giovedì 7 gennaio 2021

confesso che ho sbagliato*



* il titolo del post e l'immagine sono una parodia di "confesso che ho vissuto" di pablo neruda

quando verso i 12 anni ho deciso che sarei diventata una scrittrice, sembrava molto semplice: avrei scritto libri, che sarebbero stati pubblicati e letti da moltissimi lettori. non sapevo niente di come si scrivesse un libro, di cosa fosse una casa editrice, di filiera editoriale.

negli anni ho cercato di orientarmi, di riempire quelle lacune e ora, a 38 anni, guardando indietro, è chiaro che pur avendo studiato non ho capito un tubo e ho commesso un sacco di errori. quello che sembrava un processo semplice e lineare: scrivi, pubblica, promuovi, ripeti, in realtà richiede una consapevolezza e una quantità di scelte che non ho saputo fare.

smontiamo il processo pezzo per pezzo:

* scrivi: cosa? narrativa o saggistica? di genere o non di genere? per adulti o per ragazzi? la cosa giusta sarebbe stata rispondere a queste domande sempre allo stesso modo. per esempio avrei potuto decidere di diventare un'autrice di romanzi di genere chick-lit e pubblicare ogni anno uno o due nuovi libri di quel tipo, magari scrivere una serie con sempre gli stessi personaggi. questa coerenza mi avrebbe permesso di costruire un pubblico omogeneo e affezionato e di farlo crescere.
il fatto è che dal 2013 a oggi ho risposto a quelle domande in modo sempre diverso: ho pubblicato saggistica con e senza editore, narrativa per adulti con e senza editore, chick-lit, narrativa non di genere, uno young adult, un libro per bambini e persino una guida turistica.
che autrice sono? cosa scrivo? chi sono i miei lettori? chi sono io? non lo sapevo, non lo so ancora e ho combinato un casino.
semplicemente, di volta in volta ho scritto quello che mi andava di scrivere. alla fine, non avendo vincoli, ho goduto del privilegio di scrivere per me stessa e ho scritto quello che avrei voluto leggere in quel momento.

* pubblica: in self o con editore? se con editore, mi propongo da sola o cerco un agente? a che editori mi propongo? a che agenti mi propongo? il contratto che mi sottopongono è decente o una fregatura? qui devo dire che sono stata abbastanza brava e fortunata. mi sono tenuta alla larga dagli editori a pagamento e a parte un'eccezione ho sempre avuto la possibilità di lavorare con persone oneste e capaci. se nella fase di scrittura ho fatto un casino, in quella di pubblicazione è sempre andata piuttosto bene e credo di aver coperto tutte le cinquanta sfumature di editoria: piccolo editore solo digitale, piccolo editore tradizionale, self publishing, grande editore con distribuzione nazionale.

* promuovi: sono introversa, non mi piace stare attivamente sui social (anche se perdo molto tempo a guardare i contenuti degli altri). il mio posto preferito è questo blog, ed è chiaro che sono vecchia, i blog sono morti e sepolti da anni, andavano di moda 15 anni fa. adesso bisogna fare i video, i reel, i tik tok, i podcast, le instagram story (o sono già sorpassate pure quelle?), la igtv (o è già morta?). ma metterci la faccia, da autori, è fondamentale. se non ci metti la faccia e non crei la community e non interagisci, il libro non si vende. ho sempre sovrastimato gli effetti della mia promozione: mi illudevo che cento like/visualizzazioni delle storie o dei post corrispondessero a cento copie vendute. ma no, non funziona così.

* ripeti: sono lenta. riesco a scrivere un libro all'anno quando va bene. ma i ritmi del mondo editoriale sono molto diversi e se si vuole vivere di scrittura (ahahah) bisogna sfornare un libro dopo l'altro, altrimenti i lettori si dimenticano, altrimenti non guadagni abbastanza.

alla luce di queste considerazioni, cercando di dare una parvenza di senso e coerenza al mio percorso di autrice, ho tolto dal commercio "non un romanzo erotico". è il libro da cui ho guadagnato di più. avrei potuto scriverne altri dello stesso genere, cavalcare l'onda. non l'ho fatto e ora è il libro che mi rappresenta di meno, di un genere che non leggo e nel quale non saprei più scrivere. soprattutto è un libro che non ha niente a che fare con il mio nuovo ruolo di autrice per ragazzi, e dato che tra qualche mese uscirà un nuovo libro, sempre per EL, e che quello di scrittrice per ragazzi sembra essere l'etichetta in cui al momento mi riconosco maggiormente, ho anche deciso che "aria e altri coccodrilli" sarà un ebook scaricabile gratuitamente sia da amazon sia da kobo (questo avverrà verso i primi di febbraio, appena scadrà l'esclusiva kdp select che ho dato ad amazon).
"ti voglio bene lo stesso" per adesso resta lì dov'è. continua a vendere, persino nel formato cartaceo, anche senza promozione, ed è un libro cui... voglio bene lo stesso, anche se è imperfetto, anche se sono molto lontana da quello stile di scrittura, anche se non è un libro coerente con il mio nuovo status di scrittrice per ragazzi.

3 commenti:

sergio ha detto...

A parte l'enorme differenza di età (potrei essere tuo nonno) mi ritrovo moltissimo nella descrizione che fai di te stessa!
Questo mi rincuora, probabilmente sono meno fuori moda e fuori tempo di quanto immaginassi.
Ho saputo che hai svolto anche la professione di "editor" per Federico Maria Rivalta, buono a sapersi! Forse, dico forse, ne avrei bisogno anch'io...
Complimenti vivissimi per il tuo lavoro e la tua carriera!
Sergio

azzurropillin ha detto...

grazie, Sergio. e non sentirti troppo rincuorato, anch'io mi sento fuori moda e fuori tempo. per esempio continuo a scrivere in questo blog, quando è chiaro che i blog sono morti 10 anni fa!

sergio ha detto...

Vero. L'epoca dei blog è tristemente in declino, un tempo ne avevo uno su Tiscali ed eravamo una comitiva allegra e pasticciona. Che peccato!