elastigirl, nel blog nonsolomamma, elenca i 5 momenti belli e brutti della sua giornata e invita a elencare i propri nei commenti. dato che quella sede è piena di mamme i cui cinque momenti belli sono vedere il proprio pupo dormire/cagare/ciucciare, e io non mi sentirei a mio agio lì, lo faccio qui. anzi, qui elenco solo le cose belle, da tenere strette, e non importa quante saranno. e ovviamente siete invitati ad aggiungere le vostre, se volete.
* quando mi guardo allo specchio, mi vedo un po' carina e mi sorrido, e per un attimo smetto di odiarmi e farmi la guerra
* quando rileggo qualcosa che ho scritto e penso ancora che sia bello, davvero. e mi viene fiducia nelle mie parole e penso che prima o poi arriveranno lontano
* quando apro la casella email e ci trovo parole d'affetto di amiche lontane che si fanno vicine e presenti
* quando cammino e uno scorcio di vienna mi toglie il fiato con la sua struggente bellezza e per un attimo mi sembra che questa città non mi odi così tanto e non mi sia poi così nemica
* quando la sera, sotto le coperte, il matematico mi abbraccia e mi accarezza e sussurra che sì, che andrà tutto bene. e anche se so che non lo può sapere, gli credo.
* quando un libro è così bello che riesco a dimenticarmi tra le sue pagine e alla fine a ritrovare me, tutta intera
* quando per nessun motivo in particolare mi alzo di buon umore e mi viene da sorridere e penso che tutto sommato non è male
mercoledì 25 settembre 2013
lunedì 23 settembre 2013
keep calm and walk, walk, walk
tenere insieme i pezzi per non andare in frantumi sta diventando un'impresa sempre più difficile.
il collante più efficace che ho trovato è camminare con la musica nelle orecchie per pensare il meno possibile (anche se i pensieri sono bravissimi a infilarsi persino tra le note).
oggi ho percorso 16 chilometri. 10 lungo il donaukanal e 6 in giro per la città.
e forse non ho ancora finito di contarli, per oggi.
il collante più efficace che ho trovato è camminare con la musica nelle orecchie per pensare il meno possibile (anche se i pensieri sono bravissimi a infilarsi persino tra le note).
oggi ho percorso 16 chilometri. 10 lungo il donaukanal e 6 in giro per la città.
e forse non ho ancora finito di contarli, per oggi.
martedì 17 settembre 2013
il mio utero è d'accordo
giallo.
la sala d'attesa della ginecologa è il giallo delle poltrone opulente.quando entro c'è solo un ragazzo con la barbetta rada che sfoglia una rivista, sprofondato nel giallo. e mi sorprende la sua presenza in un luogo così femminile. immagino la sua ragazza nell'altra stanza, a chiedere di abortire, di farsi mettere la spirale.
anche la prima volta che sono venuta qui mi aveva colpito. solo due gambe nude, ossute, intrecciate. mi piace.
tra due settimane sarò disoccupata, di nuovo,
il mio fidanzato matematico è in giappone da dieci giorni e se tutto è andato bene è appena atterrato nell'aeroporto - da qualche parte, là fuori,
il mio manuale è poco fuori dalla top cento degli ebook più venduti di amazon,
ho fatto un provino per un talent show e potrebbero chiamarmi per parteciparvi davvero,
due miei racconti potrebbero camminare da soli verso molti lettori,
è arrivato l'autunno,
e la notte, invece di dormire, ascolto musica dall'ipod.
non dico nessuna di queste cose ma le penso tutte in fila e mi manca un po' il respiro.
la ginecologa mi fa sdraiare su un lettino, mi chiede di abbassare i pantaloni e di alzare la maglia.
spreme un gel sulla pancia e lo spalma con un aggeggio di cui non conosco il nome ma che mi è familiare.
sul monitor accanto a lei inizia a delinearsi, grigio nel grigio, qualcosa di rotondo.
è grande nove centimetri. nessun cuore che batte. solo un grosso mioma che occupa tutto il corpo uterino. più grande di un pugno. grande come un feto di 14 settimane.
la
terapia ormonale non ha fatto effetto. sarebbe meglio operare. che
intenzioni ha? ho un collega chirurgo che effettua questo tipo di
operazioni in laparoscopia. un buchino all'altezza dell'ombelico. il
giorno dopo la mandano a casa, dopo una settimana è come nuova.
