odio tutte le ricorrenze. dal compleanno mio (e degli altri) in giù, (e in su).
tuttavia trovo l'hashtag di elena stacanelli un modo abbastanza sopportabile di superare l'ennesima ricorrrenza. per cui
anche quest'anno non mi sono iscritta in palestra
anche quest'anno non ho scritto un romanzo decente
anche quest'anno ho scritto sul blog
anche quest'anno ho comprato magliette azzurropillin tutte uguali
anche quest'anno non sono andata in vacanza
anche quest'anno ho letto meno dell'anno precedente
anche quest'anno non ho mai preso in mano un ferro da stiro
anche quest'anno ho odiato l'inverno e il freddo e la pioggia e il cielo grigio
anche quest'anno non ho letto il cacciatore di aquiloni
anche quest'anno ho letto, scritto e parlato pochissimo tedesco
anche quest'anno ho guardato il bagno di casa mia, lercio, e ho pensato che mia madre sarebbe inorridita
anche quest'anno non ho sentito il ticchettio dell'orologio biologico
anche quest'anno ho fatto cazzate, e pianto, senza rimpiangere le cazzate fatte.
anche quest'anno ho detto al matematico che dovevamo lasciarci
anche quest'anno ho sempre scritto perché con l'accento giusto
anche quest'anno mi sono arrabbiata per ogni perchè
anche quest'anno ho passato molto più tempo su internet che nella vita
anche quest'anno ho comprato libri che non ho ancora letto
anche quest'anno ho creduto che avrei scritto un romanzo bellissimo
anche quest'anno mi sono persa a vienna
anche quest'anno ho preso in considerazione il suicidio come unica via percorribile
anche quest'anno non ho bevuto né fumato
anche quest'anno non mi sono messa in costume
anche quest'anno ho scritto email torrenziali più utili di una psicoterapia
anche quest'anno sono stata io, sono stata me
e voi? che anche quest'anno avete? (anche se ormai era l'anno scorso)
contatti
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martedì 31 dicembre 2013
sabato 28 dicembre 2013
epic fail
volevo i capelli azzurropillin.
mi sembrava una tappa obbligata del percorso verso il diventare un colore, il mio colore. cioè... azzurropillin.
sono quindi andata dalla parrucchiera con quel preciso intento.
sfortunatamente la mia parrucchiera, pur essendo stata istruita sul colore desiderato, ha pensato che un colore simile andasse bene lo stesso. che l'obiettivo fosse avere in testa un colore eccentrico qualunque. quando ho visto la tintura ho subito detto che era "troppo verde". ma lei ha detto di non guardare la confezione.
alla fine dopo due ore di bruciante decolorazione e mezz'ora con la tintura troppo verde sono diventata non azzurropillin, né blu, ma color lamù.
che di per sé non è un brutto colore. ma non è il colore che volevo avere in testa. e non ha nessun senso che io l'abbia in testa e sono molto triste. perché sono scema senza essere azzurropillin.
mi sembrava una tappa obbligata del percorso verso il diventare un colore, il mio colore. cioè... azzurropillin.
sono quindi andata dalla parrucchiera con quel preciso intento.
sfortunatamente la mia parrucchiera, pur essendo stata istruita sul colore desiderato, ha pensato che un colore simile andasse bene lo stesso. che l'obiettivo fosse avere in testa un colore eccentrico qualunque. quando ho visto la tintura ho subito detto che era "troppo verde". ma lei ha detto di non guardare la confezione.
alla fine dopo due ore di bruciante decolorazione e mezz'ora con la tintura troppo verde sono diventata non azzurropillin, né blu, ma color lamù.
che di per sé non è un brutto colore. ma non è il colore che volevo avere in testa. e non ha nessun senso che io l'abbia in testa e sono molto triste. perché sono scema senza essere azzurropillin.
domenica 22 dicembre 2013
il lato positivo (del natale - in italia - con i tuoi)
è la totale deresponsabilizzazione. non sì è più adulti ma figli. e...
la biancheria si lava, si stende e ritorna nel cassetto da sola.
il frigo si riempie in autonomia.
i cibi si cucinano e compongono in ottime pietanze come al ristorante.
la tavola si apparecchia e si sparecchia per conto suo.
i piatti si lavano da sé e da sé ritornano nella credenza.
le massime preoccupazioni sono respirare, lavarsi, vestirsi.
e trovare la ricetta di un dolce da preparare per il pranzo di natale.
la biancheria si lava, si stende e ritorna nel cassetto da sola.
il frigo si riempie in autonomia.
i cibi si cucinano e compongono in ottime pietanze come al ristorante.
la tavola si apparecchia e si sparecchia per conto suo.
i piatti si lavano da sé e da sé ritornano nella credenza.
le massime preoccupazioni sono respirare, lavarsi, vestirsi.
e trovare la ricetta di un dolce da preparare per il pranzo di natale.
domenica 8 dicembre 2013
a matita
e poi arriva un giorno in cui ti dici: da oggi è tutto diverso.
da oggi sono a dieta.
da oggi vado a correre tutti i giorni.
da oggi non mangio più dolci.
da oggi scrivo 5.000 battute al giorno.
da oggi non fumo più.
da oggi non bevo più alcolici.
da oggi non compro più vestiti/gioielli/libri/giocattolini tecnologici (a seconda di quale sia il settore merceologico che ci prosciuga le finanze)
sono giorni drastici, in cui l'inevitabilità di quella decisione ci sembra lampante. una necessità. un modo per salvarsi, per mettersi al riparo da se stessi.
sono giorni in cui tracciamo una linea.
eppure, per quanto quella decisione sia necessaria, è difficilissimo mantenerle fede. viene da dire, sarà poi così grave se la dieta la inizio domani? se mangio quest'unico cioccolatino? se do fondo a questa bottiglia di vino già iniziata? se chiedo a un passante una sigaretta?
ci sono giorni in cui tracciamo una linea. ed è una linea tracciata a matita. basterebbe nulla per cancellarla, per lasciar perdere, per rimandare a domani, per tornare indietro e far finta di niente, che non siano poi così gravi quei chili in più, quella tosse fastidiosa, quel fegato ingrossato, quel conto in rosso.
è difficile, difficilissimo, prendere sul serio quella linea. così sottile.
eppure è l'unico modo per salvarsi da se stessi.
da oggi sono a dieta.
da oggi vado a correre tutti i giorni.
da oggi non mangio più dolci.
da oggi scrivo 5.000 battute al giorno.
da oggi non fumo più.
da oggi non bevo più alcolici.
da oggi non compro più vestiti/gioielli/libri/giocattolini tecnologici (a seconda di quale sia il settore merceologico che ci prosciuga le finanze)
sono giorni drastici, in cui l'inevitabilità di quella decisione ci sembra lampante. una necessità. un modo per salvarsi, per mettersi al riparo da se stessi.
sono giorni in cui tracciamo una linea.
eppure, per quanto quella decisione sia necessaria, è difficilissimo mantenerle fede. viene da dire, sarà poi così grave se la dieta la inizio domani? se mangio quest'unico cioccolatino? se do fondo a questa bottiglia di vino già iniziata? se chiedo a un passante una sigaretta?
ci sono giorni in cui tracciamo una linea. ed è una linea tracciata a matita. basterebbe nulla per cancellarla, per lasciar perdere, per rimandare a domani, per tornare indietro e far finta di niente, che non siano poi così gravi quei chili in più, quella tosse fastidiosa, quel fegato ingrossato, quel conto in rosso.
è difficile, difficilissimo, prendere sul serio quella linea. così sottile.
eppure è l'unico modo per salvarsi da se stessi.
martedì 3 dicembre 2013
capelli bianchi
non ho mai avuto un buon rapporto con i miei capelli bianchi.
appena ne avvistavo uno mi premuravo a isolarlo e a strapparlo.
e quello che ho scoperto, passando intere mezz'ore davanti allo specchio del bagno, è che i capelli bianchi non sono come gli altri. hanno una consistenza diversa, sembrano fili di nylon trasparenti che una volta lasciati cadere sul lavandino si mimetizzano completamente nel suo bianco.
ora i capelli bianchi sono diventati così numerosi, e così oscenamente visibili, che non è più possibile strapparli. (anche perché spesso, insieme al capello incriminato, vengono sacrificati anche degli altri capelli innocenti)
quello che non capisco è perché in testa agli altri mi sembrino perfettamente normali e accettabili e sulla mia no.
ma me ne farò una ragione, spero.
appena ne avvistavo uno mi premuravo a isolarlo e a strapparlo.
e quello che ho scoperto, passando intere mezz'ore davanti allo specchio del bagno, è che i capelli bianchi non sono come gli altri. hanno una consistenza diversa, sembrano fili di nylon trasparenti che una volta lasciati cadere sul lavandino si mimetizzano completamente nel suo bianco.
ora i capelli bianchi sono diventati così numerosi, e così oscenamente visibili, che non è più possibile strapparli. (anche perché spesso, insieme al capello incriminato, vengono sacrificati anche degli altri capelli innocenti)
quello che non capisco è perché in testa agli altri mi sembrino perfettamente normali e accettabili e sulla mia no.
ma me ne farò una ragione, spero.
sabato 30 novembre 2013
workout
l'idea di fare fatica per sembrare figa e tonica non mi è mai passata per la testa.
succede però che i dieci giorni passati nel letto da moribonda hanno trasformato il mio culo e le mie cosce, già non propriamente torniti e sodi, in terreno fertile per una cellulite in gran forma.
persino il mio scarsissimo amor proprio ha gridato allo scempio. era quindi necessario fare qualcosa. ma cosa?
piscina? no, non mi metto in costume da dieci anni e non ho intenzione di ricominciare nella promiscuità dei bagni austriaci.
palestra? no, troppo pigra. la palestra dei criceti, l'unica vicino casa, l'avevo già provata e ne ero scappata a gambe levate.
certo, ci sono le mie lunghe passeggiate sul donaukanal. ma non bastano. non più.
mentre mi arrovellavo sulla questione si è palesato provvidenzialmente sulla mia bacheca fb questo video, della durata di 37 minuti.
l'amica che l'aveva postato dichiarava di essere arrivata in fondo (per miracolo). incoraggiata da questo messaggio mi sono detta "proviamo".
ho fatto partire il video ed ho iniziato a ripetere i movimenti suggeriti. si parte con degli esercizi di riscaldamento che hanno l'unico scopo di evitare "injuries". arrivata al minuto sette, cioè ancora prima che iniziasse il training vero e proprio, ero già sudata e senza fiato. ho chiuso il video e sono tornata sul divano. il giorno dopo mi faceva male tutto.
la mia lotta alla cellulite finisce qui. e poco male, dato che il video serve a tonificare gli addominali.
succede però che i dieci giorni passati nel letto da moribonda hanno trasformato il mio culo e le mie cosce, già non propriamente torniti e sodi, in terreno fertile per una cellulite in gran forma.
persino il mio scarsissimo amor proprio ha gridato allo scempio. era quindi necessario fare qualcosa. ma cosa?
piscina? no, non mi metto in costume da dieci anni e non ho intenzione di ricominciare nella promiscuità dei bagni austriaci.
palestra? no, troppo pigra. la palestra dei criceti, l'unica vicino casa, l'avevo già provata e ne ero scappata a gambe levate.
certo, ci sono le mie lunghe passeggiate sul donaukanal. ma non bastano. non più.
mentre mi arrovellavo sulla questione si è palesato provvidenzialmente sulla mia bacheca fb questo video, della durata di 37 minuti.
l'amica che l'aveva postato dichiarava di essere arrivata in fondo (per miracolo). incoraggiata da questo messaggio mi sono detta "proviamo".
ho fatto partire il video ed ho iniziato a ripetere i movimenti suggeriti. si parte con degli esercizi di riscaldamento che hanno l'unico scopo di evitare "injuries". arrivata al minuto sette, cioè ancora prima che iniziasse il training vero e proprio, ero già sudata e senza fiato. ho chiuso il video e sono tornata sul divano. il giorno dopo mi faceva male tutto.
la mia lotta alla cellulite finisce qui. e poco male, dato che il video serve a tonificare gli addominali.
giovedì 28 novembre 2013
capelli
lo sanno tutti che quando una donna cambia completamente taglio di capelli... è perché le è successo qualcosa.
io dopo l'operazione volevo farmi rasare a zero. era di venerdì, avevo già preparato la scusa per convincere la parrucchiera, "sa, la prossima settimana inizio la chemioterapia". guardandomi ci avrebbe creduto di sicuro, i miei cinquanta chili da bagnata, il mio pallore lunare.
poi quel venerdì ero così stanca che non ho trovato le forze per vestirmi, scendere le scale, attraversare la strada e farlo sul serio.
però alla fine i capelli li ho tagliati davvero. corti. non a zero perché il lunedì in cui sono andata dalla parrucchiera non mi odiavo tanto come mi odiavo il venerdì in cui mi sarei voluta rasare.
ora, però, questi capelli corti, li voglio anche azzurropillin.
io dopo l'operazione volevo farmi rasare a zero. era di venerdì, avevo già preparato la scusa per convincere la parrucchiera, "sa, la prossima settimana inizio la chemioterapia". guardandomi ci avrebbe creduto di sicuro, i miei cinquanta chili da bagnata, il mio pallore lunare.
poi quel venerdì ero così stanca che non ho trovato le forze per vestirmi, scendere le scale, attraversare la strada e farlo sul serio.
però alla fine i capelli li ho tagliati davvero. corti. non a zero perché il lunedì in cui sono andata dalla parrucchiera non mi odiavo tanto come mi odiavo il venerdì in cui mi sarei voluta rasare.
ora, però, questi capelli corti, li voglio anche azzurropillin.
mercoledì 27 novembre 2013
vita, scrittura (e masterpiece)
chiunque abbia scritto, o almeno provato a scrivere, un racconto o un romanzo sa che si scrive solo di ciò che si conosce.
l'unica fonte a cui si può attingere è la propria vita. non c'è scampo. quello che si legge, si ascolta, si guarda, si vive è l'unico materiale possibile per la scrittura.
non si può scrivere di quello che non si conosce, per il semplice fatto che non lo si conosce. un mio personaggio non potrà mai essere malato di (malattia che non conosco) per il semplice fatto che non l'ho mai sentita nominare. non so quali siano i sintomi, non so come si manifesti, quali organi colpisca, come ci si senta, come si possa guarire.
un mio personaggio invece potrà avere un fibroma uterino, potrà innamorarsi del suo ginecologo, soffrire di depressione post operatoria, ma potrà anche soffrire di colite ulcerosa o partorire o amare una persona del suo stesso sesso perché, anche se io non ho vissuto in prima persona nessuna di queste cose, ne sono stata in qualche modo sfiorata e riesco ad immaginare come possa essere.
anche nella scrittura vale la legge della conservazione della massa "niente si crea, niente si distrugge, tutto si trasforma".
la vita di uno scrittore è una compostiera, viene tutto messo da parte a decomporsi per diventare scrittura. per la serie "dal letame nascono i fiori".
quindi tutto quello che un autore scrive è autobiografico, non in senso letterale, ma nel senso che le sue pagine hanno come unica fonte cui attingere la sua vita e le sue ossessioni.
quindi trovo disturbante che a masterpiece si voglia per forza far coincidere protagonista della narrazione e autore.
il romanzo parla di luca che si innamora di alice. e subito la domanda è: nella tua vita c'è un'alice? e ovviamente nella vita dell'autore un'alice c'è, ed ha anche tentato di uccidersi davanti a lui.
e allora? che cosa c'entra? la qualità del romanzo non ha nulla a che fare con la vita del suo autore. è la scelta della voce, del punto di vista, la selezione delle scene, il cosa mettere dentro e cosa tenere fuori dalle pagine che fa il romanzo.
insomma, per dirla con flaubert "madame bovary c'est moi". fatevene una ragione...
l'unica fonte a cui si può attingere è la propria vita. non c'è scampo. quello che si legge, si ascolta, si guarda, si vive è l'unico materiale possibile per la scrittura.
non si può scrivere di quello che non si conosce, per il semplice fatto che non lo si conosce. un mio personaggio non potrà mai essere malato di (malattia che non conosco) per il semplice fatto che non l'ho mai sentita nominare. non so quali siano i sintomi, non so come si manifesti, quali organi colpisca, come ci si senta, come si possa guarire.
un mio personaggio invece potrà avere un fibroma uterino, potrà innamorarsi del suo ginecologo, soffrire di depressione post operatoria, ma potrà anche soffrire di colite ulcerosa o partorire o amare una persona del suo stesso sesso perché, anche se io non ho vissuto in prima persona nessuna di queste cose, ne sono stata in qualche modo sfiorata e riesco ad immaginare come possa essere.
