Frequento l'asilo marco volpe. Ci sono le suore. C'è un giardino. C'è una finestra da cui uno di noi, all'ora di andare via, controlla quando arriva il pulmino giallo che ci porterà a casa. Ci sono i bagni, se vai in bagno poi ci sarà qualcuno che vorrà ficcarti la canottiera dentro alle mutande, anche se lo trovi insopportabile. Ci sono i bavaglini e gli asciugamani contrassegnati da simboli, il mio è un rettangolo rosso su fondo viola. Non mi piace ma era uno dei pochi rimasti tra cui scegliere.
Ci sono i bicchieri, uguali a quelli che usiamo a casa, con sotto un numero. Quando ci sediamo, nei tavoli rotondi da cinque, prendiamo subito il bicchiere e guardiamo il numero. Chi ha il numero più alto vince.
La roba da mangiare mi fa schifo, la regola è che bisogna mangiare tutto quello che c'è nel piatto. Spesso mi ritrovo le guance piene di cibo masticato che non riesco a ingoiare. Altrettanto spesso passo il tempo a bere lunghe sorsate dopo ogni minuscolo boccone. I capelli d'angelo, a dispetto del nome, sono la cosa più schifosa di tutte. E non è un formato di pasta, ma cavolo cappuccio bianco, crudo, tagliato sottile.
La suora più terribile si chiama Suor Dianora.
Un giorno, dopo pranzo, siamo tutti seduti in semicerchio attorno a qualcuno, forse Suor Dianora stessa, che ci chiede: - Chi di voi ha dei genitori che danno sberle e sculacciate?
Io mi guardo intorno, indecisa se alzare la mano o meno. Cerco di capire se sono l'unica, se anche gli altri hanno un papà con la mano pesante. So per certo che dovrei farlo, alzare la mano, ma non sono sicura che sia la risposta giusta, quella che vuole sentirsi dare. Sono ben consapevole che le domande degli adulti sono dei trabocchetti, non servono a scoprire cosa pensi, o cosa sia successo, o cosa sia vero. Servono a capire se sei dalla parte giusta o dalla parte sbagliata.
Ho la netta sensazione che le botte di mio padre siano orribili, ma non sono sicura che rivelare la verità in questo caso sia opportuno, magari se le suore sapessero, prenderebbero provvedimenti, gli direbbero di smettere, e a quel punto mio padre invece di farla finita, continuerebbe con maggior violenza.
Alla fine non alzo la mano. Ma capisco presto che è la cosa sbagliata, perché Suor Dianora, o chi per lei, dice: - Vedete, voi che avete la mano alzata siete dei bambini fortunati, vuol dire che i vostri genitori vi vogliono bene.
Ora Suor Dianora pensa che mio padre non mi vuole bene, e in effetti anch'io lo penso, ma per il motivo opposto.
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