giovedì 28 febbraio 2019
andrea antinori - la notte azzurra #18
il mio prossimo romanzo è una balena: è azzurra, è enorme, è punteggiata di stelle, ha tutti i pezzi al posto giusto. solo che è sott'acqua, è troppo grossa per essere vista nel suo insieme e io ho un telescopio, più adatto per guardare il cielo che sotto il mare. di sicuro non ho canne né reti da pesca. e se anche le avessi sarebbero totalmente inadatte a un mammifero così grosso.
scrivere il mio prossimo romanzo sarà come riuscire a pescare questa grossa balena. non ho letto moby dick ma, se ho capito bene, ha dato parecchie gatte da pelare al capitano achab. non ho idea di che fine abbiano fatto lui e la sua balena.
non ho idea di che fine farò io, con la mia.
mercoledì 27 febbraio 2019
lucrezia di carne - con lo sguardo verso il cielo #17
"Comincio questa lettera che il cielo è un fondo azzurro di cartone. Sembra che le sagome delle case siano state ritagliate da un bambino, tutte nette e sicure."
è l'incipit del racconto "lettera col silenzio" di simona vinci, presente nella raccolta "in tutti i sensi come l'amore". uno dei miei libri preferiti in assoluto (tra parentesi, non mi spiego come non sia finito in questo elenco di libri della vita).
in ogni caso, il cielo oggi era come in quella descrizione, ed è stato bellissimo approfittare della combo sole + temperatura primaverile per fare una lunghissima passeggiata e alleggerire un po' i pensieri.
martedì 26 febbraio 2019
daniele catalli - azzurro - una storia #16
in mancanza di un vero e proprio portatorte ho adibito un piatto della misura esatta della tortiera a "piatto dei dolci".
un giorno ho affidato al matematico il trasporto di una torta, ma durante il tragitto verso la destinazione il matematicco ha fatto urtare il piatto contro un marciapiede.
- ma te l'ho scheggiato io? - ha chiesto mia madre mentre lavava il piatto per restituirmelo, dopo una festa di compleanno a dicembre.
- no, mamma, è colpa di vincenzo. ha fatto urtare il piatto contro un marciapiede.
dopo il compleanno di mio padre a gennaio.
- ma te l'ho scheggiato io? - ha chiesto mia madre mentre lavava il piatto per restituirmelo.
- no, mamma, è colpa di vincenzo. ha fatto urtare il piatto contro un marciapiede.
sabato porterò una torta per il compleanno di mia madre. credo porterò la torta su un altro piatto.
lunedì 25 febbraio 2019
fabio buonocore - pensieri fluttuanti #15
andare controcorrente è faticoso, scoraggiante, sfidante.
a ogni angolo di strada ti viene da chiederti ma perché non posso girarmi e andare dove vanno tutti? anche se a te è evidente che sono gli altri ad andare dalla parte sbagliata e accodarti e seguire la strada più battuta sarebbe innaturale.
però la tentazione è forte.
domenica 24 febbraio 2019
caterina redaelli - memorie d'azzurro in conserva #14
nella posta in entrata ho 44 email non lette: sono le newsletter cui tengo di più, quelle di cui rimando la lettura a quando avrò più tempo, più calma, più concentrazione.
da un lato mi illudo che le leggerò - a un certo punto - dall'altro so che più tempo passerà più se ne accumuleranno. arriverà il giorno in cui sarà più facile cancellarle piuttosto che aprirle.
nelle settimane scorse mi sono disiscritta a un po' di newsletter che mi sembravano meno di valore, ma ci sono queste altre che mi piacciono, che hanno contenuti interessanti, cui vorrei davvero dedicare attenzione. stanno lì, nella posta, in attesa che mi decida.
sabato 23 febbraio 2019
francesca segantini - experience tranquillity #13
nell'ultimo periodo attendo il weekend come una boccata d'aria dopo un lungo tempo d'apnea.
per qualche motivo che non è chiaro nemmeno a me stessa il lavoro ultimamente mi pesa, lo faccio con stanchezza, per dovere, senza slancio.
