venerdì 24 luglio 2020

come nasce un libro: intermezzo



(leggi le puntate precedenti da qui)

Ricordate la canzone di Cristicchi: "Vorrei cantare come Biagio Antonacci"?
Ecco, io da piccola volevo scrivere come Angelo Petrosino. I suoi diari di Jessica mi hanno accompagnato per tutta l'adolescenza, così come la corrispondenza con l'autore stesso, fatta di lunghe lettere inviate col francobollo.
L'ultima volta ci siamo incontrati a Torino, nel 2007, dove io vivevo e dove lui si trovava per presentare un libro di recente uscita.

Quando ho saputo che "Maschiaccio e femminuccia" sarebbe stato pubblicato da EL, mi sono sentita in dovere di scrivergli per farglielo sapere: per me è una sorta di cerchio che si chiude e anche un gesto di riconoscenza.

Angelo, che ancora si ricorda di me!, ha voluto leggere in anteprima il libro (!), e scriverne una recensione, di cui vi anticipo qualche stralcio:

Silvia è stata capace di avvicinarsi al mondo dei bambini, di Riccardo e di Caterina, con un pudore, un rispetto, una tenerezza empatica che pochi scrittori sanno esercitare quando affrontano il mondo dell’infanzia per raccontarlo a grandi e piccoli nello stesso tempo, perché gli uni e gli altri possano rispecchiarsi in una vicenda che li riguarda o li ha riguardati in giorni lontani.
Il libro, che è un racconto a due voci, si dipana con una levità di stile e una profondità psicologica davvero sorprendenti in chi, come Silvia Pillin, affronta la sua prima prova di scrittrice per ragazzi.

Il libro di Silvia può essere letto a più livelli. I bambini che lo leggeranno potranno togliersi di dosso l’ammasso di aspettative e di pregiudizi dei quali li caricano spesso i grandi. Si ritroveranno nei due protagonisti perché l’autrice non ha scimmiottato dei tipi, ma ha cercato di cogliere (e ci è riuscita) una fase cruciale dell’infanzia nella sua essenza.
Ho sempre cercato l'approvazione e il riconoscimento degli altri, faccio moltissima fatica a dirmi brava da sola, per quella sorta di modestia che è sempre richiesta alle bambine, e che è difficile scollarsi di dosso anche una volta diventati adulti.
Il fatto che uno scrittore che ho sempre stimato immensamente usi parole così lusinghiere per parlare del mio primo romanzo per ragazzi non può che commuovermi.

torna sul blog per le prossime puntate:
26 luglio: l'attesa
27 luglio: l'arrivo delle copie
28 luglio: l'uscita
29 luglio: come nasce una scrittrice

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