capita ogni anno, due volte all'anno.
per informarci dei passaggi dall'ora solare a quella legale e viceversa ci dicono che dormiremo un'ora in meno o un'ora in più.
ecco, solo per informarvi che io ho sempre dormito uguale. non è il tempo del dormire che si dilata o si restringe, è il tempo del vivere. e non capisco perché si ostinino a dirci che è quello dedicato al sonno, il tempo su cui le dilatazioni debbano accanirsi.
lunedì 30 marzo 2015
giovedì 26 marzo 2015
il massimo della disperazione
ho trovato lavoro: per la quarta estate consecutiva servirò gelati in un posto che sembra uscito dalla mia infanzia: spaghetti gelato, gelato pinocchio o ape maia. avete presente?
il mio nuovo capo si chiama massimo. vorrebbe essere "il massimo del gelato" ma per quanto mi riguarda, al momento, è il massimo della disperazione.
cerca di gestire da solo una gelateria con 12 dipendenti e 50 tavoli all'aperto e proprio non ce la fa. la riapertura dopo l'inverno si sta rivelando una mission impossible per lui, e per me di conseguenza.
mi dice di andare alle 10 del mattino e quando arrivo è tutto chiuso e non c'è nessuno che mi apra la porta.
mi dice che il giorno dopo per me sarà libero e mentre sonnecchio al sole su una panchina mi chiama disperato e mi prega di andare perché l'altro cameriere è impedito e non ce la fanno.
mi dice "tra cinque minuti puoi andare" e dopo un'ora sono ancora lì, morta di fame per aver lavorato 9 ore consecutive senza pausa.
ma le premesse sono buone e, in teoria, quando inizieremo a lavorare a pieno regime e avrò dei turni stabiliti, sarà il lavoro più pagato che abbia mai avuto.
adesso devo solo convincere i miei soliti dolori cervicali che è tutto a posto e aspettare che il massimo della disperazione diventi il massimo del gelato.
il mio nuovo capo si chiama massimo. vorrebbe essere "il massimo del gelato" ma per quanto mi riguarda, al momento, è il massimo della disperazione.
cerca di gestire da solo una gelateria con 12 dipendenti e 50 tavoli all'aperto e proprio non ce la fa. la riapertura dopo l'inverno si sta rivelando una mission impossible per lui, e per me di conseguenza.
mi dice di andare alle 10 del mattino e quando arrivo è tutto chiuso e non c'è nessuno che mi apra la porta.
mi dice che il giorno dopo per me sarà libero e mentre sonnecchio al sole su una panchina mi chiama disperato e mi prega di andare perché l'altro cameriere è impedito e non ce la fanno.
mi dice "tra cinque minuti puoi andare" e dopo un'ora sono ancora lì, morta di fame per aver lavorato 9 ore consecutive senza pausa.
ma le premesse sono buone e, in teoria, quando inizieremo a lavorare a pieno regime e avrò dei turni stabiliti, sarà il lavoro più pagato che abbia mai avuto.
adesso devo solo convincere i miei soliti dolori cervicali che è tutto a posto e aspettare che il massimo della disperazione diventi il massimo del gelato.
mercoledì 18 marzo 2015
del perché farei meglio a leggere la posta
non ricevo molta posta cartacea, di solito è la banca, o qualche fondo pensione. tutte lettere che non apro mai, per evitare la frustrazione di non capire nulla. la speranza è quella che non sia niente che se trascurato possa farmi arrivare in prigione. (che è un po' come accettare le condizioni di utilizzo dei siti internet cui ci si iscrive senza leggerle.)
qualche giorno fa è arrivata un'altra lettera dalla banca e dato che aveva un formato e un volume diversi dal solito l'ho aperta, ho letto schwedenplatz e ho detto "e che me ne frega, la mia filiale è a schottenring".
vado alla mia banca di schottenring per prenotare per il matematico i dollari e i singaporini (nome che ho dato alla valuta di singapore, prima di sapere che a singapore usano il dollaro di singapore) e non ci trovo nulla. gli uffici sono vuoti.
penso alla lettera che avevo liquidato e decido che andare a schwedenplatz, una piazza poco distante, è la cosa giusta da fare.
e in effetti ci trovo una filiale della mia banca, in cui riconosco la tizia triste e anonima che stava all'ingresso della precedente filiale.
qualche giorno fa è arrivata un'altra lettera dalla banca e dato che aveva un formato e un volume diversi dal solito l'ho aperta, ho letto schwedenplatz e ho detto "e che me ne frega, la mia filiale è a schottenring".
vado alla mia banca di schottenring per prenotare per il matematico i dollari e i singaporini (nome che ho dato alla valuta di singapore, prima di sapere che a singapore usano il dollaro di singapore) e non ci trovo nulla. gli uffici sono vuoti.
penso alla lettera che avevo liquidato e decido che andare a schwedenplatz, una piazza poco distante, è la cosa giusta da fare.