anche nella scrittura vale la legge della conservazione della massa "niente si crea, niente si distrugge, tutto si trasforma".
la vita di uno scrittore è una compostiera, viene tutto messo da parte a decomporsi per diventare scrittura. per la serie "dal letame nascono i fiori".
quindi tutto quello che un autore scrive è autobiografico, non in senso letterale, ma nel senso che le sue pagine hanno come unica fonte cui attingere la sua vita e le sue ossessioni.
quindi trovo disturbante che a masterpiece si voglia per forza far coincidere protagonista della narrazione e autore.
il romanzo parla di luca che si innamora di alice. e subito la domanda è: nella tua vita c'è un'alice? e ovviamente nella vita dell'autore un'alice c'è, ed ha anche tentato di uccidersi davanti a lui.
e allora? che cosa c'entra? la qualità del romanzo non ha nulla a che fare con la vita del suo autore. è la scelta della voce, del punto di vista, la selezione delle scene, il cosa mettere dentro e cosa tenere fuori dalle pagine che fa il romanzo.
insomma, per dirla con flaubert "madame bovary c'est moi". fatevene una ragione...
lunedì 25 novembre 2013
novembre
ho letto a ritroso tutti i post dei novembre passati.
mi sono chiesta: ma come ho fatto a scrivere dei post a novembre, gli anni scorsi?
e così me li sono riletti.
e ci ho trovato dentro tanta politica, qualche aneddoto succoso (tipo la volta che siamo rimasti chiusi in ascensore, o quella in cui ho fatto suonare l'allarme del roberto saviano della ristorazione), tanta fatica/tristezza/paura del futuro/voglia di restare a farsi coccolare nel tepore del piumone.
novembre era il mese delle luci d'artista, il mese del torino film festival.
ora è solo un mese freddo come gli altri.
però sono andata al cinema, a vedere "catching fire" in imax ed è stata un'esperienza visiva e sensoriale meravigliosa. (stupenda la scena del "vestito che si trasforma".) non vedo l'ora che esca la trilogia completa in ebook.
e poi hanno acceso le luci di natale anche qui, e c'è un palazzo altissimo sulla cui facciata "nevica", e un palazzo altissimo sulla cui cima è installata una guglia che fa le previsioni del tempo: lucine verdi il tempo migliora, lucine rosse il tempo peggiora, lucine bianche nevica...
certo, niente a che vedere con il volo dei numeri sulla mole, o del tappeto volante in piazza palazzo di città.
per il resto cerco di leggere, cerco di scrivere, cerco di trovare lavoro, cerco di camminare, cerco di aspettare senza farmi del male.
mi sono chiesta: ma come ho fatto a scrivere dei post a novembre, gli anni scorsi?
e così me li sono riletti.
e ci ho trovato dentro tanta politica, qualche aneddoto succoso (tipo la volta che siamo rimasti chiusi in ascensore, o quella in cui ho fatto suonare l'allarme del roberto saviano della ristorazione), tanta fatica/tristezza/paura del futuro/voglia di restare a farsi coccolare nel tepore del piumone.
novembre era il mese delle luci d'artista, il mese del torino film festival.
ora è solo un mese freddo come gli altri.
però sono andata al cinema, a vedere "catching fire" in imax ed è stata un'esperienza visiva e sensoriale meravigliosa. (stupenda la scena del "vestito che si trasforma".) non vedo l'ora che esca la trilogia completa in ebook.
e poi hanno acceso le luci di natale anche qui, e c'è un palazzo altissimo sulla cui facciata "nevica", e un palazzo altissimo sulla cui cima è installata una guglia che fa le previsioni del tempo: lucine verdi il tempo migliora, lucine rosse il tempo peggiora, lucine bianche nevica...
certo, niente a che vedere con il volo dei numeri sulla mole, o del tappeto volante in piazza palazzo di città.
per il resto cerco di leggere, cerco di scrivere, cerco di trovare lavoro, cerco di camminare, cerco di aspettare senza farmi del male.
mercoledì 13 novembre 2013
cosa ho scoperto a mie spese
dopo una settimana di quasi immobilità, passata un po' in ospedale un po' a casa, a trascinarmi dal letto al bagno e viceversa, guardando film come se non ci fosse un domani (city of angel, se mi lasci ti cancello, shakespeare in love, sliding doors, hitch, una notte da leoni, harry ti presento sally), giocando a candy crush (sono arrivata all'ultimo livello! il 500), controllando compulsivamente le email, e facebook, e twitter, e il cellulare.
dopo una settimana senza passi e senza poter sentire in faccia l'aria, succede che i pensieri diventano stantii, che l'orizzonte si restringe, che l'infelicità stringe la gola e l'unica cosa che desideri è morire.
pensi che se vivessi almeno al settimo piano ti butteresti dalla finestra
che se avessi un cutter e una vasca da bagno da riempire d'acqua calda ti taglieresti le vene
che se avessi alcolici e antidepressivi li prenderesti fino a morirne, dimenticando di essere astemia
che se avessi il gas - e non le piastre a induzione - ti ci intossicheresti fino a smettere di respirare
l'unico pensiero lucido è la morte. tutto resto è un blob maleodorante che gli galleggia intorno, rendendo il pensiero della morte ancora più lucente.
si chiama depressione post operatoria, e io ci sono caduta in pieno.
e allora ieri, che c'era il sole, ho pensato che se dovevo morire, tanto valeva che mi trovassero morta sul donaukanal. così mi sono vestita, ho messo la sciarpa e i parorecchie pelosi e sono uscita.
ho fatto 3363 passi, ho sentito il sole e l'aria, ho respirato a pieni polmoni, ho guardato l'acqua scorrere e ho pensato che sono ancora viva. (una volta a casa sono stramazzata a letto)
c'è un fiume vicino casa, potrei riempirmi le tasche di sassi e annegarmici, come virginia woolf.
invece.
ps: se qualcuno volesse consigliarmi dei film da guardare nei prossimi giorni di immobilità i commenti sono aperti!
dopo una settimana senza passi e senza poter sentire in faccia l'aria, succede che i pensieri diventano stantii, che l'orizzonte si restringe, che l'infelicità stringe la gola e l'unica cosa che desideri è morire.
pensi che se vivessi almeno al settimo piano ti butteresti dalla finestra
che se avessi un cutter e una vasca da bagno da riempire d'acqua calda ti taglieresti le vene
che se avessi alcolici e antidepressivi li prenderesti fino a morirne, dimenticando di essere astemia
che se avessi il gas - e non le piastre a induzione - ti ci intossicheresti fino a smettere di respirare
l'unico pensiero lucido è la morte. tutto resto è un blob maleodorante che gli galleggia intorno, rendendo il pensiero della morte ancora più lucente.
si chiama depressione post operatoria, e io ci sono caduta in pieno.
e allora ieri, che c'era il sole, ho pensato che se dovevo morire, tanto valeva che mi trovassero morta sul donaukanal. così mi sono vestita, ho messo la sciarpa e i parorecchie pelosi e sono uscita.
ho fatto 3363 passi, ho sentito il sole e l'aria, ho respirato a pieni polmoni, ho guardato l'acqua scorrere e ho pensato che sono ancora viva. (una volta a casa sono stramazzata a letto)
c'è un fiume vicino casa, potrei riempirmi le tasche di sassi e annegarmici, come virginia woolf.
invece.
ps: se qualcuno volesse consigliarmi dei film da guardare nei prossimi giorni di immobilità i commenti sono aperti!
venerdì 8 novembre 2013
cose che ho imparato
un ospedale è un mondo parallelo in cui il tempo prende forme imprevedibili.
il camice per la sala operatoria e le calze anti trombosi hanno un loro fascino quasi erotico, che le mutande di rete e gli assorbenti di tessuto annientano all'istante.
i sedativi sono una cosa meravigliosa.
l'anestesia totale è una cosa meravigliosa.
risvegliarsi da un'anestesia totale è faticosissimo. la tua mente è lucidissima ma non ha alcun potere su alcuna parte del corpo.
quando esci da una sala operatoria dopo ore e ti svegli da un'anestesia totale non hai la più pallida idea di cosa ti abbiano fatto né di quanto tempo sia passato. per quello che ne sai potrebbero aver giocato a tria con il bisturi sulla tua pancia per dieci minuti, potrebbero averti amputato le gambe, potrebbero aver rischiato di ucciderti in cinque ore.
tuttavia non hai alcuna intenzione di toccare alcunché per accertarti di cosa sia successo. già il fatto di essere lucida ti sembra un traguardo.
il tuo senso del pudore, che fino a poco prima era moltissimo, non esiste più. ti lasci spogliare, guardare, lavare e toccare da chiunque.
gli antidolorifici non sono mai potenti quanto li vorresti.
con la persona che ti opera salvandoti la vita si crea una sorta di sindrome di stoccolma, o forse esiste già un nome specifico per il sentimento malsano che senti di nutrire per il ginechirurgo.
dopo aver conosciuto un sacco di dolori astratti (come nostalgia, solitudine, isolamento, depressione) provare del dolore fisico intenso, collocabile e definibile (mi fa male tutto. sento bruciare, tirare, strappare, premere, stringere...) è quasi un sollievo.
attività quotidiane come girarsi nel letto, alzarsi, sdraiarsi, ridere, tossire, starnutire, persino camminare, possono diventare improvvisamente imprese eroiche per quanto sono dolorose.
in ogni caso è andato tutto bene. sono a casa e spero presto di poter contare i passi non a decine, i pochi che faccio tra camera e bagno, ma a migliaia.
il camice per la sala operatoria e le calze anti trombosi hanno un loro fascino quasi erotico, che le mutande di rete e gli assorbenti di tessuto annientano all'istante.
i sedativi sono una cosa meravigliosa.
l'anestesia totale è una cosa meravigliosa.
risvegliarsi da un'anestesia totale è faticosissimo. la tua mente è lucidissima ma non ha alcun potere su alcuna parte del corpo.
quando esci da una sala operatoria dopo ore e ti svegli da un'anestesia totale non hai la più pallida idea di cosa ti abbiano fatto né di quanto tempo sia passato. per quello che ne sai potrebbero aver giocato a tria con il bisturi sulla tua pancia per dieci minuti, potrebbero averti amputato le gambe, potrebbero aver rischiato di ucciderti in cinque ore.
tuttavia non hai alcuna intenzione di toccare alcunché per accertarti di cosa sia successo. già il fatto di essere lucida ti sembra un traguardo.
il tuo senso del pudore, che fino a poco prima era moltissimo, non esiste più. ti lasci spogliare, guardare, lavare e toccare da chiunque.
gli antidolorifici non sono mai potenti quanto li vorresti.
con la persona che ti opera salvandoti la vita si crea una sorta di sindrome di stoccolma, o forse esiste già un nome specifico per il sentimento malsano che senti di nutrire per il ginechirurgo.
dopo aver conosciuto un sacco di dolori astratti (come nostalgia, solitudine, isolamento, depressione) provare del dolore fisico intenso, collocabile e definibile (mi fa male tutto. sento bruciare, tirare, strappare, premere, stringere...) è quasi un sollievo.
attività quotidiane come girarsi nel letto, alzarsi, sdraiarsi, ridere, tossire, starnutire, persino camminare, possono diventare improvvisamente imprese eroiche per quanto sono dolorose.
in ogni caso è andato tutto bene. sono a casa e spero presto di poter contare i passi non a decine, i pochi che faccio tra camera e bagno, ma a migliaia.
giovedì 7 novembre 2013
sbilanciamento
ho capito che è la persona giusta la prima volta che l'ho incontrato.
ho sentito quella sintonia, difficile da instaurare con gli sconosciuti. ma con lui c'è stata da subito, l'ho sentita. non posso essermi sbagliata.
ha riso alle mie battute, ha condiviso con me un momento intimo, di confidenze difficili, mi ha guardata negli occhi e la stretta di mano con cui ci siamo salutati è stata così calda che ho pensato che con lui sarei andata anche all'inferno, che davanti a lui avrei potuto metterti nuda e addormentata.
poi ci siamo incontrati di nuovo, e di nuovo. e lui, tutte le volte, è riuscito in quello che credevo impossibile: dimostrare di non ricordarsi affatto di me.
lui è il mio ginechirurgo, quello che ha promesso di togliermi in laparoscopia il fibroma di dieci centimetri che dilata il mio utero come se fossi al quarto mese di gravidanza. lui è quello che ha promesso che il giorno dopo l'operazione potrò tornare a casa e che la settimana successiva potrò riprendere le mie attività normalmente.
davanti a lui dovrò mettermi davvero nuda e addormentata. in lui non posso far altro che riporre cieca e totale fiducia, aggrappandomi alla bella sensazione di quel primo incontro.
giovedì 31 ottobre 2013
la cura
passi e parole.
12196 passi, 5267 battute.
vorrei che le dita sulla tastiera si muovessero in fretta come i piedi. ma non sono capace di scrivere di getto, senza badare all'ortografia e alla punteggiatura.
vorrei solo vomitare sulla pagina, invece mi ritrovo a scegliere con cura le parole, a selezionarle come se davvero importasse qualcosa a qualcuno.
12196 passi, 5267 battute.
vorrei che le dita sulla tastiera si muovessero in fretta come i piedi. ma non sono capace di scrivere di getto, senza badare all'ortografia e alla punteggiatura.
vorrei solo vomitare sulla pagina, invece mi ritrovo a scegliere con cura le parole, a selezionarle come se davvero importasse qualcosa a qualcuno.
martedì 29 ottobre 2013
it's just that it's delicate
non scrivo perché non ho parole.
ho passi, colori, sensazioni, canzoni da ascoltare e riascoltare.
ma non ho parole per dire.
ho i passi, contati a decine di migliaia. un piede davanti all'altro lungo il donaukanal, sotto cieli grigi, contro vento, nella luce avvolgente di tramonti che arrivano sempre più presto, o sotto cieli tersi e nell'aria tiepida di giornate gentili.
ho il bianco della luce, delle lenzuola, delle pareti della stanza in cui, da una flebo, gocciola il ferro che dovrebbe risollevare le sorti della mia anemia che mi rende bianca, come la luce, le lenzuola, le pareti in cui resto per un'ora.
ho la paura, il desiderio, la nostalgia, l'attesa.
e poi ho damien rice.
ho passi, colori, sensazioni, canzoni da ascoltare e riascoltare.
ma non ho parole per dire.
ho i passi, contati a decine di migliaia. un piede davanti all'altro lungo il donaukanal, sotto cieli grigi, contro vento, nella luce avvolgente di tramonti che arrivano sempre più presto, o sotto cieli tersi e nell'aria tiepida di giornate gentili.
ho il bianco della luce, delle lenzuola, delle pareti della stanza in cui, da una flebo, gocciola il ferro che dovrebbe risollevare le sorti della mia anemia che mi rende bianca, come la luce, le lenzuola, le pareti in cui resto per un'ora.
ho la paura, il desiderio, la nostalgia, l'attesa.
e poi ho damien rice.
mercoledì 9 ottobre 2013
sì e no
al talent show non sono stata presa. e forse è più una fortuna che una sfortuna.
al concorso maria pia forte non sono risultata vincitrice.
insomma, due sì che si sono trasformati in due no.
non resta che un concorso in cui sperare.
intanto, per passare il tempo, potete scaricare qui il pdf del racconto che non ha vinto.
al concorso maria pia forte non sono risultata vincitrice.
insomma, due sì che si sono trasformati in due no.
non resta che un concorso in cui sperare.
intanto, per passare il tempo, potete scaricare qui il pdf del racconto che non ha vinto.
domenica 6 ottobre 2013
delusion
tornare è sempre difficile, per me.
