venerdì 25 marzo 2022

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da adesso, ufficialmente, non sono più una disoccupata senza arte né parte, ma la titolare di una partita iva in regime forfettario.
sono una editor freelance specializzata in libri per ragazzi, con esperienza pluriennale.
ho un sito professionale: silviapillin.it, offro dei servizi, attraverso gli articoli del blog dimostro di essere una persona competente, che sa di cosa parla.
lo scrivo qui, e me lo ripeto in testa, "sono brava, sono capace, posso farlo" anche se una voce dentro di me continua a ripetermi che sono solo una cretina, che potevo tenermi il mio lavoro comodo, che mi sono messa nei guai da sola.

ho impiegato un mese più del previsto ad arrivare a questo punto. è stato più complicato di quanto immaginassi, sia dal punto di vista burocratico, sia dal punto di vista emotivo.

martedì, alla fiera di bologna, ho incontrato la persona che 12 anni fa ha preso il mio posto in mondadori ragazzi. avrei potuto essere al suo posto e ho provato una sorta di nostalgia, anche se non so cosa faccia di preciso e sono quasi certa che non mi piacerebbe. ma le sliding doors non perdono mai il loro fascino.

e quindi, eccomi qui. mi presento:
sono silvia pillin, editor freelance specializzata in libri per ragazzi. se avete bisogno di una mano nello strutturare, nello scrivere, o nel presentare a un editore un testo per ragazzi, sono la persona giusta!

faccio fattura, pago le tasse, ho un conto in banca etica, sostengo progetti di riforestazione per compensare la mia impronta di carbonio.
ho dei problemi con i cookies e la privacy policy del sito. se puoi aiutarmi, te ne sarò eternamente riconoscente e il tuo nome finirà nei ringraziamenti del prossimo libro pubblicato.

martedì 15 marzo 2022

che coraggio

 

da quando ho dato le dimissioni il 4 febbraio, la cosa che mi è stata detta più di tutto è: sei stata coraggiosa.

io mi sono detta impulsiva, scema, troppo esigente, immatura, infantile. di tutti gli aggettivi che avrei scelto, coraggiosa non era contemplato.

alla fine ho le spalle coperte, il mio stipendietto nel bilancio familiare contava pochissimo, non devo pagare un mutuo, non ho figli da mantenere, ho dei risparmi con cui finanziare i miei sfizi e i miei progetti.in nessun modo aver rinunciato al mio lavoro (e quindi ai soldi) ha modificato o modificherà nel medio periodo il mio stile di vita.

in queste settimane, però, credo di aver capito che quel coraggio forse non aveva tanto a che fare con i soldi cui avevo deciso di rinunciare, come superficialmente pensavo, quanto piuttosto con il fatto che restare disoccupata mette in discussione la propria identità e il proprio posto nel mondo.

siamo abituati a identificarci nel nostro lavoro. “chi sei” ha molto a che fare con “cosa fai”.

adesso non sono niente, non ho un ruolo produttivo preciso, non sono nemmeno madre. a cosa mai servirò?

ecco, credo che in questo senso ci voglia una buona dose di coraggio nello smettere dopo anni di essere una che si occupa di pubblicità online e scegliere di diventare qualcos'altro e costruirsi una nuova identità.

non so chi sono, non so cosa sto facendo, non so cosa farò da grande ma so cosa non voglio essere e cosa non sono più disposta a fare. basterà?

martedì 8 marzo 2022

quello che volevo dire veramente


sono una persona introversa. non so stare con gli altri, parlare con gli altri, sentirmi a mio agio in mezzo agli altri.
le persone mi fanno paura. paura vera. capace che cambio strada per non dover salutare qualcuno che conosco e che magari mi è pure simpatico e ci farei volentieri quattro chiacchiere... se ne fossi capace. la verità è che non sono capace, e certe volte mentre parlo mi rendo conto di dire delle cose assurde, e dentro di me si attiva tutto un coro di smetti, taci, stai pisciando fuori dal vaso. invece niente. dico fesserie, a volte metto in imbarazzo gli altri e pure me stessa. 

quindi 99 volte su 100, se mi chiedono di parlare in pubblico, mi do malata, mi fingo morta, invento impegni irrevocabili, uso la scusa che non ho la patente e non posso raggiungere i posti.

l'evento di ieri era a 290 metri da casa mia. ho detto sì.

mi ero preparata tutto un bellissimo discorso sul fatto che le storie che ci raccontiamo influiscono sulle nostre azioni, che per anni ho creduto alla narrazione della mia vita che mi voleva difettosa perché non rispondente allo stereotipo di donna-madre-angelo del focolare...

e poi boh, quando è arrivato il mio turno di parlare mi sono agitata tantissimo e ho iniziato a sparare cose a caso a macchinetta. questo è il mio intervento, dura 7 minuti. 7 minuti di pura ansia e terrore.



qualcuno diceva che gli scrittori - in pubblico - sono deludenti, le cose che hanno da dire le dicono meglio nei libri. non posso che sottoscrivere in pieno