e in effetti ci trovo una filiale della mia banca, in cui riconosco la tizia triste e anonima che stava all'ingresso della precedente filiale.
martedì 17 marzo 2015
come gli one direction
parte giovedì il "Generic I0 World Tour" che vedrà il matematico seminare il suo sapere in tre continenti diversi.
le tappe sono tre:
tappa europea, vienna, giovedì 19 marzo.
tappa americana, new york, 25marzo.
tappa asiatica, singapore, 8 aprile.
l'unica consolazione, per la sottoscritta sola a casa, è convincersi che il detto "dietro un grande uomo c'è una grande donna" sia vero.
le tappe sono tre:
tappa europea, vienna, giovedì 19 marzo.
tappa americana, new york, 25marzo.
tappa asiatica, singapore, 8 aprile.
l'unica consolazione, per la sottoscritta sola a casa, è convincersi che il detto "dietro un grande uomo c'è una grande donna" sia vero.
lunedì 16 marzo 2015
la zuccheriera
io e il matematico abbiamo una saliera, ma non abbiamo una pepiera né avevamo, fino a due giorni fa, una zuccheriera.
lo zucchero lo tenevamo nel sacchetto da un chilo che lui avrebbe voluto in cucina - per la colazione - e io avrei voluto in sala - per il tè del pomeriggio.
e così finiva che lui si lamentava al mattino per lo zucchero rimasto in sala e io nel pomeriggio per lo zucchero in cucina.
così una domenica ho annunciato al matematico: - dovremmo prendere una zuccheriera.
la notizia è stata presa con un misto di scherno e incredulità: - una zuccheriera? ma ci serve davvero? ce la potremo permettere? ci sarà abbastanza spazio?
fino a che venerdì, passando davanti a un negozio di carabattole, sono entrata e mi sono procurata "LA ZUCCHERIERA", un banalissimo contenitore di plastica dura trasparente, di forma cilindrica, con coperchio blu che potrà essere riciclato per qualunque uso.
- e poi, quando non ci dovrò più mettere lo zucchero potrei metterci il cacao, per esempio.
- non vedo l'ora di avere in casa la cacaiera - ha detto soddisfatto il matematico.
lo zucchero lo tenevamo nel sacchetto da un chilo che lui avrebbe voluto in cucina - per la colazione - e io avrei voluto in sala - per il tè del pomeriggio.
e così finiva che lui si lamentava al mattino per lo zucchero rimasto in sala e io nel pomeriggio per lo zucchero in cucina.
così una domenica ho annunciato al matematico: - dovremmo prendere una zuccheriera.
la notizia è stata presa con un misto di scherno e incredulità: - una zuccheriera? ma ci serve davvero? ce la potremo permettere? ci sarà abbastanza spazio?
fino a che venerdì, passando davanti a un negozio di carabattole, sono entrata e mi sono procurata "LA ZUCCHERIERA", un banalissimo contenitore di plastica dura trasparente, di forma cilindrica, con coperchio blu che potrà essere riciclato per qualunque uso.
- e poi, quando non ci dovrò più mettere lo zucchero potrei metterci il cacao, per esempio.
- non vedo l'ora di avere in casa la cacaiera - ha detto soddisfatto il matematico.
giovedì 12 marzo 2015
del perché su questo blog non è più possibile commentare
un blog è un luogo di scambio, chi lo scrive, di solito, lo fa per confrontarsi.
l'autrice di questo blog, come diceva in un altro post, è troppo fragile per reggere il confronto e il giudizio e ha deciso di chiudere i commenti.
da quando ha chiuso i commenti, l'autrice di questo blog riesce a scriverci più spesso, e ha quindi scongiurato la morte di questo luogo, che non è un luogo di scambio, ma solo un diario che scrive per sé, per tenere memoria del suo percorso, per sua sorella e per chi è curioso di sapere dov'è e cosa fa, senza doverglielo chiedere.
questo luogo è il contrario di fb, mentre su fb si posta solo la parte fichissima della propria vita ordinaria, per farla apparire meravigliosa (vacanze, feste, cene fuori), qui si trovano scorci di vita ordinaria, e nemmeno i più edificanti.
l'autrice di questo blog, come diceva in un altro post, è troppo fragile per reggere il confronto e il giudizio e ha deciso di chiudere i commenti.
da quando ha chiuso i commenti, l'autrice di questo blog riesce a scriverci più spesso, e ha quindi scongiurato la morte di questo luogo, che non è un luogo di scambio, ma solo un diario che scrive per sé, per tenere memoria del suo percorso, per sua sorella e per chi è curioso di sapere dov'è e cosa fa, senza doverglielo chiedere.
questo luogo è il contrario di fb, mentre su fb si posta solo la parte fichissima della propria vita ordinaria, per farla apparire meravigliosa (vacanze, feste, cene fuori), qui si trovano scorci di vita ordinaria, e nemmeno i più edificanti.
lunedì 9 marzo 2015
mancanza di fantasia
passo le giornate leggendo romanzi e scrivendone, inventando destini e opportunità per personaggi di carta, e poi, quando si tratta della mia vita, non ci riesco.
avevo giurato a me stessa "mai più stagione in gelateria a vienna, piuttosto la morte" e mi ritrovo da un mese a mandare cv e fare colloqui proprio per quel lavoro, che detesto, e a sentirmi sulle spine perché tra una decina di giorni le gelaterie riaprono e io sono senza lavoro, dopo essermi presa il lusso di rifiutare due posti.
