lunedì 1 marzo 2021

non ti vorremo meno bene


La domenica mattina è il momento più bello. Quando ci svegliamo io e mia sorella possiamo andare in camera di mamma e papà, nel lettone, a farci fare le coccole. È un'abitudine che mi piace molto. Anche se non sempre finisce bene, a volte, all'improvviso, mio padre smette di essere giocoso e divertente e alza la voce, dice di smetterla che abbiamo esagerato. È sempre difficile capire come, quando o perché succeda. - adesso basta – urla – avete tirato troppo la corda. Annuncia. Anche se non c'è nessuna corda ed è impossibile capire chi tenga le estremità.

Poi una mattina accade. È domenica, io e mia sorella ci svegliamo e corriamo in camera dei nostri genitori.

- Dobbiamo dirvi una cosa – annunciano.

Ho otto anni, è appena finita l'estate. Le vacanze sono passate ed è ricominciata la scuola, la terza elementare. Sono in classe con Alex M. mi piace molto. Ha i capelli lisci e biondi tagliati alla paggetto. Andiamo anche a catechismo insieme, e giochiamo a calcio anche con Giovanni D.B., uno più grande di noi che è forte come Mark Lenders, l'avversario di Holly nel cartone animato Holly e Benji, quello col campo da calcio sferico lungo chilometri.

- Il prossimo anno nascerà una sorellina o un fratellino.

Mi sembra una buona notizia, inaspettata, ma buona. Credo. Non si era mai parlato di allargare la famiglia, certo mio padre non ha mai nascosto la sua delusione nell'avere solo figlie femmine. Questo dev'essere il terzo tentativo di portare avanti il cognome di famiglia. Non so, non me ne preoccupo. Saremo in tre. Che bello.

Mia madre ci mostra l'ecografia. Un foglio in bianco e nero in cui non si capisce un tubo. Indica una parte grigiastra e dice: – Vedete, questa è la testa.

Io non vedo niente se non delle macchie.

Ci abbracciamo tutti, in un groviglio di lenzuola e coperte. Evviva. 

Poi mio padre, rivolto a me, dice: - non ti preoccupare, anche se ci sarà un fratellino o una sorellina, non ti vorremo meno bene.

Che è un po' come dire: - non pensare a un elefante viola. 

E da quel momento in poi non riesco a pensare ad altro, c'è un elefante viola seduto sul mio petto che mi impedisce di respirare: il fratellino o la sorellina in arrivo si prenderà tutto l'amore disponibile, e nessuno penserà più a me.

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