tratto da "Ti voglio bene lo stesso"
sono sul treno che mi sta riportando nella città di u. dopo una settimana trascorsa a vienna, città in cui ho vissuto per sei anni.
è stata una vacanza della memoria, un itinerario nei ricordi, un'occasione per riconciliarmi con vienna, per chiudere dei cerchi e iniziare a disegnarne di nuovi.
quando sono partita ero sicura che avrei letto e scritto moltissimo, revisionato il romanzo "aria e altri coccodrilli", su cui sto lavorando con la mia editor in vista della pubblicazione.
invece sono stata così sopraffatta dalla bellezza e dalla gentilezza della città, che non ho fatto altro che percorrerla in lungo e in largo, consumando le scarpe e le scarpe da corsa, in giornate di cielo e sole caldo mai viste a fine aprile. (qualcosa come 30km al giorno tra corsa e camminata.)
ho incontrato persone che non vedevo da due anni, sono tornata a mangiare nei miei locali preferiti, mi sono comprata una felpetta della naketano, ma più di tutto mi sono sentita grata perché vienna è la città che mi ha insegnato a correre, e correre mi ha insegnato a vivere meglio. quindi in questa settimana, correndo e camminando, mi sono sentita soprattutto grata per quello che vienna mi ha insegnato.
per la disciplina, la forza, la resilienza, la visione d'insieme che ho imparato grazie alla corsa e che mi permettono ora di vivere con maggiore consapevolezza.
mi sarebbe piaciuto essere più allenata, poter correre distanze più lunghe a maggiore velocità.
quando io e il matematico abbiamo programmato questo viaggio avevo messo in conto di poter correre una mezza maratona. mi sarebbe piaciuto poter dire al donaukanal "vedi, sono di nuovo qui, ancora più forte e più veloce, e tutto per merito tuo".
invece gli ho detto "non ho migliorato l'appoggio e sono ancora lenta, ma so di poter andare dove desidero anche se non arriverò prima".