per riconciliarmi con il tedesco ho iniziato ad ascoltare della musica rock pop in lingua. in particolare mi piace juli, che in questi giorni ho ascoltato a ripetizione. gli strafalcioni di comprensione sono esilaranti. ve ne riporto alcuni:
cosa ho capito: du liebst so schon (ami così bene) cosa dice veramente: du luegst so schon (menti così bene)
cosa ho capito: was ist los (cos'è successo) cosa dice veramente: lass es los (lascialo andare)
cosa ho capito: ich bin ein trinker, denn ich trink (sono un bevitore perché bevo) cosa dice veramente: ich bin ein trinker, der ertrinkt (sono un bevitore che affoga)
venerdì 26 aprile 2013
giovedì 25 aprile 2013
le feste degli altri
vivere all'estero significa anche non poter festeggiare le proprie feste e ritrovarsi a festeggiare le feste degli altri.
sabato 20 aprile 2013
childfree è stato piratato
volete leggere childfree ma non volete spendere 97 centesimi?
avete due possibilità: aspettare i primi di maggio, quando il libro sarà di nuovo in promozione, o chiedere a franco-1969 il file in formato epub. basta che rispondiate a questo messaggio lasciando l'indirizzo email.
l'amico franco di childfree dice quanto segue: "ho letto l'altro giorno l’e-book Silvia Pillin - Sono un mostro, non voglio avere figli (2013).
Dopo un’ inizio molto leggero, soliti argomenti scontati, migliora nettamente ed il finale rispecchia esattamente la mia situazione e, direi quella di molti di noi.
Essendo 2013 è aggiornato, recente crisi economica ecc ecc
Vi garantisco che le ultime frasi fanno riflettere parecchio.
Lo consiglio, anche a chi non è childfree"
avete due possibilità: aspettare i primi di maggio, quando il libro sarà di nuovo in promozione, o chiedere a franco-1969 il file in formato epub. basta che rispondiate a questo messaggio lasciando l'indirizzo email.
l'amico franco di childfree dice quanto segue: "ho letto l'altro giorno l’e-book Silvia Pillin - Sono un mostro, non voglio avere figli (2013).
Dopo un’ inizio molto leggero, soliti argomenti scontati, migliora nettamente ed il finale rispecchia esattamente la mia situazione e, direi quella di molti di noi.
Essendo 2013 è aggiornato, recente crisi economica ecc ecc
Vi garantisco che le ultime frasi fanno riflettere parecchio.
Lo consiglio, anche a chi non è childfree"
mercoledì 17 aprile 2013
fiducia o pazzia?
che in italia le cose non vadano bene dal punto di vista economico e delle opportunità di lavoro è risaputo.
ma che un ragazzo poco più che ventenne senza sapere una parola di tedesco e senza avere nessuna competenza specifica si trasferisca a vienna certo di trovare lavoro, è una cosa che mi lascia basita.
così come mi lascia basito il padre di famiglia che vende la casa e si trasferisce a vienna forte di un lavoro stagionale che in autunno lo lascerà senza lavoro, con tre figli da mantenere, senza nessun sussidio e senza che né lui né la moglie sappiano una parola di tedesco.
davvero ci sono più opportunità a vienna per un italiano che non sa il tedesco che per un italiano in italia?
io credo che ci sia una grossa sottovalutazione della questione linguistica.
conoscere la lingua del posto è fondamentale. è il primo, forse l'unico, strumento di integrazione. e nemmeno conoscere la lingua a livello C1 mette al riparo da razzismo e difficoltà quotidiane (dal medico, negli uffici, con l'idraulico...)
e questo vale anche per chi trova un lavoro in cui la lingua comune è l'italiano (per esempio nella cucina di un ristorante) o l'inglese (in qualche multinazionale o ambito di ricerca internazionale)
non sapere il tedesco significa non parlare con il vicino di casa che per questo ti guarderà malissimo, non capire cosa ti dice il cameriere, l'idraulico, il postino, il commesso del supermercato, l'ottico, il medico. significa ghettizzarsi all'interno di un gruppo di altri italiani o di altri stranieri di varia provenienza.
andare a vivere altrove, soprattutto se lo si fa per necessità e non per curiosità, non è una passeggiata. altrove le cose sono diverse, diverso il cibo, il clima, la lingua, le abitudini. sto scrivendo l'ovvio, eppure questa gente che prende e viene qui a vienna credendo di trovare chissà quali opportunità credo non si renda affatto conto di questo ovvio.
lo scriveva don milani che il tuo padrone è tale perché conosce più parole di te.
e il tuo padrone (se mai avrai un padrone) a vienna potrà permettersi di sfruttarti nel peggiore dei modi, proprio per quelle parole in più, che rendono te debole e ricattabile.
ma che un ragazzo poco più che ventenne senza sapere una parola di tedesco e senza avere nessuna competenza specifica si trasferisca a vienna certo di trovare lavoro, è una cosa che mi lascia basita.
