martedì 27 aprile 2021

chiedi alla scrittrice #4


quali sono i soldi meglio spesi come scrittore?

ho iniziato a quattordici anni a spendere soldi per diventare scrittrice. nell'arco di 25 anni ho speso migliaia di euro in manuali e corsi di scrittura, più di recente ho speso alcune centinaia di euro in annunci sponsorizzati su facebook, editing e consulenze editoriali varie. eppure questi soldi, che ho sicuramente investito per migliorare la mia scrittura e far splendere e far conoscere le mie storie, mi sembrano comunque soldi spesi come persona, al pari del denaro impiegato per andare al cinema, per praticare il running o per viaggiare.

dire quale sia stato il miglior investimento è difficile. sicuramente ha avuto grandissimo impatto il manuale "scrivere zen" di natalie goldberg, anche se ora non è più uno dei miei punti di riferimento. ho un bellissimo ricordo del corso sullo "scrivere di sé" tenuto da eric minetto nel 2010, di recente ho letto "dear writer, you need to quit" e ne ho ricavato degli ottimi spunti, che continuo a rigirarmi in testa.

credo che tutti i soldi spesi siano serviti, se non nell'immediato in quello che in inglese chiamano "the compound effect" che in italiano viene forse tradotto con "effetto valanga" ma che io immagino come i puntini di un quadro puntinista. il puntino in sé non vale un granché, ma è nel contesto di molti puntini vicini che ogni corso, manuale, consulenza crea un senso e aumenta il valore.

sabato 24 aprile 2021

chiedi alla scrittrice #3


qual è il primo libro che ti ha fatta piangere?

non sono sicura che sia stato il primo, e sono certa che oggi non mi farebbe piangere affatto. ma ho un ricordo molto vivido di quanto ho pianto, da adolescente, per il finale di "le parole che non ti ho detto" di nicholas sparks.

dovevo avere più o meno sedici anni. sicuramente era un libro preso in prestito in biblioteca. ho una memoria molto chiara di me che vado in bagno, mi siedo davanti alla porta per un po' di tranquillità e privacy appositamente per leggere le ultime pagine. e a un certo punto ho gli occhi così pieni di lacrime che non vedo neanche cosa leggo. e mi soffio il naso con la carta igienica e sono disperata. veramente sto annegando nelle lacrime. me le asciugo un po' con la carta e un po' con la maglia e cerco disperatamente di non bagnare le pagine.

a oltre vent'anni di distanza, ho idea di quale fosse la trama di "le parole che non ti ho detto"? nessuna, nemmeno la più vaga. non so niente di cosa succeda in quel libro. so solo che ho pianto. tanto. 

ancora oggi mi capita di piangere per i libri. ho pianto per "proibito leggere", in cui non succede davvero niente per cui uno dovrebbe mettersi a piangere. ho pianto per "l'anno in cui imparai a raccontare storie", che potrebbe commuovere anche voi se siete nel mood giusto.

ho pianto anche con la serie tv "la regina degli scacchi". e piango anche per la sindrome premestruale che mi fa credere che moriremo tutti malissimo. 

poi per fortuna sforno una torta al cioccolato e passa.

mercoledì 21 aprile 2021

chiedi alla scrittrice #2


per la rubrica "chiedi alla scrittrice" ho deciso di rispondere a domande a caso prese da questa lista (in inglese). se volete farmi una domanda, chiedete pure, scegliendo dalla lista oppure no.

la domanda a cui risponderò oggi è: "cerchi il tuo nome su google?"

e la risposta è: sì, mi cerco su google, in alcuni periodi anche più volte a settimana, per esempio a ridosso dell'uscita di un mio libro.
non ho omonime per cui tutti i risultati relativi al mio nome e cognome appartengono solo a me. a volte mi cerco con il browser in incognito, a volte cerco solo i risultati relativi all'ultima settimana o all'ultimo mese, a volte cerco solo le foto.
altre volte cerco il mio nome insieme al titolo di uno dei miei libri.
di recente ho riattivato le notifiche di google per i nuovi risultati di ricerca col mio nome. se da qualche parte su internet qualcuno scrive qualcosa su di me, io ricevo una email.

quando partecipo a un concorso e sto aspettando i risultati, faccio refresh alla pagina in cui penso pubblicheranno i nomi dei vincitori anche ogni minuto. e comunque, oltre al refresh compulsivo, attivo uno di quei servizi che ti avvisano se una determinata pagina web è stata aggiornata, così anche se non sono davanti al pc a fare refresh, in caso di aggiornamenti ricevo una notifica per email.

