda uno degli amori difficili di calvino "l'avventura di due sposi", quello in cui marito e moglie lavorano a turni e si incontrano solo nel tepore lasciato nel letto dal corpo dell'amato.

domenica 15 ottobre 2017

anestesia

in questo periodo mi sembra di vivere in anestesia parziale, o in apnea.
a volte mi sembra di non provare nulla, di attraversare le giornate come nella carrozza di un treno ad alta velocità, invece che camminandoci attraverso.
vorrei/dovrei scendere e sporcarmi le mani, ascoltare i suoni e i profumi che mi circondano, fermarmi a scambiare due chiacchiere con qualcuno. invece tutto scorre al di là del vetro.

sto dentro questo vagone mentre fuori succedono cose che non possono raggiungermi.
allo stesso tempo, quello che succede nel vagone è capace di toccarmi e ferirmi moltissimo, anche se la vita che scorre fuori non può accorgersene.

tra le cose che oggi avrei voluto entrassero nel vagone, c'è che uno dei miei racconti cui tengo di più è finalmente stato pubblicato sulla rivista letteraria Carie.
vorrei esserne felicissima, anche per l'illustrazione così delicata che lo accompagna (e che ho messo qui nel post), e invece mi sembra di non sentire niente, nemmeno di fronte ai complimenti ricevuti da chi ha letto e apprezzato il racconto.

per leggerlo basta cliccare qui

mercoledì 11 ottobre 2017

tartarughe all'infinito di john green (considerazioni sulla traduzione del titolo)

è uscito oggi per Rizzoli, nella traduzione di Beatrice Masini, "Tartarughe all'infinito" il nuovo romanzo di John Green.
John Green è l'autore best-seller di "Colpa delle stelle", ma io lo adoro dai tempi di "Cercando Alaska", che resta il mio romanzo young adult preferito in assoluto.

Rizzoli ha scelto il titolo "Tartarughe all'infinito", probabilmente ammiccando a una delle frasi più amate di "Colpa delle stelle" in cui John Green scriveva: "alcuni infiniti sono più grandi di altri infiniti".

Ma voi da che parte le vedete queste tartarughe all'infinito? Come una fila che cammina verso l'orizzonte? O come una colonna che si staglia verso l'alto? O come una fila che si perde alla vostra destra e sinistra tagliandovi la strada?

Avete mai pensato all'infinito verso il basso? Forse solo la mia Aria potrebbe pensare all'infinito in quel modo.

Ma il titolo originale,"Turtles All the Way Down", vuole proprio che quelle tartarughe infinite siano viste verso il basso, dato che fa riferimento all'idea cosmologica che la terra sia piatta e poggi sul dorso di una gigantesca tartaruga, che a sua volta poggia su quello di un'altra tartaruga e così via.

Per questo appena ho saputo di "Turtles All the Way Down" (molto prima che Rizzoli annunciasse il titolo dell'edizione italian) ho pensato che per me, questo nuovo libro di John Green, si sarebbe chiamato "Tartarughe giù giù".

Ne ho lette solo poche pagine stamattina, scaricando l'anteprima su Kindle, ma su Amazon.com ci sono già 18 recensioni super-entusiastiche che sostengono che John Green è riuscito nella missione impossibile di scrivere un libro più coinvolgente di "Colpa delle stelle".

Sarà vero? Non mi resta che leggere "Tartarughe giù giù" per scoprirlo. 

domenica 8 ottobre 2017

la domenica ideale

ci sono poche cose che amo davvero fare, e concentrarle tutte in poche ore con risultati soddisfacenti è WOW!

* ieri in biblioteca ho fatto incetta di libri (nella foto non si vedono neanche tutti). dubito che riuscirò a leggerli entro la scadenza del prestito, ma circondarmi di libri, sapere che ci sono, averli attorno mi rassicura.

* la torta di mele con la crema. uno dei pochi vantaggi dell'autunno rispetto all'estate è che accendere il forno diventa piacevole. era da settimane che avevo voglia di torta di mele, e oggi ne ho finalmente sfornata una BUONISSIMA. persino il matematico che detesta le mele ha fatto il bis.

* la corsa. correre è uno sport che sa essere molto frustrante: ti alleni e ti alleni ma i risultati non vengono. non migliori i tempi, fai fatica, senti doloretti qui e là, e ti chiedi se sono normali o l'inizio di una infiammazione ai tendini che ti terrà fermo per mesi.
oggi non correvo da più di una settimana, le premesse per fare una corsa da schifo c'erano tutte, invece ho piazzato i dieci km più veloci. e via.

mercoledì 4 ottobre 2017

il posto delle idee geniali


in questi giorni, pensando al blog, mi sono chiesta come abbia fatto a scrivere post per dieci anni. non mi veniva niente, non sapevo più come si facesse. pensavo "adesso scrivo un post" e poi mi dicevo "ma cosa scrivo? cosa ho scritto per dieci anni?".

allo stesso modo, ora che dovrei mettermi a scrivere un nuovo libro, mi chiedo come abbia fatto a scriverne degli altri. penso che tutte le mie storie sono nate e cresciute attorno a uno spunto autobiografico, e mi domando cosa, nella mia vita di ora, potrebbe far ripartire quel meccanismo. ma la verità è che più mi guardo attorno a caccia di storie, più mi sento lontanissima dal posto delle idee geniali e molto scoraggiata per il fatto che nessuna idea, né geniale né banale, sia venuta a trovarmi. (ieri, guardando una puntata della serie tv "black mirror" ho pensato che fosse wow, e mi è venuto lo sconforto, perché so che non troverò mai idee altrettanto geniali per i miei romanzi.)

complici l'autunno - le attese vane e le giornate più corte - mi sembra tutto più complicato, più faticoso, più inutile. 
mi sento di nuovo come Aria. 

potete leggere la sua storia cliccando qui