così come mi lascia basito il padre di famiglia che vende la casa e si trasferisce a vienna forte di un lavoro stagionale che in autunno lo lascerà senza lavoro, con tre figli da mantenere, senza nessun sussidio e senza che né lui né la moglie sappiano una parola di tedesco.
davvero ci sono più opportunità a vienna per un italiano che non sa il tedesco che per un italiano in italia?
io credo che ci sia una grossa sottovalutazione della questione linguistica.
conoscere la lingua del posto è fondamentale. è il primo, forse l'unico, strumento di integrazione. e nemmeno conoscere la lingua a livello C1 mette al riparo da razzismo e difficoltà quotidiane (dal medico, negli uffici, con l'idraulico...)
e questo vale anche per chi trova un lavoro in cui la lingua comune è l'italiano (per esempio nella cucina di un ristorante) o l'inglese (in qualche multinazionale o ambito di ricerca internazionale)
non sapere il tedesco significa non parlare con il vicino di casa che per questo ti guarderà malissimo, non capire cosa ti dice il cameriere, l'idraulico, il postino, il commesso del supermercato, l'ottico, il medico. significa ghettizzarsi all'interno di un gruppo di altri italiani o di altri stranieri di varia provenienza.
andare a vivere altrove, soprattutto se lo si fa per necessità e non per curiosità, non è una passeggiata. altrove le cose sono diverse, diverso il cibo, il clima, la lingua, le abitudini. sto scrivendo l'ovvio, eppure questa gente che prende e viene qui a vienna credendo di trovare chissà quali opportunità credo non si renda affatto conto di questo ovvio.
lo scriveva don milani che il tuo padrone è tale perché conosce più parole di te.
e il tuo padrone (se mai avrai un padrone) a vienna potrà permettersi di sfruttarti nel peggiore dei modi, proprio per quelle parole in più, che rendono te debole e ricattabile.
mercoledì 10 aprile 2013
tradimento
il nostro è stato un amore immediato e reciproco. un colpo di fulmine. ci siamo amati a prima vista, ancora prima di sapere i nostri nomi. solo poi abbiamo iniziato a conoscerci, a confermare con la quotidianità quella prima impressione bellissima ma irrazionale, infondata.
abbiamo condiviso anni. il pendolarismo, il periodo americano, il trasferimento a vienna.
è sempre difficile ammettere la fine di un amore. si prova a farlo durare il più possibile, nonostante l'evidenza, nonostante sia chiaro che non può più funzionare, che non sta affatto funzionando. si chiude un occhio, ci si fa indulgenti. poi arriva la goccia che fa traboccare il vaso. e allora dici basta. ci rinunci. ti arrendi. e cerchi un altro amore.
lo fai con cautela, hai paura di essere tradita di nuovo, hai paura che il nuovo amore a prima vista finisca male. come il precedente. eppure cerchi un amore simile a quello appena finito, perché non potresti fare altrimenti. perché è stato bello e intenso e importante.
è così che è andata con il mio asus eee pc. sono stati 5 anni di autentica passione. su di lui ho scritto romanzi e racconti e manuali e post e email e twitt e messaggi di stato su fb. sul mio piccolo asus ho scritto tanto. tante porcherie, alcune cose belle e apprezzate.
adesso è in arrivo un asus nuovo. un po' più grande, un po' più costoso, un po' più sottile.
sarà difficile lasciare andare questo, con il quale scrivo ancora, anche se temo che si spenga e si mangi tutto quello che ho scritto. come è già capitato più di una volta. ma si tende sempre a idealizzare quelli che si sono amati, ad amarli anche se non lo meritano più, a trattarli bene anche se ci trattano male.
abbiamo condiviso anni. il pendolarismo, il periodo americano, il trasferimento a vienna.
è sempre difficile ammettere la fine di un amore. si prova a farlo durare il più possibile, nonostante l'evidenza, nonostante sia chiaro che non può più funzionare, che non sta affatto funzionando. si chiude un occhio, ci si fa indulgenti. poi arriva la goccia che fa traboccare il vaso. e allora dici basta. ci rinunci. ti arrendi. e cerchi un altro amore.
lo fai con cautela, hai paura di essere tradita di nuovo, hai paura che il nuovo amore a prima vista finisca male. come il precedente. eppure cerchi un amore simile a quello appena finito, perché non potresti fare altrimenti. perché è stato bello e intenso e importante.
