sono tornata da otto mesi, ma alcuni luoghi comuni e frasi fatte continuano a perseguitarmi. ecco quindi 4 considerazioni sul vivere a vienna che vanno contro il sentire comune.
1. ah, allora saprai benissimo il tedesco.
ecco, no. un non madrelingua non sa il tedesco. un non madrelingua studia il tedesco, impara il tedesco frequentando dei corsi, si scontra tutti i giorni con quella lingua non romanza piena di consonanti e parole composte.
un non madrelingua di media intelligenza, arriva a padroneggiare il tedesco con grande sforzo, a suon di comunicazioni frustranti e fallimentari.
perché, che ci si creda o no, si può vivere una vita intera in un paese straniero senza impararne la lingua. da adulti non basta essere esposti a una lingua per saperla.
2. ah, ma lì, anche se non sai il tedesco, ti basta l'inglese.
sicuramente a vienna, percentualmente, si trova più gente che parla un discreto inglese di quanta se ne trovi in italia. tuttavia "ti basta l'inglese" è un'affermazione credibile per chi va a vienna in vacanza per qualche giorno. per vivere a vienna l'inglese non basta: ci sarà sempre un idraulico, una cassiera, un passante che non saprà l'inglese e che non perderà l'occasione per umiliarti.
3. eh, avrai trovato lavoro in pochissimo tempo.
sicuramente a vienna ci sono più opportunità di lavoro che in un qualunque paesino della provincia italiana. ma... sorpresa! il lavoro non ti viene di certo a cercare. ci sono sicuramente alcuni ambiti come quello della ricerca universitaria in cui ci sono opportunità anche per chi parla solo l'inglese. ma senza conoscere bene il tedesco (almeno a livello B2) è difficile trovare un lavoro anche come cameriere. certo, c'è chi sapendo solo l'italiano è andata a fare le pulizie o la baby sitter in una famiglia italiana e si è sistemata, ma probabilmente avrebbe trovato un'occupazione identica a roma o milano o firenze.
4. beata te, vienna è la città con la migliore qualità della vita.
è successo per anni. ogni volta che veniva stilata la classifica mondiale delle città più vivibili, vienna era prima e tutti mi invidiavano. ovviamente queste classifiche tengono conto dell'assistenza sanitaria, del sistema scolastico, della criminalità, dei trasporti. che sono tutti degli indicatori oggettivi e misurabili.
quello di cui non tengono conto, ma che determina la qualità della vita di ciascuno - sono parametri soggettivi come la rete sociale, la realizzazione personale e professionale.
stare bene all'estero, soprattutto all'inizio, senza il supporto della famiglia e degli amici, senza la possibilità di esprimersi nella propria lingua, senza un lavoro gratificante, è davvero difficilissimo.
per me lo è stato moltissimo. al punto che alla fine ero così depressa e suicidaria che mi sono ritrovata a fare 9 mesi di terapia psicanalitica bisettimanale.
ma per fortuna vienna ha la migliore qualità della vita e più di metà della spesa l'ha pagata l'assicurazione sanitaria.
PS: l'immagine è la copertina di una guida di vienna agile e scanzonata scritta da me. perché se è vero che è stata una città orribile in cui vivere è una città splendida in cui fare la turista.
si può acquistare su amazon sia in formato cartaceo che ebook. a questo link.
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