è probabile che rimarrà sterile, il fibroma è così grande... certo si potrebbe tentare di mantenere la fertilità.
ma io no, io sono un mostro, non voglio avere figli, il mio utero è d'accordo. tutto quello che vi può crescere sono solo delle cellule tumorali.
esco
dallo studio avvolta in una stupida euforia, sognando il giorno, forse
vicino, in cui non sarò più funestata da cicli mestruali torrenziali o
dagli orrendi effetti collaterali di terapie ormonali inutili. penso che
essere sterile sia una cosa che mi si addica, come i capelli azzurri,
come un romanzo triste.
quando vado a riprendermi la
giacca incontro di nuovo il ragazzo dalla barbetta rada, tiene per mano
una ragazza bionda con una grande pancia abitata.
martedì 10 settembre 2013
il provino per il talent show
il provino per il talent show è stato ieri, a torino.
la città mi ha accolta con un cielo azzurropillin talmente bello da sembrare finto.
una volta arrivata in rai ho incrociato margherita e insieme abbiamo letto e firmato la liberatoria con cui concedevamo i diritti di sfruttamento della nostra immagine su questo pianeta e gli altri pianeti conosciuti e sconosciuti per l'eternità e su qualsiasi mezzo esistente e esistibile in futuro.
a quel punto è arrivato paolo, un signore alto, grigio e sottile che secondo me scrive romanzi storici, ma non ho avuto modo di chiederglielo perché mi hanno chiamata in un'altra stanza, non molto grande e piuttosto spoglia.
(questa foto è un falso - oppure è stata scattata a roma: la scritta sul muro dietro la sedia non c'era. oppure io ero talmente spaesata che non l'ho vista.)
un microfonista gentilissimo e pure carino mi ha fissato il microfono alla cravatta, mi ha fatto sedere su una sedia davanti alla telecamera, mi ha fatto dire un due tre e poi due altri ragazzi mi hanno chiesto di parlare di me e del mio libro, di leggerne un pezzetto, hanno mostrato all'obiettivo la mia foto con la parrucca azzurra e mi hanno chiesto se mi piace andrea de carlo e per quale motivo dovrebbero scegliermi.
dopo il provino ho passato il pomeriggio gironzolando per la città, la mia città, la città della mia piccola mansarda torinese. e a fine giornata ero euforica, anche se l'euforia era velata dalla malinconia di trovarmi, dopo tre anni, nella città della mia vecchia vita.
questa mattina, dopo essere atterrata a vienna, mentre aspettavo il treno che mi avrebbe riportata in centro città, mi è crollata addosso una gran tristezza. la tristezza di essere tornata in esilio, la tristezza di dover rientrare in una casa vuota (il matematico è in giappone), la tristezza di essere circondata da oltre un milione di persone che parla una lingua ostile.
e se ve lo state chiedendo: no, non so quanti dei 5.000 partecipanti sarà provinato, non so dei provinati quanti accederanno al programma, non so quando mi comunicheranno l'esito del provino. non ho chiesto nulla. ma prometto che vi terrò aggiornati.
la città mi ha accolta con un cielo azzurropillin talmente bello da sembrare finto.
una volta arrivata in rai ho incrociato margherita e insieme abbiamo letto e firmato la liberatoria con cui concedevamo i diritti di sfruttamento della nostra immagine su questo pianeta e gli altri pianeti conosciuti e sconosciuti per l'eternità e su qualsiasi mezzo esistente e esistibile in futuro.
a quel punto è arrivato paolo, un signore alto, grigio e sottile che secondo me scrive romanzi storici, ma non ho avuto modo di chiederglielo perché mi hanno chiamata in un'altra stanza, non molto grande e piuttosto spoglia.
