faccio la cameriera in una gelateria.
un lavoro che non mi gratifica, che non mi interessa, che non mi piace.
non mi piace perché mi costringe a stare in contatto con la gente, spesso maleducata, spesso antipatica, spesso stronza.
non mi piace perché non ha niente a che fare con i libri o con la scrittura, che sono la cosa che mi interessa. (anche se posso sbirciare i titoli dei libri che leggono i clienti. l'altro giorno uno dei clienti abituali più gentili stava leggendo tiziano terzani, ovviamente in tedesco.)
non mi piace perché mi costringe spesso a lavorare la sera, mentre io alle dieci e mezza vorrei essere a dormire.
insomma, ci sarebbero tutti i presupposti per fare questo lavoro con gran scazzo e menefreghismo. invece lo faccio come se fosse questione di vita o di morte. se mi accorgo di non aver pulito bene un tavolo dove si è seduta della gente me ne vergogno moltissimo. per evitare che il gelato che porto ai tavoli sia sciolto corro parecchio. quando finisco il mio turno mi preoccupo di lasciare le cose sistemate come io vorrei trovarle se dovessi iniziare il turno in quel momento. insomma, me la prendo molto a cuore.
oggi, finalmente, tutto questo mio darmi stupidamente da fare, come se importasse davvero qualcosa, mi è stato riconosciuto.
du bist ein schatz (sei un tesoro) ha detto il mio capo dopo che ieri gli ho pulito tutta la gelateria e dopo che oggi, in meno di un'ora ho sistemato tutti i tavoli all'aperto, servito i clienti, fatto tre lavastoviglie, ricordatogli di riaccendere un frigorifero che ieri aveva staccato per far scongelare.
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