domenica 2 maggio 2010

cosa voglio di più

"Soldini esplora i movimenti sismici del cuore, riuscendo a registrare le scosse dirompenti e i più piccoli sussulti."

una appassionata di palle intimiste come me, non poteva rimanere immune al potere di questo strillo.
così eccomi di ritorno dopo aver visto il nuovo film di soldini "cosa voglio di più".
ci sono tre scene di sesso.
ci sono due coppie consolidate e una terza coppia, che si forma rubando un elemento alle due originarie, che finiscono in frantumi, o forse no.
insomma, la storia di un tradimento come un altro, verrebbe da dire.
se non fosse per il contesto in cui accade. una città del nord, tra persone normali, che devono fare i conti con il mutuo, che lottano per tenere in piedi delle vite precarie, che per risparmiare mangiano la schiscetta in ufficio, che riparano gli oggetti perché costano, che vivono in case piccole perché non si possono permettere altro. un contesto che mi è troppo familiare per lasciarmi indifferente.

3 commenti:

fiammetta ha detto...

a me soldini piace, non è retorico, non è ipocrita, non è un perbenista buonista.è vero, questo film racconta un tradimento, storia trita e ritrita che torna nei secoli dei secoli, ma questo film ha una marcia in più, perchè è onesto nel non dare risposte, perchè la goffaggine e la forza di cui è impastata la passione tra i due fedifraghi è intensa e fa girare un pò la testa, desiderare di desiderare tanto, così, ancora. nessuno ha ragione, nessuno ha torto, e non è qualunquismo, è quotidiano, lacrime e sangue...

mari ha detto...

non so voi...ma chi ha provato certe sensazioni non può che uscire sconcertato dalla visione di questo film. Mi stupiscono i commenti riguardo l'ambientazione. Periferia del Nord, gente comune che fatica ad arrivare a fine mese, compagni piatti anche se amorevoli. Alcune situazioni sono comuni in tutti gli ambienti sociali, credo che sia questo il senso che voleva dare Soldini. Che i tradimenti non nascono necessariamente quando si è consapevoli del disagio di coppia che si sta vivendo, non necessariamente in ambienti agiati o se la vita che conduciamo ci sembra normale. Non nacono solo per la voglia di scappatella passeggera e senza importanza. Ci vuole il desiderio inespresso di sentirsi ancora vivi, di spezzare il non senso di alcune vite, la voglia di un'altra prospettiva. E quindi ci si innamora anche se si sa di avere impegni familiari pesanti e di non potersi permettere una colpa come la separazione......e infatti ci vuole coraggio a spezzare certe catene...e Favino non le avrà. Ha raccontato la realtà che ci circonda, nulla di più.

azzurropillin ha detto...

quando ricevo commenti così articolati mi sento sempre in difficoltà: non ne capisco nulla di cinema e quelle che ho scritto erano solo delle impressioni su quello che il film mi ha lasciato. e forse non si è capito, ma a me il film alla fine dei conti è piaciuto.