arrivare al venerdì sera mi fa tirare un sospiro di sollievo, mi fa sentire sopravvissuta: la combo pizza+divano+serie tv mi rimette al mondo.
e poi il sabato e la domencia ho tutto il tempo per immergermi nelle mie amate letture, per sfornare dolci, per la colazione al bar la domenica mattina, per riprendere fiato... fino a lunedì, quando torno in apnea.
mi tappo il naso e mi butto sotto.
venerdì 22 febbraio 2019
werther banfi - se vedi azzurro, a che serve imporre a te stesso di dire: è grigio! #12
per vedere azzurro devo sforzarmi, ogni stralcio d'azzurro è sempre il frutto di una scelta, di un'azione volontaria che costa fatica.
l'azzurro non è il battito del cuore delle mie giornate ma il fiatone della corsa, dopo aver fatto lo sforzo di allacciare le scarpe e buttarmi in strada.
ho capito tardi che essere felice, essere azzurra, è una scelta. per la maggior parte della mia vita ho rimandato la felicità al futuro: sarei stata felice una volta preso il diploma, ma nemmeno allora ero felice. allora mi sono detta che dovevo laurearmi per esserlo. ma nemmeno dopo l'università ero felice. e così a ogni traguardo. sarò felice quando avrò un lavoro, quando sarò una scrittrice, quando...
ma ogni tappa era come raggiungere l'oasi di un miraggio: al suo posto non c'era nulla di diverso. da lontano vedevo acqua e verde rigoglioso, ma una volta lì...
ho intuito un paio d'anni fa che non sarei mai stata felice se avessi continuato a procrastinare, a collegare il mio stato d'animo a un evento futuro.
solo di recente mi sono resa conto che non c'è alcun motivo per non festeggiare adesso, per non essere grata ogni giorno, per non gioire delle piccole cose nel momento in cui accadono.
giovedì 21 febbraio 2019
luisa tosetto - in a blue bubble #11
di recente si parla spesso della bolla. pare che ognuno si crei la sua, resti nel suo ambiente composto di persone, luoghi, siti internet, che fanno eco al suo pensiero e confermano le sue credenze.
nella mia bolla azzurra ci sono molti libri, tutti sono lettori fortissimi, i lettori deboli leggono 12 libri l'anno, quasi tutti conoscono l'inglese benissimo e spesso anche una seconda, una terza e a volte persino una quarta lingua straniera. tutti sono laureati, a volte hanno conseguito uno dottorato di ricerca, di solito la più sfigata sono io, che ho solo una laurea triennale.
tutti sono di ampie vedute, hanno molteplici interessi e passioni, praticano regolarmente uno sport - soprattutto la corsa.
tutti guardano le serie tv, preferibilmente in lingua originale, vanno al cinema, a teatro, alle mostre d'arte, viaggiano.
la mia bolla è fatta di persone colte, impegnate, rispettose di sé, dell'altro, dell'ambiente.
nessuno scoppi la mia bolla.
mercoledì 20 febbraio 2019
federico cinque - dimenticato #10
vorrei dire che ho un rapporto equilibrato con il mio smartphone, ma la verità è che ci perdo un sacco di tempo, ore intere passate a scrollare il newsfeed di facebook, ad ascoltare stories su instagram. e poi altre ore intere perse a giocare a giochini idioti.
sono del parere che uno strumento non sia buono o cattivo di per sé, ma anche se sui social cerco di seguire solo persone e contenuti interessanti, moltissimo del tempo che passo sullo smartphone è improduttivo e perso.
avrei letto centinaia di libri, scritto una decina di romanzi e preparato una dozzina di maratone, se solo non avessi avuto uno smartphone.
per fortuna non cerco un principe azzurro.
martedì 19 febbraio 2019
leda curzio - inside out #9
è una cosa che faccio spesso, quella di guardarmi da fuori, soprattutto quando ho l'impressione che ci sia qualcosa che non va.