è tutto uguale e tutto diverso.
il ciottolato, le facciate dei palazzi, le aree verdi, tutto è pulito, ristrutturato, ordinato. un borgo medievale da cartolina, molto più bello e suggestivo di come lo ricordassi.
la cucina e il bagno a casa di nonna mi sembrano minuscoli. eppure ci sono stata solo dieci mesi fa, l'ultima volta. non posso essere cresciuta. non ho più l'età in cui sei mesi si guadagnano dieci centimetri in altezza o due taglie di reggiseno. forse sono ancora la piccola silvia che si arrampicava sulla cassapanca bianca per ascoltare la storia della minestra di sassi?
la mia stanza è immune al passare del tempo. sugli scaffali ci sono libri letti quando frequentavo le superiori, nelle cornici foto di mezza dozzina (una dozzina) di anni fa, nell'armadio vestiti che indossava la me con quindici chili in più. come se invece di iniziare a occupare il mio posto nel mondo con maggiore sicurezza, avessi deciso di sparire, di rintarmi in un angolo. una muta al contrario, ho abbandonato un involucro perché troppo largo, di solito è l'involucro troppo stretto quello che si lascia.
sui volti delle persone vedo i segni del tempo che passa e mi chiedo cosa vedano loro nella mia faccia. io ci vedo i lineamenti di mia madre, che tutti hanno sempre visto in me e che io ho iniziato a scoprire solo ora.
e poi ho un contapassi. ho indotto mia sorella a regalarmi il suo. oggi ho fatto solo 6495 passi. ma sono stati passi belli. passi avvolti di chiacchiere, confidenze, amicizia, affetto.
e poi ho scoperto che delusion non significa delusione, ma delirio.
è tutto uguale e tutto diverso.
il ciottolato, le facciate dei palazzi, le aree verdi, tutto è pulito, ristrutturato, ordinato. un borgo medievale da cartolina, molto più bello e suggestivo di come lo ricordassi.
la cucina e il bagno a casa di nonna mi sembrano minuscoli. eppure ci sono stata solo dieci mesi fa, l'ultima volta. non posso essere cresciuta. non ho più l'età in cui sei mesi si guadagnano dieci centimetri in altezza o due taglie di reggiseno. forse sono ancora la piccola silvia che si arrampicava sulla cassapanca bianca per ascoltare la storia della minestra di sassi?
la mia stanza è immune al passare del tempo. sugli scaffali ci sono libri letti quando frequentavo le superiori, nelle cornici foto di mezza dozzina (una dozzina) di anni fa, nell'armadio vestiti che indossava la me con quindici chili in più. come se invece di iniziare a occupare il mio posto nel mondo con maggiore sicurezza, avessi deciso di sparire, di rintarmi in un angolo. una muta al contrario, ho abbandonato un involucro perché troppo largo, di solito è l'involucro troppo stretto quello che si lascia.
sui volti delle persone vedo i segni del tempo che passa e mi chiedo cosa vedano loro nella mia faccia. io ci vedo i lineamenti di mia madre, che tutti hanno sempre visto in me e che io ho iniziato a scoprire solo ora.
e poi ho un contapassi. ho indotto mia sorella a regalarmi il suo. oggi ho fatto solo 6495 passi. ma sono stati passi belli. passi avvolti di chiacchiere, confidenze, amicizia, affetto.
e poi ho scoperto che delusion non significa delusione, ma delirio.
mercoledì 25 settembre 2013
momenti
elastigirl, nel blog nonsolomamma, elenca i 5 momenti belli e brutti della sua giornata e invita a elencare i propri nei commenti. dato che quella sede è piena di mamme i cui cinque momenti belli sono vedere il proprio pupo dormire/cagare/ciucciare, e io non mi sentirei a mio agio lì, lo faccio qui. anzi, qui elenco solo le cose belle, da tenere strette, e non importa quante saranno. e ovviamente siete invitati ad aggiungere le vostre, se volete.
* quando mi guardo allo specchio, mi vedo un po' carina e mi sorrido, e per un attimo smetto di odiarmi e farmi la guerra
* quando rileggo qualcosa che ho scritto e penso ancora che sia bello, davvero. e mi viene fiducia nelle mie parole e penso che prima o poi arriveranno lontano
* quando apro la casella email e ci trovo parole d'affetto di amiche lontane che si fanno vicine e presenti
* quando cammino e uno scorcio di vienna mi toglie il fiato con la sua struggente bellezza e per un attimo mi sembra che questa città non mi odi così tanto e non mi sia poi così nemica
* quando la sera, sotto le coperte, il matematico mi abbraccia e mi accarezza e sussurra che sì, che andrà tutto bene. e anche se so che non lo può sapere, gli credo.
* quando un libro è così bello che riesco a dimenticarmi tra le sue pagine e alla fine a ritrovare me, tutta intera
* quando per nessun motivo in particolare mi alzo di buon umore e mi viene da sorridere e penso che tutto sommato non è male
* quando mi guardo allo specchio, mi vedo un po' carina e mi sorrido, e per un attimo smetto di odiarmi e farmi la guerra
* quando rileggo qualcosa che ho scritto e penso ancora che sia bello, davvero. e mi viene fiducia nelle mie parole e penso che prima o poi arriveranno lontano
* quando apro la casella email e ci trovo parole d'affetto di amiche lontane che si fanno vicine e presenti
* quando cammino e uno scorcio di vienna mi toglie il fiato con la sua struggente bellezza e per un attimo mi sembra che questa città non mi odi così tanto e non mi sia poi così nemica
* quando la sera, sotto le coperte, il matematico mi abbraccia e mi accarezza e sussurra che sì, che andrà tutto bene. e anche se so che non lo può sapere, gli credo.
* quando un libro è così bello che riesco a dimenticarmi tra le sue pagine e alla fine a ritrovare me, tutta intera
* quando per nessun motivo in particolare mi alzo di buon umore e mi viene da sorridere e penso che tutto sommato non è male
lunedì 23 settembre 2013
keep calm and walk, walk, walk
tenere insieme i pezzi per non andare in frantumi sta diventando un'impresa sempre più difficile.
il collante più efficace che ho trovato è camminare con la musica nelle orecchie per pensare il meno possibile (anche se i pensieri sono bravissimi a infilarsi persino tra le note).
oggi ho percorso 16 chilometri. 10 lungo il donaukanal e 6 in giro per la città.
e forse non ho ancora finito di contarli, per oggi.
il collante più efficace che ho trovato è camminare con la musica nelle orecchie per pensare il meno possibile (anche se i pensieri sono bravissimi a infilarsi persino tra le note).
oggi ho percorso 16 chilometri. 10 lungo il donaukanal e 6 in giro per la città.
e forse non ho ancora finito di contarli, per oggi.
martedì 17 settembre 2013
il mio utero è d'accordo
giallo.
la sala d'attesa della ginecologa è il giallo delle poltrone opulente.quando entro c'è solo un ragazzo con la barbetta rada che sfoglia una rivista, sprofondato nel giallo. e mi sorprende la sua presenza in un luogo così femminile. immagino la sua ragazza nell'altra stanza, a chiedere di abortire, di farsi mettere la spirale.
anche la prima volta che sono venuta qui mi aveva colpito. solo due gambe nude, ossute, intrecciate. mi piace.
tra due settimane sarò disoccupata, di nuovo,
il mio fidanzato matematico è in giappone da dieci giorni e se tutto è andato bene è appena atterrato nell'aeroporto - da qualche parte, là fuori,
il mio manuale è poco fuori dalla top cento degli ebook più venduti di amazon,
ho fatto un provino per un talent show e potrebbero chiamarmi per parteciparvi davvero,
due miei racconti potrebbero camminare da soli verso molti lettori,
è arrivato l'autunno,
e la notte, invece di dormire, ascolto musica dall'ipod.
non dico nessuna di queste cose ma le penso tutte in fila e mi manca un po' il respiro.
la ginecologa mi fa sdraiare su un lettino, mi chiede di abbassare i pantaloni e di alzare la maglia.
spreme un gel sulla pancia e lo spalma con un aggeggio di cui non conosco il nome ma che mi è familiare.
sul monitor accanto a lei inizia a delinearsi, grigio nel grigio, qualcosa di rotondo.
è grande nove centimetri. nessun cuore che batte. solo un grosso mioma che occupa tutto il corpo uterino. più grande di un pugno. grande come un feto di 14 settimane.
la
terapia ormonale non ha fatto effetto. sarebbe meglio operare. che
intenzioni ha? ho un collega chirurgo che effettua questo tipo di
operazioni in laparoscopia. un buchino all'altezza dell'ombelico. il
giorno dopo la mandano a casa, dopo una settimana è come nuova.
è probabile che rimarrà sterile, il fibroma è così grande... certo si potrebbe tentare di mantenere la fertilità.
ma io no, io sono un mostro, non voglio avere figli, il mio utero è d'accordo. tutto quello che vi può crescere sono solo delle cellule tumorali.
esco
dallo studio avvolta in una stupida euforia, sognando il giorno, forse
vicino, in cui non sarò più funestata da cicli mestruali torrenziali o
dagli orrendi effetti collaterali di terapie ormonali inutili. penso che
essere sterile sia una cosa che mi si addica, come i capelli azzurri,
come un romanzo triste.
quando vado a riprendermi la
giacca incontro di nuovo il ragazzo dalla barbetta rada, tiene per mano
una ragazza bionda con una grande pancia abitata.
martedì 10 settembre 2013
il provino per il talent show
il provino per il talent show è stato ieri, a torino.
la città mi ha accolta con un cielo azzurropillin talmente bello da sembrare finto.
una volta arrivata in rai ho incrociato margherita e insieme abbiamo letto e firmato la liberatoria con cui concedevamo i diritti di sfruttamento della nostra immagine su questo pianeta e gli altri pianeti conosciuti e sconosciuti per l'eternità e su qualsiasi mezzo esistente e esistibile in futuro.
a quel punto è arrivato paolo, un signore alto, grigio e sottile che secondo me scrive romanzi storici, ma non ho avuto modo di chiederglielo perché mi hanno chiamata in un'altra stanza, non molto grande e piuttosto spoglia.
(questa foto è un falso - oppure è stata scattata a roma: la scritta sul muro dietro la sedia non c'era. oppure io ero talmente spaesata che non l'ho vista.)
un microfonista gentilissimo e pure carino mi ha fissato il microfono alla cravatta, mi ha fatto sedere su una sedia davanti alla telecamera, mi ha fatto dire un due tre e poi due altri ragazzi mi hanno chiesto di parlare di me e del mio libro, di leggerne un pezzetto, hanno mostrato all'obiettivo la mia foto con la parrucca azzurra e mi hanno chiesto se mi piace andrea de carlo e per quale motivo dovrebbero scegliermi.
dopo il provino ho passato il pomeriggio gironzolando per la città, la mia città, la città della mia piccola mansarda torinese. e a fine giornata ero euforica, anche se l'euforia era velata dalla malinconia di trovarmi, dopo tre anni, nella città della mia vecchia vita.
questa mattina, dopo essere atterrata a vienna, mentre aspettavo il treno che mi avrebbe riportata in centro città, mi è crollata addosso una gran tristezza. la tristezza di essere tornata in esilio, la tristezza di dover rientrare in una casa vuota (il matematico è in giappone), la tristezza di essere circondata da oltre un milione di persone che parla una lingua ostile.
e se ve lo state chiedendo: no, non so quanti dei 5.000 partecipanti sarà provinato, non so dei provinati quanti accederanno al programma, non so quando mi comunicheranno l'esito del provino. non ho chiesto nulla. ma prometto che vi terrò aggiornati.
la città mi ha accolta con un cielo azzurropillin talmente bello da sembrare finto.
una volta arrivata in rai ho incrociato margherita e insieme abbiamo letto e firmato la liberatoria con cui concedevamo i diritti di sfruttamento della nostra immagine su questo pianeta e gli altri pianeti conosciuti e sconosciuti per l'eternità e su qualsiasi mezzo esistente e esistibile in futuro.
a quel punto è arrivato paolo, un signore alto, grigio e sottile che secondo me scrive romanzi storici, ma non ho avuto modo di chiederglielo perché mi hanno chiamata in un'altra stanza, non molto grande e piuttosto spoglia.
(questa foto è un falso - oppure è stata scattata a roma: la scritta sul muro dietro la sedia non c'era. oppure io ero talmente spaesata che non l'ho vista.)
un microfonista gentilissimo e pure carino mi ha fissato il microfono alla cravatta, mi ha fatto sedere su una sedia davanti alla telecamera, mi ha fatto dire un due tre e poi due altri ragazzi mi hanno chiesto di parlare di me e del mio libro, di leggerne un pezzetto, hanno mostrato all'obiettivo la mia foto con la parrucca azzurra e mi hanno chiesto se mi piace andrea de carlo e per quale motivo dovrebbero scegliermi.
dopo il provino ho passato il pomeriggio gironzolando per la città, la mia città, la città della mia piccola mansarda torinese. e a fine giornata ero euforica, anche se l'euforia era velata dalla malinconia di trovarmi, dopo tre anni, nella città della mia vecchia vita.
questa mattina, dopo essere atterrata a vienna, mentre aspettavo il treno che mi avrebbe riportata in centro città, mi è crollata addosso una gran tristezza. la tristezza di essere tornata in esilio, la tristezza di dover rientrare in una casa vuota (il matematico è in giappone), la tristezza di essere circondata da oltre un milione di persone che parla una lingua ostile.
e se ve lo state chiedendo: no, non so quanti dei 5.000 partecipanti sarà provinato, non so dei provinati quanti accederanno al programma, non so quando mi comunicheranno l'esito del provino. non ho chiesto nulla. ma prometto che vi terrò aggiornati.
mercoledì 4 settembre 2013
per me è sì
sono già arrivati due sì su tre.
sono dei sì provvisori, sei passata allo step successivo, non è detto che arriverai oltre, ma ti sei distinta nel mucchio, e questo ti fa onore.
sono dei sì che fanno bene all'autostima e all'umore, in queste giornate di settembre troppo grige.
*sono finalista al premio maria pia forte con un racconto ambientato a vienna.
*sono stata invitata a un provino, a torino, per il programma televisivo di cui parlavo qualche post più sotto.
mi hanno chiamata ieri, e già lunedì sarò davanti a una telecamera.
io, che mi vergogno a morte della mia faccia, che non ho niente da mettermi, che non so dove trovare quattro foto mie che mi ritraggano, che mi vergogno a morte anche del romanzo che ho inviato, così piccolo e disomogeneo.
perché lo faccio? non ne ho idea.
non c'è niente di più pericoloso di un sogno che si realizza.
non sono sicura che la frase fosse questa, né che si tratti del libro momo di ende. ma mi sento proprio così. ho paura che la realizzazione del sogno si mangi parti belle e importanti di me.
voi fate il tifo e tenetemi stretta.
sono dei sì provvisori, sei passata allo step successivo, non è detto che arriverai oltre, ma ti sei distinta nel mucchio, e questo ti fa onore.
sono dei sì che fanno bene all'autostima e all'umore, in queste giornate di settembre troppo grige.
*sono finalista al premio maria pia forte con un racconto ambientato a vienna.
