sabato 12 agosto 2023

la strategia di marketing editoriale infallibile

ho provato a scrivere questa riflessione su fb, ma sono stata completamente fraintesa, forse da persone che non mi conoscono, o hanno letto in fretta, o hanno letto sull'onda dell'emotività.


ho pubblicato questa immagine: la classifica dei libri più venduti su amazon il 12 agosto mattina (quattro romanzi di michela murgia, morta meno di 48 ore prima, e "come d'aria", romanzo vincitore del premio strega, la cui autrice è morta prima di ricevere il premio). l'immagine era corredata da questo testo:

cosa possiamo imparare da questa classifica? che l'unica strategia di marketing editoriale veramente efficace è morire. 


(capita sempre, è morto cormac mccarty e "la strada" era prima in classifica, quando è morto gino strada c'erano i "pappagalli verdi",  quando è morto camilleri non ne parliamo, quando è morto philip roth idem, con milan kundera "l'insostenibile leggerezza dell'essere" sembrava l'ultima novità editoriale) roba che in libreria accanto allo scaffale tiktok potrebbero fare lo scaffale necrologi.

morire dà un picco di visibilità che nessun'altra strategia di marketing può dare; né essere ospite da fazio, né vincere il premio strega. piuttosto il contrario, se muori vinci pure il premio strega.
hanno iniziato a gennaio a rompere le palle col libro della postorino che costruiva colonne in tutte le librerie e pannellava pareti. tutti nell'ambiente davano per scontato che sarebbe stato il suo romanzo ad aggiudicarsi lo strega, perché feltrinelli non vinceva da 25 anni eccetera. però se muori... pure quelle dinamiche di palazzo vengono scardinate. e lo strega lo danno a un editore microscopico visto che la sua autrice è morta di cancro.

è una considerazione cinica? è di cattivo gusto nel giorno dei funerali di murgia? può darsi. ma è la realtà dei fatti. non le decido io le classifiche, non sono tra gli amici della domenica che assegnano lo strega. è colpa mia se le persone comprano i libri nel giorno in cui muore il suo autore o la sua autrice? 

a questa prima riflessione avevo aggiunto quindi una seconda considerazione:

posso correre tutte le mezze maratone del mondo, fare centomila reel con i trending audio, farmi venire le piaghe del marketing.
ma niente.
perché compriate due copie dei miei libri devo crepare.

pubblico da più di dieci anni, scrivo da almeno 25.
il 15 settembre uscirà il mio settimo libro pubblicato con un editore. non mi credo alice munro, né bianca pitzorno, né chissà chi, sono una scrittrice che scrive libri onesti e cerca di farli conoscere, di trovare a ogni libro i suoi lettori. ed è un percorso lunghissimo, difficile, frustrante. paradossalmente i miei libri in self sono quelli che hanno venduto di più. i romanzi pubblicati con einaudi ragazzi non recupereranno mai l'anticipo che mi è stato versato. chissà quante copie butteranno al macero quest'anno, o il prossimo.
e non credo di essere un'autrice che non si promuove, magari lo faccio goffamente, in modo troppo saltuario, non risulto simpatica, non so comunicare i miei libri, può darsi. 

fatto sta che i primi tre commenti che ho ricevuto sotto il post erano di questo tenore:
* ti tolgo l'amicizia. e comunque per vendere i libri bisogna saperli scrivere
* non commento
* mi dispiace per te

quindi ho tolto il post perché non avevo voglia di discutere, difendermi, spiegarmi.


PS: ho appena finito di vedere la diretta del funerale di murgia sul sito di repubblica e ho pianto, soprattutto quando le persone fuori dalla chiesa hanno intonato bella ciao. e per il discorso di chiara valerio.

2 commenti:

Kukuviza ha detto...

Non ho letto la querelle, ho letto solo questo post.
Mi sento di dire che a volte non è tanto quello che dici, ma quando lo dici. Una cosa che di per sé ha un senso, detta nel momento sbagliato, magari troppo presto, risulta più che altro indelicata o non opportuna e assume un significato completamente diverso.

azzurropillin ha detto...

@kukuviza: probabilmente sono troppo neurodivergente per comprendere queste finezze comunicative