stamattina sono andata a fare la spesa.
è buona regola andare a fare la spesa con lo stomaco pieno, quando si ha fame si comprerebbe qualunque cosa in quantità industriale: 6 pacchi di gallette di riso (quelle insapori che quando le addenti sembrano polistirolo espanso), 5 confezioni di patatine rustiche san carlo cotte al forno, 2 confezioni di kinder bueno...
e infatti io stamattina sono andata a far la spesa appena dopo colazione (subito dopo aver terminato la lettura di "diario semiserio di una redattrice a progetto"), solo che, inspiegabilmente, mi sono trovata fuori dalla biblioteca con 3 libri presi in prestito (incluso "cercando alaska" di john green) e poi fuori dalla libreria con 2 testi acquistati al modico prezzo di 22 euro e 41 (invece di 24 euro e 90 grazie allo sconto studenti che continuo ad ottenere esibendo il badge dell'università di padova -università che non mi vede dal giorno della mia laurea datata luglio 2006. badge che è l'unica tessera magnetica salvatasi dal disastroso smarrimento del portafoglio, grazie al fatto che l'avevo lasciata in giro).
il fatto è che, nei periodi schifi come questo, la lettura/la letteratura diventa ancora più necessaria della pasta al sugo in pausa pranzo.
non posso fare a meno di rifugiarmi in luoghi di finzione, non posso fare a meno di nutrirmi delle storie degli altri, in attesa che la mia storia sia più facile da vivere.
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