mentre frequentavo il corso “scrivere per ragazzi” della scuola holden ho iniziato a frequentare il corso “il mercato editoriale per bambini e ragazzi” di langue e parole.
uno degli incontri era con una libraria che ci ha parlato di come i libri di mindfulness, gestione delle emozioni &co per ragazzi stessero prendendo piede. spulciando la classifica americana dei libri più venduti su amazon e confrontandola con quella italiana... boooom, mi è venuta un'altra idea: un manuale di crescita personale per ragazzi. (sì, booom è il rumore che fa nella mia testa un'idea che mi sembra geniale. il problema è che anche le idee del cazzo fanno lo stesso rumore. e a volte mi ci vogliono mesi per capire che un'idea all'apparenza geniale in verità era un'idea del cazzo)
ho iniziato a scriverlo mentre stavo scrivendo quello su Kathrine Switzer, era la prima volta nella vita che mi capitava di avere due idee e di portarle avanti contemporaneamente.
ho finito di scrivere questo libro ad agosto perché mentre scrivevo questo libro ho iniziato a scrivere non un altro, bensì altri due libri.
a settembre 2020 avevo zero idee e pensavo che non avrei scritto mai più niente, a maggio 2021 avevo quattro libri: uno finito e tre in lavorazione.
lavorare a tre libri contemporaneamente è rassicurante, e folle, e divertente, ed esasperante tutto insieme.
il bello è che puoi saltare da uno all'altro in base alle idee che nel frattempo ti vengono in mente, il brutto è che puoi saltare dall'uno all'altro in base alle idee che nel frattempo ti vengono in mente, e ti sembra di avere personalità multiple e di non fare davvero progressi e di lasciarti scappare tutto tra le mani senza concludere davvero qualcosa.
al momento non uno, non due, ma ben tre editori hanno risposto attivamente di essere interessati a valutare il testo, cosa niente affatto scontata, di solito il silenzio è la risposta standard.
ecco un piccolo estratto dal capitolo 16 del libro di crescita personale per ragazzi:
16. Sii paziente
“La pazienza è la virtù dei forti”. Essere pazienti richiede uno sforzo di cui né tu né io siamo state, né siamo, capaci.
So che nei libri non bisogna mettere frasi fatte. Quindi ricominciamo.
Pazienza deriva dal latino patire, che vuol dire soffrire. Mai prima d'ora guardare all'etimologia di una parola è stato più illuminante di così. Conosci l'espressione “patire le pene dell'inferno”? Ecco, rendere l'idea di cosa per me significa essere pazienti, avere pazienza, aspettare.
Come vedi, cara me del passato, questo doveva essere l'ultimo capitolo, ma ho dovuto metterlo per primo, perché la fretta indemoniata continua a essere la nostra cifra stilistica, e per arrivare in fondo a questo libro è necessario che tutte e due ci diamo una calmata.
Noi siamo così, facciamo tutto in un lampo e appena finiamo ci chiediamo: e adesso? Cosa succede? Come mai non succede niente!?
Bruciamo tutto in un istante, convinte che dopo arriverà la vita vera, quello per cui davvero vale la pena. Mangiamo, divoriamo, ingoiamo senza masticare: anni di scuola, fette di torta, traguardi raggiunti, amicizie. Non sappiamo gustare niente, non sappiamo goderci i momenti ed è un problema, perché adesso mi è chiaro: dopo non succede niente di entusiasmante. E anche se lo so, continuo a chiedermi “quando arriva la vita vera?”
Tu eri certa che sarebbe arrivata quando avresti preso il diploma e avessi trovato un lavoro, o quando avresti finito l'università. Io ero certa che sarebbe arrivata con la pubblicazione del primo libro e poi del secondo, del terzo, del quarto. Ma nessuna pubblicazione ha mai fatto capitare qualcosa di magico, di meraviglioso, di risolutivo. Io ero sempre io.
La vita vera è adesso così come era allora, quando andavi a scuola, quando studiavi, quando uscivi con le amiche, quando cercavi l'anima gemella. Cara me del passato, non esiste nessun traguardo oltre il quale ci sarà qualcosa di più vero di quanto non ci sia ora.
Ti ricordi la storia dell'Orsetto Tuttafretta? Abbiamo chiesto a papà di leggercela decine di volte. “Mi raccomando, Orsetto Tuttafretta, non prendere le foglie rosse perché fanno venire il prurito”. Ma l'Orsetto Tuttafretta è già andato a prendere le foglie per la mamma e non ha sentito quella raccomandazione. E nemmeno tu, né io.
Ogni tanto ancora oggi me lo dico da sola “Silvia, hai fatto di nuovo l'Orsetto Tuttafretta”, quando esco per fare la spesa e dimentico la lista a casa, quando invio un'email lasciando metà delle domande senza risposta e subito dopo ne devo inviare un'altra, quando decido di fare una torta al cioccolato e solo dopo aver rotto le uova nella ciotola mi accorgo che mi manca lo zucchero, o la farina, o il cioccolato. O tutti e tre.
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