quando non mi sento a mio agio, quando tutti ridono tranne me, quando avrei voglia di rimanere sotto al piumone e basta... mi fermo e mi guardo da fuori, mi sdoppio.
faccio come moscarda, il protagonista di "uno nessuno e centomila" di pirandello: cerco di capire chi sono, come mi vedono gli altri, come mi vedo io mentre mi vedono gli altri.
sono adeguata? sto facendo qualcosa di sconveniente? sto parlando a voce troppo alta? sto fissando le persone in modo inquietante?
non so se serva a qualcosa, ma so che quando mi guardo da fuori significa che la vita non è in discesa, che mi richiede uno sforzo extra di comprensione, di azione, di adattamento.
e non ho nemmeno un naso che pende a destra.
lunedì 18 febbraio 2019
marianna balducci - il movimento azzurro #8
quando il matematico ha visto questa immagine ha detto "è uguale alla copertina di aria e altri coccodrilli". e allora parliamone.
da quando è uscito questo mio romanzo ho passato tutto il tempo sulla difensiva. mi aspettavo in continuazione di dovermi difendere, di dover dire cose come "mi dispiace che non ti sia piaciuto, può capitare, ogni libro deve trovare i suoi lettori"...
invece ogni volta resto sorpresa e commossa dalle recensioni, dai commenti entusiastici, dai messaggi privati da parte di sconosciuti.
quando mi sono vista taggata da alicechimera mi aspettavo qualcosa come, libro deludente, ho aspettato settimane per riceverlo perché l'editore era in ferie ed era introvabile, tempo perso. invece ha scritto "Questo libro l’ho scoperto quasi per puro caso, eppure ad ora si è dimostrato come uno dei migliori libri letti negli ultimi anni, e non esagero. Lo dico per lo stile, per la forza che alcuni pensieri dei personaggi riescono a trasmettere e vorrei vederlo distribuito in tutte le librerie d’Italia e consigliato dai media."
da parole e ombra mi aspettavo dicesse senza infamia e senza lode, un libro sugli adolescenti per gli adolescenti, invece ha scritto "Interessante, curato e non banale"
silvia cacitti mi aspettavo non dicesse nulla, invece non solo ha scritto "reputo Silvia Pillin molto brava e mi fa piacere parlarne", ma ha anche contattato due librerie in cui lei stessa si è presa la briga di presentare me e il mio romanzo.
per finire, l'intervista di qualche giorno fa con the eat culture. ero certa che a ramona il mio libro non fosse piaciuto affatto, che accettasse di intervistarmi solo perché me l'aveva chiesto prima di sapere che il libro faceva pena e lei è una a cui piace portare a termine le cose. invece non solo mi ha fatto un sacco di complimenti commoventi, ma ha messo insieme questa magnifica intervista
e io davvero non so come sia possibile. ogni volta che su amazon, anobii, goodreads trovo una nuova recensione mi aspetto una stroncatura, invece sono sempre parole lusinghiere e non so davvero come ringraziarvi per l'accoglienza che avete riservato al mio piccolo romanzo.
domenica 17 febbraio 2019
pier paolo porta - depuratore #7
sono fermamente convinta che "you get what you give", "chi semina vento raccoglie tempesta", "chi mal semina, mal raccoglie"... insomma, quello che otteniamo dipende da quello che facciamo, dal modo in cui ci poniamo, dall'atteggiamento che mostriamo verso gli altri e verso gli eventi.
quello che questa immagine mi dice è che forse ci vorrà del tempo, forse ciò che di azzurro, bello, positivo metto là fuori farà dei percorsi tortuosi e invisibili ma prima o poi arriverà, ritornerà moltiplicato, sarà chiaro e visibile per tutti.
