sabato 21 novembre 2020

oh boy!

 


c'è un podcast che seguo da qualche mese. si chiama "the write now podcast" è di una scrittrice americana e parla di scrittura, creatività, e argomenti correlati.

il titolo della centesima puntata di questo podcast (uscito la settimana scorsa) è "i have no idea what i'm doing" che tradotto significa "non ho la più pallida idea di cosa sto facendo".

pensavo di essere l'unica a sentirmi così, perché è così che mi sento: non so che cavolo sto facendo. invece anche sarah werner si sente così. almeno non sono l'unica pazza.

qualche settimana fa ho firmato il mio secondo contratto editoriale con Einaudi Ragazzi. una roba da urlare ai quattro venti, da stappare champagne, da "il 2020 non è proprio l'anno che uno avrebbe voluto, ma ehi, c'è ancora spazio per le cose belle" (e a me di cose belle - nonostante tutto - ne sono successe quest'anno).

solo che questo secondo contratto, che chiunque avrebbe preso come una conferma (perché magari una volta hai c*** e ti pubblica un editore fighissimo, ma la seconda deve essere per forza che sei bravina e sai scrivere, no?), mi ha gettato nel panico, in una sindrome dell'impostore enorme, ingestibile. come se invece di sentirmi sempre più scrittrice per ragazzi, mi ci sentissi sempre meno. 

io? scrivere per ragazzi? non ho neanche figli. i miei nipoti da mesi li vedo solo su zoom, a soffiare su candeline sfocate che misurano il loro tempo piccolo (e il mio tempo difficile da maneggiare, soprattutto durante questa pandemia). 

e quindi per correre ai ripari mi sono iscritta a due corsi, il primo sulla traduzione di libri per ragazzi, il secondo sullo scrivere libri per ragazzi. e voi direte, ma tu già scrivi libri per ragazzi, ti pubblica einaudi, cosa pensi di imparare? non avresti potuto tenerlo tu, il corso?

sì, avrei potuto, ma nessuno me l'ha chiesto, e comunque è una cosa che faccio sempre. mi iscrivo compulsivamente a corsi che insegnano cose che so già fare, ma che vorrei fare meglio, alla perfezione, perché ho paura che la gente si accorga che non sono la migliore a fare quella cosa lì, che commetto degli errori. se facessero un corso in cui spiegano i miei libri, mi ci iscriverei. perché in teoria dovrei essere la massima esperta dei miei libri, dato che li ho scritti, ma nella pratica non ho la più pallida idea di cosa sto facendo, e avrei proprio bisogno che qualcuno me lo spiegasse.

e poi, nel dubbio, seguo anche gli incontri gratuiti di scrittura organizzati da matearium, e poi da gennaio a marzo c'è un corso di scrittura creativa in inglese, e poi ho visto una bellissima box pensata per scrittori, e ho deciso che ne vorrei tanto una, per natale. ma probabilmente non sono abbastanza scrittrice da meritarla.

3 commenti:

Monica ha detto...

Leggere i tuoi post è sempre un piacere. C'è quel mix di ironia a tristezza che riassume il modo che hai dei presentarti, credo, quantomeno nei social.
Intanto complimenti per il secondo contratto, è meraviglioso! Sei brava, Silvia, evidentemente brava, ma è bello che tu ti senta di dover sempre aggiungere qualcosa perché non ti sembra mai abbastanza. Succede anche a me.
Ma davvero, davvero, davvero! Congratulazioni!
Sei mai farai un corso, io lo seguirei! :)

azzurropillin ha detto...

ri-grazie

Kukuviza ha detto...

Se li facessero almeno la metà dei problemi che ti fai tu quei tanti che scrivono puttanate emerite!