sabato 22 settembre 2012

fish tank

ho visto il meraviglioso film tomboy (la storia di una ragazzina di dieci anni che quando si trasferisce con i genitori fa credere ai nuovi compagni di giochi di essere un maschio, fino a quando non c'è più modo di nascondere la verità).
imdb (il database internazionale dei film) suggeriva a chi avesse apprezzato tomboy di vedere fish tank. lo presentavano come la storia di una ragazza la cui vita cambia quando la madre trova un nuovo compagno.
pensavo a un film piuttosto innocuo, di litigate madre e figlia e prese di coscienza sul diritto dei genitori di essere felici. invece è un film durissimo.
mia, la protagonista, è una ragazza tosta, sola, che se ne frega di dover andare a scuola, che ama ballare la break dance, che si ubriaca, che scavalca recinzioni e cerca di liberare un cavallo incatenato.
la madre è la tipica "gnocca senza testa", che la dà e la sdà con la leggerezza di una farfalla. è così attenta alle sue figlie da dire a mia "sai che ti volevo abortire, avevo già preso l'appuntamento".
sullo sfondo, una grigissima periferia degradata.
un po' mi sta sulle scatole che le ragazze come mia vengano sempre inserite in famiglie sfasciate, case popolari e contesti sociali marginali,
(vedi la protagonista del romanzo numbers di rachel ward - piemme) come se solo a loro fosse permesso di vestirsi e comportarsi in quel modo.
possibile che nelle famiglie "normali" che vivono in zone della città "normali" non si trovino protagoniste di carattere e storie durissime?

1 commento:

Anonimo ha detto...

mah, per esempio ultimamente il Figlio Adolescente sta diventando un bel tipetto, anche se non abitiamo in una periferia degradata ;-)

alga