è una cosa che cerco di ricordare sempre quando interagisco sui social: niente polemiche, niente lamentele, niente condivisioni di contenuti xenofobi, omofobi, negativi, niente pubblicità a libri trash e brutti, non solo perché aumentano la negatività, il risentimento, l'impressione che tutto faccia schifo e vada male, ma soprattutto perché dare spazio a quei contenuti significa fare il gioco di chi li ha creati, fare pubblicità gratuitamente proprio a chi ci fa indignare e arrabbiare e vorremmo non avesse spazio.
quello che mi sforzo di fare è condividere bellezza, gratituidne, bei libri, persone che creano contenuti positivi, che proprio per l'assenza di livore, polemica, grosse sparate, rischiano di restare nell'ombra perché siamo troppo impegnati a condividere contenuti livorosi e polemici.
quello che vi chiedo, quindi, è di segnalare sotto questo post siti, blog, account instagram da seguire perché pieni di bellezza, positività e gratitudine.
Tratto da: https://www.universonline.it/_tempo_libero/proverbi/detti-lettera-s/semina.phpq
sabato 16 febbraio 2019
ottavia baldi - minuscolenormerie #6
io e il matematico non abbiamo niente di appaiato. posate, bicchieri, biancheria per la casa... è tutto un po' di recupero, preso quando serviva, un po' qua e un po' là.
quando abbiamo bisogno di qualcosa, di solito, se è possibile, la compriamo azzurra. che poi, uno dice azzurro... ma ci sono così tante sfumature e possibilità, che anche questo tentativo di uniformare le cose le rende comunque un po' spaiate.
di recente è entrata una pinzatrice azzurra e dato che lo scarico della doccia si è otturato e il metodo infallibile "aspettare che si sistemi da solo" non ha funzionato, un minuto prima di allagare la casa mi sono arresa ad acquistare uno sturalavandini. azzurro.
non volendo un sacchetto, perché i sacchetti sono il male: non solo inquinano, ma una volta entrati in casa finiscono nel sacchetto dei sacchetti, che è un'entità dotata di vita propria che aumenta di volume a dismisura fino a sottrarre spazio vitale.
quindi, dicevo, per non chiedere un sacchetto ho girato mezza città di u tenendo orgogliosamente in mano il mio fantastico sturalavandini per il manico, a mo' di scettro. tipo spada.
e insomma, ero quasi a casa quando ho incrociato una persona che conosco e che sarebbe stato meglio non salutare agitando lo sturalavandini.
quando abbiamo bisogno di qualcosa, di solito, se è possibile, la compriamo azzurra. che poi, uno dice azzurro... ma ci sono così tante sfumature e possibilità, che anche questo tentativo di uniformare le cose le rende comunque un po' spaiate.
di recente è entrata una pinzatrice azzurra e dato che lo scarico della doccia si è otturato e il metodo infallibile "aspettare che si sistemi da solo" non ha funzionato, un minuto prima di allagare la casa mi sono arresa ad acquistare uno sturalavandini. azzurro.
non volendo un sacchetto, perché i sacchetti sono il male: non solo inquinano, ma una volta entrati in casa finiscono nel sacchetto dei sacchetti, che è un'entità dotata di vita propria che aumenta di volume a dismisura fino a sottrarre spazio vitale.
quindi, dicevo, per non chiedere un sacchetto ho girato mezza città di u tenendo orgogliosamente in mano il mio fantastico sturalavandini per il manico, a mo' di scettro. tipo spada.
e insomma, ero quasi a casa quando ho incrociato una persona che conosco e che sarebbe stato meglio non salutare agitando lo sturalavandini.
venerdì 15 febbraio 2019
filippo spinelli - you are my path #5
spesso ho l'impressione di camminare sull'orlo del precipizio, di andare di notte, nel buio, senza saper bene dove, e non sempre la luna è abbastanza splendente da mostrarmi dove metto i piedi.
questa immagine mi ricorda il famoso discorso di steve jobs, quello in cui dice che puoi unire i puntini solo guardando indietro. che devi andare avavanti avendo fiducia che prima o poi i puntini si uniranno.
secondo me, qualunque cosa accada, un modo di unire i puntini si trova sempre: vediamo faccine sorridenti o tristi con i due punti e una parentesi, è davvero possibile vedere qualunque cosa, inventarsi collegamenti, giustificazioni, immaginare un disegno, un destino, un progetto anche nel caos di puntini più totale: basta ignorare quelli che non servono a confermare la nostra visione.