è un comportamento ossessivo? sì
dovrei smettere? sì

il mio fidanzato matematico ha un omonimo di barletta. quando il suo omonimo sbaglia a dare l'indirizzo email, il matematico riceve preventivi, ricette mediche, e conferme di iscrizioni a siti in cui si vendono auto.
quando il matematico cerca il suo nome su google, i risultati sono contaminati dalla presenza di altra gente che si chiama come lui.
invece io sono unica e incontaminata.

domenica 18 aprile 2021

cose a caso


  • ho sfornato una torta al cioccolato
  • ho messo online il primo episodio del mio podcast: ho letto ad alta voce i frammenti su #miopadre. potete ascoltarlo su spreaker o su spotify
  • a luglio uscirà il mio prossimo romanzo e oscillo già tra: "oddio, non se ne accorgerà nessuno" e "oddio, tutti si accorgeranno che fa schifo"
  • a gennaio mi ero presa tre impegni: camminare almeno 5mila passi al giorno, fare yoga tutti i giorni, scrivere almeno un post nel blog a settimana (è aprile e ho completamente svaccato)
  • ho scritto un libro su kathrine switzer e sto cercando un editore che si appassioni alla sua storia quanto me (ma ogni volta con gli editori è come non aver mai pubblicato niente - a meno che non si sia autori di bestseller sei sempre un esordiente)
  • ho vissuto nella menzogna per vent'anni: il matematico aveva giurato di schifare gli yogurt e ieri ha mangiato un vasetto di yogurt bianco
  • ho in mente un libro di non fiction ma non ho voglia di scriverlo. vorrei averlo già scritto perché l'idea è fighissima
  • la prossima settimana dovrebbero arrivare gli operai a pulirci la muffa, sto già in ansia perché so che righeranno il parquet
  • l'ebook di "aria e altri coccodrilli" è scaricabile gratuitamente da amazon, kobo, google play books, apple books
  • dopo "la regina degli scacchi" e "chiedi al mio agente" non sono più riuscita ad appassionarmi a una serie tv. il matematico mi ha fatto vedere la prima puntata di "deadwood" (una roba western) e di "bend of brothers" (una roba di guerra). cassate entrambe.
  • ho riaperto la newsletter, se eravate già iscritti dovreste aver ricevuto una mail il giorno di pasquetta (con una notizia top secret che non vedo l'ora diventi ufficiale per poterla urlare ai quattro venti), se non siete ancora iscritti potete farlo da qui (mi sono lasciata convincere dai guru che sostengono che la newsletter è indispensabile)
  • non riesco più a leggere narrativa. al momento sono ripiegata sui manuali per scrittori
  • ho voglia di pizza fritta

giovedì 15 aprile 2021

chiedi alla scrittrice #1


in attesa di diventare una scrittrice famosa e richiestissima ho deciso di iniziare a prepararmi a rispondere alle domande. in una chiacchierata (rigorosamente online) con una quinta elementare mi è stato chiesto "hai mai pensato di avere dei figli?".

e presa totalmente alla sprovvista ho risposto "certo, moltissime volte. ma passiamo alla prossima domanda, eh". al termine dell'incontro mi sono mangiata le mani, perché dare la risposta giusta avrebbe amplificato e fatto meglio comprendere il messaggio del mio romanzo "maschiaccio e femminuccia". (da qui il desiderio di prepararmi a rispondere alle domande)

sì, ho pensato milioni di volte alla questione figli e sono certissima di non volerne. anche se attorno a me tutte le mie coetanee hanno tra uno e tre figli. non credo di conoscere nessuna temeraria che ne abbia quattro, ma non dubito che ce ne siano. e se non li hanno li desiderano. e quindi io sono quella strana, che deve difendere la sua posizione di donna senza figli.

ma questo conflitto tra quello che uno sa di essere e di volere, e quello che gli altri decidono che tu debba essere e volere, non è una prerogativa dell'età adulta. fin da bambina ho percepito in modo molto forte le aspettative degli altri su di me.

anche riccardo e caterina, i protagonisti del mio romanzo "maschiaccio e femminuccia" sanno di essere e di fare cose che non sono previste per loro, e la tentazione potrebbe essere quella di abbandonare le proprie inclinazioni e passioni per essere accettati dagli altri. caterina potrebbe pettinare le bambole, riccardo potrebbe smettere di intrecciare braccialetti e chiedere a sua sorella di insegnargli a tirare di boxe. 

ma nessuno sa meglio di te come essere te, perché lasciare che gli altri decidano chi devi essere e cosa devi fare, solo per soddisfare delle presunte caratteristiche di "normalità"?

quindi sì, mi sono chiesta se volessi avere figli, e mi sono risposta che no, non avrò figli perché so che averne non mi renderebbe felice. perché sono felice nella mia vita di donna senza figli. e non farò figli per far contente altre persone che non sanno cosa significa essere e sentire quello che sono e che sento.