è così che è andata con il mio asus eee pc. sono stati 5 anni di autentica passione. su di lui ho scritto romanzi e racconti e manuali e post e email e twitt e messaggi di stato su fb. sul mio piccolo asus ho scritto tanto. tante porcherie, alcune cose belle e apprezzate.
adesso è in arrivo un asus nuovo. un po' più grande, un po' più costoso, un po' più sottile.
sarà difficile lasciare andare questo, con il quale scrivo ancora, anche se temo che si spenga e si mangi tutto quello che ho scritto. come è già capitato più di una volta. ma si tende sempre a idealizzare quelli che si sono amati, ad amarli anche se non lo meritano più, a trattarli bene anche se ci trattano male.
venerdì 5 aprile 2013
quanto mi aspetto di guadagnare
da quando ho saputo che sarà vienna per altri due anni, mi sono data allo studio intensivo del tedesco associato alla candidatura selvaggia e all'invio di curriculum a pioggia.
il tentativo è quello di affrancarmi dal mio attuale stato di straniera da sfruttare "perché sulla tua laurea in lettere ci sputiamo su, e sulla tua totale assenza di competenze specifiche ci facciamo grasse risate".
nell'ultimo periodo ho sostenuto quindi alcuni colloqui per lavori di ufficio in cui è richiesta la conoscenza dell'italiano.
i colloqui si svolgono tutti più o meno allo stesso modo. il selezionatore mi fa accomodare in una stanza più o meno grande, più o meno luminosa, e fornitissima di sedie (decidere su quale sedere è sempre un dilemma), mi offre da bere (in tutti gli uffici, studi, sale d'attesa c'è sempre una caraffa piena d'acqua con dei bicchieri), mi parla dell'azienda, di quale sarebbero le mie mansioni e mi chiede di presentarmi.
capire cosa fanno è molto più semplice che spiegare chi sono, da dove vengo, e dove vado. il mio tedesco fa sempre pessime figure in questo frangente e il bicchiere d'acqua per arginare l'arsura causata dall'agitazione è sempre bene accetto.
poi arriva la domanda che tutte le volte mi mette in crisi:
quanto ti aspetti di guadagnare?
il tentativo è quello di affrancarmi dal mio attuale stato di straniera da sfruttare "perché sulla tua laurea in lettere ci sputiamo su, e sulla tua totale assenza di competenze specifiche ci facciamo grasse risate".
nell'ultimo periodo ho sostenuto quindi alcuni colloqui per lavori di ufficio in cui è richiesta la conoscenza dell'italiano.
i colloqui si svolgono tutti più o meno allo stesso modo. il selezionatore mi fa accomodare in una stanza più o meno grande, più o meno luminosa, e fornitissima di sedie (decidere su quale sedere è sempre un dilemma), mi offre da bere (in tutti gli uffici, studi, sale d'attesa c'è sempre una caraffa piena d'acqua con dei bicchieri), mi parla dell'azienda, di quale sarebbero le mie mansioni e mi chiede di presentarmi.
capire cosa fanno è molto più semplice che spiegare chi sono, da dove vengo, e dove vado. il mio tedesco fa sempre pessime figure in questo frangente e il bicchiere d'acqua per arginare l'arsura causata dall'agitazione è sempre bene accetto.
poi arriva la domanda che tutte le volte mi mette in crisi:
quanto ti aspetti di guadagnare?
martedì 2 aprile 2013
aprile non ti scoprire
la primavera latita. ma a vienna il tempo fa più schifo che a oslo e reykjavík. giuro.
per domani sono attesi 5 centimetri di neve, e non si vede la fine in fondo al tunnel dell'inverno, neanche con il binocolo.
il giorno di pasqua io e il matematico siamo rimasti chiusi in casa, a guardar fioccare come fosse natale.
mia mamma ogni volta che chiama si lamenta del tempo e del freddo, e tutte le volte là ci sono dieci gradi più che qua.
le amiche ti scrivono: qui sole e sedici gradi, e dentro ti sboccia un vaffanculo che i bucaneve a confronto sono dei dilettanti.
il calendario 2013 non ce l'abbiamo, non ce l'ha regalato nessuno e quando ci siamo mobilitati per aquistarlo non ne vendevano più. stiamo usando quello del 2012 adattandolo alla situazione. l'uno aprile 2013 era lunedì. l'uno ottobre 2012 era lunedì. per cui ora da noi è ottobre e c'è scritto "la notte dentro".
per domani sono attesi 5 centimetri di neve, e non si vede la fine in fondo al tunnel dell'inverno, neanche con il binocolo.
il giorno di pasqua io e il matematico siamo rimasti chiusi in casa, a guardar fioccare come fosse natale.
mia mamma ogni volta che chiama si lamenta del tempo e del freddo, e tutte le volte là ci sono dieci gradi più che qua.
le amiche ti scrivono: qui sole e sedici gradi, e dentro ti sboccia un vaffanculo che i bucaneve a confronto sono dei dilettanti.
il calendario 2013 non ce l'abbiamo, non ce l'ha regalato nessuno e quando ci siamo mobilitati per aquistarlo non ne vendevano più. stiamo usando quello del 2012 adattandolo alla situazione. l'uno aprile 2013 era lunedì. l'uno ottobre 2012 era lunedì. per cui ora da noi è ottobre e c'è scritto "la notte dentro".
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