un po' come quando ci sembra che l'oroscopo parli di noi, solo perché dimentichiamo o non facciamo caso a tutte le cose che non sono coerenti con la nostra situazione.
a 36 anni suonati non ho idea di quale sia la mia strada, di dove sto andando, di cosa sto facendo, di perché lo sto facendo, ma scommetto che alla fine della strada mi inventerò qualcosa di credibile per giustificare tutto questo girare a vuoto.
giovedì 14 febbraio 2019
paolo masiero - azzurro #4
sono molto cinica e disillusa riguardo i sentimenti e le persone. non credo nei per sempre e tanto meno nel "fin che morte non ci separi" perché la realtà ci dice che ci si separa molto prima della morte, semplicemente siamo persone, e le persone e i sentimenti sono entità vive, in continua evoluzione, e non è affatto detto che si cambi nela stessa direzione.
il romanticismo mi annoia, lo trovo stucchevole, noioso, imbarazzante, prevedibile.
questo non significa che non apprezzi le piccole attenzioni, la tenerezza, i gesti gentili.
è solo che i cliché fatti di rose rosse, cene a lume di candela, gioielli e regali preziosi non hanno il minimo effetto su di me.
mi piace molto questa immagine in cui la presenza, l'affetto, la tenerezza è così lieve che si mimetizza con lo sfondo. niente fuochi d'artificio, effetti speciali, gesti eclatanti, solo un'azzurra carezza.
mercoledì 13 febbraio 2019
alessandra manfredi - azzurro dentro #3
quest'immagine tocca un tema che mi sta particolarmente a cuore: l'inquinamento e in particolare quello causato dalla plastica.
dal 2007 faccio la spesa con le borse di tessuto riusabili: non ho mai chiesto un sacchetto al supermercato, nemmeno da quando ci sono quelli compostabili. produrli e trasportarli richiede comunque energia e produce co2. nella maggior parte dei negozi quando tentano di imbustarmi la roba chiedo che non lo facciano (poco importa se si tratta di libri, vestiti, medicinali...)
dal 2009 non bevo acqua in bottiglia, ho iniziato a filtrare l'acqua del rubinetto di torino con la caraffa brita per poi passare a brita on-tap un sistema filtrante che si applica direttamente al rubinetto di casa (il cui filtro interno si cambia ogni tre mesi).
l'anno scorso ho sentito la conferenza di un veterinario che passa tutto il tempo libero a filmare la plastica (cannucce, sacchetti, bottiglie, bastoncini cotonati...) che vede sulle spiagge e durante le immersioni. tantissima, anche in luoghi che ci illudiamo essere ancora incontaminati.
alla fine ho così scocciato il matematico sulla questione bottiglie di plastica che l'ho costretto a convertirsi: da bevitore di acqua gassata in bottiglia è diventato bevitore di acqua di rubinetto, con tanto di borraccia chilly al seguito.
adesso non mi resta che passare allo shampoo solido e allo spazzolino di bambù.
azzurro è anche il colore delle scelte sostenibili.
martedì 12 febbraio 2019
pietro gottuso - il principio azzurro #2
nell'azzurro succedono cose, nell'azzurro c'è stupore. l'azzurro è magia.
l'azzurro è un prestigiatore che fa uscire un coniglio dal cappello.
lunedì 11 febbraio 2019
lisa lazzaretti - un po' di cielo, niente nuvole #1
ho scoperto, quando non era più visitabile, che c'è stata una mostra di opere d'arte sul tema del colore azzurro. e chi meglio di me, che ha fatto dell'azzurro il suo stile di vita e la sua massima aspirazione, avrebbe potuto apprezzarla?
ogni giorno, per qualche giorno, sceglierò una delle opere del premio renner e la userò per scriverci qualcosa.
azzurro è
lo spazio per sé,
un ritaglio di perfezione.
