l'ho fatto.
ho tagliato i capelli e ho comprato una parrucca azzurra.
non mi sono rasata a zero, ma il risultato è così inguardabile che persino con una parrucca azzurra mi faccio notare meno.
ho in testa il tipico taglio fantastico solo all'interno del salone di parrucchiera in cui te l'hanno fatto.
appena varchi la porta è finita. la verità ti si presenta davanti in tutta la sua crudezza: hai un taglio improponibile, peggio di quello che hai fatto alla barbie preferita di tua sorella quando eri piccola.
per fortuna riesco ancora a legarli in una codina a scopetta da vergognarsi. ma tant'è.
per cui, via libera alla parrucca azzurra.
in foto è molto più ordinata e simmetrica e figa di come sia in realtà.
il prossimo passo sarà comprare uno smalto e poi un rossetto azzurri.
quello successivo credo sarà il ricovero d'urgenza in una clinica psichiatrica.
mercoledì 29 agosto 2012
domenica 26 agosto 2012
educazione alla felicità
non ho figli e non desidero averne.
nonostante questo mi sono convinta che i figli prima di tutto vadano educati alla felicità, e io non ne sarei capace. non sono stata educata alla felicità. sono stata educata al sacrificio, al rispetto, alla responsabilità. a un sacco di altre cose buone e giuste. ma non sono stata educata a essere felice. non sono stata educata all'ottimismo, a un po' di sano edonismo, al piacere.
mangiare, fare i compiti, studiare, lavarsi, dormire. tutto senza trarne piacere. non si mangia perché è buono ma perché se non mangi muori e se si spreca il cibo si fa dispetto ai bambini che muoiono di fame in africa.
non ho mai visto i miei genitori andare al cinema, uscire a cena, divertirsi. tutti impegnati al sacrificio, come se la vita non fosse qualcosa da amare ma un nemico da combattere per non soccombere.
quindi se avete figli, o state per averne, credo sia una buona idea essere felici con e per lui/lei/loro.
nonostante questo mi sono convinta che i figli prima di tutto vadano educati alla felicità, e io non ne sarei capace. non sono stata educata alla felicità. sono stata educata al sacrificio, al rispetto, alla responsabilità. a un sacco di altre cose buone e giuste. ma non sono stata educata a essere felice. non sono stata educata all'ottimismo, a un po' di sano edonismo, al piacere.
mangiare, fare i compiti, studiare, lavarsi, dormire. tutto senza trarne piacere. non si mangia perché è buono ma perché se non mangi muori e se si spreca il cibo si fa dispetto ai bambini che muoiono di fame in africa.
non ho mai visto i miei genitori andare al cinema, uscire a cena, divertirsi. tutti impegnati al sacrificio, come se la vita non fosse qualcosa da amare ma un nemico da combattere per non soccombere.
quindi se avete figli, o state per averne, credo sia una buona idea essere felici con e per lui/lei/loro.
venerdì 24 agosto 2012
mi sono proprio stufata. diamoci un taglio
è da un po' di settimane che sono ossessionata dal desiderio di raparmi a zero. forse è solo il caldo che mi dà alla testa ma sono davvero stufa di intasare lo scarico della doccia e riempire il lavandino e ricoprire il pavimento di capelli. voglio darci un taglio. drastico, netto. un taglio che di sicuro mi sta malissimo, che mostrerà al mondo che quand'ero piccola sono caduta dalla sedia, ho battuto la testa sul termosifone e mi hanno dato dei punti; che una manciata di anni fa mi hanno trovata in mezzo a una strada di ppp priva di coscienza, caduta dalla bici in circostanze misteriose, in una pozza di sangue, quello della mia tempia sinistra.
i capelli a zero non stanno bene a nessuno, a parte, forse, a saviano. ma tanto, qualunque taglio di capelli, una volta lavati dopo essere stata dalla parrucchiera, su di me fa schifo. per cui tanto vale.
dite che ci sono diversi livelli di schifo, così come ci sono diversi infiniti?
il matematico dice che pallida come sono con i capelli a zero sembrerò malata di tumore e sottoposta a chemioterapia. dice anche che mi sbatterà fuori casa.
nel frattempo il capelli a zero project si è arricchito: ho deciso di comprarmi una parrucca. un caschetto di capelli azzurro.
devo solo trovare un negozio, probabilmente un negozio per trans, a vienna, che me lo venda.
i capelli a zero non stanno bene a nessuno, a parte, forse, a saviano. ma tanto, qualunque taglio di capelli, una volta lavati dopo essere stata dalla parrucchiera, su di me fa schifo. per cui tanto vale.
dite che ci sono diversi livelli di schifo, così come ci sono diversi infiniti?
il matematico dice che pallida come sono con i capelli a zero sembrerò malata di tumore e sottoposta a chemioterapia. dice anche che mi sbatterà fuori casa.
nel frattempo il capelli a zero project si è arricchito: ho deciso di comprarmi una parrucca. un caschetto di capelli azzurro.
devo solo trovare un negozio, probabilmente un negozio per trans, a vienna, che me lo venda.
mercoledì 22 agosto 2012
sola con un kindle
il matematico mi ha regalato un kindle.
per chi non lo sapesse è la migliore invenzione del XXI secolo. è un miracolo, una magia, il giocattolo più bello che avrei potuto chiedere a babbo natale.
