oggi è il mio trentatreesimo giorno di isolamento sociale. il 7 marzo mi è venuta la febbre, 37e5, niente di grave, da quel giorno sono uscita di casa 4 volte: una per fare la spesa, tre per buttare la pattumiera.
queste sono le cose che (almeno fino a ora) mi hanno impedito di cedere alla disperazione
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mantenere una routine. anche se ora lavoro da casa mi alzo entro le 7 e 30, mi metto a lavorare entro le 8.30. pranzo. leggo, scrivo, cazzeggio, ascolto audiolibri o podcast, seguo qualche video per fare un po' di yoga o pilates. alle 18 bollettino della protezione civile, alle 19 cena. serata: cinema o serie tv col matematico. ore 22 e 30 nanna.
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scrivere un diario. da più di un anno lo facevo abbastanza regolarmente. ora scrivo tutti i giorni. lascio sulla carta le mie paure, il mio sconforto, i miei timori per il futuro che ci aspetta. niente che valga la pena di essere letto da altri o anche solo riletto da me. solo uno sfogatoio, un vomitatoio per non lasciarmi sopraffare dai timori.
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fare un po' di attività fisica. nella mia vita precedente facevo pilates una volta a settimana, ogni tanto correvo. ora non cammino nemmeno più. il mio cardiofrequenzimetro, acquistato quando ancora arrivavo a correre una mezza maratona (21km), è ridotto a segnare una media di 500 passi al giorno, fatti tra divano, letto, vater (al punto che ieri sera è sbroccato e alle 22.22 segnava le 16.40 di una fantomatica domenica 8 - non è dato sapere di che mese o di che anno).
adesso cerco di seguire dei videotutorial di pilates o di yoga. ci ho messo diversi giorni a decidermi ma ultimamente mi ritaglio per l'attività fisica almeno 10 minuti al giorno, quando mi sento molto motivata 20. quando sono al top 50.
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informarmi con moderazione. ho selezionato alcune fonti autorevoli (no complottismi, no sensazionalismi) e ho assorbito tutte le informazioni possibili, su cos'è un virus in generale, su che caratteristiche ha questo virus in particolare, su come si trasmette, su come ci si protegge, sui tipi di mascherine, su come si usano le mascherine (mai visto persone usarle in modo corretto, nemmeno in tv, dove i giornalisti se le mettono sul mento e i politici solo sul naso. alcuni sembrano averle sugli occhi. l'unica volta che sono stata in fila per entrare al supermercato, il tizio che gestiva gli ingressi l'ha abbassata per fumare, e il tizio davanti a me l'ha abbassata per parlare al telefono)... devo dire che in alcuni momenti informarmi in questo modo (per più di una o due ore al giorno) mi ha riempita di ansia, soprattutto perché più sai, più ti rendi conto che questa cosa non finirà a tarallucci e vino tra due settimane ma avrà ripercussioni pesantissime per mesi/anni.
il senso di sicurezza che mi viene dalla consapevolezza e dalla conoscenza mi fa stare tranquilla.
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concentrarmi su quello che posso controllare. non posso far stare a casa gli altri, ma posso stare a casa io. non posso spiegare a tutti come si usano le mascherine, ma posso usarle io in modo corretto. non posso impedire agli altri di urlare dai balconi alla gente che magari sta andando dal dentista per un mal di denti insopportabile, o sta andando a lavorare alla cassa del tuo supermercato, ma posso non urlare agli altri dal balcone (anche perché non ho un balcone, né un terrazzino, né un microgiardinetto). non posso impedire agli altri di comprarsi decine di pacchi di farina e di lievito, ma posso comprare solo la farina e il lievito che mi è strettamente indispensabile.
ci sono giorni in cui, anche se faccio tutto questo, per quanto mi sforzi mi sento scoraggiata e mi viene da piangere e non riesco a vedere una via d'uscita e penso che se mai ritorneremo a una specie di normalità saremo tutti più tristi, più cattivi, più arrabbiati e il mondo sarà un posto ancora peggiore, ancora più pieno di disuguaglianze.
come ve la passate voi in quarantena?