azzurro è calma - dolcezza - cielo
è tempo: futuro, nostalgia.
martedì 5 febbraio 2019
10 days gratitude challenge - cosa ho capito a cosa è servito
a cosa è servito riepilogare le cose della gratitudine per dieci giorni di fila? cosa ho capito? a cosa è servito?
ho capito che:
ho capito che:
- mangiare è una delle cose mi dà più gioia
- scrivere tutti i giorni sul blog non è difficile come credevo
- il lavoro in questo periodo non aiuta
- concentrarmi sulle cose che mi fanno essere grata mi spinge a fare cose per avere motivi di gratitudine
- faccio sempre le stesse cose e sono grata sempre per gli stessi motivi (sfornare e mangiare dolci, correre, leggere)
- mi riesce diffile coinvolgere gli altri: mi sarebbe piaciuto che questi 10 giorni di gratitudine diventassero collettivi, che alle mie ragioni si sommassero le vostre. non ce l'ho fatta.
- trovare motivi per lamentarsi è molto più facile che trovare motivi per cui essere grati
- le piccole magagne quotidiane hanno su di me un effetto molto più negativo, di quanto le piccole cose della felicità abbiano un effetto positivo. insomma, passo più tempo immusonita perché non ci sono cucchiai puliti, che felice perché ho mangiato qualcosa di buono.
insomma, non mi ha cambiato la vita ma ho fatto qualcosa. e fare qualcosa è sempre meglio che aspettare che qualcosa succeda.
lunedì 4 febbraio 2019
10 days gratitude challenge - giorno 10
Se non fosse l'ultimo giorno di sfida credo che avrei mollato. Oggi è stato il lunedì più lunedì di sempre. Mi sono alzata di cattivo umore, a colazione il matematico si è fregato l'ultimo cucchiaio pulito e il resto non ha risollevato le sorti.
Motivo di gratitudine 1: i due mandarini che ho mangiato dopo pranzo. Erano tutti e due buoni. Di solito tra i mandarini si annida sempre lo spicchio schifoso o il mandarino disgustoso. Invece quei due erano buoni tutti e due.
Motivo di gratitudine 2: la pausa alle macchinette. Le bevande "al gusto di" non sono migliorate quanto a sapore, ma uscire dall'ufficio e staccare per qualche minuto era quello di cui avevo bisogno a metà pomeriggio.
Motivo di gratitudine 3: anche il peggiore lunedì dura al massimo 24 ore.
La challenge è finita. Andate in pace. Io vado a dormire.
Motivo di gratitudine 1: i due mandarini che ho mangiato dopo pranzo. Erano tutti e due buoni. Di solito tra i mandarini si annida sempre lo spicchio schifoso o il mandarino disgustoso. Invece quei due erano buoni tutti e due.
Motivo di gratitudine 2: la pausa alle macchinette. Le bevande "al gusto di" non sono migliorate quanto a sapore, ma uscire dall'ufficio e staccare per qualche minuto era quello di cui avevo bisogno a metà pomeriggio.
Motivo di gratitudine 3: anche il peggiore lunedì dura al massimo 24 ore.
La challenge è finita. Andate in pace. Io vado a dormire.
domenica 3 febbraio 2019
10 days gratitude challenge - giorno 9
nel weekend è più facile trovare motivi di gratitudine. oggi ho fatto un sacco di cose belle:
- la colazione al bar, questa domenica non da sola come la settimana scorsa ma con il matematico. che come da tradizione mi legge le notizie. rigorosamente da bbc news perché loro sanno scrivere le notizie
- cioccolatiamo: una piazza piena di stand dedicati al cioccolato con un sacco di assaggini buonissimi. ho provato un cremino, del cioccolato con frutti di bosco, del cioccolato con arachidi e persino il cioccolato ruby, quello rosa che sa un po' di cioccolato bianco e un po' di frutti di bosco
- una corsa al parco con un raggio di sole (il primo dopo due giorni di pioggia) e un sacco di gente. c'era anche il cane anarchico.