è una cosa sottile come un block notes, leggera come un peluche, tascabile più di un romanzo tascabile.
il kindle può diventare un'intera biblioteca in una mano.
per il 50% degli italiani che non legge neanche un libro all'anno, il kindle è la cosa più stupida e incomprensibile e inutile che sia mai esistita.
per i lettori accaniti, quelli che si mettono a ridere quando scoprono che un lettore è considerato forte superata la soglia dei 5 libri letti all'anno, il kindle è ciò che hanno sempre desiderato.
il regalo migliore che mi ha fatto il matematico, però, è stato collegare la sua carta di credito al mio account amazon. significa che qualunque ebook disponibile su amazon io desideri, posso averlo in dieci secondi sul mio kindle, pronto per essere letto, solo cliccandoci sopra. il tutto a spese del matematico.
è qualcosa di magico, di miracoloso, che anche a vederlo uno non capisce dove sia il trucco o l'inganno.
ma funziona. e finalmente capisco l'ebbrezza e la gioia sfrenata e il piacere incontenibile delle donne che svaligiano costosissimi negozi di abbigliamento con la carta di credito del marito.
per chi non lo sapesse è la migliore invenzione del XXI secolo. è un miracolo, una magia, il giocattolo più bello che avrei potuto chiedere a babbo natale.
è una cosa sottile come un block notes, leggera come un peluche, tascabile più di un romanzo tascabile.
il kindle può diventare un'intera biblioteca in una mano.
per il 50% degli italiani che non legge neanche un libro all'anno, il kindle è la cosa più stupida e incomprensibile e inutile che sia mai esistita.
per i lettori accaniti, quelli che si mettono a ridere quando scoprono che un lettore è considerato forte superata la soglia dei 5 libri letti all'anno, il kindle è ciò che hanno sempre desiderato.
il regalo migliore che mi ha fatto il matematico, però, è stato collegare la sua carta di credito al mio account amazon. significa che qualunque ebook disponibile su amazon io desideri, posso averlo in dieci secondi sul mio kindle, pronto per essere letto, solo cliccandoci sopra. il tutto a spese del matematico.
è qualcosa di magico, di miracoloso, che anche a vederlo uno non capisce dove sia il trucco o l'inganno.
ma funziona. e finalmente capisco l'ebbrezza e la gioia sfrenata e il piacere incontenibile delle donne che svaligiano costosissimi negozi di abbigliamento con la carta di credito del marito.
venerdì 17 agosto 2012
tranne me
lo so che siete tutti in vacanza. vi vedo che su fb postate foto di spiagge bianchissime e acque cristalline, che vi taggate in aeroporto, che vi spaparanzate al sole e mangiate anguria e vi spalmate la crema solare e vi tuffate, nuotate in mezzo ai pesci e mangiate pasta ai frutti di mare e passeggiate la sera, dopo il tramonto, sul bagnasciuga.
e vi invidio moltissimo.
e vi invidio moltissimo.
mercoledì 8 agosto 2012
questione di cinque minuti
togliere la biancheria pulita dallo stendino, lavare i piatti, portare giù le immondizie, rifare il letto, pulire il bagno, passare la scopa sul pavimento, caricare la lavatrice.
sono tutte azioni piccole, che prese singolarmente e fatte con regolarità non rubano più di cinque, dieci minuti al massimo.
ma io sono oro olimpico di pennichella, record mondiale imbattutto di procrastinazione, e così, rendere l'appartamento in cui vivo un posto decente richiederebbe delle ore!
sono tutte azioni piccole, che prese singolarmente e fatte con regolarità non rubano più di cinque, dieci minuti al massimo.
ma io sono oro olimpico di pennichella, record mondiale imbattutto di procrastinazione, e così, rendere l'appartamento in cui vivo un posto decente richiederebbe delle ore!
martedì 7 agosto 2012
per non peccare di presunzione
mi sono letta tutti gli altri racconti che insieme al mio sono stati pubblicati da subwayletteratura. l'ho fatto principalmente per non sentirmi una spocchiosa che scrive senza leggere. poi, mentre leggevo, mi sono resa conto di un piacevole effetto collaterale: la bellezza di quei racconti mi dà fiducia sulla bellezza del mio.
mi sono immaginata subway come un filo e ognuno dei nostri racconti come una perlina. la collana che ne risulta è bella perché belle sono le perle che la compongono.
ho trovato meravigliosa la perla di gabriele baroni "le lettere d'amore che scadono alla fine del mese", un racconto dolce, surreale, poetico e un po' amaro.