(questa foto è un falso - oppure è stata scattata a roma: la scritta sul muro dietro la sedia non c'era. oppure io ero talmente spaesata che non l'ho vista.)
un microfonista gentilissimo e pure carino mi ha fissato il microfono alla cravatta, mi ha fatto sedere su una sedia davanti alla telecamera, mi ha fatto dire un due tre e poi due altri ragazzi mi hanno chiesto di parlare di me e del mio libro, di leggerne un pezzetto, hanno mostrato all'obiettivo la mia foto con la parrucca azzurra e mi hanno chiesto se mi piace andrea de carlo e per quale motivo dovrebbero scegliermi.
dopo il provino ho passato il pomeriggio gironzolando per la città, la mia città, la città della mia piccola mansarda torinese. e a fine giornata ero euforica, anche se l'euforia era velata dalla malinconia di trovarmi, dopo tre anni, nella città della mia vecchia vita.
questa mattina, dopo essere atterrata a vienna, mentre aspettavo il treno che mi avrebbe riportata in centro città, mi è crollata addosso una gran tristezza. la tristezza di essere tornata in esilio, la tristezza di dover rientrare in una casa vuota (il matematico è in giappone), la tristezza di essere circondata da oltre un milione di persone che parla una lingua ostile.
e se ve lo state chiedendo: no, non so quanti dei 5.000 partecipanti sarà provinato, non so dei provinati quanti accederanno al programma, non so quando mi comunicheranno l'esito del provino. non ho chiesto nulla. ma prometto che vi terrò aggiornati.
mercoledì 4 settembre 2013
per me è sì
sono già arrivati due sì su tre.
sono dei sì provvisori, sei passata allo step successivo, non è detto che arriverai oltre, ma ti sei distinta nel mucchio, e questo ti fa onore.
sono dei sì che fanno bene all'autostima e all'umore, in queste giornate di settembre troppo grige.
*sono finalista al premio maria pia forte con un racconto ambientato a vienna.
*sono stata invitata a un provino, a torino, per il programma televisivo di cui parlavo qualche post più sotto.
mi hanno chiamata ieri, e già lunedì sarò davanti a una telecamera.
io, che mi vergogno a morte della mia faccia, che non ho niente da mettermi, che non so dove trovare quattro foto mie che mi ritraggano, che mi vergogno a morte anche del romanzo che ho inviato, così piccolo e disomogeneo.
perché lo faccio? non ne ho idea.
non c'è niente di più pericoloso di un sogno che si realizza.
non sono sicura che la frase fosse questa, né che si tratti del libro momo di ende. ma mi sento proprio così. ho paura che la realizzazione del sogno si mangi parti belle e importanti di me.
voi fate il tifo e tenetemi stretta.
sono dei sì provvisori, sei passata allo step successivo, non è detto che arriverai oltre, ma ti sei distinta nel mucchio, e questo ti fa onore.
sono dei sì che fanno bene all'autostima e all'umore, in queste giornate di settembre troppo grige.
*sono finalista al premio maria pia forte con un racconto ambientato a vienna.
*sono stata invitata a un provino, a torino, per il programma televisivo di cui parlavo qualche post più sotto.
mi hanno chiamata ieri, e già lunedì sarò davanti a una telecamera.
io, che mi vergogno a morte della mia faccia, che non ho niente da mettermi, che non so dove trovare quattro foto mie che mi ritraggano, che mi vergogno a morte anche del romanzo che ho inviato, così piccolo e disomogeneo.
perché lo faccio? non ne ho idea.
non c'è niente di più pericoloso di un sogno che si realizza.
non sono sicura che la frase fosse questa, né che si tratti del libro momo di ende. ma mi sento proprio così. ho paura che la realizzazione del sogno si mangi parti belle e importanti di me.
voi fate il tifo e tenetemi stretta.
domenica 1 settembre 2013
sono uno scrittore...
agosto è passato, finalmente.
sto partecipando a tre concorsi letterari di cui si saprà l'esito solo tra settembre e ottobre.
da impaziente come sono non vedo l'ora. credo di poter sopportare più facilmente la delusione rispetto all'attesa.
però, inaspettatamente, è arrivata una bella sorpresa: il mio manuale "sono uno scrittore ma nessuno mi crede" è stato scelto tra le offerte del mese di amazon.
se il buongiorno si vede dal mattino...
sto partecipando a tre concorsi letterari di cui si saprà l'esito solo tra settembre e ottobre.
da impaziente come sono non vedo l'ora. credo di poter sopportare più facilmente la delusione rispetto all'attesa.
però, inaspettatamente, è arrivata una bella sorpresa: il mio manuale "sono uno scrittore ma nessuno mi crede" è stato scelto tra le offerte del mese di amazon.
se il buongiorno si vede dal mattino...
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