Oggi parleremo della terza fase: la revisione
(qui trovi la prima fase, qui la seconda)
Quando si scrive un libro non si hanno certezze, il dubbio più grande è quello di non uscirne vivi. Portare a termine un romanzo - per quanto imperfetto, pieno di contraddizioni, buchi di trama, personaggi e scene inutili - è un traguardo non scontato. Io ero riuscita di nuovo nell'impresa. Evviva!
Gli autori seri, in virtù del loro essere seri, lasciano da parte la prima stesura per settimane (o mesi) in modo da riprendere a lavorare sul testo a mente fresca, e mettere una distanza anche emotiva tra sé e il proprio lavoro.
Io, che soffro di procrastinazione cronica, e ho una fretta indemoniata, avevo sei giorni per portare a termine il lavoro. (La fretta idemoniata è la mia cifra stilistica: non ho pazienza, ho bisogno che succedano cose. Chi ha scritto la sceneggiatura della mia vita dev'essersi divertito come un pazzo a mettermi di fronte al settore editoriale, un mondo dai tempi biblici).
Appena terminata la prima bozza, l'ho mandata per email a tre lettori fidati (e veloci) e ho chiesto il loro parere. Se i loro feedback fossero stati incoraggianti ci avrei provato, altrimenti no.
"Maschiaccio e femminuccia" a loro è piaciuto, non è piaciuto alla giuria del concorso.
Quando a ottobre, delusa, ho riletto il libro, ho pensato che fosse bello. Proprio a me, che non piace mai niente di quello che scrivo e brucerei tutto, "Maschiaccio e femminuccia" piaceva ancora. Volevo dargli un'altra opportunità (magari dopo aver aggiustato alcune parti non proprio convincenti...)
Torna sul blog per le prossime puntate:
12 luglio: la ricerca dell'editore
14 luglio: la firma del contratto
16 luglio: la copertina
19 luglio: l'editing
21 luglio: la sinossi
23 luglio: l'attesa
26 luglio: l'arrivo delle copie (spero!)
27 luglio: l'uscita
28 luglio: come nasce una scrittrice
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