*sono stata invitata a un provino, a torino, per il programma televisivo di cui parlavo qualche post più sotto.
mi hanno chiamata ieri, e già lunedì sarò davanti a una telecamera.
io, che mi vergogno a morte della mia faccia, che non ho niente da mettermi, che non so dove trovare quattro foto mie che mi ritraggano, che mi vergogno a morte anche del romanzo che ho inviato, così piccolo e disomogeneo.
perché lo faccio? non ne ho idea.
non c'è niente di più pericoloso di un sogno che si realizza.
non sono sicura che la frase fosse questa, né che si tratti del libro momo di ende. ma mi sento proprio così. ho paura che la realizzazione del sogno si mangi parti belle e importanti di me.
voi fate il tifo e tenetemi stretta.
domenica 1 settembre 2013
sono uno scrittore...
agosto è passato, finalmente.
sto partecipando a tre concorsi letterari di cui si saprà l'esito solo tra settembre e ottobre.
da impaziente come sono non vedo l'ora. credo di poter sopportare più facilmente la delusione rispetto all'attesa.
però, inaspettatamente, è arrivata una bella sorpresa: il mio manuale "sono uno scrittore ma nessuno mi crede" è stato scelto tra le offerte del mese di amazon.
se il buongiorno si vede dal mattino...
sto partecipando a tre concorsi letterari di cui si saprà l'esito solo tra settembre e ottobre.
da impaziente come sono non vedo l'ora. credo di poter sopportare più facilmente la delusione rispetto all'attesa.
però, inaspettatamente, è arrivata una bella sorpresa: il mio manuale "sono uno scrittore ma nessuno mi crede" è stato scelto tra le offerte del mese di amazon.
se il buongiorno si vede dal mattino...
giovedì 29 agosto 2013
il giudizio degli altri
ho sempre cercato di fregarmene abbastanza del giudizio degli altri. di prendere quanto di buono potevo dalle critiche, di non crogiolarmi troppo nelle lusinghe e nei complimenti, di spernacchiare i giudizi negativi.
poi mi hanno pubblicato il manuale, ho iniziato a scrivere per altri blog e mi sono ritrovata a guardare degli sconosciuti che parlano di me, giudicano quello che ho scritto, mettono mi piace sotto a un mio post, discutono dei miei contenuti e della loro veridicità, a volte dimostrando di non aver nemmeno letto bene quello che ho scritto. o di aver riempito gli spazi tra le righe di sottotesti assolutamente erronei.
ieri mi sono presa della svampita, della superficiale, e parecchi sberleffi per aver raccontato tutta l'ingenuità con cui sono venuta a vienna pensando di insegnare italiano.
insomma, non riesco a fare a meno di prendermi a cuore quello che gli altri pensano di me e di quello che ho scritto, dimostrando di essere la prima a non essere capace di scindere me come persona, dalle mie parole.
mi chiedo quando imparerò a farlo.
poi mi hanno pubblicato il manuale, ho iniziato a scrivere per altri blog e mi sono ritrovata a guardare degli sconosciuti che parlano di me, giudicano quello che ho scritto, mettono mi piace sotto a un mio post, discutono dei miei contenuti e della loro veridicità, a volte dimostrando di non aver nemmeno letto bene quello che ho scritto. o di aver riempito gli spazi tra le righe di sottotesti assolutamente erronei.
ieri mi sono presa della svampita, della superficiale, e parecchi sberleffi per aver raccontato tutta l'ingenuità con cui sono venuta a vienna pensando di insegnare italiano.
insomma, non riesco a fare a meno di prendermi a cuore quello che gli altri pensano di me e di quello che ho scritto, dimostrando di essere la prima a non essere capace di scindere me come persona, dalle mie parole.
mi chiedo quando imparerò a farlo.
mercoledì 28 agosto 2013
in astinenza
se vi mancano i miei post, e avete una voglia irresistibile di leggermi mi trovate
su quivienna dove parlo della mia esperienza come insegnante di italiano
su cartaresistente dove faccio gli auguri al mio kindle, che compie un anno
su quivienna dove parlo della mia esperienza come insegnante di italiano
su cartaresistente dove faccio gli auguri al mio kindle, che compie un anno
sabato 24 agosto 2013
è arrivato
sapevo che sarebbe arrivato. qui arriva sempre prima che altrove, si vede che è un posto che gli piace questo, un posto in cui si sente a casa, accolto, ben voluto. non gli importa niente del fatto che io lo odi, del fatto che lo prenderei a schiaffi e pugni e lo riempirei di insulti. gli scriverei una lunga lettera, in cui gli spiegherei che proprio no, qui ci deve stare il meno possibile, non deve arrivare già ad agosto, non può, non è giusto. ma lui è uno che se ne frega, alza le spalle, ti soffia il fumo in faccia, pesta la cicca sotto la suola, con la punta, e poi sputa, di lato e non gli importa niente se tu sei lì, che lo guardi, e pensi che è uno stronzo, un gran maleducato.
lui passa e se ne frega. caccia via l'inquilino precedente a malo modo, butta i suoi vestiti colorati e leggeri dalla finestra e chiude le imposte, rovescia nello sciacquone le boccette di profumo, butta nella pattumiera le candele colorate e resta chiuso in salotto, sprofondato nella poltrona, le gambe sdraiate e le scarpe sudice sul tavolino da caffè, sul bracciolo un posacenere pieno di mozziconi puzzolenti, la stanza impregnata di fumo.
oggi piove, ci sono 16 gradi. senza preavviso è arrivato l'autunno.
lui passa e se ne frega. caccia via l'inquilino precedente a malo modo, butta i suoi vestiti colorati e leggeri dalla finestra e chiude le imposte, rovescia nello sciacquone le boccette di profumo, butta nella pattumiera le candele colorate e resta chiuso in salotto, sprofondato nella poltrona, le gambe sdraiate e le scarpe sudice sul tavolino da caffè, sul bracciolo un posacenere pieno di mozziconi puzzolenti, la stanza impregnata di fumo.
oggi piove, ci sono 16 gradi. senza preavviso è arrivato l'autunno.
venerdì 16 agosto 2013
prepararsi alla guerra
le giornate si stanno accorciando. la notte inizia a fare freschetto. tra un mese e mezzo sarò di nuovo disoccupata e ad attendermi ci sarà di nuovo l'inverno viennese: buio, freddo, freddissimo, buissimo, molto molto freddo, vento gelido, molto molto grigio e molto buio.
e visto che non sono un albero, col cavolo che passerò tutto l'inverno qui. sto studiando spagnolo come una pazza. la speranza è quella di trovare un lavoro alle canarie o giù di lì.
vi manderò una cartolina. se mi ricordo.
e visto che non sono un albero, col cavolo che passerò tutto l'inverno qui. sto studiando spagnolo come una pazza. la speranza è quella di trovare un lavoro alle canarie o giù di lì.
vi manderò una cartolina. se mi ricordo.
domenica 4 agosto 2013
non c'è due senza tre.
e dopo la lunga notte del vomito, il grande piede punto dalla vespa... vi racconto la nostra terza (e si spera ultima) sfiga.
è una rovente notte d'agosto. vi aspetta un letto in cui sudare e rigirarvi come salsicce sulla griglia. lasciate le finestre aperte nella speranza che entri un po' di fresco e vi coricate sapendo che suderete e vi rigirerete e sognerete cose tremende e al mattino vi risveglierete più stanchi di prima in una giornata altrettanto rovente senza nemmeno una bava di vento.
poi succede che alle quattro e trenta del mattino un rumore assordante vi fa precipitare fuori dal letto. prima di prendere lucidità pensate che qualcuno abbia sparato (?) alla vetrinetta piena di swarowski (?). vi aggirate per casa accendendo tutte le luci e guardandovi in giro in cerca del grande danno. state quasi per convincervi che il rumore provenisse da fuori, del resto avete lasciato le finestre aperte, quando vi rendete conto che... è la vostra finestra che ha sbattuto e il vetro si è frantumato perché, incredibilmente, fuori c'è un vento da 100 km/h.
al mattino vi renderete conto che quando vi siete avvicinati alla finestra rotta eravate scalzi ed è solo per miracolo che non avete pestato nemmeno uno di tutti i pezzi di vetro di cui è ricoperto il pavimento.
è una rovente notte d'agosto. vi aspetta un letto in cui sudare e rigirarvi come salsicce sulla griglia. lasciate le finestre aperte nella speranza che entri un po' di fresco e vi coricate sapendo che suderete e vi rigirerete e sognerete cose tremende e al mattino vi risveglierete più stanchi di prima in una giornata altrettanto rovente senza nemmeno una bava di vento.
poi succede che alle quattro e trenta del mattino un rumore assordante vi fa precipitare fuori dal letto. prima di prendere lucidità pensate che qualcuno abbia sparato (?) alla vetrinetta piena di swarowski (?). vi aggirate per casa accendendo tutte le luci e guardandovi in giro in cerca del grande danno. state quasi per convincervi che il rumore provenisse da fuori, del resto avete lasciato le finestre aperte, quando vi rendete conto che... è la vostra finestra che ha sbattuto e il vetro si è frantumato perché, incredibilmente, fuori c'è un vento da 100 km/h.
al mattino vi renderete conto che quando vi siete avvicinati alla finestra rotta eravate scalzi ed è solo per miracolo che non avete pestato nemmeno uno di tutti i pezzi di vetro di cui è ricoperto il pavimento.
sabato 3 agosto 2013
bisogno di una vacanza. estremo bisogno.
non era ancora passata una settimana dalla lunga notte del vomito, ancora si mangiavano riso in bianco e "cipolle", i piccoli asciugamani che usavo come pezze fredde da posargli sulla fronte non erano ancora asciutti... che il matematico è stato punto da una vespa. su un piede.
ora ha il piede gigantissimo, il farmacista, quando mi ha vista, ha fatto la faccia da "ancora tu?"
ha prescritto antistaminico, una pomata e ghiaccio.
io consiglierei una vacanzina a lourdes, così, a scopo precauzionale.
ora ha il piede gigantissimo, il farmacista, quando mi ha vista, ha fatto la faccia da "ancora tu?"
ha prescritto antistaminico, una pomata e ghiaccio.
io consiglierei una vacanzina a lourdes, così, a scopo precauzionale.
lunedì 29 luglio 2013
la dieta del convalescente
venerdì notte il matematico è stato male. così male che sono corsa in farmacia a prendergli delle gocce per smettere di vomitare.
così male che, dopo aver vomitato due volte le gocce per non vomitare, abbiamo chiamato la guardia medica.
la guardia medica è arrivata alle 6 del mattino, dopo che il matematico aveva vomitato 7 volte, dopo 4 ore che l'abbiamo chiamata.
ha fatto un'iniezione, misurato la pressione, prescritto farmaci e raccomandato una dieta leggera, fatta di riso in bianco, molti liquidi e zwiebel, cipolle.
io e il matematico abbiamo pensato: sono pazzi questi autriaci. riso in bianco e cipolle dopo aver vomitato?
ebbene, ecco svelato l'arcano.
il medico ha detto zwieback non zwiebel.
fette biscottate, non cipolle!
così male che, dopo aver vomitato due volte le gocce per non vomitare, abbiamo chiamato la guardia medica.
la guardia medica è arrivata alle 6 del mattino, dopo che il matematico aveva vomitato 7 volte, dopo 4 ore che l'abbiamo chiamata.
ha fatto un'iniezione, misurato la pressione, prescritto farmaci e raccomandato una dieta leggera, fatta di riso in bianco, molti liquidi e zwiebel, cipolle.
io e il matematico abbiamo pensato: sono pazzi questi autriaci. riso in bianco e cipolle dopo aver vomitato?
ebbene, ecco svelato l'arcano.
il medico ha detto zwieback non zwiebel.
fette biscottate, non cipolle!
mercoledì 24 luglio 2013
masterpiece o non masterpiece, questo è il problema
forse ne avrete già sentito parlare. dall'autunno, su rai tre, andrà in onda un nuovo talent. un talent per aspiranti scrittori che si chiamerà masterpiece. il vincitore pubblicherà con un grande editore il romanzo che ha inviato per partecipare.
ancora non si sa chi lo condurrà, né come riusciranno a spettacolarizzare il mestiere più solitario e meno televisivo del mondo.
un ballerino balla e la vedi la sua arte, lo stesso per un cantante, un attore, un cuoco. ma uno scrittore? come fai a mostrare i processi creativi, a rendere visibile per gli altri la sua arte, e quindi interessante, una persona che ticchetta solitaria sulla tastiera, cancella, sbuffa, cazzeggia su internet e poi ticchetta ancora qualcosa e poi cancella ancora qualcosa?
probabilmente, più che sulla scrittura, punteranno sul trasfomare i partecipanti in personaggi, faranno a pezzi le loro pagine e diranno "che merda mi stai facendo leggere?! vuoi che muoro?"
nonostante questo, pur avendo sempre schifato la tv, e temendo persino di mettere in mostra la mia faccia nella foto profilo di fb (a zandegù che mi chiedeva una foto da mettere nel manuale di scrittura e sul sito ho proposto quella di una delle mie sorelle), l'idea di partecipare mi affascina moltissimo.
discutendo di questa possibilità, l'argomentazione a sfavore che ho trovato più convincente è stata quella di chiara che dice: "è vero che di certi scrittori sappiamo bene come sono in faccia; Rowling, King. Ma guarda caso quelli sono arrivati ai mass media per le loro storie, già famosissime. Qui invece sbatti degli sconosciuti sotto i massimi riflettori non come risultato di storie amatissime, ma come punto di partenza. Senza alcun merito raggiunto, cioè l'affetto di lettori che non ti hanno mai visto."
è chiaro insomma fin dall'inizio che questo talent non verrà vinto da chi ha scritto il romanzo più bello, ma dal più telegenico, da quello che con la sua faccia e il suo comportamento saprà maggiormente catturare il pubblico televisivo, che immagino in larga parte molto differente dal pubblico di lettori.
i meccanismi dell'editoria sono già piuttosto biechi (non si pubblicano libri belli in assoluto ma libri che si pensa piaceranno e quindi venderanno), perché peggiorare le cose pubblicando un libro che non ha valore in se stesso ma ha valore in quanto scritto da un tizio che in tv funziona? (a ben pensarci è già pieno di libri penosi scritti da personaggi tv, quindi non dovrebbe cambiare molto.)
essendo perfettamente consapevole di tutto questo, per quale motivo invece di provare repulsione all'idea di masterpiece continuo a esserne perversamente attratta?
ancora non si sa chi lo condurrà, né come riusciranno a spettacolarizzare il mestiere più solitario e meno televisivo del mondo.
un ballerino balla e la vedi la sua arte, lo stesso per un cantante, un attore, un cuoco. ma uno scrittore? come fai a mostrare i processi creativi, a rendere visibile per gli altri la sua arte, e quindi interessante, una persona che ticchetta solitaria sulla tastiera, cancella, sbuffa, cazzeggia su internet e poi ticchetta ancora qualcosa e poi cancella ancora qualcosa?
probabilmente, più che sulla scrittura, punteranno sul trasfomare i partecipanti in personaggi, faranno a pezzi le loro pagine e diranno "che merda mi stai facendo leggere?! vuoi che muoro?"
nonostante questo, pur avendo sempre schifato la tv, e temendo persino di mettere in mostra la mia faccia nella foto profilo di fb (a zandegù che mi chiedeva una foto da mettere nel manuale di scrittura e sul sito ho proposto quella di una delle mie sorelle), l'idea di partecipare mi affascina moltissimo.
discutendo di questa possibilità, l'argomentazione a sfavore che ho trovato più convincente è stata quella di chiara che dice: "è vero che di certi scrittori sappiamo bene come sono in faccia; Rowling, King. Ma guarda caso quelli sono arrivati ai mass media per le loro storie, già famosissime. Qui invece sbatti degli sconosciuti sotto i massimi riflettori non come risultato di storie amatissime, ma come punto di partenza. Senza alcun merito raggiunto, cioè l'affetto di lettori che non ti hanno mai visto."
è chiaro insomma fin dall'inizio che questo talent non verrà vinto da chi ha scritto il romanzo più bello, ma dal più telegenico, da quello che con la sua faccia e il suo comportamento saprà maggiormente catturare il pubblico televisivo, che immagino in larga parte molto differente dal pubblico di lettori.
i meccanismi dell'editoria sono già piuttosto biechi (non si pubblicano libri belli in assoluto ma libri che si pensa piaceranno e quindi venderanno), perché peggiorare le cose pubblicando un libro che non ha valore in se stesso ma ha valore in quanto scritto da un tizio che in tv funziona? (a ben pensarci è già pieno di libri penosi scritti da personaggi tv, quindi non dovrebbe cambiare molto.)
essendo perfettamente consapevole di tutto questo, per quale motivo invece di provare repulsione all'idea di masterpiece continuo a esserne perversamente attratta?
lunedì 22 luglio 2013
questo è amore!
contesto: tra i pochssimi dolci che non mi piacciono ci sono solo il cioccolato fondente e qualunque cosa contenga lampone.
interno sera:
io: - amore, che dolcini abbiamo
il matematico: - abbiamo della cioccolata e dei gelati
io: wow! che cioccolata c'è?
il matematico: - fondente all'arancia
io: - uff, che schifo. e dimmi, che gelati ci sono?
il matematico: - cornetto al lampone
io: - ma sai che non mi piace la cioccolata fondente e che odio il lampone
il matematico: - infatti, ho preso apposta i dolcini che non ti piacciono così tu non li mangi e non ingrassi!
interno sera:
io: - amore, che dolcini abbiamo
il matematico: - abbiamo della cioccolata e dei gelati
io: wow! che cioccolata c'è?
il matematico: - fondente all'arancia
io: - uff, che schifo. e dimmi, che gelati ci sono?
il matematico: - cornetto al lampone
io: - ma sai che non mi piace la cioccolata fondente e che odio il lampone
il matematico: - infatti, ho preso apposta i dolcini che non ti piacciono così tu non li mangi e non ingrassi!
lunedì 15 luglio 2013
alarm clock on
il matematico è una persona molto ansiosa organizzata. ogni volta che deve affrontare un viaggio apre un file word e stila la lista delle cose da portare, basata sullo studio incrociato dei dati meteo del luogo, sulla durata e sulla natura del viaggio.
avremo quindi qualcosa tipo:
5 mutande
5 calzini
2 magliette
2 camicie
2 pantaloni
1 pigiama
ciabatte
...
ora è in viaggio con la "lista valigia barcellona 2013", il mese scorso è stato in viaggio con "lista valigia oropa 2013" ad agosto sarà in viaggio con "lista valigia dai miei 2013" a settembre con "lista valigia giappone 2013" e a ottobre con "lista valigia cina 2013".
a parte che mi lascia sempre da sola. a parte che va via proprio adesso che devo lavorare e non posso neanche seguirlo.
ma possibile che pur organizzando tutto maniacalmente non possa ricordarsi di disattivare la sveglia prima di andarsene?
avremo quindi qualcosa tipo:
5 mutande
5 calzini
2 magliette
2 camicie
2 pantaloni
1 pigiama
ciabatte
...
ora è in viaggio con la "lista valigia barcellona 2013", il mese scorso è stato in viaggio con "lista valigia oropa 2013" ad agosto sarà in viaggio con "lista valigia dai miei 2013" a settembre con "lista valigia giappone 2013" e a ottobre con "lista valigia cina 2013".
a parte che mi lascia sempre da sola. a parte che va via proprio adesso che devo lavorare e non posso neanche seguirlo.
ma possibile che pur organizzando tutto maniacalmente non possa ricordarsi di disattivare la sveglia prima di andarsene?
giovedì 11 luglio 2013
scrittori italiani indipendenti sotto l'ombrellone
ricordate il mio esperimento di selfpublishing?
be', childfree, da oggi, partecipa alla promozione degli scrittori italiani indipendenti. per una settimana venti ebook autopubblicati saranno in promozione a meno di un euro.
ecco una foto di gruppo.
per saperne di più cliccate qui
c'è il rischio che riusciate ad acquistare un bel libro al prezzo di un caffè.
be', childfree, da oggi, partecipa alla promozione degli scrittori italiani indipendenti. per una settimana venti ebook autopubblicati saranno in promozione a meno di un euro.
ecco una foto di gruppo.
per saperne di più cliccate qui
c'è il rischio che riusciate ad acquistare un bel libro al prezzo di un caffè.
lunedì 1 luglio 2013
nove ragioni per non pubblicare - i miei due cent
Sogno di fare la
scrittrice da quando avevo tredici anni più o meno.
