il 4 febbraio ho consegnato al titolare la mia lettera di dimissioni.
solo poi ho scoperto che una lettera di dimissioni non vale niente. per dimettersi bisogna andare sul sito del ministero del lavoro e fare la procedura onlineil titolare ne è stato felice, per tutto il tempo che mi ha pagato lo stipendio (un paio d'anni) non ha fatto altro che considerarmi un costo inutile e dirlo apertamente, anche in mia presenza. quando ho consegnato le dimissioni gli ho visto in faccia il sorriso di chi pensa "20 mila euro in meno nella colonna dei costi, che colpo di fortuna"
ho lasciato un lavoro perfetto: part-time, a tempo indeterminato, a dieci minuti a piedi da casa, né difficile né faticoso. un lavoro d'ufficio idilliaco, in apparenza. senza grossi sbattimenti.
un lavoro che mi sono impegnata moltissimo a imparare e a svolgere nel migliore dei modi. un lavoro che per quattro anni ho fatto quasi gratis con contratti a progetto. poi come sostituzione di maternità e solo da agosto 2020 a tempo indeterminato.
realizzavo campagne pubblicitarie su google e facebook per attività che non capivano quello che facevamo per loro e si lamentavano che comunque non serviva a niente.
ho deciso di andarmene per una questione di incompatibilità tra i miei valori e quelli dei clienti per cui dovevo lavorare. sabato 2 novembre 2019 ero in ufficio a pubblicare campagne per un farabutto che il mese dopo sarebbe stato arrestato e che ha patteggiato una pena di 3 anni e una confisca di beni per oltre 10 milioni di euro. era il miglior cliente dell'agenzia. aveva i soldi. poi si è capito perché.
il nuovo miglior cliente è arrivato nei primi mesi della pandemia, quando l'agenzia navigava in pessime acque perché tutti i clienti abituali erano chiusi e senza soldi. si tratta di un semianalfabeta arrogante che porta campagne a grappoli di 20 per tre volte l'anno, uno che porta soldi, insomma.
per questo cliente ho messo online delle pagine web imbarazzanti, piene di errori di cui mi vergogno.
per questo cliente ho messo online delle pagine web imbarazzanti, piene di errori di cui mi vergogno.
ma il cliente ha sempre ragione, e se anche mi sanguinano gli occhi a dargli retta, pazienza. del resto mi pagavano per lavorare, non per esprimere il mio disappunto o per difendere la grammatica italiana.
ho dato le dimissioni dopo aver ricevuto una mail con oggetto: "correzzione bozza".
è stato allo stesso tempo repentino e prevedibile. covavo fastidio da anni. quel giorno ho deciso che ne avevo abbastanza.
mi sono dimessa per etica, perché i miei valori non erano allineati con quelli delle persone con cui e per cui lavoravo. anche se il lavoro non era brutto ed era un felice part-time di 4 ore al giorno. avrei potuto tener duro, aspettare di trovare altro, di mettere in atto un piano B. ho deciso che la misura era colma. (tradotto in francese: mi ero rotta sonoramente il cazzo.)
sono privilegiata, non ho nessuno da mantenere e le spalle coperte. se anche dovessi rimanere senza stipendio per diversi mesi, non mi troverei in mezzo alla strada.
il mio nuovo piano A sta prendendo forma in questi giorni. questo è il link alla nuova me: una persona che fa qualcosa che le piace, che potrà scegliere con chi lavorare e con chi no, che finalmente allinea lavoro e valori. sto per aprire partita iva, aprire un conto in banca etica, rifare tutto il sito che adesso è su wix in wordpress (oppure no), comprare dominio e hosting. per mettermi in pace la coscienza per il fatto di alimentare un sistema editoriale tutt'altro che sostenibile, sosterrò con una percentuale del mio guadagno progetti di riforestazione tipo treedom.
è tutto ancora in costruzione e probabilmente lo sarà per molto. consigli, suggerimenti, incoraggiamenti sono molto graditi