e molto nostalgico anni '80 "la partita" di marco superbo. mi ha catapultato nell'infanzia come solo due cappellini usati per delimitare la porta del campo da calcio sanno fare.
il racconto premiato per la categoria under 19, "l'inutile e triste storia di daniele pini" di giovanni peparello mi è sembrato poco spontaneo. come era la mia scrittura dieci anni fa, desiderosa di stupire a tutti i costi con effetti speciali.
mi sono immaginata subway come un filo e ognuno dei nostri racconti come una perlina. la collana che ne risulta è bella perché belle sono le perle che la compongono.
ho trovato meravigliosa la perla di gabriele baroni "le lettere d'amore che scadono alla fine del mese", un racconto dolce, surreale, poetico e un po' amaro.
e molto nostalgico anni '80 "la partita" di marco superbo. mi ha catapultato nell'infanzia come solo due cappellini usati per delimitare la porta del campo da calcio sanno fare.
il racconto premiato per la categoria under 19, "l'inutile e triste storia di daniele pini" di giovanni peparello mi è sembrato poco spontaneo. come era la mia scrittura dieci anni fa, desiderosa di stupire a tutti i costi con effetti speciali.
venerdì 3 agosto 2012
cose che io non mi aspettavo da pinocchio
sto leggendo pinocchio.
lo so, sono fuori tempo massimo, ma abbiamo tutti delle gravi lacune da colmare, e questa è una delle mie.
quindi, per chi come me non l'avesse mai sospettato prima:
mastro ciliegia e geppetto non sono la stessa persona.
il grillo parlante muore spiaccicato quasi subito.
la fata turchina all'inizio è una bambina.
la balena in realtà è un pesce cane.
(tra le altre lacune colmate di recente c'è stata la lettura di pippi calzelunghe.
l'ho trovata così odiosa e insopportabile che ne sconsiglio vivamente la lettura ai maggiori di 12 anni!)
lo so, sono fuori tempo massimo, ma abbiamo tutti delle gravi lacune da colmare, e questa è una delle mie.
quindi, per chi come me non l'avesse mai sospettato prima:
mastro ciliegia e geppetto non sono la stessa persona.
il grillo parlante muore spiaccicato quasi subito.
la fata turchina all'inizio è una bambina.
la balena in realtà è un pesce cane.
(tra le altre lacune colmate di recente c'è stata la lettura di pippi calzelunghe.
l'ho trovata così odiosa e insopportabile che ne sconsiglio vivamente la lettura ai maggiori di 12 anni!)
mercoledì 1 agosto 2012
tutti i riferimenti a fatti luoghi o persone realmente esistenti o esistite è da ritenersi puramente casuale (parte I)
- oh, vedo che ve la spassate - dice la proprietaria entrando nella sua gelateria.
posa l'ombrello bagnato, si toglie la giacca e aggiunge: - non potete immaginare quanto mi sia stressata giocando a golf questa mattina. mio marito mi ha fatta alzare prestissimo, anche se ieri sera ho fatto le due con le mie amiche. e poi là, faceva così freddo. mamma mia - apre la borsa di pitone gucci e prende una sigaretta. la accende proprio davanti al cartello che indica la zona non fumatori del locale.
- dovrò portare il vestitino armani in tintoria - prosegue - e quei sandali gucci, mamma mia, mi hanno torturato i piedi. ah, cristiana, se ti interessa ho dei vestiti che non uso più che ti posso regalare.
- davvero?! grazie. mio marito adora la camicia che mi avevi regalato lo scorso anno.
la proprietaria scuote la testa e i capelli freschi di parrucchiere fanno tintinnare gli orecchini di swarovski.
- be' paola, è inutile che stiamo qui a guardarci senza far niente, vai a casa. domani che tempo fa? brutto? - dice controllando sul suo iphone le previsioni del tempo - be' allora domani giorno libero. per dopodomani ti chiamo per dirti quando devi venire.
posa l'ombrello bagnato, si toglie la giacca e aggiunge: - non potete immaginare quanto mi sia stressata giocando a golf questa mattina. mio marito mi ha fatta alzare prestissimo, anche se ieri sera ho fatto le due con le mie amiche. e poi là, faceva così freddo. mamma mia - apre la borsa di pitone gucci e prende una sigaretta. la accende proprio davanti al cartello che indica la zona non fumatori del locale.
- dovrò portare il vestitino armani in tintoria - prosegue - e quei sandali gucci, mamma mia, mi hanno torturato i piedi. ah, cristiana, se ti interessa ho dei vestiti che non uso più che ti posso regalare.
- davvero?! grazie. mio marito adora la camicia che mi avevi regalato lo scorso anno.
la proprietaria scuote la testa e i capelli freschi di parrucchiere fanno tintinnare gli orecchini di swarovski.
- be' paola, è inutile che stiamo qui a guardarci senza far niente, vai a casa. domani che tempo fa? brutto? - dice controllando sul suo iphone le previsioni del tempo - be' allora domani giorno libero. per dopodomani ti chiamo per dirti quando devi venire.
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