Sogno di fare la
scrittrice da quando avevo tredici anni più o meno.
La scintilla è scattata
perché è solo allora che ho iniziato a leggere assiduamente.
Pensavo “anch'io voglio essere capace di far provare ad altri
queste emozioni qui, usando solo le parole”. Ho iniziato a scrivere
verso i diciassette anni, ricordo ancora l'emozione del mio primo
racconto compiuto, gli otto nei temi a scuola, il breve testo
pubblicato nel giornalino per ragazzi, i racconti selezionati dal
sito internet, la partecipazione ai concorsi in cui sono stata
segnalata per merito, le pubblicazioni in antologie, fino ad arrivare
a meritare con questo racconto la prefazione di oliviero ponte dipino, fino ad essere selezionata per partecipare a tessitori di sogni
l'anno scorso. E poi quest'anno la pubblicazione con un editore vero
di questo manuale (che per tre giorni è in vendita a 1 euro e 99anziché 4 e 99. oserei dire il manuale con il miglior rapportoqualità prezzo!).
Ho quasi 31 anni. Per
diciotto anni non ho fatto altro che leggere e scrivere e cercare di
migliorare la mia capacità di rappresentare il mondo e suscitare
sentimenti con le parole.
La mia penna è
maggiorenne, ormai.
Il mio percorso è
limpido. Ogni piccolo successo ottenuto con le mie pagine è stato un
gradino che mi ha portato più in alto e più avanti verso quello che
da sempre è il mio obiettivo: arrivare a pubblicare. Allo stesso
tempo ogni successo ha cancellato o sminuito quello precedente,
perché avvenuto quand'ero “piccola”, perché avvenuto tempo fa.
È vero, una maratona è fatta di tanti passi, tutti di uguale
importanza, ma non è forse il passo che ti permette di raggiungere
il traguardo quello più bello ed emozionante? E chi se lo ricorda
più il passo con cui si ha raggiunto il quinto, il diciannovesimo,
il trentatreesimo chilometro! E tutti i passi in mezzo?
Prima o poi arriverò a
pubblicare, un romanzo, uno bello. Lo so perché è quello che
desidero da sempre. Ma quando accadrà credo che in qualche modo
scoppierà la ghiandola velenosa di cui sandrone dazieri parla inquesto articolo, e quello che credevo mi avrebbe resa felice, quello
per cui sto lavorando da diciotto anni, forse mi renderà una persona
peggiore perché tutta la fatica, tutta la frustrazione, tutto il
sudore e il lavoro e la testardaggine e l'impegno forse non saranno
serviti a null'altro che a sparire, a non essere letta, non essere
recensita, non essere tradotta all'estero, non vincere alcun premio.
E allora quello che credevo fosse il traguardo si trasforma in una
tappa intermedia. Sì, hai vinto la maratona ma era la gara
provinciale, ora devi pubblicare il secondo romanzo, che sarà forse
come vincere le regionali e poi devi vincere le nazionali e arrivare
alle olimpiadi e se vinci le olimpiadi rischi di fare la fine di alex
schwarzer.
Forse leggere l'articolo
di dazieri a sedici anni mi avrebbe convinta a lasciar perdere e ora
sarei più felice. O forse no.
2 commenti:
Hai scritto tu male dell'Austria?
sì vabbè.... sandrone ha ragione ed è un mito... ma a buonsenso ci arriverebbe chiunque... io dico che vale la pena comunque, tentare...oltre il buonsenso, magari tenendo bene a mente queste sacrosante ragioni... o no?
in sostanza: non mollare!
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