credo sia importante imparare fin da piccoli a difendere la propria identità, le proprie passioni, i propri interessi, il proprio sentire. è questo il messaggio che volevo dare con "maschiaccio e femminuccia" ed è questo che cerco di fare anche per me stessa.


se vi state chiedendo da dove sia uscita quella domanda... ho avuto la malaugurata idea di iniziare l'incontro dicendo "non sono una maestra né una mamma, quindi state tranquilli, non vi do voti né niente".

se avete domande da farmi, scrivetele pure nei commenti, risponderò nelle prossime puntate della rubrica #chiediallascrittrice

venerdì 2 aprile 2021

giornata mondiale per la consapevolezza sull'autismo



Non si avvicina, non mi guarda, si siede di fronte a me, appoggiando la schiena al muro opposto e basta. Io non dico niente, lui non dice niente. Io mastico, lui guarda un punto alla mia destra, come se non fossi sola e accanto a me ci fosse qualcun altro di più interessante. Mangio in silenzio, un po’ in imbarazzo. Dovrei dire qualcosa? Dovrebbe dire qualcosa lui? Per fortuna sta lontano, non fa domande difficili, non mi guarda in faccia. Non ha ancora detto niente di sgradevole nei miei confronti. Mi rilasso. Se stare con gli altri fosse sempre così facile, potrebbe persino piacermi. Ma di solito non funziona così. La gente ha un sacco di pretese inespresse: pretende di essere guardata in un certo modo negli occhi, ma non troppo o non in un modo che loro reputano strano, si aspetta di parlare soprattutto di cose inutili e senza senso tipo il tempo atmosferico, chiede “come stai?” anche se non vuole una risposta diversa da “bene”, dice “ci si vede” o “ti chiamo domani” anche se spera di non vederti mai più e domani non ti chiamerà. Ma questo ragazzo, per ora, non sembra avere pretese del genere, per fortuna.


Questo brano è tratto da "L'inventario delle mie stranezze" il mio prossimo romanzo in uscita per EL a luglio. è un libro che racconta la sindrome di Asperger dal punto di vista di Agata, una ragazza che frequenta la prima media, sa di non essere come le sue coetanee e passa il tempo esercitandosi per le olimpiadi di matematica con un tipo strano che si fa chiamare Spettro.
Se vuoi restare aggiornat* su questa nuova pubblicazione, iscriviti alla mia newsletter da questo link: https://tinyletter.com/azzurropillin


Se vuoi acquisire maggiore consapevolezza sull'autismo, anche al di fuori del 2 aprile segui:

Fabrizio Acanfora: instancabile divulgatore, autore di "Eccentrico" un saggio autobiografico che racconta l'autismo da dentro. Sempre suo, il nuovissimo: "In altre parole - Dizionario minimo di diversità" che riflette sulle parole che usiamo per parlare non solo di autismo, ma di qualsiasi cosa si collochi fuori da quella che viene definita come "normalità"

Bradipi in Antartide: bravissima disegnatrice che racconta il suo punto di vista sull'autismo attraverso un simpatico bradipo che interagisce con i pinguini

Neuro-peculiar: è nat* con l'intento di normalizzare il concetto di neurodiversità. in particolare ha un utilissimo canale youtube ricco di video in cui persone neuroatipiche raccontano la loro neuroatipicità rispondendo alle domande più comuni. Oggi per tutto il giorno organizza un evento in cui intervengono persone autistiche. Andate sulla loro pagina per scoprire il programma.

Solitamente l'autismo è visto come una malattia invalidante da curare, qualcosa da cui si è affetti e di cui le persone soffrono, che comporta deficit in ambito relazionale, deficit nella comprensione del linguaggio non verbale, deficit nel campo delle funzioni esecutive (quando l'autismo non è evidente, di solito la persona viene ritenuta pigra, strana, asociale... comunque non autistica).
Questa narrazione nasce dal fatto che l'autismo viene per lo più raccontato da persone neurotipiche.
I tre profili che vi ho segnalato lavorano affinché nasca una nuova consapevolezza sull'autismo capace di raccontarlo come differente organizzazione del sistema nervoso: quindi come uno dei modi possibili di essere, né migliore né peggiore ma semplicemente differente da quello predominante.

Vi consiglio di seguire questi hashtag: 
#NothingAboutUsWithoutUs 
#VociAutistiche 
#RompiamoleBolle

Bonus, in lingua inglese, questi due canali youtube:

https://www.youtube.com/user/AtheistRockstar
https://www.youtube.com/channel/UC-FpBZR7DbpvNj5UrFN8qUA

Bonus, romanzo per ragazzi, appena uscito grazie a Uovonero Edizioni scritto da autrice autistica: "Una specie di scintilla"