venerdì 8 novembre 2013

cose che ho imparato

un ospedale è un mondo parallelo in cui il tempo prende forme imprevedibili.

il camice per la sala operatoria e le calze anti trombosi hanno un loro fascino quasi erotico, che le mutande di rete e gli assorbenti di tessuto annientano all'istante.

i sedativi sono una cosa meravigliosa.

l'anestesia totale è una cosa meravigliosa.

risvegliarsi da un'anestesia totale è faticosissimo. la tua mente è lucidissima ma non ha alcun potere su alcuna parte del corpo.

quando esci da una sala operatoria dopo ore e ti svegli da un'anestesia totale non hai la più pallida idea di cosa ti abbiano fatto né di quanto tempo sia passato. per quello che ne sai potrebbero aver giocato a tria con il bisturi sulla tua pancia per dieci minuti, potrebbero averti amputato le gambe, potrebbero aver rischiato di ucciderti in cinque ore.

tuttavia non hai alcuna intenzione di toccare alcunché per accertarti di cosa sia successo. già il fatto di essere lucida ti sembra un traguardo.

il tuo senso del pudore, che fino a poco prima era moltissimo, non esiste più. ti lasci spogliare, guardare, lavare e toccare da chiunque.

gli antidolorifici non sono mai potenti quanto li vorresti.

con la persona che ti opera salvandoti la vita si crea una sorta di sindrome di stoccolma, o forse esiste già un nome specifico per il sentimento malsano che senti di nutrire per il ginechirurgo.

dopo aver conosciuto un sacco di dolori astratti (come nostalgia, solitudine, isolamento, depressione) provare del dolore fisico intenso, collocabile e definibile (mi fa male tutto. sento bruciare, tirare, strappare, premere, stringere...) è quasi un sollievo.

attività quotidiane come girarsi nel letto, alzarsi, sdraiarsi, ridere, tossire, starnutire, persino camminare, possono diventare improvvisamente imprese eroiche per quanto sono dolorose.


in ogni caso è andato tutto bene. sono a casa e spero presto di poter contare i passi non a decine, i pochi che faccio tra camera e bagno, ma a migliaia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Buona guarigione, Azzurropillin!

Tom