- how to train your dragon: al cinema, in lingua originale, senza sottotitoli.
- #propagandatop un programma di la7 che mi fa ridere fino alle lacrime - su cose che di per sé non dovrebbero far ridere. ma facciamo che ridiamo per non piangere. anche perché domani è lunedì.
sabato 2 febbraio 2019
10 days gratitude challenge - giorno 8
oggi sono stata tutto il giorno dai miei per festeggiare i 643 anni di mio padre. la crostata a pois (più buona che bella) è opera mia. eravamo in 12, oltre ai miei genitori c'erano le mie sorelle con i rispettivi mariti e figli, i miei cugini, mia zia. insomma, una gran confusione, un gran mangiare, un gran dondolare di denti da latte.
tra i motivi di gratitudine per la giornata di oggi, al primo posto:
- la meraviglia di essere zia e non madre. essere zia ti dà uno spaccato di quello che vivono i tuoi coetanei con figli, ma a piccole dosi. ti prendi i baci e i ruffianamenti senza dover sopportare 24/7 un ventaglio di drammi per me insostenibili che vanno dalle notti insonni, alle preoccupazioni per quando si ammalano; dai capricci, ai denti da latte che cadono (quando ho scoperto che la fatina dei denti ha una tariffa di 5 euro a botta mi è venuta l'illuminazione: ho scoperto quale sarà il mio nuovo lavoro)
- non aver litigato con nessuno e aver trascorso una giornata serena. nei rapporti umani sono una frana e con i rapporti familiari sono anche peggio. di solito dopo una giornata dai miei torno a casa tesa e arrabbiata per aver alzato la voce e insultato tutti. oggi incredibilmente non è successo niente di tutto questo, anzi, ho chiacchierato amabilmente un po' con tutti e sono tornata a casa con delle arance, della macedonia, una confezione di yoyo motta (che i miei nipoti schifano ma che erano le mie merendine preferite da piccola)
- il kobo che mi avverte che il prestito attuale "scade in x giorni". ha dato una violenta accelerata al ritmo di lettura di "i formidabili frank" che è sì un bel libro, ma non propriamente uno di quei romanzi che non riesci a smettere di leggere perché hai bisogno di sapere come finisce. l'ho trovato un po' più lungo e ripetitivo di quanto avrei voluto: parole e parole su questa zia che per tutto il libro fa sempre le stesse due o tre cose: arredare la maison con objects e more objects, imporre al nipote la sua visione del mondo attraverso letture e discorsi, trattare gli altri a suo piacimento. se il kobo non mi avesse messo fretta avrei impiegato un'altra settimana a finirlo. ora che "i formidabili frank" è terminato inizierò "resto qui" di marco balzano.
venerdì 1 febbraio 2019
10 days gratitude challenge - giorno 7
oggi, come previsto, ha piovuto per tutto il giorno. motivo per cui sono rimasta per tutto il giorno in casa. ma è stato più facile trovare dei motivi di gratitudine oggi, che ieri.
eccoli qui.
- poter dormire fino alle 7 e 45. ci sono stati periodi della mia vita in cui, per andare a scuola o a lavoro, mi dovevo alzare alle 6 o prima. avere il privilegio di potermi alzare tardi anche durante la settimana è qualcosa di meraviglioso per cui sono davvero grata.
- la crema spalmabile pan di stelle. la cercavo da settimane e il matematico me ne ha fatto trovare un vasetto sul tavolo della colazione questa mattina. 💙per il matematico
- sfornare: una crostata alla marmellata di albicocche. lo so, sono ripetitiva, ma sfornare e mangiare dolci è una cosa che adoro. mescolare gli ingredienti, cercare di capire dalle consistenze cosa uscirà fuori, sbirciare nel forno per capire a che punto è la cottura, il profumo che si spande per la casa... adoro, c'è poco da fare.
(crepi l'avarizia ho anche un quarto motivo di gratitudine oggi) - la combo: pizza fatta in casa + serie tv (seconda stagione di "la casa di carta") + divano + weekend
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