anche oggi ho avuto la mia dose di manoscrittari quotidiana.
altre due o tre telefonate così e il prossimo che mi dice "volevo sapere come faccio a pubblicare il mio romanzo con la vostra casa editrice" gli sbatto la cornetta in faccia.
intendiamoci, anch'io a 19 anni ho mandato in giro un romanzo, che a leggerlo ora quasi mi vergogno di aver pensato che fosse un romanzo, ma prima di scriverlo ho letto parecchio, e prima di spedirlo mi sono letta un libro dal titolo "l'autore in cerca di editore". cioè, ero ingenua, presuntuosa, ambiziosa, ma ero anche sgamata.
credo che siano due gli equivoci principali: che scrivere un romanzo sia facile, che un editore sia un tipografo.
scrivere un romanzo è difficilissimo, lo dico perché ci ho provato e lo dico anche perché ho avuto modo di leggere decine di proposte editoriali (tutte inadeguate).
un editore, soprattutto un grande editore, non pubblica tutto quello che gli arriva, anzi, non pubblica quasi niente di quello che gli arriva, e se lo fa, rimette mano al testo tipo così
detto questo, credo che prima o poi scriverò un manuale sull'argomento.
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