La scintilla è scattata
perché è solo allora che ho iniziato a leggere assiduamente.
Pensavo “anch'io voglio essere capace di far provare ad altri
queste emozioni qui, usando solo le parole”. Ho iniziato a scrivere
verso i diciassette anni, ricordo ancora l'emozione del mio primo
racconto compiuto, gli otto nei temi a scuola, il breve testo
pubblicato nel giornalino per ragazzi, i racconti selezionati dal
sito internet, la partecipazione ai concorsi in cui sono stata
segnalata per merito, le pubblicazioni in antologie, fino ad arrivare
a meritare con questo racconto la prefazione di oliviero ponte dipino, fino ad essere selezionata per partecipare a tessitori di sogni
l'anno scorso. E poi quest'anno la pubblicazione con un editore vero
di questo manuale (che per tre giorni è in vendita a 1 euro e 99anziché 4 e 99. oserei dire il manuale con il miglior rapportoqualità prezzo!).
Ho quasi 31 anni. Per
diciotto anni non ho fatto altro che leggere e scrivere e cercare di
migliorare la mia capacità di rappresentare il mondo e suscitare
sentimenti con le parole.
La mia penna è
maggiorenne, ormai.
Il mio percorso è
limpido. Ogni piccolo successo ottenuto con le mie pagine è stato un
gradino che mi ha portato più in alto e più avanti verso quello che
da sempre è il mio obiettivo: arrivare a pubblicare. Allo stesso
tempo ogni successo ha cancellato o sminuito quello precedente,
perché avvenuto quand'ero “piccola”, perché avvenuto tempo fa.
È vero, una maratona è fatta di tanti passi, tutti di uguale
importanza, ma non è forse il passo che ti permette di raggiungere
il traguardo quello più bello ed emozionante? E chi se lo ricorda
più il passo con cui si ha raggiunto il quinto, il diciannovesimo,
il trentatreesimo chilometro! E tutti i passi in mezzo?
Prima o poi arriverò a
pubblicare, un romanzo, uno bello. Lo so perché è quello che
desidero da sempre. Ma quando accadrà credo che in qualche modo
scoppierà la ghiandola velenosa di cui sandrone dazieri parla inquesto articolo, e quello che credevo mi avrebbe resa felice, quello
per cui sto lavorando da diciotto anni, forse mi renderà una persona
peggiore perché tutta la fatica, tutta la frustrazione, tutto il
sudore e il lavoro e la testardaggine e l'impegno forse non saranno
serviti a null'altro che a sparire, a non essere letta, non essere
recensita, non essere tradotta all'estero, non vincere alcun premio.
E allora quello che credevo fosse il traguardo si trasforma in una
tappa intermedia. Sì, hai vinto la maratona ma era la gara
provinciale, ora devi pubblicare il secondo romanzo, che sarà forse
come vincere le regionali e poi devi vincere le nazionali e arrivare
alle olimpiadi e se vinci le olimpiadi rischi di fare la fine di alex
schwarzer.
Forse leggere l'articolo
di dazieri a sedici anni mi avrebbe convinta a lasciar perdere e ora
sarei più felice. O forse no.
mercoledì 26 giugno 2013
editor in maniototo... è qui
ospito volentieri, in attesa della riapertura del suo caustico blog, che si è sempre scagliato con fermezza contro autori che pagano per pubblicare e stampatori che si travestono da editori, un componimento in versi di editor in maniototo.
titoli di testa validi sempre:
titolo: dio
questa fede prevede un camino
acceso
e una comoda sedia che lo fronteggia.
accanto una pila di manoscritti
sempre la stessa altezza
da terra.
arrivano arrivano arrivano.
qualcuno che non vediamo,
sporge un braccio
a intervalli piuttosto regolari
per afferrarne uno.
dal nostro punto d'osservazione
inquadriamo schienale braciere
e pila.
sentiamo frusciare di fogli scorsi
non eccessivamente protratto.
un ringhio
uno sbuffo
un gemito
di noia schifo e rivalsa.
poi lo strapazzo della carta malamente impugnata
lo sventagliare nel volo
l'impatto con le braci.
finisce tutto quanto là
nel fuoco.
la vampa del camino
e lapilli in caotica fuga.
lassù, forse,
un editore
ci ama
titoli di testa validi sempre:
titolo: dio
questa fede prevede un camino
acceso
e una comoda sedia che lo fronteggia.
accanto una pila di manoscritti
sempre la stessa altezza
da terra.
arrivano arrivano arrivano.
qualcuno che non vediamo,
sporge un braccio
a intervalli piuttosto regolari
per afferrarne uno.
dal nostro punto d'osservazione
inquadriamo schienale braciere
e pila.
sentiamo frusciare di fogli scorsi
non eccessivamente protratto.
un ringhio
uno sbuffo
un gemito
di noia schifo e rivalsa.
poi lo strapazzo della carta malamente impugnata
lo sventagliare nel volo
l'impatto con le braci.
finisce tutto quanto là
nel fuoco.
la vampa del camino
e lapilli in caotica fuga.
lassù, forse,
un editore
ci ama
lunedì 24 giugno 2013
il peggiore di tutti
è quello
che sa benissimo che sei straniera ma che comunque ti parla in
dialetto viennese. il viennese è una lingua che tramuta wasser in wosser, nein in
net e mi è totalmente incomprensibile.
il peggiore di tutti dice
che sono sempre seria e mi odia, ma è un sentimento reciproco. ieri
il peggiore di tutti mi ha rivolto la parola, e per l'ennesima volta
non ho capito una mazza e finalmente ho avuto la prontezza di
rispondergli “facciamo che parliamo in italiano così ci capiamo
meglio”.
per quanto
ne sa potrei averlo mandato affanculo. ed è proprio quello che
spero.
mercoledì 12 giugno 2013
è ufficiale
ho aspettato un po', per esserne certa, prima di dirlo a tutti, ma adesso è proprio ufficiale.
sono felice. sono felice come non sono mai stata a vienna prima d'ora e forse come non sono mai stata nella mia vita in generale.
è estate, il sole splende, ho un lavoro -che non è il lavoro della vita ma è decente- è da poco uscito il mio manuale di scrittura, ho portato a termine -finalmente, faticosamente- un romanzo, ho in programma di partecipare a un paio di concorsi per racconti, ho iniziato a studiare lo spagnolo, ho trovato otto quadrifogli, stasera esco.
non so quanto durerà questo momento meraviglioso, ma non mi sembra vero di essere finalmente uscita dal pozzo freddo e buio in cui ero caduta questo inverno (e in cui probabilmente cadrò il prossimo).
sono felice. sono felice come non sono mai stata a vienna prima d'ora e forse come non sono mai stata nella mia vita in generale.
è estate, il sole splende, ho un lavoro -che non è il lavoro della vita ma è decente- è da poco uscito il mio manuale di scrittura, ho portato a termine -finalmente, faticosamente- un romanzo, ho in programma di partecipare a un paio di concorsi per racconti, ho iniziato a studiare lo spagnolo, ho trovato otto quadrifogli, stasera esco.
non so quanto durerà questo momento meraviglioso, ma non mi sembra vero di essere finalmente uscita dal pozzo freddo e buio in cui ero caduta questo inverno (e in cui probabilmente cadrò il prossimo).
lunedì 3 giugno 2013
yo no hablo español
non me n'è mai importato un gran che delle lingue straniere. a scuola l'inglese non era tra le mie materie preferite così come alle superiori non impazzivo per il tedesco.
mi piaceva la matematica, soprattutto. e leggere romanzi a caso per gli affari miei. nessuno degli autori morti e sepolti che ti propinano fino alla quinta superiore, in ogni caso.
e quindi il fatto che da due anni a questa parte covi in segreto una gran voglia di imparare lo spagnolo è questione nuova e inspiegabile.
ho iniziato a studiare su busuu.com che tra tre giorni mi chiuderà le porte in faccia se non pago.
si accettano quindi link a siti nei quali sia possibile studiare lo spagnolo online.
e magari anche il titolo di una buona grammatica e di un libro di testo.
mercoledì 22 maggio 2013
applaus, applaus
sempre per la serie, quanto amo la musica tedesca.
stamattina su un canale musicale hanno fatto passare questa.
l'avevo già sentita un paio di volte e mi aveva catturata. motivo per cui sono andata alla ricerca del testo.
a un certo punto ero certa dicesse qualcosa riguardo al sesso. sentivo chiaro e tondo SEX.
e infatti la canzone dice "als ob sie mein SEXtant un kompass waer'n"
"come se lei fosse il mio sestante e la mia bussola"
i miei fraintendimenti fanno progressi, non c'è che dire!
mi merito proprio un "applaus, applaus"
stamattina su un canale musicale hanno fatto passare questa.
l'avevo già sentita un paio di volte e mi aveva catturata. motivo per cui sono andata alla ricerca del testo.
a un certo punto ero certa dicesse qualcosa riguardo al sesso. sentivo chiaro e tondo SEX.
e infatti la canzone dice "als ob sie mein SEXtant un kompass waer'n"
"come se lei fosse il mio sestante e la mia bussola"
i miei fraintendimenti fanno progressi, non c'è che dire!
mi merito proprio un "applaus, applaus"
sabato 11 maggio 2013
elevato coefficiente di redditività
"Cos'è per te l'amore? Dillo in 6 parole per ricevere una copia del nuovo romanzo di Luca Bianchini."
questo il gioco proposto sulla pagina fb di mondadori per promuovere l'uscita del libro "io che amo solo te".
ho scritto le mie sei parole "due spazzolini e un solo dentifricio". l'hanno fatto altre 500 persone.
io sono stata selezionata tra i 5 fortunati. ieri mi è arrivata a casa la copia. una brossura con alette che costa 16 euro. significa che il coefficiente di redditività è stato di 2,7 euro a parola.
niente male.
venerdì 10 maggio 2013
chi sa fare fa, chi non sa fare insegna
in teoria so come si fa. so come si scrive un romanzo, tanto che ci ho scritto persino un manuale.
ho cercato di spiegare ad altri come darsi un metodo, come costruire una scaletta, come allontanare le distrazioni della rete, come rendere tridimensionali i personaggi, realistici i dialoghi.
quello che non so, e che non ho spiegato, è come allontanare la paura. come avvicinarsi alle proprie pagine già scritte per aggiungerne delle altre quando è da settimane che non scrivi più.
sono terrorizzata da quello che ho scritto e da quello che devo ancora scrivere.
oscillo tra la certezza di star scrivendo un capolavoro e la sicurezza di aver scritto una vaccata pazzesca.
ho un rapporto viscerale con le parole che metto su carta, niente è finzione, nella mia protagonista diciassettenne ci sono io tutta intera. non riesco a prendere la scrittura con leggerezza. nell'adolescenza dei miei personaggi c'è tutto il peso della mia difficilissima adolescenza.
ho cercato di spiegare ad altri come darsi un metodo, come costruire una scaletta, come allontanare le distrazioni della rete, come rendere tridimensionali i personaggi, realistici i dialoghi.
quello che non so, e che non ho spiegato, è come allontanare la paura. come avvicinarsi alle proprie pagine già scritte per aggiungerne delle altre quando è da settimane che non scrivi più.
sono terrorizzata da quello che ho scritto e da quello che devo ancora scrivere.
oscillo tra la certezza di star scrivendo un capolavoro e la sicurezza di aver scritto una vaccata pazzesca.
ho un rapporto viscerale con le parole che metto su carta, niente è finzione, nella mia protagonista diciassettenne ci sono io tutta intera. non riesco a prendere la scrittura con leggerezza. nell'adolescenza dei miei personaggi c'è tutto il peso della mia difficilissima adolescenza.
giovedì 9 maggio 2013
sono uno scrittore ma nessuno mi crede
finalmente è diventato realtà, il mio manualetto di scrittura, pubblicato da zandegù, è in vendita.
è acquistabile solo in ebook.
a questo link potete scaricarne un assaggio.
come vedete ha una copertina azzurropillin meravigliosa. molto migliore dei goffi tentativi che tempo fa vi ho costretti a votare. uno dei mille vantaggi di avere un editore alle spalle!
il mio nome gigantissimo là sopra mi inorgoglisce e mi imbarazza un sacco. neanche fossi roberto saviano.
se vi piace acquistatelo, possibilmente dal sito di zandegù, così sfamate un giovane editore indipendente (e non arricchite il già pingue amazon che si tiene il 40% del prezzo di copertina), e se vi piace condividetelo su fb, twitter, anobii, instagram...
è acquistabile solo in ebook.
a questo link potete scaricarne un assaggio.
come vedete ha una copertina azzurropillin meravigliosa. molto migliore dei goffi tentativi che tempo fa vi ho costretti a votare. uno dei mille vantaggi di avere un editore alle spalle!
il mio nome gigantissimo là sopra mi inorgoglisce e mi imbarazza un sacco. neanche fossi roberto saviano.
se vi piace acquistatelo, possibilmente dal sito di zandegù, così sfamate un giovane editore indipendente (e non arricchite il già pingue amazon che si tiene il 40% del prezzo di copertina), e se vi piace condividetelo su fb, twitter, anobii, instagram...
giovedì 2 maggio 2013
menstrala
a suon di accompagnare il matematico alle mostre di arte contemporanea mi sono fatta un'idea abbastanza completa, credo, di cosa sia l'arte contemporanea.
così ho pensato che la mia opera d'arte sarebbe mettere il sangue mestruale raccolto con la coppetta in un contenitore graduato, e farlo ogni mese, per alcuni mesi. prima di farne un'opera d'arte, però, vorrei portarlo alla mia ginecologa e dirle: vede? è questo che intendo con ciclo mestruale torrenziale.
mi è sembrata un'idea fighissima, fino a quando ho scoperto che ci sono delle artiste vere, che hanno fatto delle vere opere d'arte con il sangue mestruale. qui ne potete vedere alcune
è così poco originale la mia idea che si inserirebbe persino in una corrente artistica con un nome: menstrala.
così ho pensato che la mia opera d'arte sarebbe mettere il sangue mestruale raccolto con la coppetta in un contenitore graduato, e farlo ogni mese, per alcuni mesi. prima di farne un'opera d'arte, però, vorrei portarlo alla mia ginecologa e dirle: vede? è questo che intendo con ciclo mestruale torrenziale.
mi è sembrata un'idea fighissima, fino a quando ho scoperto che ci sono delle artiste vere, che hanno fatto delle vere opere d'arte con il sangue mestruale. qui ne potete vedere alcune
è così poco originale la mia idea che si inserirebbe persino in una corrente artistica con un nome: menstrala.
venerdì 26 aprile 2013
juli
per riconciliarmi con il tedesco ho iniziato ad ascoltare della musica rock pop in lingua. in particolare mi piace juli, che in questi giorni ho ascoltato a ripetizione. gli strafalcioni di comprensione sono esilaranti. ve ne riporto alcuni:
cosa ho capito: du liebst so schon (ami così bene) cosa dice veramente: du luegst so schon (menti così bene)
cosa ho capito: was ist los (cos'è successo) cosa dice veramente: lass es los (lascialo andare)
cosa ho capito: ich bin ein trinker, denn ich trink (sono un bevitore perché bevo) cosa dice veramente: ich bin ein trinker, der ertrinkt (sono un bevitore che affoga)
cosa ho capito: du liebst so schon (ami così bene) cosa dice veramente: du luegst so schon (menti così bene)
cosa ho capito: was ist los (cos'è successo) cosa dice veramente: lass es los (lascialo andare)
cosa ho capito: ich bin ein trinker, denn ich trink (sono un bevitore perché bevo) cosa dice veramente: ich bin ein trinker, der ertrinkt (sono un bevitore che affoga)
giovedì 25 aprile 2013
le feste degli altri
vivere all'estero significa anche non poter festeggiare le proprie feste e ritrovarsi a festeggiare le feste degli altri.
sabato 20 aprile 2013
childfree è stato piratato
volete leggere childfree ma non volete spendere 97 centesimi?
avete due possibilità: aspettare i primi di maggio, quando il libro sarà di nuovo in promozione, o chiedere a franco-1969 il file in formato epub. basta che rispondiate a questo messaggio lasciando l'indirizzo email.
l'amico franco di childfree dice quanto segue: "ho letto l'altro giorno l’e-book Silvia Pillin - Sono un mostro, non voglio avere figli (2013).