è che l'anno scorso ho preso la prima cosa che è venuta, e ne sono uscita così prosciugata e isterica che avrei fatto meglio ad aspettare e valutare altre proposte, che sono arrivate dopo, quando avevo già accettato il lavoro che mi ha fatto arrivare alla fine dell'estate con 6 chili in meno (che ho tranquillamente ripreso durante l'inverno).
e quindi niente, potrei essere alle maldive a servire cocktail sulla spiaggia, o in sud america a salvare tartarughe in via d'estinzione, invece sono sempre a vienna, alla ricerca di un lavoro che non voglio fare, perché qualunque altra possibilità mi sembra incoerente e non in linea con il mio personaggio, pavido, lamentoso, incapace.
avevo giurato a me stessa "mai più stagione in gelateria a vienna, piuttosto la morte" e mi ritrovo da un mese a mandare cv e fare colloqui proprio per quel lavoro, che detesto, e a sentirmi sulle spine perché tra una decina di giorni le gelaterie riaprono e io sono senza lavoro, dopo essermi presa il lusso di rifiutare due posti.
è che l'anno scorso ho preso la prima cosa che è venuta, e ne sono uscita così prosciugata e isterica che avrei fatto meglio ad aspettare e valutare altre proposte, che sono arrivate dopo, quando avevo già accettato il lavoro che mi ha fatto arrivare alla fine dell'estate con 6 chili in meno (che ho tranquillamente ripreso durante l'inverno).
e quindi niente, potrei essere alle maldive a servire cocktail sulla spiaggia, o in sud america a salvare tartarughe in via d'estinzione, invece sono sempre a vienna, alla ricerca di un lavoro che non voglio fare, perché qualunque altra possibilità mi sembra incoerente e non in linea con il mio personaggio, pavido, lamentoso, incapace.
lunedì 2 marzo 2015
alcuni infiniti sono più grandi di altri
ognuno ha le sue idiosincrasie, le sue fisse, le sue battaglie perse.
la mia battaglia persa è quella contro i po' con l'accento e i perché con l'accento sbagliato. motivo per cui ho aperto un gruppo fb che si chiama grammarnazi italiani: lo uso per sfogare con i miei simili l'orticaria che mi viene ogni volta che trovo un refuso.
la battaglia persa del matematico è quella che vedete in figura. la frase "alcuni infiniti sono più grandi di altri" attribuita a john green, l'autore di colpa delle stelle, libro che io ho amato.
ora, qual è il problema?
il problema è che "alcuni infiniti sono più grandi di altri" non è una frasetta da baci perugina inventata da uno scrittore per teenager ma è un teorema di cantor, il teorema fondante la teoria degli insiemi, ovvero ciò su cui si basa tutta la vita del matematico, che è appunto un teorico degli insiemi.
quindi sapevatelo: "alcuni infiniti sono più grandi di altri" è un teorema di cantor.
per combattere la sua battaglia persa il matematico ha aperto il blog cantor on the shore, in cui spiega - in inglese - i riferimenti alla logica che si trovano nella vita quotidiana.
vi siete mai chiesti cosa significa "verso l'infinito e oltre"? lui sì, ovviamente.
io no, al massimo mi chiedo: "cos'è che cuciniamo stasera per cena?"
la mia battaglia persa è quella contro i po' con l'accento e i perché con l'accento sbagliato. motivo per cui ho aperto un gruppo fb che si chiama grammarnazi italiani: lo uso per sfogare con i miei simili l'orticaria che mi viene ogni volta che trovo un refuso.
la battaglia persa del matematico è quella che vedete in figura. la frase "alcuni infiniti sono più grandi di altri" attribuita a john green, l'autore di colpa delle stelle, libro che io ho amato.
ora, qual è il problema?
il problema è che "alcuni infiniti sono più grandi di altri" non è una frasetta da baci perugina inventata da uno scrittore per teenager ma è un teorema di cantor, il teorema fondante la teoria degli insiemi, ovvero ciò su cui si basa tutta la vita del matematico, che è appunto un teorico degli insiemi.
quindi sapevatelo: "alcuni infiniti sono più grandi di altri" è un teorema di cantor.
per combattere la sua battaglia persa il matematico ha aperto il blog cantor on the shore, in cui spiega - in inglese - i riferimenti alla logica che si trovano nella vita quotidiana.
vi siete mai chiesti cosa significa "verso l'infinito e oltre"? lui sì, ovviamente.
io no, al massimo mi chiedo: "cos'è che cuciniamo stasera per cena?"
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