sono sempre stata una teorica, una voyer, una feticista della scrittura.
da quando ho iniziato ad amare i libri, ho deciso che anch'io ne avrei scritti, per suscitare in altri le emozioni che la parola scritta riusciva a darmi.
da subito mi è stato chiaro che scrivere un romanzo degno di essere letto non è roba da ragazzi.
a 14 anni è iniziata la folle corsa al manuale di scrittura creativa perfetto, quello che mi avrebbe permesso di realizzare il sogno. ho cominciato acquistando i fascicoli "scrivere" venduti in allegato al corriere della sera.
dopo tre uscite li ho abbandonati, perché troppo costosi e molto scoraggianti.
a 19 anni ho scritto e inviato a un paio di editori (selezionati dopo aver letto accuratamente "come pubblicare un libro") il mio primo romanzo. una roba immonda, mezza copiata dal mio diario, di cui ovviamente andavo molto orgogliosa.
per la mia tesina di laurea triennale in lettere mi sono letta 50 manuali. ovviamente ne è uscita una tesina orrenda, ma mi ha dato l'occasione per dedicarmi alla mia droga preferita, la teoria della scrittura.
ho pagato fior fior di quattrini per partecipare a corsi di scrittura tenuti in prestigiosissime scuole da prestigiosissimi scrittori-insegnanti.
alcuni sono stati belli e utili, altri una gran perdita di tempo.
da quando ho deciso che da grande avrei scritto sono passati almeno 15 anni, forse 17, e non ho mai cambiato idea.
in tutto questo tempo ho scritto quintali di lettere, email, post di blog, pochi racconti, un paio di romanzi compiuti (seppure illeggibili), e mezza dozzina di romanzi incompiuti.
adesso succede che il mio progetto di romanzo è stato scelto tra altri cento. e io al momento non ho altro che il progetto e le due cartelle e mezza improvvisate al tavolino della gelateria hohermarkt davanti a una coppa di gelato-incentivante ai gusti di vaniglia, vaniglia, banana, fragola, croccolino, cocco (doppia vaniglia perché a hohermarkt la fanno buonissima, e forse avrei dovuto prendere anche doppio croccolino, perché la croccantezza del biscotto, la cremosità del gelato, la densità degli agglomerati di cioccolato sono una cosa imperdibile).
ma torniamo a noi.
il fatto è che tutta 'sta teoria mi ha messo addosso un'ansia da prestazione pazzesca, un "non ce la farò mai" gigantesco.
mi piace più pensarmi a scrivere, immaginarmi scrittrice, fingere di poter un giorno diventare autrice di romanzi che mettermi da sola davanti alla pagina bianca di word, col cursore che pulsa come un cuore, e scrivere un romanzo. è difficile, è come partire da palos e affrontare il mare in tempesta per arrivare in india. in india potresti non arrivarci mai, e non è detto che a toccare terra si arrivi.
2 commenti:
Senti, azzurropillin, ma un po' di sana, lodevole, preziosa AUTOSTIMA? Proprio mai? E mi riferisco anche alla risposta ai commenti del tuo post precedente!
Ma insomma! Hai vinto un concorso strepitoso! Guarda che chi valuta non è esattamente uno sprovveduto, sai?
Goditi questo momento e non pensare alle pagine bianche... che in ogni caso sono fatte per essere riempite, e lo saranno.
Firmato: la regina dell'autostima (nei suoi sogni)
fanculo.è una Bella occasione.sulla tecnica sai già tutto.mettici Passione e vai! tua bloglettrice.
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