Dopo un’ inizio molto leggero, soliti argomenti scontati, migliora nettamente ed il finale rispecchia esattamente la mia situazione e, direi quella di molti di noi.
Essendo 2013 è aggiornato, recente crisi economica ecc ecc
Vi garantisco che le ultime frasi fanno riflettere parecchio.
Lo consiglio, anche a chi non è childfree"
avete due possibilità: aspettare i primi di maggio, quando il libro sarà di nuovo in promozione, o chiedere a franco-1969 il file in formato epub. basta che rispondiate a questo messaggio lasciando l'indirizzo email.
l'amico franco di childfree dice quanto segue: "ho letto l'altro giorno l’e-book Silvia Pillin - Sono un mostro, non voglio avere figli (2013).
Dopo un’ inizio molto leggero, soliti argomenti scontati, migliora nettamente ed il finale rispecchia esattamente la mia situazione e, direi quella di molti di noi.
Essendo 2013 è aggiornato, recente crisi economica ecc ecc
Vi garantisco che le ultime frasi fanno riflettere parecchio.
Lo consiglio, anche a chi non è childfree"
mercoledì 17 aprile 2013
fiducia o pazzia?
che in italia le cose non vadano bene dal punto di vista economico e delle opportunità di lavoro è risaputo.
ma che un ragazzo poco più che ventenne senza sapere una parola di tedesco e senza avere nessuna competenza specifica si trasferisca a vienna certo di trovare lavoro, è una cosa che mi lascia basita.
così come mi lascia basito il padre di famiglia che vende la casa e si trasferisce a vienna forte di un lavoro stagionale che in autunno lo lascerà senza lavoro, con tre figli da mantenere, senza nessun sussidio e senza che né lui né la moglie sappiano una parola di tedesco.
davvero ci sono più opportunità a vienna per un italiano che non sa il tedesco che per un italiano in italia?
io credo che ci sia una grossa sottovalutazione della questione linguistica.
conoscere la lingua del posto è fondamentale. è il primo, forse l'unico, strumento di integrazione. e nemmeno conoscere la lingua a livello C1 mette al riparo da razzismo e difficoltà quotidiane (dal medico, negli uffici, con l'idraulico...)
e questo vale anche per chi trova un lavoro in cui la lingua comune è l'italiano (per esempio nella cucina di un ristorante) o l'inglese (in qualche multinazionale o ambito di ricerca internazionale)
non sapere il tedesco significa non parlare con il vicino di casa che per questo ti guarderà malissimo, non capire cosa ti dice il cameriere, l'idraulico, il postino, il commesso del supermercato, l'ottico, il medico. significa ghettizzarsi all'interno di un gruppo di altri italiani o di altri stranieri di varia provenienza.
andare a vivere altrove, soprattutto se lo si fa per necessità e non per curiosità, non è una passeggiata. altrove le cose sono diverse, diverso il cibo, il clima, la lingua, le abitudini. sto scrivendo l'ovvio, eppure questa gente che prende e viene qui a vienna credendo di trovare chissà quali opportunità credo non si renda affatto conto di questo ovvio.
lo scriveva don milani che il tuo padrone è tale perché conosce più parole di te.
e il tuo padrone (se mai avrai un padrone) a vienna potrà permettersi di sfruttarti nel peggiore dei modi, proprio per quelle parole in più, che rendono te debole e ricattabile.
ma che un ragazzo poco più che ventenne senza sapere una parola di tedesco e senza avere nessuna competenza specifica si trasferisca a vienna certo di trovare lavoro, è una cosa che mi lascia basita.
così come mi lascia basito il padre di famiglia che vende la casa e si trasferisce a vienna forte di un lavoro stagionale che in autunno lo lascerà senza lavoro, con tre figli da mantenere, senza nessun sussidio e senza che né lui né la moglie sappiano una parola di tedesco.
davvero ci sono più opportunità a vienna per un italiano che non sa il tedesco che per un italiano in italia?
io credo che ci sia una grossa sottovalutazione della questione linguistica.
conoscere la lingua del posto è fondamentale. è il primo, forse l'unico, strumento di integrazione. e nemmeno conoscere la lingua a livello C1 mette al riparo da razzismo e difficoltà quotidiane (dal medico, negli uffici, con l'idraulico...)
e questo vale anche per chi trova un lavoro in cui la lingua comune è l'italiano (per esempio nella cucina di un ristorante) o l'inglese (in qualche multinazionale o ambito di ricerca internazionale)
non sapere il tedesco significa non parlare con il vicino di casa che per questo ti guarderà malissimo, non capire cosa ti dice il cameriere, l'idraulico, il postino, il commesso del supermercato, l'ottico, il medico. significa ghettizzarsi all'interno di un gruppo di altri italiani o di altri stranieri di varia provenienza.
andare a vivere altrove, soprattutto se lo si fa per necessità e non per curiosità, non è una passeggiata. altrove le cose sono diverse, diverso il cibo, il clima, la lingua, le abitudini. sto scrivendo l'ovvio, eppure questa gente che prende e viene qui a vienna credendo di trovare chissà quali opportunità credo non si renda affatto conto di questo ovvio.
lo scriveva don milani che il tuo padrone è tale perché conosce più parole di te.
e il tuo padrone (se mai avrai un padrone) a vienna potrà permettersi di sfruttarti nel peggiore dei modi, proprio per quelle parole in più, che rendono te debole e ricattabile.
mercoledì 10 aprile 2013
tradimento
il nostro è stato un amore immediato e reciproco. un colpo di fulmine. ci siamo amati a prima vista, ancora prima di sapere i nostri nomi. solo poi abbiamo iniziato a conoscerci, a confermare con la quotidianità quella prima impressione bellissima ma irrazionale, infondata.
abbiamo condiviso anni. il pendolarismo, il periodo americano, il trasferimento a vienna.
è sempre difficile ammettere la fine di un amore. si prova a farlo durare il più possibile, nonostante l'evidenza, nonostante sia chiaro che non può più funzionare, che non sta affatto funzionando. si chiude un occhio, ci si fa indulgenti. poi arriva la goccia che fa traboccare il vaso. e allora dici basta. ci rinunci. ti arrendi. e cerchi un altro amore.
lo fai con cautela, hai paura di essere tradita di nuovo, hai paura che il nuovo amore a prima vista finisca male. come il precedente. eppure cerchi un amore simile a quello appena finito, perché non potresti fare altrimenti. perché è stato bello e intenso e importante.
è così che è andata con il mio asus eee pc. sono stati 5 anni di autentica passione. su di lui ho scritto romanzi e racconti e manuali e post e email e twitt e messaggi di stato su fb. sul mio piccolo asus ho scritto tanto. tante porcherie, alcune cose belle e apprezzate.
adesso è in arrivo un asus nuovo. un po' più grande, un po' più costoso, un po' più sottile.
sarà difficile lasciare andare questo, con il quale scrivo ancora, anche se temo che si spenga e si mangi tutto quello che ho scritto. come è già capitato più di una volta. ma si tende sempre a idealizzare quelli che si sono amati, ad amarli anche se non lo meritano più, a trattarli bene anche se ci trattano male.
abbiamo condiviso anni. il pendolarismo, il periodo americano, il trasferimento a vienna.
è sempre difficile ammettere la fine di un amore. si prova a farlo durare il più possibile, nonostante l'evidenza, nonostante sia chiaro che non può più funzionare, che non sta affatto funzionando. si chiude un occhio, ci si fa indulgenti. poi arriva la goccia che fa traboccare il vaso. e allora dici basta. ci rinunci. ti arrendi. e cerchi un altro amore.
lo fai con cautela, hai paura di essere tradita di nuovo, hai paura che il nuovo amore a prima vista finisca male. come il precedente. eppure cerchi un amore simile a quello appena finito, perché non potresti fare altrimenti. perché è stato bello e intenso e importante.
è così che è andata con il mio asus eee pc. sono stati 5 anni di autentica passione. su di lui ho scritto romanzi e racconti e manuali e post e email e twitt e messaggi di stato su fb. sul mio piccolo asus ho scritto tanto. tante porcherie, alcune cose belle e apprezzate.
adesso è in arrivo un asus nuovo. un po' più grande, un po' più costoso, un po' più sottile.
sarà difficile lasciare andare questo, con il quale scrivo ancora, anche se temo che si spenga e si mangi tutto quello che ho scritto. come è già capitato più di una volta. ma si tende sempre a idealizzare quelli che si sono amati, ad amarli anche se non lo meritano più, a trattarli bene anche se ci trattano male.
venerdì 5 aprile 2013
quanto mi aspetto di guadagnare
da quando ho saputo che sarà vienna per altri due anni, mi sono data allo studio intensivo del tedesco associato alla candidatura selvaggia e all'invio di curriculum a pioggia.
il tentativo è quello di affrancarmi dal mio attuale stato di straniera da sfruttare "perché sulla tua laurea in lettere ci sputiamo su, e sulla tua totale assenza di competenze specifiche ci facciamo grasse risate".
nell'ultimo periodo ho sostenuto quindi alcuni colloqui per lavori di ufficio in cui è richiesta la conoscenza dell'italiano.
i colloqui si svolgono tutti più o meno allo stesso modo. il selezionatore mi fa accomodare in una stanza più o meno grande, più o meno luminosa, e fornitissima di sedie (decidere su quale sedere è sempre un dilemma), mi offre da bere (in tutti gli uffici, studi, sale d'attesa c'è sempre una caraffa piena d'acqua con dei bicchieri), mi parla dell'azienda, di quale sarebbero le mie mansioni e mi chiede di presentarmi.
capire cosa fanno è molto più semplice che spiegare chi sono, da dove vengo, e dove vado. il mio tedesco fa sempre pessime figure in questo frangente e il bicchiere d'acqua per arginare l'arsura causata dall'agitazione è sempre bene accetto.
poi arriva la domanda che tutte le volte mi mette in crisi:
quanto ti aspetti di guadagnare?
il tentativo è quello di affrancarmi dal mio attuale stato di straniera da sfruttare "perché sulla tua laurea in lettere ci sputiamo su, e sulla tua totale assenza di competenze specifiche ci facciamo grasse risate".
nell'ultimo periodo ho sostenuto quindi alcuni colloqui per lavori di ufficio in cui è richiesta la conoscenza dell'italiano.
i colloqui si svolgono tutti più o meno allo stesso modo. il selezionatore mi fa accomodare in una stanza più o meno grande, più o meno luminosa, e fornitissima di sedie (decidere su quale sedere è sempre un dilemma), mi offre da bere (in tutti gli uffici, studi, sale d'attesa c'è sempre una caraffa piena d'acqua con dei bicchieri), mi parla dell'azienda, di quale sarebbero le mie mansioni e mi chiede di presentarmi.
capire cosa fanno è molto più semplice che spiegare chi sono, da dove vengo, e dove vado. il mio tedesco fa sempre pessime figure in questo frangente e il bicchiere d'acqua per arginare l'arsura causata dall'agitazione è sempre bene accetto.
poi arriva la domanda che tutte le volte mi mette in crisi:
quanto ti aspetti di guadagnare?
martedì 2 aprile 2013
aprile non ti scoprire
la primavera latita. ma a vienna il tempo fa più schifo che a oslo e reykjavík. giuro.
per domani sono attesi 5 centimetri di neve, e non si vede la fine in fondo al tunnel dell'inverno, neanche con il binocolo.
il giorno di pasqua io e il matematico siamo rimasti chiusi in casa, a guardar fioccare come fosse natale.
mia mamma ogni volta che chiama si lamenta del tempo e del freddo, e tutte le volte là ci sono dieci gradi più che qua.
le amiche ti scrivono: qui sole e sedici gradi, e dentro ti sboccia un vaffanculo che i bucaneve a confronto sono dei dilettanti.
il calendario 2013 non ce l'abbiamo, non ce l'ha regalato nessuno e quando ci siamo mobilitati per aquistarlo non ne vendevano più. stiamo usando quello del 2012 adattandolo alla situazione. l'uno aprile 2013 era lunedì. l'uno ottobre 2012 era lunedì. per cui ora da noi è ottobre e c'è scritto "la notte dentro".
per domani sono attesi 5 centimetri di neve, e non si vede la fine in fondo al tunnel dell'inverno, neanche con il binocolo.
il giorno di pasqua io e il matematico siamo rimasti chiusi in casa, a guardar fioccare come fosse natale.
mia mamma ogni volta che chiama si lamenta del tempo e del freddo, e tutte le volte là ci sono dieci gradi più che qua.
le amiche ti scrivono: qui sole e sedici gradi, e dentro ti sboccia un vaffanculo che i bucaneve a confronto sono dei dilettanti.
il calendario 2013 non ce l'abbiamo, non ce l'ha regalato nessuno e quando ci siamo mobilitati per aquistarlo non ne vendevano più. stiamo usando quello del 2012 adattandolo alla situazione. l'uno aprile 2013 era lunedì. l'uno ottobre 2012 era lunedì. per cui ora da noi è ottobre e c'è scritto "la notte dentro".
sabato 30 marzo 2013
kindle direct publishing: tutti i numeri dell'autore autopubblicato su amazon
la mia avventura di autore autopubblicato inizia l'11 marzo, quando carico su amazon il mio pamphlet dal titolo "childfree: sono un mostro non voglio avere figli".
il 12 marzo diventa disponibile per l'acquisto. inizio quindi a fare pubblicità, su fb, su twitter, su alcuni gruppi di anobii e su questo blog.
la mia pubblicità consiste nel presentare il testo e linkare il pdf scaricabile gratuitamente con un'anteprima (più lunga di quella che fornisce amazon).
in 16 giorni, l'anteprima viene scaricata oltre 100 volte e vendo 7 copie del volume.
dopo alcuni giorni consecutivi di fiacca decido di aderire a kindle direct publishing select che permette, dando ad amazon l'esclusiva di vendita, di proporre il testo gratuitamente.
il 28 marzo pubblicizzo sugli stessi canali l'offerta di amazon.
ed ecco il risultato in classifica in base al numero di copie.
20 copie 125° posto
33 66
50 30
59 22
67 19
al termine del primo giorno di promozione il mio ebook compare nella prima pagina dei bestseller gratuiti e ha ottenuto tre recensioni: due da 5 stelline e una da 4. per non perdere la visibilità ottenuta decido di prolungare l'offerta di un giorno.
il 29 marzo
98 copie 22 posto
105 18
122 11
128 9
155 9
162 9
ora che l'offerta è finita childfree è 13.871° nella classifica degli ebook a pagamento. questo significa che è invisibile. la speranza è che le 162 copie gratuite e le 7 vendute inneschino il passaparola.
ho provato a chiedere a elasti di nonsolomamma e a chiara cecilia santamaria di machedavvero? di farmi da testimonial. la prima mi ha ignorata, la seconda è stata gentilissima e mi ha anche ritwittittato.
le conclusioni che traggo a questo punto dell'esperimento sono: autopubblicarsi probabilmente non fa per me. bisogna dedicare al marketing moltissimo tempo e moltissima cura, bisogna praticamente conquistarsi i lettori uno a uno e io non ne sono capace.
il 12 marzo diventa disponibile per l'acquisto. inizio quindi a fare pubblicità, su fb, su twitter, su alcuni gruppi di anobii e su questo blog.
la mia pubblicità consiste nel presentare il testo e linkare il pdf scaricabile gratuitamente con un'anteprima (più lunga di quella che fornisce amazon).
in 16 giorni, l'anteprima viene scaricata oltre 100 volte e vendo 7 copie del volume.
dopo alcuni giorni consecutivi di fiacca decido di aderire a kindle direct publishing select che permette, dando ad amazon l'esclusiva di vendita, di proporre il testo gratuitamente.
il 28 marzo pubblicizzo sugli stessi canali l'offerta di amazon.
ed ecco il risultato in classifica in base al numero di copie.
