avevo decine di amici di penna, scovati nell'apposita sezione di qualche giornalino per ragazzi o raccattati durante le vacanze.
a volte scrivevo due o tre lettere alla stessa persona, prima che questa avesse tempo o voglia di rispondere.
non ero una fanatica della carta da lettere perché prevedeva solo un foglietto smilzo per ogni busta, mentre a me ne servivano tre o quattro. così mi trovavo sempre con un sacco di buste spaiate.
ho scritto lettere anche quando i francobolli costavano 41 centesimi di euro. poi mi sono convertita alle email, alla loro immediatezza. ma non ho mai più provato la genuina trepidazione che mi prendeva allora, quando mi appostavo alla finestra per vedere arrivare il postino, o quando guardavo nella cassetta delle lettere.
nel 2002 prima di trasferirmi a torino, avevo regalato al mio ragazzo di allora (sì, c'è stato un tempo in cui non stavo col matematico, sorprendente, vero?) una carta da lettera azzurropillin con cui pretendevo che mi scrivesse.
la mia coinquilina aveva soprannominato quel ragazzo (o quelle lettere o entrambi) letterablu, e con me, anche lei, aspettava trepidante l'arrivo di quelle buste.
è l'ultima volta che ricordo di aver corrisposto con qualcuno.
fino a ieri.
la lettera, che ho impiegato tre settimane a scrivere, inizia così:
È
da moltissimi anni che non ti scrivo una lettera. All'epoca le
scrivevo a mano, ora non ne sono più capace. Ci ho provato, due
giorni fa: ho riempito un foglietto e mezzo, con una grafia
illeggibile anche a me stessa, disabituata a usare carta e penna.
Sulla tastiera sono molto più veloce, non solo a scrivere, ma anche
a cancellare, riscrivere, ritornare sulle mie parole, far finta di
non averle scritte.