il mio romanzo di prossima uscita è un titolo di punta di Einaudi Ragazzi e io sto leggendo... "get started in writing for children" un manuale di scrittura per principianti, per persone che si approcciano alla narrativa per ragazzi per la prima volta.
è sempre così, in qualsiasi ambito, qualunque cosa faccia, anche da anni, anche con una certa facilità e delle conferme dal mondo esterno: io mi sento sempre inadeguata. ho sempre l'impressione di non sapere abbastanza, non essere abbastanza professionale, preparata, capace. di non essere all'altezza.
passo più tempo a dubitare di me, che a fare.
passo più tempo a studiare come si fa, che a fare.
formarmi, leggere, imparare dai migliori è diventata la mia forma suprema di procrastinazione.
per esempio, per presentare il mio romanzo il 20 febbraio avevo dieci minuti. per quei dieci minuti ho studiato due manuali di public speaking (talk like ted, what's your message), ho guardato diversi video su youtube, ho seguito una live di chiara alzati, ho scritto il mio intervento, l'ho provato ad alta voce, l'ho registrato, l'ho riascoltato decine di volte, l'ho limato, riscritto, riprovato, registrato nuovamente e nuovamente ascoltato. ho chiesto alle mie sorelle, a mia cugina, a mia zia cosa ne pensassero. erano solo dieci minuti. ho scoperto poi che nessuno degli altri autori presenti aveva mai provato ad alta voce il suo intervento, o aveva la minima idea di quanto sarebbe durato. si erano limitati a scribacchiare qualche appunto su un foglio.
mi sono pentita di aver impiegato decine di ore per preparare un intervento durato meno di dieci minuti?
per nulla.
è difficile convivere con la sensazione perenne di essere impreparata. tuttavia riconosco a questo stato delle cose il grande pregio di costringermi a migliorarmi in continuazione, a essere umile e ricettiva.
e ora scusate, devo tornare a leggere come si scrivono i libri. sì, anche se ne ho scritti a decine e pubblicati a manciate.