non so vivere senza libri. a un certo punto - tra agosto e settembre - sul mio divano-ufficio avevo una pila di 15 volumi, più i miei due fidati e-reader (kindle e kobo). i libri sono i miei animali domestici, la mia armatura, il mio scudo, il mio comfort food, il mio luogo dell'anima, i miei viaggi. se non sto leggendo un libro, sto ascoltando un audiolibro, ma più probabilmente sto anche leggendo un ebook e pensando a cosa leggere dopo allungando la lista dei libri che vorrei leggere a dismisura. nei periodi di massimo caos arrivo anche a leggere 7 libri contemporaneamente tra cartaceo, digitale, audiolibro e tra le lingue italiana e inglese.
è un modo malsano di vivere la lettura. è bulimico. dei 150 libri che ho "letto" quest'anno solo una decina mi hanno lasciato un'impressione forte. di alcuni non ricordo nulla. se qualcuno mi chiedesse "hai letto quando abbiamo smesso di capire il mondo o il canto delle balene?" dovrei rispondere sì, perché li ho catalogati su goodreads come letti quest'anno. ma se mi fosse chiesto di dire di cosa parlano farei scena muta.
ha senso leggere in questo modo? non lo so. ma ho pensato che è così che viviamo. voi ricordate esattamente cosa avete fatto il 23 febbraio 2018 o il 4 maggio 2022? eppure non direste mai che vivere quei giorni, per quanto indistinguibili dagli altri, sia stato inutile.
ecco, credo che la lettura di alcuni libri, per me, sia paragonabile a quei giorni "normali" in cui non succede niente di eclatante e che comunque danno il loro contributo, per quanto piccolo e insignificante, a quello che siamo. senza quel giorno lì - senza quella lettura lì - anche se non è stato niente di speciale, non sarei la stessa.
1 commento:
“Quando penso a tutti i libri che mi restano da leggere, ho la certezza di essere ancora felice” (J.Renard) By lettrice bulimica
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