ho pensato che avrei potuto stare insieme al mio coabitante quando nella mia testa si è insinuato il pensiero che avrei voluto che fosse lui a leggere il romanzo che stavo scrivendo allora.
l'avevo intitolato mamma, probabilmente. era il 2003.
lui non ha mai letto quelle pagine, e nemmeno le ultime che ho scritto. non ha voluto leggere i miei vecchi racconti, né i post che scrivo in questo blog.
il mio piccolo amore con la testa piena di matematica non vuole leggere quello che scrivo.
mi arrabbio spesso per questo. faccio fatica ad accettarlo. ma credo che lui abbia capito qualcosa del mio rapporto con la scrittura che io stessa non ho ancora colto appieno.
credo che quello che mi succede si spieghi più o meno così: è come se le mie pagine, essendo sempre molto intime e personali, mi esponessero a tal punto al giudizio delle persone che le leggono, da costringermi a costruire tra me e i miei lettori una barriera capace di proteggermi.
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