venerdì 14 maggio 2021

chiedi alla scrittrice #9


rileggi i tuoi libri?

non amo rileggere i libri in generale. mi è  capitato di rimanere molto delusa in passato rileggendo romanzi che avevo molto amato. non erano più belli, emozionanti, profondi come li ricordavo. mi è capitato da ragazzina con "l'affresco" di laura guidi, è stato scioccante. la prima lettura era stata folgorante, non riuscivo a staccarmi dalle pagine. ero completamente immersa nel mondo di questo ragazzo che impara a fare il pittore a bottega nella firenze (?) del rinascimento (?). quando anni dopo l'ho riletto, in quelle pagine non ho trovato nessuna delle emozioni che la prima volta mi avevano travolta. quel libro era diventato un giocattolo rotto, un trucco di magia svelato.
e la stessa cosa è capitata con "scrivere zen" di natalie goldberg, "la fine della solitudine" di benedict wells e tanti, tanti altri.
ora, se un libro mi è piaciuto, non lo rileggo. mi sono convinta che leggere il libro giusto al momento giusto è un caso così fortuito, che è difficile ricapiti. un po' come vincere alla lotteria.
quando rileggo un libro che mi era piaciuto e resto delusa, provo sempre un misto di pena e tenerezza per la me del passato, penso di essere stata un'ingenua a lasciarmi abbindolare da un testo di nessun valore.
rileggere i miei libri mette in moto lo stesso meccanismo. con l'aggravante che sono doppiamente delusa e in imbarazzo con me stessa.
nei giorni scorsi, einaudi mi ha mandato "l'inventario delle mie stranezze" editato, da revisionare. quindi non solo sono costretta a rileggermi, ma sono costretta a farlo con un grado di attenzione e profondità molto superiore. (ho dovuto rileggerlo non una, non due, ma per ben tre volte in pochi giorni)
le montagne russe emotive che mi provoca rileggere quel libro con tutte le note e gli appunti di chi è intervenuto sul testo sono difficili da gestire.
sono felice, e lusingata, e mi sento fortunata. ma sono anche terrorizzata: e se quando esce nessuno se ne accorge? e se chi se ne accorge dice che fa schifo? e se non trova i lettori giusti? e se io sono una pessima scrittrice? e se non riuscirò mai più a scrivere e a pubblicare niente? e se chi sta lavorando al libro in casa editrice pensa che sia la peggior cosa che si siano mai messi in catalogo? e se la copertina sarà brutta? (ok, questo non c'entra e non dipende da me, però la faccia di un libro è importante. quando alla scadenza del contratto ho potuto dare ad "aria e altri coccodrilli" la copertina che volevo è stato davvero un sollievo. ma non è stato sufficiente a farmi rileggere il libro)
credo che rileggere (i miei libri, e quelli degli altri) significhi tornare al passato, ed è una cosa che non mi piace. non sono affatto una persona nostalgica, mi penso in un'ottica di continuo miglioramento, tutto quello che è venuto prima è stato peggiore di quello che verrà, quindi non c'è nessun motivo per guardarsi alle spalle. (non ho mai capito gli adulti che dicono ai bambini e agli adolescenti "beata gioventù, che bella età, i migliori anni")
ci sono troppe nuove pagine da leggere per indugiare su pagine già vissute.

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