20 copie 125° posto
33 66
50 30
59 22
67 19
al termine del primo giorno di promozione il mio ebook compare nella prima pagina dei bestseller gratuiti e ha ottenuto tre recensioni: due da 5 stelline e una da 4. per non perdere la visibilità ottenuta decido di prolungare l'offerta di un giorno.
il 29 marzo
98 copie 22 posto
105 18
122 11
128 9
155 9
162 9
ora che l'offerta è finita childfree è 13.871° nella classifica degli ebook a pagamento. questo significa che è invisibile. la speranza è che le 162 copie gratuite e le 7 vendute inneschino il passaparola.
ho provato a chiedere a elasti di nonsolomamma e a chiara cecilia santamaria di machedavvero? di farmi da testimonial. la prima mi ha ignorata, la seconda è stata gentilissima e mi ha anche ritwittittato.
le conclusioni che traggo a questo punto dell'esperimento sono: autopubblicarsi probabilmente non fa per me. bisogna dedicare al marketing moltissimo tempo e moltissima cura, bisogna praticamente conquistarsi i lettori uno a uno e io non ne sono capace.
giovedì 28 marzo 2013
dalla bologna children's book fair 2013
mi sono portata a casa una bellissima shopper nera, un bacetto perugina che mi invita a riflettere, una cartolina che ho appeso al frigo e moltissimo sonno. (ieri pomeriggio, per recuperare, ho detto "mi faccio un pisolino" e mi sono risvegliata 4 ore dopo. la cosa non mi ha impedito di dormire dalle 23 alle 7 e 30.)
alla fiera del libro di bologna ho visto tante, tante persone che sono, sono state, e per qualche ora sono ritornate ad essere, famiglia.
alla fiera di bologna, una traduttrice che non credevo si ricordasse di me, mi ha detto, ma certo, leggo il tuo blog. ho anche imparato a cucinare le torte al microonde, non credevo nemmeno si potesse fare.
alla fiera di bologna mi sono portata la parrucca azzurra, e l'ho indossata per cena.
alla fiera di bologna mi hanno chiesto di restituire una cravatta e non l'ho fatto.
alla fiera di bologna mi hanno detto che hanno pubblicato tutti, e manco solo io, che se solo mi decidessi a finire uno dei mille romanzi che ho cominciato...
alla fiera di bologna mi è venuto da piangere, e ho anche un po' pianto.
alla fiera di bologna ho sentito un frammento di frase in tedesco, e ne ho capito il significato.
alla fiera di bologna ho parlato della mia esperienza di self publishing (solo per oggi il mio childfree è gratis, scaricatelo qui)
alla fiera di bologna mancavano maria, nicoletta e benedetta, però c'erano i loro libri.
il tassista di bologna che mi ha riportato in stazione ha detto "vienna è la mia seconda città". e pensavo lo dicesse tanto per, invece ha nominato sudbahnhof, il canale tv orf, e il vento, e ho capito che vienna la conosce davvero. e mi è sembrato un bel modo per congedarmi dalla città e ritornare verso casa, seppure a bologna mi sia sentita molto più a casa di quanto mi senta a casa a vienna.
alla fiera del libro di bologna ho visto tante, tante persone che sono, sono state, e per qualche ora sono ritornate ad essere, famiglia.
alla fiera di bologna, una traduttrice che non credevo si ricordasse di me, mi ha detto, ma certo, leggo il tuo blog. ho anche imparato a cucinare le torte al microonde, non credevo nemmeno si potesse fare.
alla fiera di bologna mi sono portata la parrucca azzurra, e l'ho indossata per cena.
alla fiera di bologna mi hanno chiesto di restituire una cravatta e non l'ho fatto.
alla fiera di bologna mi hanno detto che hanno pubblicato tutti, e manco solo io, che se solo mi decidessi a finire uno dei mille romanzi che ho cominciato...
alla fiera di bologna mi è venuto da piangere, e ho anche un po' pianto.
alla fiera di bologna ho sentito un frammento di frase in tedesco, e ne ho capito il significato.
alla fiera di bologna ho parlato della mia esperienza di self publishing (solo per oggi il mio childfree è gratis, scaricatelo qui)
alla fiera di bologna mancavano maria, nicoletta e benedetta, però c'erano i loro libri.
il tassista di bologna che mi ha riportato in stazione ha detto "vienna è la mia seconda città". e pensavo lo dicesse tanto per, invece ha nominato sudbahnhof, il canale tv orf, e il vento, e ho capito che vienna la conosce davvero. e mi è sembrato un bel modo per congedarmi dalla città e ritornare verso casa, seppure a bologna mi sia sentita molto più a casa di quanto mi senta a casa a vienna.
lunedì 25 marzo 2013
la fortuna sia con te
nevica, non mi sento affatto bene e stasera mi aspetta il treno notturno per bologna.
stamattina decido, dopo aver finto per giorni che non ci fosse alcun problema, di andare da un medico.
scelgo una dottoressa che parla anche italiano e che ha lo studio non troppo distante da casa.
non riceve per appuntamento, per cui metto il kindle in borsa in vista dell'attesa.
esco di casa affrontando le intemperie, trovo la strada e il palazzo ma...
è un palazzo fantasma: non ci sono etichette né fuori sul citofono, né dentro sulle cassette della posta, né sulle porte.
stamattina decido, dopo aver finto per giorni che non ci fosse alcun problema, di andare da un medico.
scelgo una dottoressa che parla anche italiano e che ha lo studio non troppo distante da casa.
non riceve per appuntamento, per cui metto il kindle in borsa in vista dell'attesa.
esco di casa affrontando le intemperie, trovo la strada e il palazzo ma...
è un palazzo fantasma: non ci sono etichette né fuori sul citofono, né dentro sulle cassette della posta, né sulle porte.
c'è solo un gruppo di operai slavi che va su e giù per le scale polverose.
prendo il cellulare in tasca per chiamare il matematico e chiedergli il numero dello studio, in modo da poter chiamare e capire dove andare.
indovinate un po'?
esatto, cellulare scarico.
venerdì 22 marzo 2013
man-struation e altre catastrofi
il matematico in questi giorni è più scorbutico del solito. è proprio inavvicinabile. peggio di me durante la mia peggiore sindrome premestruale.
di giustifica dicendo di avere le man-struation. dice che esistono, sono sbalzi ormonali che occorrono negli uomini in casi di particolare stress o altro.
il mio pc, acquistato esattamente 5 anni fa, mi sta lasciando e lo sta facendo nel peggiore dei modi.
a natale il cavo dell'alimentazione si era sfilacciato risultando inutilizzabile. mio padre, con un'operazione chirurgica e un trapianto di filo, lo aveva miracolosamente salvato quando ormai lo davo per finito e passavo i pomeriggi a chiedere in giro dove avrei potuto trovare un nuovo alimentatore.
ora la situazione è precipitata di nuovo. il mio pc si spegne. all'improvviso. indipendentemente da quello che faccio. a caso. anche più volte al giorno.
solitamente questi black out erano solo una piccola seccatura. riaccendendolo ripristinava le sessioni e recuperava i file aperti (che ovviamente salvavo ogni trenta secondi).
oggi, però, la tragedia: in uno di questi spegnimenti improvvisi si è portato via il file word su cui stavo lavorando da giorni. non esiste più. o meglio, esiste ma è grande 0 byte. vuoto.
e nemmeno il matematico men-struato è riuscito a risolvere questa emergenza.
di giustifica dicendo di avere le man-struation. dice che esistono, sono sbalzi ormonali che occorrono negli uomini in casi di particolare stress o altro.
il mio pc, acquistato esattamente 5 anni fa, mi sta lasciando e lo sta facendo nel peggiore dei modi.
a natale il cavo dell'alimentazione si era sfilacciato risultando inutilizzabile. mio padre, con un'operazione chirurgica e un trapianto di filo, lo aveva miracolosamente salvato quando ormai lo davo per finito e passavo i pomeriggi a chiedere in giro dove avrei potuto trovare un nuovo alimentatore.
ora la situazione è precipitata di nuovo. il mio pc si spegne. all'improvviso. indipendentemente da quello che faccio. a caso. anche più volte al giorno.
solitamente questi black out erano solo una piccola seccatura. riaccendendolo ripristinava le sessioni e recuperava i file aperti (che ovviamente salvavo ogni trenta secondi).
oggi, però, la tragedia: in uno di questi spegnimenti improvvisi si è portato via il file word su cui stavo lavorando da giorni. non esiste più. o meglio, esiste ma è grande 0 byte. vuoto.
e nemmeno il matematico men-struato è riuscito a risolvere questa emergenza.
giovedì 21 marzo 2013
zandegù
l'editore che pubblicherà il mio manuale di scrittura si chiama zandegù.
zandegù è giovane, è tenace, è digitale, è di torino, ed è un editore trasparente certificato da tropico del libro.
zandegù pubblica solo guide e reportage. ha una grafica accattivante. e io sono davvero onorata di essere tra i loro autori.
al momento in catalogo ci sono 5 ebook, disponibili per l'acquisto nei principali store on-line e sul loro sito internet.
c'è quello gratuito che parla dei preppers: pazzi persone che si preparano alla fine del "mondo come lo conosciamo" creandosi un rifugio sotto terra, immagazzinando scorte alimentari e a volte persino procurandosi armi e munizioni.
c'è la guida alle crisi di panico, e quella ai lavori alternativi da praticare ora che c'è la crisi.
c'è il reportage sul wrestling in italia. e poi c'è quello sull'assistenza sessuale per i disabili in cui l'autore intervista il portavoce italiano del movimento che chiede che anche in italia sia prevista per legge la figura dell'assistente sessuale. sono pagine molto schiette e dirette, che arrivano al cuore del problema senza perbenismi né falsi moralismi.
tutto questo parlar bene (e con cognizione di causa) di zandegù partecipa alla campagna "sf-ama zandegù" in palio ci sono delle agende meravigliose fatte a mano da delle giovani imprenditrici torinesi.
potete partecipare all'evento su fb qui
maggiori informazioni sul sito dell'editore qui
zandegù è giovane, è tenace, è digitale, è di torino, ed è un editore trasparente certificato da tropico del libro.
zandegù pubblica solo guide e reportage. ha una grafica accattivante. e io sono davvero onorata di essere tra i loro autori.
al momento in catalogo ci sono 5 ebook, disponibili per l'acquisto nei principali store on-line e sul loro sito internet.
c'è quello gratuito che parla dei preppers:
c'è la guida alle crisi di panico, e quella ai lavori alternativi da praticare ora che c'è la crisi.
c'è il reportage sul wrestling in italia. e poi c'è quello sull'assistenza sessuale per i disabili in cui l'autore intervista il portavoce italiano del movimento che chiede che anche in italia sia prevista per legge la figura dell'assistente sessuale. sono pagine molto schiette e dirette, che arrivano al cuore del problema senza perbenismi né falsi moralismi.
tutto questo parlar bene (e con cognizione di causa) di zandegù partecipa alla campagna "sf-ama zandegù" in palio ci sono delle agende meravigliose fatte a mano da delle giovani imprenditrici torinesi.
potete partecipare all'evento su fb qui
maggiori informazioni sul sito dell'editore qui
mercoledì 20 marzo 2013
aspettando primavera
le ore di luce stanno finalmente stiracchiandosi e mettendosi comode e riguadagnando il loro spazio, ogni tanto il sole ci degna della sua presenza, dopo quasi sei mesi di perenne latitanza, e oggi la colonnina di mercurio ha persino tagliato il traguardo dei dieci gradi, evento a dir poco straordinario.
insomma, dopo sei mesi di buio si intravede finalmente la luce in fondo al tunnel. che al momento è più la luce concreta del sole che la sperata luce metaforica di qualche evento positivo a dare una svolta alla mia vita. però meglio di niente, no?!
lo so, sono una frana a giocare a quella che vede il bicchiere mezzo pieno.
però di bello c'è che martedì prossimo sarò alla fiera del libro di bologna. manco da due anni, e sì, lei mi è molto mancata.
vedrò un sacco di gente conosciuta e amica e stimata e sarà bello ma anche imbarazzante, perché sono una frana a riavvicinarmi dopo essere stata tanto lontana. però spero di farmi passare presto la timidezza, perché non c'è tempo.
e raccatterò un sacco di cartoline e cataloghi e borsine coloratissime.
e mi riempirò gli occhi di libri e meraviglia.
e forse rimpiangerò un po' tutto quello che mi sono lasciata indietro.
perché sono una frana a vedere il bicchiere mezzo pieno, ma bravissima a riempire i bicchieri che nel passato erano mezzi vuoti.
insomma, dopo sei mesi di buio si intravede finalmente la luce in fondo al tunnel. che al momento è più la luce concreta del sole che la sperata luce metaforica di qualche evento positivo a dare una svolta alla mia vita. però meglio di niente, no?!
lo so, sono una frana a giocare a quella che vede il bicchiere mezzo pieno.
però di bello c'è che martedì prossimo sarò alla fiera del libro di bologna. manco da due anni, e sì, lei mi è molto mancata.
vedrò un sacco di gente conosciuta e amica e stimata e sarà bello ma anche imbarazzante, perché sono una frana a riavvicinarmi dopo essere stata tanto lontana. però spero di farmi passare presto la timidezza, perché non c'è tempo.
e raccatterò un sacco di cartoline e cataloghi e borsine coloratissime.
e mi riempirò gli occhi di libri e meraviglia.
e forse rimpiangerò un po' tutto quello che mi sono lasciata indietro.
perché sono una frana a vedere il bicchiere mezzo pieno, ma bravissima a riempire i bicchieri che nel passato erano mezzi vuoti.
martedì 12 marzo 2013
childfree - sono un mostro non voglio avere figli
come forse ricorderete, tempo fa non parlavo d'altro che di autopubblicare un manuale di scrittura.
poi è successo che quel manuale ha trovato un editore vero e così non sono riuscita a soddisfare la mia curiosità nei confronti dell'autopubblicazione.
per questo motivo ho scritto dell'altro.
si tratta di un breve saggio sulla maternità, cui ho preparato una pagina dedicata qui sul blog e che da oggi è disponibile per l'acquisto su amazon cliccando qui.
se non siete clienti amazon, potete scaricare da qui il pdf con un estratto. il pdf potete spedirlo a parenti e amici, potete condividerne il link su fb o su twitter, insomma, se vi sembra interessante per qualcuno dei vostri contatti siete invitati a informarli della sua esistenza.
intanto vi chiedo: che ne pensate della copertina?
e una volta letto, l'estratto o il testo intero, qualunque osservazione è la benvenuta.
poi è successo che quel manuale ha trovato un editore vero e così non sono riuscita a soddisfare la mia curiosità nei confronti dell'autopubblicazione.
per questo motivo ho scritto dell'altro.
si tratta di un breve saggio sulla maternità, cui ho preparato una pagina dedicata qui sul blog e che da oggi è disponibile per l'acquisto su amazon cliccando qui.
se non siete clienti amazon, potete scaricare da qui il pdf con un estratto. il pdf potete spedirlo a parenti e amici, potete condividerne il link su fb o su twitter, insomma, se vi sembra interessante per qualcuno dei vostri contatti siete invitati a informarli della sua esistenza.
intanto vi chiedo: che ne pensate della copertina?
e una volta letto, l'estratto o il testo intero, qualunque osservazione è la benvenuta.
lunedì 11 marzo 2013
schadenfreude
i germanofoni sono degli stronzi, e lo si capisce dal fatto che hanno una parola apposta per descrivere la gioia che suscitano in te le disgrazie altrui.
questa parola è schadenfreude.
es: la tua amica, quella gnocca, quella che sta con il tizio figo che hai desiderato per anni, quella che ha il lavoro che hai sempre sognato cade dalle scale, si spacca una gamba, perde il lavoro e il fidanzato la tradisce, con te. e tu provi una grande, grandissima, schadenfreude.
