Quand'è che ci si può definire scrittori? Qual è l'evento che determina la nascita di uno scrittore? Io non lo so, non l'ho ancora capito, anche se so da quando avevo 12 anni che da grande avrei fatto la scrittrice.
Ecco la mia storia:
È il 1998, ho sedici anni, scrivo un racconto, lo mando a un concorso. Non vinco niente, non mi si fila nessuno. Non sono una scrittrice.
Scrivo un altro racconto, lo mando a un concorso. Il racconto viene selezionato e pubblicato in un'antologia. Ne compro 6-7 copie da regalare ad amici e parenti. Ho vent'anni, sono felice: per la prima volta qualcuno considera un mio testo degno di pubblicazione. Povera ingenua, ti sei fatta fregare. Il racconto non valeva niente, ovvio. Gli organizzatori volevano solo spillare dei soldi ai partecipanti abbastanza allocchi da credere che la selezione avesse un valore.
Scrivo il mio primo romanzo. Lo mando a qualche editore. Non mi si fila nessuno. Non sono una scrittrice.
Sto per compiere trent'anni scrivo un racconto. Lo mando a un prestigioso concorso nazionale. Vinco. Il racconto viene pubblicato e distribuito in tutte le stazioni della metropolitana con un'introduzione di Oliviero Ponte di Pino (editor Garzanti). Marilena Rossi, editor di Mondadori, dopo averlo letto mi scrive per chiedermi se ho pronto un romanzo. Mi sento la dea delle scrittrici. Ma poi non succede nient'altro. Era solo un racconto. Chi ti credi di essere?
Partecipo a un concorso per scrittori per ragazzi organizzato da Atlantyca Dreamfarm (l'agenzia letteraria che gestisce i diritti di Geronimo Stilton). Vengo selezionata insieme a Daniele Nicastro, Anna Tasinato, Elisa Sabatinelli. Mi sento la dea delle dee delle scrittrici. Ma poi non succede nient'altro. Il progetto di romanzo con cui sono stata selezionata si perde nel nulla.
Scrivo un manuale di scrittura, ne ho letti così tanti che mi sento il maggior esperto nazionale in materia. Firmo il mio primo contratto di edizione. Sono felice, adesso sono di sicuro una scrittrice, giusto? Sbagliato: è solo un piccolo editore digitale, chi ti credi di essere?
Scrivo un romanzo, lo mando a un editore. Firmo un altro contratto di edizione. Ma tanto è sempre e solo un piccolo editore digitale, che tra l'altro ha fatto un casino immenso e, all'uscita, invece di essere contenta, piango e conto i giorni che mi separano dalla scadenza del contratto.
Vista la pessima esperienza con l'editore digitale, decido che il nuovo romanzo che ho scritto, lo autopubblico, col cavolo che mi espongo di nuovo al rischio di essere insoddisfatta del risultato. È il 2016, ho trentaquattro anni. Ti sei autopubblicata? Sfigata, è chiaro che ti sei ridotta così perché nessun editore ti vuole.
È il 2018, trovo un piccolo editore interessato a pubblicare un romanzo che avevo messo su Wattpad. Sono onesti, fanno editing, nel contratto non c'è nessuna clausola capestro scritta in minuscolo. Firmo. Esce un libro di cui sono felice, mi sento scrittrice. Con chi hai pubblicato? Edizioni cosa? Mai sentito. Ma non c'è in ebook? Dove si compra? [Vi svelo un segreto: i libri si comprano in libreria]
È il 28 luglio 2020, esce "Maschiaccio e femminuccia". Lo pubblica EL, lo stesso editore che pubblica Gianni Rodari. Mi sento scrittrice più che mai. Sì, è solo un libro per bambini. No, non hanno fatto una prima tiratura di 100 mila copie. Tra quattro giorni è il mio compleanno, sono felice e sono sicura di essere una scrittrice. Qualunque cosa ne pensiate.
È il 1998, ho sedici anni, scrivo un racconto, lo mando a un concorso. Non vinco niente, non mi si fila nessuno. Non sono una scrittrice.
Scrivo un altro racconto, lo mando a un concorso. Il racconto viene selezionato e pubblicato in un'antologia. Ne compro 6-7 copie da regalare ad amici e parenti. Ho vent'anni, sono felice: per la prima volta qualcuno considera un mio testo degno di pubblicazione. Povera ingenua, ti sei fatta fregare. Il racconto non valeva niente, ovvio. Gli organizzatori volevano solo spillare dei soldi ai partecipanti abbastanza allocchi da credere che la selezione avesse un valore.
Scrivo il mio primo romanzo. Lo mando a qualche editore. Non mi si fila nessuno. Non sono una scrittrice.
Sto per compiere trent'anni scrivo un racconto. Lo mando a un prestigioso concorso nazionale. Vinco. Il racconto viene pubblicato e distribuito in tutte le stazioni della metropolitana con un'introduzione di Oliviero Ponte di Pino (editor Garzanti). Marilena Rossi, editor di Mondadori, dopo averlo letto mi scrive per chiedermi se ho pronto un romanzo. Mi sento la dea delle scrittrici. Ma poi non succede nient'altro. Era solo un racconto. Chi ti credi di essere?
Partecipo a un concorso per scrittori per ragazzi organizzato da Atlantyca Dreamfarm (l'agenzia letteraria che gestisce i diritti di Geronimo Stilton). Vengo selezionata insieme a Daniele Nicastro, Anna Tasinato, Elisa Sabatinelli. Mi sento la dea delle dee delle scrittrici. Ma poi non succede nient'altro. Il progetto di romanzo con cui sono stata selezionata si perde nel nulla.
Scrivo un manuale di scrittura, ne ho letti così tanti che mi sento il maggior esperto nazionale in materia. Firmo il mio primo contratto di edizione. Sono felice, adesso sono di sicuro una scrittrice, giusto? Sbagliato: è solo un piccolo editore digitale, chi ti credi di essere?
Scrivo un romanzo, lo mando a un editore. Firmo un altro contratto di edizione. Ma tanto è sempre e solo un piccolo editore digitale, che tra l'altro ha fatto un casino immenso e, all'uscita, invece di essere contenta, piango e conto i giorni che mi separano dalla scadenza del contratto.
Vista la pessima esperienza con l'editore digitale, decido che il nuovo romanzo che ho scritto, lo autopubblico, col cavolo che mi espongo di nuovo al rischio di essere insoddisfatta del risultato. È il 2016, ho trentaquattro anni. Ti sei autopubblicata? Sfigata, è chiaro che ti sei ridotta così perché nessun editore ti vuole.
È il 2018, trovo un piccolo editore interessato a pubblicare un romanzo che avevo messo su Wattpad. Sono onesti, fanno editing, nel contratto non c'è nessuna clausola capestro scritta in minuscolo. Firmo. Esce un libro di cui sono felice, mi sento scrittrice. Con chi hai pubblicato? Edizioni cosa? Mai sentito. Ma non c'è in ebook? Dove si compra? [Vi svelo un segreto: i libri si comprano in libreria]
È il 28 luglio 2020, esce "Maschiaccio e femminuccia". Lo pubblica EL, lo stesso editore che pubblica Gianni Rodari. Mi sento scrittrice più che mai. Sì, è solo un libro per bambini. No, non hanno fatto una prima tiratura di 100 mila copie. Tra quattro giorni è il mio compleanno, sono felice e sono sicura di essere una scrittrice. Qualunque cosa ne pensiate.