attenzione! questo post è pieno di link che verranno aperti nella stessa pagina in cui state visualizzzando questo blog. vi consiglio di leggere tutto il post, prima di perdervi nei meandri dei link e non ricordare nemmeno più che è questo che stavate leggendo.come sapete amo moltissimo i romanzi intimisti, quelli in cui il protagonista cerca di far cadere le sue lacrime direttamente nell'ombelico, in un meccanismo di compiacimento autolesionistico in cui mi riconosco perfettamente. i libri di cui sto per parlare non hanno nulla a che fare con il compiacimento o con l'autolesionismo.
questo libro, per esempio
è riuscito nell'ardua impresa di strapparmi qualche sorriso e persino una risata.
immagino che le persone normali con queste pagine si facciano delle sanissime sbaccanate.
esilarante, surreale, stralunato, questo romanzo, strabordante di geniali trovate, vi catapulterà in un mondo tanto immaginato quanto possibile. un mondo assurdo eppure vicino al nostro in modo preoccupante. (questa frase sembra copiata da qualche recensione, ma l'ho scritta io, lo giuro)
vi do un'assaggino per farvi venire l'acquolina in bocca:
alla posta tutte le donne in coda stanno sfogliando una copia de
le mie cose. per la maggior parte si tratta del numero di marzo, ma in alcuni casi anche di numeri più vecchi.
penso che ormai non ci sia donna, dai tredici anni in su, che non la legga. qualunque cosa fosse la rivista cui erano abbonate, l'hanno abbandonata e sostituita con
le mie cose. le capisco. anch'io prima di iniziare a collaborare, ero, più che una lettrice, una seguace. ricordo che quando la rivista tardava ad arrivare in edicola mi preoccupavo. in una giornata passavo ossessivamente una decina di volte a chiedere se era uscita. se non arrivava dopo una settimana, iniziavo a consultare il sito un centinaio di volte al giorno, a chiamare la redazione e a spedire e-mail. non ero l'unica (...)
il perché di tanto fanatismo sta nel fatto che
le mie cose è una rivista capace di starti accanto, di seguirti e modificarsi in base alle tue esigenze. esce ogni ventotto giorni. le rubriche e i servizi sono ordinati in base alle varie fasi del ciclo mestruale, e si invitano le lettrici ad acquistare la rivista e a leggerla solo quando è iniziato il loro ciclo. la mia rubrica, per esempio, si trova poco prima della metà della rivista ed è normalmente associata alla fase premestruale. questa idea di strutturare la rivista in base al ciclo è del direttore-fondatore eugenio bignardelli, che, contrariamente a quanto dichiara in continuazione nei suoi editoriali, non è gay. in redazione lo sappiamo tutte. sfrutta l'"effetto almodovar", un trucco per fare soldi con il luogo comune dei gay-sensibili-in-grado-di-capire-le-donne.
già che ci sono vi consiglio anche
per il resto del viaggio ho sparato agli indiani di
fabio geda, di cui vi lascio due piccolissimi assaggini:
e
per finire
tre volte invano di emiliano poddi, che leggerò a breve e che dicono essere un romanzo imprescindibile per gli appassionati di basket.
poi basta, altrimenti potrei pensare seriamente di chiedere una percentuale alla
instar libri per questo spot-post pubblicitario.
(penso abbiate notato anche voi che il sito della casa editrice, con il suo azzurro, si intona benissimo a queste pagine.)