oggi abbiamo ricevuto i risultati del test di tedesco. io sono andata abbastanza bene. ma anche gli altri sono andati bene e tutti riceveremo lo zeugniss, l'attestato di livello C1. tutti tranne una persona. quella arrogante, che ha passato il corso a contraddire chiunque, insegnante compresa, quella che ha messo i bastoni tra le ruote alla realizzazione del lavoro di gruppo, quella che interrompeva, alzava la voce, rovinava l'armonia.
ecco, quando la prof le ha consegnato il compito dicendole che il risultato era negativo e che non avrebbe ottenuto lo zeugniss io ho provato una grande schadenfreude.
direi che mi sto ambientando alla grande.
questa parola è schadenfreude.
es: la tua amica, quella gnocca, quella che sta con il tizio figo che hai desiderato per anni, quella che ha il lavoro che hai sempre sognato cade dalle scale, si spacca una gamba, perde il lavoro e il fidanzato la tradisce, con te. e tu provi una grande, grandissima, schadenfreude.
oggi abbiamo ricevuto i risultati del test di tedesco. io sono andata abbastanza bene. ma anche gli altri sono andati bene e tutti riceveremo lo zeugniss, l'attestato di livello C1. tutti tranne una persona. quella arrogante, che ha passato il corso a contraddire chiunque, insegnante compresa, quella che ha messo i bastoni tra le ruote alla realizzazione del lavoro di gruppo, quella che interrompeva, alzava la voce, rovinava l'armonia.
ecco, quando la prof le ha consegnato il compito dicendole che il risultato era negativo e che non avrebbe ottenuto lo zeugniss io ho provato una grande schadenfreude.
direi che mi sto ambientando alla grande.
martedì 5 marzo 2013
deutsche sprache schwere sprache
domani devo parlare in tedesco per 15 minuti di fronte a una decina di persone. è necessario, è un lavoro che sto preparando da settimane, dovrei averlo imparato a memoria e invece no, sono terrorizzata. so che mi agiterò un sacco, non mi verranno le parole, sbaglierò a declinare tutti gli articoli, anche perché l'agitazione mi farà dimenticare gli articoli di tutte le parole chiave, e farò una figuraccia.
riuscirò mai a farmi piacere il tedesco? credo di no. almeno fino a quando continuerà ad essere fonte di umiliazioni e sarà questione di vita o di morte.
cosa intendo per "fonte di umiliazioni"?
eccovi un esempio.
tempo fa ho risposto a un annuncio di lavoro mandando la mia candidatura e il mio cv. poco tempo dopo vengo chiamata, vogliono fissare la data del colloquio. avendo mandato decine di candidature contemporaneamente non ho la più pallida idea di quale tra quelle abbia riscosso successo. in ogni caso capisco il giorno e l'ora del colloquio, capisco che sarà un colloquio strutturato in due parti, la prima sarà collettiva e servirà a presentare l'azienda, a questo seguirà un colloquio individuale. poi mi viene detto il luogo e mi vengono fornite indicazioni dettagliate su dove si svolgerà il colloquio. e qui non capisco. chiedo se sia possibile ricevere queste informazioni per email e mi viene risposto che no, non è possibile, o capisco o non capisco, e se non capisco, forse è persino meglio che non mi presenti al colloquio.
per la verità non mi è stato detto così esplicitamente, l'interlocutrice ha detto più o meno "non vorrei essere scortese e ritirare il mio invito, ma valuti lei se presentarsi al colloquio o meno, dato che il lavoro consiste nel parlare e scrivere in tedesco per tutto il giorno".
riuscirò mai a farmi piacere il tedesco? credo di no. almeno fino a quando continuerà ad essere fonte di umiliazioni e sarà questione di vita o di morte.
cosa intendo per "fonte di umiliazioni"?
eccovi un esempio.
tempo fa ho risposto a un annuncio di lavoro mandando la mia candidatura e il mio cv. poco tempo dopo vengo chiamata, vogliono fissare la data del colloquio. avendo mandato decine di candidature contemporaneamente non ho la più pallida idea di quale tra quelle abbia riscosso successo. in ogni caso capisco il giorno e l'ora del colloquio, capisco che sarà un colloquio strutturato in due parti, la prima sarà collettiva e servirà a presentare l'azienda, a questo seguirà un colloquio individuale. poi mi viene detto il luogo e mi vengono fornite indicazioni dettagliate su dove si svolgerà il colloquio. e qui non capisco. chiedo se sia possibile ricevere queste informazioni per email e mi viene risposto che no, non è possibile, o capisco o non capisco, e se non capisco, forse è persino meglio che non mi presenti al colloquio.
per la verità non mi è stato detto così esplicitamente, l'interlocutrice ha detto più o meno "non vorrei essere scortese e ritirare il mio invito, ma valuti lei se presentarsi al colloquio o meno, dato che il lavoro consiste nel parlare e scrivere in tedesco per tutto il giorno".
venerdì 22 febbraio 2013
senso civico
mi ero detta che questa volta non sarei tornata a votare.
del resto vivo fuori dall'italia da due anni e mezzo, e pur non sentendomi affatto viennese, è innegabile che sono le leggi austriache quelle a cui devo sottostare e che influenzano la mia vita quotidiana.
allo stesso tempo è proprio quando ci si trova all'estero che ci si rende conto di quanto si è italiani dentro.
la convivialità e la cultura del buon cibo, degli ingredienti scelti con cura e cucinati per ore e consumati tutti insieme a tavola.
l'amore per il sole e la temperatura mite.
insomma, l'italia è il paese in cui sono nata e cresciuta, in cui sono stata istruita, in cui abitano le persone che mi sono più care al mondo, e seppure la tentazione di dire "arrangiatevi e andate tutti al diavolo, cavoli vostri" sia fortissima, il desiderio di fare la mia parte per poter poi dire "io ci ho provato" è insopprimibile.
per cui domani tornerò in italia per votare e voterò SEL.
non voterò berlusconi per ragioni che mi sembra superfluo elencare e che riassumerò con "ha governato per quasi vent'anni con maggioranze amplissime e tutto quello che è ha fatto è stato di curare i propri interessi, che non hanno mai coinciso con i miei, che non avevo case costruite abusivamente da farmi condonare, né capitali illeciti all'estero da farmi scudare". e chi lo voterà per per riavere indietro qualche centinaio di euro di imu rimarrà molto deluso, perché le spese e il debito dello stato italiano sono tali per cui con la stessa mano con cui restituirebbe l'imu introdurrebbe un'altra tassa.
non voterò il movimento 5 stelle per le ragioni che sono riassunte bene in questo articolo, brevissimo ma incisivo
non voterò pd perché (anche se con altri nomi (ds/l'ulivo)) ha sempre fatto il gioco di berlusoni.
non voterò casini, monti, fini né un altro partito di centro perché hanno posizioni troppo conservatrici rispetto alla mia.
non voterò giannino perché è ridicolo: lui, il nome del suo parito (fare per fermare il declino) e il modo con cui ha perso credibilità.
voterò quindi nichi vendola non per esclusione ma perché come ha spiegato bene licia troisi in questo post "ho riflettuto che un politico questo dovrebbe fare: non fare una indagine di mercato, vedere cosa vuole la gente, e prometterglielo. Ma avere una visione, proporre qualcosa di più grande, un cambiamento reale, un progetto vasto e ad ampio respiro per questo stato. E poi convincere la gente che la sua visione è quella giusta per farci stare tutti meglio. Il politico che ho in testa io dice anche cose che la maggioranza degli italiani non condivide, ma si fa in quattro per spiegare perché invece funzionerebbero, permetterebbero di migliorare questo paese."
questo il panorama generale
qui un test breve ma incisivo per vedere quale partito la pensa come voi
del resto vivo fuori dall'italia da due anni e mezzo, e pur non sentendomi affatto viennese, è innegabile che sono le leggi austriache quelle a cui devo sottostare e che influenzano la mia vita quotidiana.
allo stesso tempo è proprio quando ci si trova all'estero che ci si rende conto di quanto si è italiani dentro.
la convivialità e la cultura del buon cibo, degli ingredienti scelti con cura e cucinati per ore e consumati tutti insieme a tavola.
l'amore per il sole e la temperatura mite.
insomma, l'italia è il paese in cui sono nata e cresciuta, in cui sono stata istruita, in cui abitano le persone che mi sono più care al mondo, e seppure la tentazione di dire "arrangiatevi e andate tutti al diavolo, cavoli vostri" sia fortissima, il desiderio di fare la mia parte per poter poi dire "io ci ho provato" è insopprimibile.
per cui domani tornerò in italia per votare e voterò SEL.
non voterò berlusconi per ragioni che mi sembra superfluo elencare e che riassumerò con "ha governato per quasi vent'anni con maggioranze amplissime e tutto quello che è ha fatto è stato di curare i propri interessi, che non hanno mai coinciso con i miei, che non avevo case costruite abusivamente da farmi condonare, né capitali illeciti all'estero da farmi scudare". e chi lo voterà per per riavere indietro qualche centinaio di euro di imu rimarrà molto deluso, perché le spese e il debito dello stato italiano sono tali per cui con la stessa mano con cui restituirebbe l'imu introdurrebbe un'altra tassa.
non voterò il movimento 5 stelle per le ragioni che sono riassunte bene in questo articolo, brevissimo ma incisivo
non voterò pd perché (anche se con altri nomi (ds/l'ulivo)) ha sempre fatto il gioco di berlusoni.
non voterò casini, monti, fini né un altro partito di centro perché hanno posizioni troppo conservatrici rispetto alla mia.
non voterò giannino perché è ridicolo: lui, il nome del suo parito (fare per fermare il declino) e il modo con cui ha perso credibilità.
voterò quindi nichi vendola non per esclusione ma perché come ha spiegato bene licia troisi in questo post "ho riflettuto che un politico questo dovrebbe fare: non fare una indagine di mercato, vedere cosa vuole la gente, e prometterglielo. Ma avere una visione, proporre qualcosa di più grande, un cambiamento reale, un progetto vasto e ad ampio respiro per questo stato. E poi convincere la gente che la sua visione è quella giusta per farci stare tutti meglio. Il politico che ho in testa io dice anche cose che la maggioranza degli italiani non condivide, ma si fa in quattro per spiegare perché invece funzionerebbero, permetterebbero di migliorare questo paese."
questo il panorama generale
qui un test breve ma incisivo per vedere quale partito la pensa come voi
giovedì 14 febbraio 2013
campagna elettorale italiana a vienna
il corso intensivo di tedesco livello C1 che sto frequentando, è frequentato anche da un'altra ragazza italiana. oggi questa tizia ha chiesto alla prof quante assenze aveva già fatto e quante avrebbe potuto ancora farne senza rischiare di perdere il diritto a ricevere l'attestato, perché vorrebbe tornare per qualche giorno in italia a votare.
la risposta della prof è stata: "se torna per votare berlusconi è meglio che resti qui".
come darle torto.
la risposta della prof è stata: "se torna per votare berlusconi è meglio che resti qui".
come darle torto.
martedì 29 gennaio 2013
sono triste
sono triste, della tristezza di una tazza di tè semivuota, ormai fredda
di un cielo grigio che non lascia spazio al sole, che diventa presto nero
sono triste, della tristezza di gocce di pioggia che si rincorrono sul vetro
di parole aspre e difficili e sconosciute
sono triste, della tristezza di un paio di calzini sporchi lasciati sul pavimento
di una goccia di sangue sulle piastrelle chiare del bagno
sono triste, della tristezza di uno schermo accesso che illumina una stanza
di un letto sfatto e vuoto
sono triste, della tristezza di un pozzo nero di cui non si vede il fondo
di una tavoletta di cioccolato al latte finita, di cui resta solo l'incarto
sono triste, della tristezza di un cellulare che non suona
di una cassetta delle lettere piena di pubblicità non richiesta
sono triste, della tristezza di un altalena che dondola e cigola vuota nel parco deserto
di un giorno grigio d'inverno che non vuole lasciar posto all'estate.
di un cielo grigio che non lascia spazio al sole, che diventa presto nero
sono triste, della tristezza di gocce di pioggia che si rincorrono sul vetro
di parole aspre e difficili e sconosciute
sono triste, della tristezza di un paio di calzini sporchi lasciati sul pavimento
di una goccia di sangue sulle piastrelle chiare del bagno
sono triste, della tristezza di uno schermo accesso che illumina una stanza
di un letto sfatto e vuoto
sono triste, della tristezza di un pozzo nero di cui non si vede il fondo
di una tavoletta di cioccolato al latte finita, di cui resta solo l'incarto
sono triste, della tristezza di un cellulare che non suona
di una cassetta delle lettere piena di pubblicità non richiesta
sono triste, della tristezza di un altalena che dondola e cigola vuota nel parco deserto
di un giorno grigio d'inverno che non vuole lasciar posto all'estate.
lunedì 21 gennaio 2013
blue monday
secondo uno studio il lunedì dell'ultima settimana intera di gennaio è chiamato blue monday ed è il giorno più deprimente dell'anno.
nel giorno più deprimente dell'anno ho preparato un pentolone di minestrone e cucinato una torta alle banane.
la torta alle banane è risultata un po' gommosetta ma ottima con il tè.
il minestrone ha un sapore che non mi soddisfa, ma del resto era improbabile che trovassi la giusta proporzione tra le verdure proprio nel blue monday.
lunedì 14 gennaio 2013
le buone notizie non vengono mai da sole
so che non ci dormivate la notte, per il fatto di non avere più notizie del mio manuale di scrittura in via di autopubblicazione, il fatto è che... ha trovato un piccolo editore disposto a pubblicarlo.
ebbene sì, là fuori c'è della gente che l'ha reputato degno di una copertina vera, fatta da un grafico di professione.
oggi ho firmato il contratto di edizione (che mi garantisce una percentuale sul prezzo di copertina e se ve lo stavate chiedendo no, non prevede che io sborsi dei soldi per nessun motivo, né per aiutarli a sostenere le spese redazionali né per l'acquisto di copie - che in effetti non ci saranno, dato che il libro esisterà solo in formato digitale).
ci vorranno molti mesi prima che il mio manualetto veda la luce, però ecco, è molto confortante sapere che c'è della gente disposta a spendere il suo tempo e i suoi soldi per le mie parole.
inoltre pare che stia per vedere la luce anche il progetto di narrativa scolastica, coordinato dalla scrittrice manuela salvi, al quale ho partecipato in veste di autrice.
insomma, il 2013 sarà forse, finalmente, l'anno del mio esordio in veste di scrittrice.
ma per scaramanzia è meglio non dirlo tanto forte.
mercoledì 9 gennaio 2013
scaricare ebook gratis
una delle chiavi di ricerca più gettonate che porta a questo blog è il tentativo di scaricare gratis i pdf di alcuni libri. ecco, vi do una brutta notizia, nel mio blog trovate il link per il download gratuito solo della fuffa che scrivo io. e vi dirò di più, mi sta molto sulle palle il fatto che cerchiate illegalmente qui dei libri. è vero, i libri costano parecchio considerando il tasso di disoccupazione e quanto bassi sono gli stipendi. ma accidenti, cercate gratis persino il romanzo della pontremoli, che si trova su amazon a 99 centesimi!
ecco, se proprio volete leggere quei libri prendeteli in prestito in biblioteca, chiedeteli in prestito a qualcuno che li ha, procurateveli legalmente. perché la pirateria fa male a tutta la gente che, dietro all'opera che volete piratare, lavora. all'autore, all'eventuale traduttore, ai redattori, ai correttori di bozze, ai librai... insomma, a molte persone che tentano di diffondere cultura (ok, non sempre ma ci siamo capiti).
per cui ecco, se volete dei libri gratis girate alla larga da qui. oppure scaricatervi la roba che ho scritto io. è legalmente gratis.
sabato 5 gennaio 2013
non hanno funzionato
i metodi di sopravvivenza al natale non sono stati sufficienti a portarmi indenne attraverso le festività e fino all'anno nuovo.
affronto questo 2013 totalmente impreparata, senza aver fatto un bilancio del 2012 né buoni propositi per i prossimi 12 mesi.
affronto il 2013 senza un calendario nuovo, senza un lavoro vero, disarmata.
speriamo che anche il 2013 sia venuto in pace.
affronto questo 2013 totalmente impreparata, senza aver fatto un bilancio del 2012 né buoni propositi per i prossimi 12 mesi.
affronto il 2013 senza un calendario nuovo, senza un lavoro vero, disarmata.
speriamo che anche il 2013 sia venuto in pace.