non ho mai amato il carnevale, soprattutto negli anni in cui mi vestivano da fatina obesa.
i carnevali più felici sono stati sicuramente quelli in cui sono stata travestita da pierrot, decisamente più vicino alla mia personalità. (credo di aver fatto modificare quel vestito a mia zia per almeno tre anni consecutivi, fino a quando, impietosita, mi ha cucito un nuovo costume, sempre da pierrot.)
da quando sono a vienna mi accorgo che è carnevale perché la vicina addobba la finestra che dà sul corridoio in base ai periodi dell'anno. ora un orribile topolino-arlecchino di cartoncino, sbiadito da millenni di esposizione, fa bella mostra di sé - circondato da stelle filanti - qui sul pianerottolo, e quindi ne deduco che sì, è carnevale.
quest'anno ho capito che era carnevale quando mi hanno mostrato via skype la mia nipotina duenne vestita da orso bruno.
oggi è stata una giornata no.
poi il matematico è tornato con un krapfen (il mio preferito, quello alla crema di un determinato panificio) e ho capito che era carnevale, ma anche qualcosa di più importante, immagino.
3 commenti:
questa cosa che dopo 3 anni la zia ti cuce un nuovo vestito, sempre da pierrot, mi ha fatto scompisciare!
Era il vostro anniversario dunque?
no no, l'anniversario tra un paio di settimane
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